LETTERA
VEGANA DA 5 MESI
Buondì, ho 29 anni, seguo una dieta vegetariana da 15 anni e vegana da 5 mesi. Sto cercando di raggiungere un buon equilibrio psicofisico, conscia dell’importanza di un regime alimentare che lo favorisca ma, per quanto mi sia documentata, ci sono dei problemi che non riesco ancora a risolvere.
BENEFICI SUL PIANO FISICO E MENTALE, MA GONFIORI INTESTINALI E SONNOLENZA POST-PRANDIALE
Premesso che, in linea generale, i benefici che ne ho ricavato sono molteplici sia sul piano fisico che sul piano mentale, mi si presentano comunque due punti critici. Il primo è il gonfiore dopo ogni pasto, forse per eccessivo introito di fibre. Il secondo è la sonnolenza che mi afligge in particolare dopo il pasto pomeridiano.
FRUTTA, VERDURA, LEGUMI, E NIENTE FARINACEI
La mia dieta si basa sull’assunzione di verdura, frutta e legumi. Sono anni che non assumo farinacei se non di rado una pizza vegetariana (1 volta ogni due mesi). Scelta decretata dalla sete estrema che mi innescava l’assunzione di pasta, riso e pane, ma anche dalla sonnolenza che ne derivava inevitabilmente.
MARCATA DIPENDENZA DALLO ZUCCHERO
Un ultimo problema è la dipendenza dallo zucchero. Dipendenza che ho fin da bambina. Ho sostituito da vegetariana col miele, da vegana con lo zucchero di canna, ma mi rendo conto che ne abuso in modo indecoroso. Il fruttosio derivato dalla frutta non basta a chetare il bisogno psicofisico di “zucchero”.
Pensavo di assumere succhi di frutta home made in modo da aumentare la quota di fruttosio, senza trascinarmi dietro tutte quelle fibre che forse mi creano gonfiore e mi limitano nelle quantità.
GELATO DI SOIA E INTENSA ATTIVITA’ FISICA
Non compro più prodotti industriali, a parte il gelato di soia che poi mi faccio fuori in una sola volta perché è zuccherato. Nonostante l’amore per lo zucchero svolgo molta attività fisica. “Prevenire è meglio che curare”, ed è per questo che tengo alla linea e alla salute. La ringrazio per un’eventuale risposta. Valentina
RISPOSTA
NON DEMONIZZIAMO LE FIBRE DEGLI ALIMENTI NATURALI
Ciao Valentina. Cominciamo con le fibre. Esse esercitano un’azione meccanica a livello del tubo digerente. Lo attraversano senza subire trasformazioni e favoriscono il transito intestinale. Non hanno valore calorico, ma rivestono potere protettivo (contrastano ad esempio le coliche e i calcoli biliari) e potere idrofilo, essendo impregnate di acqua, che cedono alle funzioni evacuative.
Andiamo piano nel demonizzarle. Rappresentano un vantaggio della dieta vegancrudista e non certo un punto debole.
SONNOLENZA E LEUCOCITOSI VANNO A BRACCETTO
La sonnolenza post-prandiale indica un processo di leucocitosi. Significa che i tuoi cibi hanno tempi lunghi di transito e di assimilazione, per cui dovrai porre maggiore attenzione alla scelta dei cibi, all’abbinamento, al mangiare lento e rilassato, alla masticazione accurata, ai quantitativi.
STRATEGIA ANTI-GONFIORE
Il gonfiore intestinale è indice di cattiva carburazione. Evitare gli alcolici come birra e vino, l’acqua gassata, le bollicine in tutte le forme, zuccheri e farine raffinate, fritti, e tutti gli alimenti che compromettono l’equilibrio del microbiota intestinale. In questo articolo trovi le istruzioni per ripristinare l’equilibrio della nostra flora batterica.
LA ZUCCHERO-DIPENDENZA È UNA COSA SERIA
Il tuo problema di base è invece la zucchero-dipendenza. Lo zucchero è di sicuro una comoda scorciatoia verso le sostanze neurotrasmettitrici che fanno star bene, ovvero la dopamina e la serotonina. Lo zucchero sintetizzato è un droga a tutti i livelli.
La dopamina sta principalmente nel nucleus accumbes del cervello, la parte adibita alla motivazione ed ai “rewarding systems”, ossia ai sistemi di ricompensa. “Dare lo zuccherino a qualcuno”, sta infatti per accontentare e rendere felice qualcuno, almeno in via provvisoria, per tenerlo buono.
IPOGLICEMIA E DIABETE
Un basso livello di zucchero nel sangue, ovvero uno stato di incipiente ipoglicemia (o di anti-diabete), comporta ansia, agitazione talvolta sudore freddo. Un rallentamento o uno stop al cibo dolcificato, comporta vera e propria crisi di astinenza, con segni di impazienza e di frenesia, tipico dei tossicodipendenti.
