STRENUO DIFENSORE DELLA DIETA VITALE ED INNOCENTE
La bistecca è peggio della plastica, ma non vogliamo sentircelo dire, scrive Alessandro Gilioli. La colpa potrebbe anche essere degli stessi vegani che, col loro integralismo, rendono il cambio dieta utopistico e poco sostenibile dalla massa, provocando paradossalmente stizza ed avversione, facendo autogol e operando un pessimo servizio alla loro stessa causa. Questo più o meno il suo concetto.
Potrei sentirmi tra i destinatari di questa accusa, in quanto strenuo difensore del vegetarismo da una vita intera. Tuttavia ho sempre accompagnato le mie vedute vegan-crudiste da adeguate forme di compromesso, proprio al fine di renderle accettabili e sostenibili nell’immediato o a fasi successive.
NON C’È IN NOI INTOLLERANZA MA SOLTANTO RISPETTO PER LA VITA
Non a caso, pur privilegiando il vegan-crudismo, accetto a volte qualcosa del vegetarianismo, qualcosa di cotto e persino mezzo bicchiere di vino o di birra. Ma nessun compromesso mai a proposito delle carni bianche o rosse, sia ben chiaro.
Questo non è integralismo né tantomeno estremismo o intolleranza, ma rispetto dei principi basilari della salute, dell’etica, dell’estetica e dell’ecologia. Non esistono eccezioni e sconti alla Legge Divina del Non Uccidere. Dio, Allah, Krishna, Manitou e Buddha non amano chi uccide, chiunque sia e in qualunque modo lo faccia. In ogni caso non ha tutti i torti Gilioli nelle sue argomentazioni.
Devo anzi complimentarmi con lui che, bontà sua e abilità sua, è riuscito a far passare un ottimo pezzo, ottimo per chiarezza e sintesi, su una rivista italiana ad alta diffusione come l’Espresso che, nelle odierne vesti e contenuti, non sta certamente tra le riviste trasgressive o tra quelle fuori del sistema.
CHI MANGIA CARNE NON È RIBELLE MA SOGGETTO PIATTO ED ALLINEATO COL SISTEMA
“Sarà colpa di una subcultura superficiale che considera l’abbuffarsi di carne come un gesto di ribellione contro il politicamente educato e il politicamente corretto”.
Ma anche qui, pur non scartando del tutto questa sottile giustificazione, non credo che ci siano motivazioni ribelli ma piuttosto tanto pessimo allineamento al sistema dell’Agroalimentare e dei macelli che domina e impera nel mondo attuale. O forse è colpa di un increscioso equivoco machista, che scambia l’iperconsumo di bistecche con la virilità”, continua Gilioli, e qui la imbrocca sicuramente.
ESSERE SPREZZANTI DEL DOLORE ALTRUI È SEGNO DI PICCOLEZZA
Non è una novità che il maschilismo più truce, cinico e indifferente porti a questo tipo di scelte, quasi che l’insensibilità e la mancanza di rispetto per il prossimo indifeso come l’animale soggiogato e imprigionato fin dalla nascita rappresentino un segnale e una prova di forza mascolina.
Ma essere sprezzanti della sofferenza altrui è prova di semplice e mediocre piccolezza mentale e spirituale oltre che fisica. Tra l’altro è provato scientificamente che l’alimentazione carnea porta a indebolimento ed inefficienza sul piano sessuale.
IL PRIMO GESTO PER SALVARE IL PIANETA
“Fatto sta che abbiamo tutti imparato a separare la plastica e a non buttare le cicche di sigaretta in mare, ma è pochissimo entrato nella coscienza comune un fatto banale: il primo gesto utile, se si vuole salvare il pianeta, è limitare drasticamente il proprio consumo di carne. Non è questione di animalismo o di disneyzzazione di vacche o maiali: è un dato oggettivo di realtà, già emerso al primo Summit sulla Terra tenutosi a Rio de Janeiro ancora nel 1992.
