LETTERA
IL MEDICO MACROBIOTICO E LA COSTITUZIONE ENERGETICA
Caro Valdo, con la stima che nutro per Te, ti sottopongo una veloce domanda.
Ma davvero nel nostro modo di Nutrirci dobbiamo tenere presente la nostra “Costituzione Energetica”? Giorni fa un famoso Medico Macrobiotico, conosciuto ad una cena, mi ha rimproverato per aver abbracciato un Vegan-Crudismo (pur tendenziale), perché sono troppo minuta, Yin, digestione che ha bisogno di cotto e caldo insomma.
VEGAN-CRUDISMO ADATTO SOLO ALLA COSTITUZIONE YANG
Secondo lui e gli altri Macrobiotici presenti solo chi ha Costituzioni YANG, robuste, calde, può nel tempo reggere un regime con una predominanza di frutta e verdure crude. Valdo mi fa piacere un tuo parere. Questo pensiero mi rimugina da giorni e, se osservo tanti crudisti in giro, effettivamente riconosco che sono un pochino sciupati.
Ti ringrazio e ti auguro ogni Bene!
Adelina
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RISPOSTA
L’UOMO È COSTITUITO DA TANTE COSE
Ciao Adelina. Ogni giorno ne viene fuori una nuova. Una nuova dieta, una nuova formula, una nuova dicitura, ma si tratta sempre delle solite cose rielaborate e riciclate, trasformate in materiale utilizzabile a favore della propria causa. Nulla di nuovo sotto il sole. Tener conto della nostra Costituzione Energetica? Mi chiedo dove sta la logica. Perché non tenere conto soprattutto della nostra Costituzione Emozionale? Perché non tener conto nella nostra Costituzione Spirituale? E perché poi non tenere conto della nostra Costituzione Fruttariana? Ma anche volendo restare sulla sola Costituzione Energetica, trovo che la macrobiotica abbia ben poco da offrire in termini di vitalità, visto che propone solo cibi cotti che fanno razzia di enzimi digestivi corporali e che sprecano preziose energie nella digestione.
PREGIUDIZI E CONOSCENZE SOMMARIE SUL VEGAN-CRUDISMO
Questo guru che, da quanto mi dici pratica un misto di evidente macrobiotica e di inconfessati gruppi sanguigni, pare procedere per sicurezze scontate e quasi per rivelazioni divine. Credo che abbia una conoscenza sommaria e carica di pregiudizi sul vegan-crudismo. Il vegan-crudismo tendenziale non è qualcosa che si adatta alle conformazioni fisiche di qualcuno robusto e yang, o di gruppo B portato alla carne rossa nelle teorie di Peter D’Adamo, e che invece cozza contro le esigenze di un soggetto fragile e yin, o di gruppo A portato ai vegetali nelle teorie del citato profeta statunitense.
SISTEMA UNIVERSALE DI ALIMENTAZIONE SOSTENIBILE
Il vegan-crudismo tendenziale è un modo intelligente, saggio e universale di alimentarsi, valido e indispensabile per tutti, con modalità personalizzate e rese sostenibili dalle proprie scelte opportune e individuali, operate ascoltando il proprio corpo, le proprie necessità del momento e la solita dose di buonsenso.
MOTIVAZIONI LOGICHE DEL CRUDISMO TENDENZIALE
La motivazione sta nella vitalità e nelle onde vibrazionali dei cibi, e nel fatto che la cottura annienta gli enzimi, distrugge le vitamine, disorganica i minerali, sviluppa la micidiale acrilammide per la reazione di Maillard oltre i 110-120°C. Vero è che i vegetali amidacei e coriacei, nonché quelli protetti da buona scorza, sopportano un certo livello di cottura intelligente, specie al vapore (e mai in pentola a pressione o al micro-onde), e ci riferiamo in particolare a patate, patate dolci, asparagi, cavolini, cavolfiori, finocchi, carciofi, spinaci, bietole, cereali, fagiolini, fagioli, soia, ceci, lenticchie, piselli.
