TRIGLICERIDI ALTI E AVIDITÀ PER FORMAGGI CAPRINI

da 3 Gen 2017Malattie endocrine e metaboliche

LETTERA

PUNTO AD ELIMINARE DEL TUTTO IL CIBO ANIMALE

Grazie ad alcuni amici comuni, ho conosciuto l’alimentazione crudista e da due anni ho quasi smesso del tutto di mangiare cibo animale, anche se ho ancora delle resistenze. Il mio obbiettivo è comunque quello di eliminarlo del tutto.

DOMANDE SU GLUTINE, FORMAGGI E TRIGLICERIDI ALTI

Ho due dubbi che vorrei tanto chiarire con il suo aiuto: 1) Sono ancora dipendente dal glutine e dal formaggio di pecora o di capra. Da quando ho eliminato carne e latte, non c’è giorno che non mangi queste cose con avidità, come se ne fossi dipendente. Devo appellarmi solo alla forza di volontà, o ci sono alimenti che posso sostituire, meno devastanti? 2) Io soffro di trigliceridi alti. Molto alti! Difetto congenito ereditato da mia madre e diffuso fra molti parenti della sua famiglia. Anche mangiando in maniera equilibrata, arrivo a valori di 1500/1800 di trigliceridi nel sangue.

ALIMENTI ATTI AD ABBASSARE I TRIGLICERIDI

Mi dicono che non è saggio che mangi troppe banane (arrivo a 5/6 al giorno), ma naturalmente, non dipende solo da quello. Un mio amico crudista mi ha detto che il sedano è l’ideale per abbassare i trigliceridi. Ce ne sono altri? Lei che ne pensa a riguardo? Aspetto sue notizie. Grazie!

Alessandro

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RISPOSTA

VALORI CONSENTITI E VALORI ALTI

Ciao Alessandro. L’ipertrigliceridemia rappresenta un marker della sindrome metabolica, dell’ipertiroidismo, delle malattie renali, dell’epatopatia, dell’alta pressione, dell’LDL alto, della pancreatite. Si parla di trigliceridi alti quando i valori superano i 150 mg/dl di sangue, arrivando max al limite di 200. Dai 200 ai 499 si parla di quota seriamente alta. Oltre i 500 siamo in zona di autentico allarme cardiovascolare.

ATTENZIONE ANCHE AL COLESTEROLO LDL E ALLA OMOCISTEINA

Un consiglio sempre valido è quello di tenere sotto controllo non solo i trigliceridi ma anche il  colesterolo LDL, poiché i due parametri alti viaggiano di pari passo e rappresentano entrambi rischio di problematiche vascolari, specie se in presenza di omocisteina alta. Chi ha alti questi valori rischia non solo maggiormente infarti ed ictus ma anche sovrappeso e obesità che a loro volta sono fattori di rischio per molte altre patologie.

ALIMENTAZIONE ANTI-GRASSO

Per tenere sotto controllo i trigliceridi bisogna agire prima di tutto sulla dieta. Esistono dei consigli importanti ai quali è meglio attenersi. In linea generale bisogna evitare il più possibile gli zuccheri semplici, nonché cereali e prodotti raffinati, prediligendo invece le varianti integrali. Consigliato poi un apporto abbondante di verdure, legumi e alimenti ricchi di omega 3 (che hanno dimostrato la capacità di abbassare i trigliceridi proteggendo il cuore). Da limitare ed escludere i grassi di origine animale.  Un aiuto può venire anche da alimenti ricchi in vitamina C (visto il suo alto potere antiossidante) e dalle fibre vegetali che limitano l’assorbimento dei grassi. Particolarmente utili carciofo, finocchio, tarassaco, girasole, sedano, cachi, pompelmi, mandarini, avocado, prugnolo, rosmarino. Per evitare il glutine, basterà dare preferenza a miglio, grano saraceno, riso integrale, mais, quinoa. Per evitare i formaggi basterà incrementare i germogli, nonché il tofu dalla soia ed il seitan dai cereali.

IN SINTESI

Riassumendo, un sì alla frutta, meglio se non ultradolce tipo banane e fichi, un sì a legumi, noci, cereali integrali, pane e pasta integrale, verdure preferibilmente crude ma anche cotte, alghe marine. Evitare zucchero bianco e di canna, evitare aspartame e iperdolcificanti, bibite gassate, bevande alcoliche e nervine, cibi raffinati, dolci di tutti i tipi, cibo spazzatura e fast food, carni, grassi animali ed insaccati. Per i non vegetariani si tollera il pesce azzurro, apportatore di Omega 3.