Nello stesso anno usciva negli Stati Uniti il più completo e deciso atto d’accusa sugli effetti dell’industria massiva della carne: Beyond beef (Oltre il manzo) di Jeremy Rifkin, tradotto in italiano con il titolo di Ecocidio (Mondadori 2011), dove si dimostravano i disastri ambientali e sociali causati dallo sfruttamento di milioni e milioni di ettari per la coltivazione di mais e soia (quasi sempre OGM) destinati agli allevamenti intensivi di bestiame”, prosegue l’articolo dell’Espresso.
LA TERRA APPARTIENE DI DIRITTO A CHI CI VIVE SOPRA
Anche qui c’è da parte nostra approvazione e consenso, anche se l’animalismo, cioè la difesa delle creature più innocenti, fragili e bistrattate del pianeta va rispettato e difeso a spada tratta, e non come una distratta opzione di contorno, non fosse altro perché soltanto difendendo i più deboli si riesce a sconfiggere la colpevole indifferenza e violenza che intossicano da troppo tempo la Terra, una Terra che appartiene di diritto non all’uomo ma a tutte le creature pulsanti che ci vivono sopra.
MEGLIO 5 CHILI PIUTTOSTO CHE 80, MA ANCHE QUESTO NON BASTA
“Da allora, dal Summit sulla Terra, la letteratura scientifica sul tema ha fatto passi avanti, eppure pochi hanno ancora coscienza dell’impatto ambientale determinato da una dieta fortemente carnivora. Anzi, il consumo di carne cresce anche in Italia, fino a sfiorare gli 80 chili annui pro-capite.
Troppa carne in un contesto di produzione alimentare che è diventato un’industria devastante. Il 70% della produzione globale di cereali finisce nelle mangiatoie degli animali da macello e per ogni chilo di manzo si produce una quota che arriva fino a 60 kg di CO2, pari a oltre 20 kg di benzina bruciati da un’auto di media cilindrata. Senza dire dello spreco di acqua dolce, dato che un terzo delle risorse idriche mondiali viene utilizzato per gli allevamenti.
Ogni volta che sostituiamo un chilo di carne con un chilo di verdura risparmiamo al pianeta oltre 15000 litri d’acqua. Ognuno mangi quello che vuole ovviamente, ma che ciascuno ne conosca le conseguenze, per decidere in modo informato”, conclude Alessandro Gilioli.
POSSIAMO ALIMENTARCI DI TUTTO FUORCHÉ DELLA CARNE ALTRUI
Ce ne fossero di giornalisti come Gilioli, garbati e obiettivi. Tuttavia, essendo io vegano, vegetariano, vegan-crudista e igienista naturale da una vita, so per esperienza diretta e indiretta che non basta ridurre la carne, ma che occorre stroncare del tutto questa aberrante licenza di sopraffare e di uccidere impunemente chi non ha modo di difendersi.
Questo non è estremismo ma logica e saggezza. Questo è il paradigma o la sfida che l’uomo del terzo millennio è chiamato ad affrontare per il suo futuro e per il futuro dei suoi figli. Non è questione di spreco di acqua, di energia, di campi coltivati a mais e soia OGM, di inquinamento e di surriscaldamento climatico globale, ma di ingiustizia vera e propria, di sofferenza animale, di rispetto per la vita altrui, di salute umana messa a soqquadro e rovinata da un cibo che esula del tutto dalle reali necessità nutrizionali di un uomo che è disegnato per alimentarsi di tutto fuorché della carne altrui.
MARIO GIORDANO E ROSITA CELENTANO
Se ne è parlato pure il 9 ottobre a Fuori dal Coro su rete 4, dove il simpaticissimo Mario Giordano si è misurato con una sua ospite di eccezione come Rosita Celentano che ha saputo tenere a freno con sapienza e arguzia femminile alcuni pregiudizi del conduttore stesso sul veganismo e sull’animalismo in genere.
Essendo pure figlia del grande Adriano, ovvero del Ragazzo della Via Gluck, non è stata per me una reale sorpresa. Ma mi ha piacevolmente impressionato la sua autorevole e opportuna correzione di alcune piccole provocazioni di Giordano, divertente e piacevole come sempre ma con diverse riserve e lazzi sulle esagerazioni vegane e su quelle respiriane, oltre che sull’abbraccio degli alberi.
Rosita donna indomita, battagliera e straordinaria davvero, è stata all’altezza in tutto e per tutto dei suoi brillanti genitori, capace di dosare e di padroneggiare ogni suo intervento con assoluta maestria.
