LETTERA
PERDITA TOTALE DEL GUSTO E DELL’OLFATTO
Gentile Valdo Vaccaro, Le scrivo per un caso difficile di mia zia che abita negli Stati Uniti. Dieci anni fa in seguito a un forte raffreddore ha perso completamente il senso del gusto e l’olfatto. Nessuno ha saputo aiutarla. Vive in questa maniera, senza sapori e odori. La mia speranza che lei ci possa dare qualche indicazione al riguardo. Sul blog non ho trovato nulla su queste patologie. La zia ha 59 anni vita difficile alle spalle, con alimentazione sbagliata e con il peso di provvedere, fino a 2 mesi fa, alla cura della nonna di 90 anni, con stress, amarezze, tanto lavoro e tante notti in bianco.
OLTRE A QUESTO HA DA UN ANNO UN PROBLEMA ALLE ORECCHIE, CHE I MEDICI NON SANNO CURARE.
Vanno per tentativi , pensi che le hanno sparato in vena per 6 settimane un antibiotico, pensando ad un infezione. Diagnosi smentita da un altro medico che comunque non ha saputo darle una cura. I suoi sintomi sono l’eco in entrambe le orecchie, tanta pressione che le scoppia la testa. Quando parla al telefono riferisce di sentire qualcuno che gli urla nell’orecchio, al supermercato sente le ruote dei carrelli della spesa, anche se lontani, con tale fastidio che deve allontanarsi immediatamente. Ronzii, mali di testa, ma nessun liquido. Questo da un anno. Anche in tale circostanza non hanno saputo curarla.
La ringrazio per il suo tempo che vorrà dedicarmi.
Monica 35 anni da Sirmione
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RISPOSTA
Ciao Monica, Le perdite gustative ed olfattive sono in genere non invalidanti e non pericolose. Ciò non toglie che vanno affrontate e risolte. In genere il dolce e il salato, come pure l’acido e l’amaro, vengono percepiti. Manca però la discriminazione tra i vari aromi. Gusto ed olfatto sono fisiologicamente interdipendenti per cui le disfunzioni di uno implicano spesso quelle dell’altro. Anosmia significa perdita dell’olfatto, ed è l’anomalia più comune. Ageusia sta invece per perdita del gusto.
DISOPSIA, IPEROSMIA, IPOSMIA ED IPOGEUSIA
Altri termini da considerare sono l’iperosmia, sensibilità accentuata agli odori, riguardante in genere soggetti tendenti al nevrotico ed all’istrionico, la disopsia, percezione olfattiva alterata e sgradevole, derivata da congestione e sviluppo batterico ai seni paranasali (ma i batteri non hanno responsabilità alcuna, essendo stati richiamati da residui organici non prontamente espulsi). Iposmia e ipogeusia stanno per riduzioni accentuate ma non totali delle percezioni. L’ipogeusia si ha spesso dopo un qualsiasi episodio influenzale.
I PROBLEMI STANNO SEMPRE NEL COLON, NEI DIVERTICOLI E NELL’INTESTINO
Le sensazioni olfattive e gustative sono mediate da chemo-recettori che rispondono alle sostanze chimiche, legandole a livello di siti recettoriali. I motivi di queste problematiche vanno ricercati non nella testa ma in zona intestinale. Siamo di fronte a un colon che stabilmente produce putrefazione e miasmi che risalgono internamente, finendo per produrre pressione e congestione sanguigna in tutti gli organi percettivi e anche a quelli auditivi, per cui non sorprende la lamentela dell’ultimo anno sui ronzii e sugli echi. Ed è proprio lì che bisogna pazientemente lavorare, usando l’arma della dieta.
I FARMACI SONO SEMPRE MICIDIALI
Non va sottovalutata poi la responsabilità dei medicinali, pesantemente correlati a questi fenomeni di iposmia. I sulfidrilici, i bifosfonati e gli ACE-inibitori chelano lo zinco e il rame, aumentandone l’eliminazione. Ovvio che poi le cure a base di zinco inorganico non risolvono la situazione. Per l’ipogeusia le responsabilità ricadono ancora sugli ACE-inibitori, sui FANS (inclusa l’aspirina). Pure le anestesie odontoiatriche producono a volte effetti simili. Anche il fumo può giocare la sua parte.
Possiamo dire che molti farmaci, comunemente usati dalla massa, possono non solo causare disturbi del gusto e dell’olfatto, ma creare seri disagi per il soggetto, compromettendo addirittura il suo rapporto col cibo.
I problemi relativi alla anosmia ed all’ageusia succedono spesso a chi e’ fortemente acidificato e carico di muco, a chi si sottopone a interventi sui turbinati e sui polipi nasali.
RINITI, TUMEFAZIONI, TRAUMI CHE DANNEGGIANO IL NERVO OLFATTIVO
Ci sono ovviamente anche altri fattori causanti. L’anosmia si verifica anche quando una tumefazione intranasale o un’altra causa ostruttiva impedisce che gli odori raggiungano l’area olfattiva. Oppure quando il nervo epiteliale olfattivo viene distrutto nella rinite atrofica, o anche da traumi e da interventi chirurgici. Pure la presenza di neoplasie, oppure di polipi compromette la percezione olfattiva.
Nel caso di tua zia pare sia stato un forte raffreddore a scatenare questo fenomeno. La soluzione piu’ ovvia e’ quella di disinfiammare la regione cranica mediante un miglioramento della situazione gastrointestinale.
MIASMI PUTREFATTIVI RISALENTI E AUMENTO DELLA PRESSIONE IN ZONA CRANICA
Stop dunque alla disbiosi, alla prevalenza di batteri putrefattivi e alla risalita di miasmi intestinali verso la testa. Promuovere la formazione di sangue fluido e combattere la ritenzione idrica. Frutta come anguria e melone sono ottime per un buon riequilibrio idrico. Sempre fondamentali gli agrumi al risveglio.
RIEQUILIBRATA LA SITUAZIONE I POTERI GUSTATIVI ED OLFATTIVI SI RIPRISTINERANNO DA SOLI
Adozione di una dieta leggera e digeribile rapidamente, con piu’ centrifugati di carote-sedani-ananas-zenzero.
Approfittare poi della buona stagione e dell’acqua marina, respirando acqua salsa e mandandola fuori per la bocca (cosa che d’inverno si fa in casa con appositi sali farmaceutici). Lo stop a tutte le proteine animali, derivante dalle scelte vegan-crudiste in atto, portera’ automaticamente ad una emissione intensificata di muco e quindi a una normalizzazione graduale della situazione in zona cranica. Il ritorno della sensibilita’ gustativa ed olfattiva sara’ una conseguenza automatica di tale riequilibrio.
ACUFENI ED INFIAMMAZIONE IN ZONA ACUSTICA HANNO LE STESSE IDENTICHE ORIGINI
I problemi alle orecchie sono strettamente legati al medesimo fenomeno. In un certo senso, questi sfoghi intensi nelle aree colpite (naso, gola e orecchi) hanno salvato tua zia da guai peggiori in zona cerebrale. Le pressioni dei miasmi intestinali creano infatti congestioni sanguiigne in zona cranica e tutto puo’ succedere se non si prendono adeguati provvedimenti. Molte malattie cerebrali, incluso tumori di vario genere, trovano origine nelle pressioni intracraniche che sballano l’ordinato funzionamento di questa delicatissima parte del nostro organismo. Notevole e scandalosa l’imperizia di quei medici pronti a sparare disinvoltamente in vena antibiotici e a rovinare ulteriormente le condizioni della donna.
Valdo Vaccaro
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