Zucchero dunque da considerarsi materiale tossico, senza fare troppe differenze tra zucchero bianco o rosso, di bietola o di canna o di ape (per quanto il miele grezzo e non pastorizzato, possa essere utile come sostegno d’emergenza nei casi di debolezza e di convalescenza, in mancanza di altre soluzioni più consone e più naturali ancora).
RECETTORI CEREBRALI E SENSO DI SAZIETA’
Lo zucchero aumenta le cellule cerebrali e le sostanze chimiche presenti nel cervello. Un consumo eccessivo di zuccheri può alterare i recettori cerebrali rispondenti al senso di sazietà, portando a scompensi ed esagerazioni nel consumo alimentare, ovvero ad innesco di crisi bulimiche.
ZUCCHERI SEMPLICI DANNOSI E SUCCO ZUCCHERINO PREZIOSO
Tutti i carbonati semplici vengono assimilati velocemente, specie quelli lavorati e concentrati che si trovano negli sciroppi, nelle bibite dolcificate, nelle caramelle, nelle cremine, nei gelati, nelle merendine, nello zucchero da tavola.
Assai diverso il caso della frutta e della verdura. Il succo zucchero è accompagnato dall’importantissima acqua biologica, dalle fibre, dai food-enzyme, e di bilanciato apporto mineral-vitaminico (organicato, magnetizzato e vitalizzato dalla fotosintesi clorofilliana).
CALORIE MORTE E MOSTRUOSO CONSUMO PRO-CAPITE
Negli USA il consumo medio pro-capite è di 19 cucchiai di zucchero al giorno (285 calorie morte al giorno), una enormità, tenendo presente che in 100 calorie dolci-morte ci sono zero vitamine, zero minerali, zero enzimi, zero fibre, zero omega, zero ormoni, zero tutto.
Essendoci gente che non ne consuma niente, significa che diversi zucchero-drogati marciano a 40-50 cucchiai al giorno, quando non si dovrebbero mai superare 2 cucchiai per un bambino (40 calorie), 6 cucchiai per la donna (100 calorie) e i 9 cucchiai per l’uomo (150 calorie). Un chilo di uva dà 900 calorie, ma trattasi di alimento completo dalla A alla Z, benefico per sani e meno sani.
NIENTE AMIDI STRACOTTI E NIENTE CIBI INFIAMMANTI
Stare lontani anche dagli amidi stracotti, dal pane bianco, dai salatini, dalla pasta bianca, dal riso bianco, visto che i carboidrati complessi vengono scomposti in zuccheri semplici, che vanno ad appesantire la dolcificazione in atto nel sangue.
Preferire il pane scuro di segale, il pane azzimo, le gallette di riso o di altri cereali integrali. Snobbare i cibi infiammanti, tipo grassi, cioccolata (specie se dolce e al latte), zuccheri raffinati e farine raffinate. Ottimi gli oli d’oliva e di semini vari, senza esagerare nelle quantità, e a condizione di essere estratti a freddo.
COME CONTRASTARE LA ZUCCHERO-DIPENDENZA
Come contrastare la zuccherodipendenza? Mangiare più frutta e più verdura. Inserire cibi ricchi di inulina ed insulina vegetale, come il topinambur, la bardana, l’aloe, il sedano, i lupini, le patate non stracotte, i cavoli, il crescione.
Ricorrere alla frutta secca, all’uva sultanina, ai datteri crudi non zuccherati, ai mirtilli e ai frutti di bosco, alle fibre sane tipo quella del pop-corn fatto in casa (non zuccherato, non salato) da consumarsi preferibilmente coi fichi freschi, e tipo la crema di avena.
PIU’ CENTRIFUGATI DI CAROTE-SEDANI-MELA E PIU’ GERME DI GRANO
Ricorrere anche alla crema di avena coi semini vari. Non manchino i centrifugati di carote, sedano, mele, con l’aggiunta di 2-3 cucchiai di germe di grano, ricca di vitamine del gruppo B (rovinate ed inibite dagli zuccheri industriali, noti ladri di vitamina B1 e provocatori di beriberi).
Consumare più proteine vegetali, tipo mandorle, pinoli, nocciole, noci, semi di sesamo, semi di lino, semi di girasole, saraceno, miglio e quinoa.
CHI FA SPORT IN MODO RESPONSABILE E TRASPARENTE, NON SI ROVINA CON GLI ZUCCHERI SBAGLIATI
Ovvio che l’esercizio fisico sia di grande aiuto nel contrasto agli zuccheri sbagliati. Non è solo una faccenda di equilibrio calorico. Chi si muove, fatica, sbuffa e traspira, tende automaticamente a completare il suo lavoro, e a non rovinare il tutto per lo sfizio di sentirsi dolcificato.
Valdo Vaccaro
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