NEL MIRINO I BLITZ INTENTATI DAI GIOVANI ANIMALISTI CONTRO IL SISTEMA
La rubrica televisiva ha fatto pure vedere le intemperanze e gli atti di violenza in alcuni blitz animalisti, tesi chiaramente a mettere in cattiva luce il movimento animalista italiano e mondiale. Non ho mai inteso di promuovere o ispirare in modo deliberato, o come semplice riflesso dei miei scritti, atti di violenza contro cose e persone. Ma occorre sinceramente porsi un interrogativo.
Cosa vale parlare tanto di etica, di rispetto, di amore, se poi i camion e i vagoni carichi di ignari animali stipati uno sull’altro continuano ininterrotti a circolare sulla rete autostradale e ferroviaria per condurre queste infelici creature agli angoscianti luoghi di tortura e di morte chiamati mattatoi? Per finire giustiziati sotto i coltellacci, le pistole e le mannaie dei boia?
I blitz di questi giovani che si ribellano coraggiosamente alla insensibilità e all’indifferenza generale sulle sorti di milioni di creature non possono essere qualificati come violenza ma come atti dimostrativi ed educativi.
DA QUALE PARTE STA LA VERA VIOLENZA?
Occorre che se ne parli apertamente, senza riserve di alcun tipo. Non è possibile che il mondo intero rimanga schiavizzato da un manipolo di assassini legalizzati dalla politica e benedetti dalle banche, dai papi, dai preti e dai cardinali. Quali sono i veri violenti del pianeta? Poniamoci questo problema e non giriamogli intorno per confondere e intorpidire le acque.
Basta andare in aperta campagna per accorgersi che non esiste più in Italia un campo di patate! Solo mais e soia, oltre che tante vigne per le cantine e non per il grappolo d’uva ad uso alimentare.
Ognuno mangi e beva ciò che vuole, ovviamente. Ma sia chiara una cosa. Se ogni uomo non decide finalmente di rispettare se stesso e di amare se stesso, e di applicare lo stesso criterio col prossimo suo e con la Natura Sbeffeggiata a ritmo crescente non ci sarà progresso ed evoluzione su questa terra, ma solo stridore di denti.
VOGLIAMO EVOLVERCI O AUTODISTRUGGERCI COME UNA COMUNITÀ TERRESTRE DI MOSTRI E DI SQUARTATORI?
I garzoni da macelleria trasformati in boia a cottimo, tot euro a capo di bestiame ammazzato, non sono i veri assassini. Il vero assassino rimane colui che si porta l’affettato, la bistecca, il pollo e l’hamburger alla bocca. È proprio lui che, cosciente o incosciente, giustifica ed alimenta l’intera filiera sanguinaria.
La società umana odierna è in prevalenza onnivora-carnivora? Ebbene ciò significa che senza ombra di dubbio essa è in prevalenza assassina e delittuosa. Prendiamone atto. È da questa considerazione che dobbiamo muoverci e misurarci. Se continuiamo di questo passo, accontentiamoci pure della nostra mediocrità e della nostra cinica indifferenza.
Dimentichiamoci una buona volta di lodare la nostra presunta superiorità, la nostra scienza, la nostra arte. Smettiamola di guardare estasiati la Gioconda e il Disegno dell’Uomo Vitruviano, quando siamo indegni di Leonardo da Vinci, quando lo ignoriamo nella sua interezza.
LEONARDO DA VINCI È PRESENTE TRA DI NOI NON SOLTANTO CON LA GIOCONDA
“L’uomo possiede un grande discorso, la più parte vano e falso, mentre gli animali hanno un discorso piccolo ma utile, vero ed essenziale. Meglio le piccole certezze che le grandi bugie”.
“Verrà giorno in cui gli homini conosceranno l’intimo animo delle bestiole”.
“Verrà giorno in cui il delitto contro ogni singola creatura vivente sarà considerato delitto contro l’umanità intera”.
Ebbene, quel giorno è venuto e vale per tutti. Nessuna persona indegna osi guardare la Gioconda ignorando la grandezza e la genialità integra e indivisibile del suo magnifico ed immortale autore.
Valdo Vaccaro
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