LETTERA
MEDICAZIONI DOLOROSE E FERITA APERTA
Carissimo Valdo, ti seguo sempre nel tuo blog, e ora come ora mi trovo a doverti scrivere urgentemente per un mio problema di ascesso perianale, il quale è stato inciso e drenato, ma nel drenare il pus oltre che dall’incisione. il medico si è accorto che fuoriusciva anche da un orifizio anale, quindi mi è stato detto che ho una fistola. Tuttora sto facendo le medicazioni tra l’altro dolorosissime, ma oggi, il medico mi ha riaperto l’incisione, dicendomi che dovrà lasciarla aperta, fino al giorno in cui la fistola sarà trattata chirurgicamente. Insieme alla fistola poi, ha scoperto che ho una ragade anale, che tra l’altro mi provoca dolore intenso e sanguinamento al momento della defecazione.
PRECEDENTE INTERVENTO SU STESSA ZONA
Ti premetto che un anno fa, ho avuto un piccolo intervento di un papilloma sempre in quella zona li, il quale mi dava alquanto fastidio da molto tempo. Il medico attualmente ha asserito che probabilmente sia la fistola che la ragade possano dipendere dall’intervento per rimozione del papilloma, il quale è stato esaminato dando fortunatamente un risultato negativo. Ora, sinceramente non ho assolutamente intenzione di operarmi nè per la fistola nè tantomeno per la ragade anale, mi sono documentata sul tuo blog e infatti ho letto che consigli di non intervenire chirurgicamente, ma come sai meglio di me, i medici sono tarati solo per la chirurgia.
CONSIGLI SUL DA FARSI
Ti chiedo per favore di darmi un consiglio, anche perché tra non molto mi chiameranno per l’intervento. Intanto la mia incisione continua a rimanere aperta. Cosa faccio? Faccio richiudere il tutto e non mi opero? Quali sono i rischi a cui vado incontro non operandomi alla fistola? Quale dieta devo assumere in questo caso per guarire? Non mangio carne da molti anni e da pochi giorni ho eliminato anche il pesce e le proteine animali. Ho letto anche sui cataplasmi al fango. Come farli? Ti prego gentilmente di darmi una risposta, so che ricevi molte email, ma ne sarei troppo felice anche perché ho i tempi ristretti e ora come ora non so che decisione prendere. Anche se non ti conosco personalmente mi hai sempre ispirato fiducia, e ti ammiro per tutto quello che fai. Ti ringrazio davvero tantissimo. Un abbraccio profondo.
Dorina
RISPOSTA
IMPOSSIBILITÀ LEGALE E INCAPACITÀ PROFESSIONALE DI DARE ADEGUATE ISTRUZIONI
Ciao Dorina, qualunque consiglio e qualunque risposta che io tentassi di darti in questo momento potrebbe rivelarsi non solo fuori posto ma anche sbagliata, al di là poi dalla assunzione di responsabilità di tipo deontologico e legale. Fuori posto perché sei in trattamento (scelto od obbligato poco importa) con un determinato gruppo di medici i quali, nell’ambito delle scelte chirurgiche che normalmente adottano, conoscono di sicuro il loro mestiere, cosa fare e cosa non fare, vista la loro esperienza specifica nell’operatorio e nel post-operatorio. Sbagliata perché non ho alcuna esperienza di tipo terapeutico e chirurgico. Nemmeno il medico di famiglia ce l’ha, pur essendo medico, per cui delega il tutto ai suoi colleghi dell’ospedale. Lo specialista potrà avere mille difetti, ma ha il pregio di conoscere in dettaglio gli argomenti di sua pertinenza.
NELL’EMERGENZA SALTANO I PARAMETRI
Quando si è nella spirale delle operazioni diventa enigmatico sapere cosa sia meglio fare e non fare. Avviata una spirale chirurgica, saltano un po’ i parametri del non intervento. Per tendenza l’igiene è sempre contro, ma se la situazione si complica e si va in emergenza, il discorso salta. La cosa più sensata è avere un rapporto schietto e chiaro con la controparte sanitaria e farsi dire con esattezza cosa implicano le due scelte A e B. A quel punto, valutati i rischi e soppesati vantaggi e svantaggi, decidi sul da farsi. Fatta la scelta e seguita la procedura, avrai poi l’accortezza di impostare la convalescenza con modalità progressivamente vegan-crudiste, non escludendo qualche giorno prudenziale basato su passati di verdure.
Valdo Vaccaro
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