UNA RIVOLTA DI PROPORZIONI EPOCALI SCUOTE L’ITALIA DA TRIESTE A REGGIO CALABRIA

da 7 Nov 2021Attualità

TRIESTE CAPITALE MONDIALE DELLA RIVOLTA

Sabato 6 novembre 2021. Non vi è alcun dubbio che la resa dei conti passi per Trieste. Ovvio che ci sia il coinvolgimento contemporaneo delle altre maggiori piazze d’Italia come Milano, Torino, Verona, Padova, Genova, Bologna, Fiorenze, Roma, Napoli e tutto il resto dal Nord al Sud e alle Isole. Ma la capitale del fermento e della fermezza rivoluzionaria, sia come simbolo per la nazione e per il mondo intero, rimane la città di Trieste. Non è casuale che lo stato italiano abbia messo in campo tutti i suoi mezzi di coercizione, di manipolazione e di disinformazione mediatica contro Trieste, avendo capito che la partita vera si gioca proprio da queste parti.

PARIGI FINISCE IN SECONDO PIANO

Qualcuno dirà che la fiumana di proteste che da mesi e mesi infiammano Parigi sono ben altra cosa. Ma non è così. Per Parigi è una normale tradizione fare rivoluzioni, con tanto di assalti alla Bastiglia, con re ghigliottinati a Place de la Concorde, con i moti studenteschi di Daniel Cohn Bendit, e con i gilet gialli. E poi Parigi sta sulla Senna e non certo sul mare Adriatico, punto strategico finale dei rifornimenti energetici e cibari per l’intera Europa, punto di attracco delle grandi navi. Inoltre, qui in Italia è sempre stato difficile mettere assieme lungo le strade un autentico furore popolare, per cui la rivolta triestina mette in secondo piano persino Parigi, dà un grosso fastidio alla Casa Bianca, al Politburo di Pekino, nonché ai cosiddetti grandi del G20 appena trasferitisi a Glasgow con un pugno di mosche in mano.

DIFESA A OLTRANZA DI PIAZZA UNITÀ D’ITALIA

Ecco spiegata la difesa a oltranza di Piazza Unità d’Italia e del porto adiacente. Ecco perché la capitale del Friuli-Venezia Giulia è diventata priorità assoluta. Ecco perché si sono scatenati gli strali del governatore Fedriga, del sindaco Di Piazza, e la controffensiva penosa, fiappa ed evidentemente comprata di una fasulla maggioranza silenziosa che ha tentato di fare la voce grossa dicendo che Trieste è città di tradizione e di scienza, non di disordini popolari. Ecco perché i raduni triestini sono stati additati come responsabili dell’acuirsi della pandemia.

DRAGHI, FEDRIGA E DI PIAZZA HANNO POSTO DELLE MASCHERINE PERSINO SUGLI OCCHI

È probabile che i governanti italiani abbiano messo le loro sporche mascherine persino sugli occhi, pur di non vedere quanto succedeva ieri a Trieste, e quanto succederà domani 7 Novembre e nei giorni successivi, poiché questa è gente che sa quello che vuole. “La gente come noi non molla mai” non è un semplice slogan di comodo, ma qualcosa che rimbomba dovunque da mattina a sera, un sottofondo scarnificante e sconvolgente per il potere.

UNA VIA DI MEZZO TRA STATO DELLE BANANE E ASSOCIAZIONE A DELINQUERE

Uno stato colonia e uno stato delle banane, pieno di intrighi e di intrallazzi, questo lo sapevamo da tempo. Ma in questi ultimi due anni esso ha rivelato la sua natura perversa e iniqua in tutti i suoi peggiori aspetti. Lo stato italiano sta dimostrando di essere non uno stato ma una associazione a delinquere, un assieme misto di deficienti e di ladri al potere. Gente che sottrae risorse in continuazione alla finanza pubblica per destinarle ai suoi scopi truffaldini e ai propri interessi particolari. Meccanismo blasfemo che non rispetta in alcun modo il contratto di convivenza col cittadino, e che pratica in modo aperto e disinvolto l’Apartheid dividendo la società tra cittadini di serie A e di serie B, tra lavoratori protetti e non protetti.

DISPARITÀ SPAVENTOSE TRA STIPENDI E PENSIONI DI CAPI, CAPETTI, DEPUTATI E SENATORI E TRA LE MISERE BUSTE PAGA DEI LAVORATORI VERI

Ormai non è soltanto una questione di Covid e di scelleratezze sanitarie. Tutti i nodi stanno venendo al pettine. Di fronte alle lacrime di coccodrillo dell’INPS-IstitutoNazionalePrevidenzaSociale che si ritrova con le casse svuotate, i ferrovieri, i portuali e i manifestanti di Trieste hanno citato uno dei casi più eclatanti di questi ultimi giorni. Il caso di un graduato delle Forze dell’Ordine che, dopo uno stipendio sicuro e profumato, almeno triplo rispetto alla sua truppa, è andato in pensione a 59 anni con una pensione superiore ai 15.000 euro mensili.