SERVONO ANCHE ADEGUATE SCELTE COMPORTAMENTALI

Non è solo una questione di cibi. Importante respirare profondamente aria pura, associando alla respirazione addominale delle belle camminate lungo i sentieri di campagna. Altre buone scelte comportamentali sono quelle di mantenere il proprio peso forma, di fare attività fisica evitando la sedentarietà, di non fumare.

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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Commenti

6 Commenti

  1. Arvo

    Infatti il glutine sembrerebbe dare dipendenza. Secondo alcuni nello stesso formaggio viene addizionato spesso il glutammato,affine chimicamente al glutine e anche questo spiegherebbe, almeno in parte,la dipendenza.
    Incomprensibile come si possano mangiare cibi spazzatura come tofu e seitan; quest’ ultimo contiene alte quantità proprio di glutine e in più i suoi carboidrati fanno sballare facilmente la glicemia.
    Infine per quello che riguarda gli Omega 3 mi piacerebbe veramente capire che fine fanno quando il pesce è stato cotto. Non si spiega perché gli oli che li contengono devono essere rigorosamente ottenuti a freddo e aggiunti senza riscaldarli; poi invece col pesce va tutto bene e questa esigenza sparisce.

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  2. Devis

    Spesso, quando si ipotizza una probabile intolleranza alimentare, è sufficiente adottare il semplice metodo empirico dell’eliminazione temporanea della sostanza incriminata. Per esempio, se si ritiene di essere intolleranti al glutine, si può provare a levarlo per qualche giorno. La mia idea è che se in questo periodo di astinenza si riscontra un desiderio crescente e irrefrenabile per prodotti glutinosi, è alquanto probabile che esista un problema di intolleranza. Personalmente effettuo regolarmente periodi di astinenza da glutine non riscontrando puntualmente alcun desiderio morboso di pasta, pane e farinacei. Probabilmente quando si riesce a centrare la dieta su frutta e verdure crude, assunzioni sporadiche di collosi prodotti glutinosi non dovrebbero causare grossi problemi, per lo meno in alcuni soggetti. Tutt’altra questione l’assunzione regolare e massiccia all’interno di diete onnivore basate in prevalenza su cibi cotti e altre sostanze problematiche come la caseina.
    Ricordo quando tanti anni fa la naturopata a cui mi rivolsi per il test delle intolleranze mi riscontrò intolleranza non tanto per il glutine, quanto per i grani moderni. Mi prescrisse una dieta di due mesi in cui erano ammessi il farro, l’orzo, e il kamut. Per quanto riguardo i latticini, l’intolleranza era invece ai massimi livelli. Infatti ne ero sempre stato un forte consumatore, tant’è che quando me li escluse dalla dieta per due mesi entrai quasi nel panico! Nella mia ignoranza pensavo di poterli reintrodurre parzialmente dopo i due mesi e chiesi il parere della naturopata. Mi disse che ne avremmo riparlato al prossimo incontro verificando la situazione globale.
    Fatto sta, che nel frattempo riuscii ad adattarmi faticosamente all’abbandono dei latticini, anche grazie alla lettura di diverse pubblicazioni che ne mettevano in luce le qualità discutibili. Da allora non ho più fatto uso regolare di latticini, salvo episodiche assunzioni distanziate di mesi o anni.
    Comunque, ritornando al discorso di prima, è fatto palese che nel nostro Paese le diete sono sempre state basate su eccessive quantità di prodotti cerealicoli raffinati. L’esplosione di casi di celiachia e intolleranza al glutine è evidentemente la naturale conseguenza di tutto questo.

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  3. Giulia

    Valdo elogia spesso i funghi secchi, qualcuno di voi mi sa dire il modo corretto di assumerli? Io amo i funghi e li mangio anche crudi ma quelli secchi li uso solo per la preparazione di sughi ecc, esistono altri modi di consumarli? Grazie

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  4. Devis

    Io non li consumo frequentemente. Oltre al classico risotto, li apprezzo molto nelle varianti vegane di sformati di verdure tipo melanzane alla parmigiana.

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  5. Giulia

    Grazie Davis, quindi il modo corretto è mangiarli cucinati in modo intelligente e non a crudo dopo l’ammollo?

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  6. Devis

    Mah, sinceramente non ho mai provato a mangiare funghi crudi. Pare che alcuni tipi contengono tossine termolabili che vengono eliminate con la cottura. Forse quelli coltivati sono più sicuri. Comunque penso che Valdo suggerisca il consumo di funghi soprattutto perché sono una delle fonti più ricche di vitamina D. In periodo invernale le occasioni per esporsi al sole sono molto ridotte, per cui potrebbe esistere la necessità di reperire con più attenzione le fonti alimentari di questa vitamina. I germogli di girasole sono altrettanto ricchi di vitamina D, e non c’è motivo di cuocerli. Comunque non essendo una vitamina termolabile, rimane presente anche nei funghi cotti.

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