FORZE DELL’ORDINE USATE COME CARNE DA MACELLO

La mandria di poliziotti e di carabinieri con casco, scudi e manganelli, la carne da macello schierata a difesa di Piazza Unità d’Italia, sottoposta prima a pazienti e gentili richieste da parte di gente ragionevole e disarmata che li invitava a togliersi i ridicoli e ingiustificati caschi, e poi sottoposta con l’aumentare della tensione a insulti di vario genere, è ovviamente sfruttata e sottopagata al pari dei lavoratori in protesta. La sua pensione non andrà di certo oltre i 2.000 euro, quando i non-statali stazionano sotto i 1.500 euro e non arrivano neanche a fine mese.

LE PENSIONI-ELEMOSINA SONO LA REGOLA NEL SETTORE PRIVATO

Io stesso so di aver lavorato dai 15 ai 40 anni con regolarità applicando bollini mensili e persino integrando con salati versamenti volontari, e poi dai 40 ai 55 versando per 9 anni e mezzo sostanziosi contributi all’Enasarco giudicati insufficienti ed irrilevanti, per ritrovarmi alla fine con una pensione-elemosina di 700 euro al mese.

MANOVRE GOVERNATIVE PER COMPRARE CONSENSI

Quanta ipocrisia serve per giustificare e coprire queste flagranti ingiustizie? Lo scandalo dei super-stipendi e delle super-pensioni non è mai stato affrontato e risolto. Basta che uno entri in Parlamento a Roma anche per tempi limitati e si garantirà emolumenti e pensioni da favola. Se poi si tratta del Parlamento Europeo di Bruxelles, ancora meglio. È poi di qualche giorno fa il decreto di Draghi per un aumento generalizzato e generoso degli stipendi ai sindaci, qualcosa di scandaloso e di imbarazzante. Un premier bravo e abile a comprare il consenso usando non certo i suoi soldi personali ma quelli della cittadinanza italiana già super-oberata di tasse e di balzelli.

DISPARITÀ INCOLMABILI

Parliamo dei Furbetti del Quartiere che si scambiano i favori. In Italia, è sufficiente avere accesso ai posti che contano, alle cattedre delle università, ai sindacati, alla protezione civile e delle varie istituzioni per essere sistemato a vita. Se poi diventi pure ambizioso arrampicatore politico e ti fai eleggere governatore chi ti ferma più? Ti collochi nella categoria degli eletti e dei privilegiati, diventi un intoccabile che guarda i paria e i miseri lavoratori dall’alto in basso. Ecco che si arriva al baratro incolmabile tra chi lavora e chi comanda.

STRISCIONI E CORI SINTETIZZANO L’UMORE DELLA FOLLA

Nessuna meraviglia che l’intensità dello scontro in atto abbia assunto dimensioni paradossali. Una folla imponente di oltre 10.000 persone secondo i calcoli sempre smagriti della questura. Una folla carica di grinta, di verve, di entusiasmo, di vitalità. Un folla determinata e mai stanca, mai disposta a mollare. Basta leggere i cartelli e ascoltare i cori per capire quanto sta accadendo. “Quando viene soppressa la libertà viene la rivoluzione”, “Contro lo stato e la sua violenza No Green Pass e solo resistenza”, “No green pass, vogliamo salute e libertà”, “Basta con lo stato di emergenza”, “Fedriga ci ha dipinti come untori”, “Fedriga, Fedriga vaffanculo”, “Siamo lavoratori non siamo bottegai”, “Draghi, Draghi vaffanculo”, “Draghi, Draghi assassino”, “Guardate questa enorme folla, questo è il popolo vero, questi siamo noi”, ”Di Piazza, Draghi, Speranza, Fedriga non sono politici ma terroristi”, “Siete solo dei buffoni, siete dei criminali, non ci fate paura”, “Siete seminatori di odio”, “Draghi carogna torna nella fogna”, “Quando l’ingiustizia diventa legge la ribellione è un dovere”, ”Di Piazza, hai speso 600.000 euro per gli alberi di natale, vergognati”, “Draghi Nazista”, “Draghi vai via, sei tu l’epidemia”, “Male non fare paura non avere”, “Giù i caschi e gli scudi, noi siamo disarmati”, “Trieste è nostra e nostra resterà”, e via di questo passo.

Valdo Sepich Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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Commenti

2 Commenti

  1. Tiziana

    Mio caro Valdo…io non ci credo! Non è stata fatta MAI una rivoluzione in Italia e non si farà. Ai primi cenni di repressione violenta col sangue e le persecuzioni da parte del Governo scappano tutti! Una rivoluzione…si fa in “silenzio”. Ci si “organizza”… e si fa! Non certo…così. Troppa pubblicità…fa MALE! L’italiano è “spaghetti e mandolino”…esattamente come lo definiscono i tedeschi! Che hanno “ragione”!!!

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    • Andrea

      A Trieste non sono itaGliani… per questo continuano.

      Rispondi

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