LA MACROBIOTICA HA FATTO DEI PASSI AVANTI, MA SBAGLIA PROPRIO NEL SUO ANCORARSI ALLA COTTURA PROLUNGATA E ALLA SALATURA
Non ce l’ho contro la macrobiotica. La conosco nei pregi e nei difetti. Molti ristoranti macrobiotici offrono ottime pietanze cotte. Se però ti fornissero almeno una abbondante terrina di radicchio crudo iniziale, o di altre verdure crude iniziali, e se raccomandassero abbondanza di frutta acquosa per la mattinata e per il tardo pomeriggio, renderebbero un migliore servizio a se stessi e all’umanità. Se poi i macrobiotici si mettono pure a spaventare e a far rimurginare la gente sulle proprie ottime scelte vegan-crudiste, anziché darsi invece da fare per colmare le proprie gravi incongruenze alimentari, siamo per davvero sulla strada sbagliata.
UN CRUDISTA SCIUPATO NON È UN BUON CRUDISTA
Non è vero poi che l’aspetto della gente crudista è sciupato. Occorrere valutare caso per caso. Chiunque anteponga alle sue effettive necessità basilari degli schemi fissi e insostenibili basati su qualsiasi ideologia, finisce per denunciare carenze e debolezze in termini di micronutrienti o in termini di calorie. Occorre dunque più apertura mentale e meno estremismi, e occorre pure una politica del passo dopo passo, su questo posso essere d’accordo. Quanto all’aspetto fisico esteriore, un buon vegan-crudista fa sempre la sua bella figura, mentre un buon macrobiotico tende, salvo eccezioni, a rivelarsi devitalizzato ed invecchiato, e non potrebbe essere altrimenti finché continuerà a privilegiare i cibi stracotti, yanghizzati, salati e privi di buone vibrazioni Angstrom.
UNA NUTRIZIONE PRIVA DI ENZIMI È UNA MALNUTRIZIONE
La differenza tra buona nutrizione e malnutrizione sta nel nutrire il corpo di elementi vivi e non morti, vivi e non devitalizzati. Un cibo vivo è carico di vitamine e fitonutrienti allo stato naturale, è carico di ormoni e fattori di crescita, di minerali allo stato organico e pertanto assimilabili. Un cibo vitale contiene pure un corredo di sostanze imponderabili ma fondamentali per una buona digestione e per un ottimale assorbimento delle sostanze nel sangue, chiamati enzimi. La forza vitale degli enzimi viene dissipata man mano che le temperature di cottura salgono e man mano che si prolungano nel tempo.
NEL VEGAN-CRUDISMO TENDENZIALE OGNUNO SI SCEGLIE LA PROPRIA QUOTA VITALE
Essere vegan-crudisti tendenziali significa comunque poter scegliere una percentuale di crudo adatta ai propri gusti e alle proprie personalissime e mutevoli esigenze, che potranno variare dal 50 al 70 e al 90% secondo i casi. Partire con un pietanza cotta e finire con un pietanza pure cotta è un mezzo suicidio per chiunque. Persino un panino dovrebbe sempre includere al suo interno un cespo di radicchio o di foglie verdi per rendersi piacevole, utile e digeribile. In altre parole, un vegan-crudista tendenziale può anche permettersi di fare il macrobiotico di tanto in tanto, senza risentirne. Il macrobiotico invece, bloccato com’è sugli schemi yin-yang e sulla deteriore attitudine al cotto, continuerà a vivere in eterna penuria enzimatica, in eterna sotto-funzionalità epato-pancreatica-renale.
Valdo Vaccaro
D’accordo al 100% con Valdo. Basterebbe che i macrobiotici si aprissero per lo meno ad un crudismo tendenziale per rendere il loro sistema decisamente più sostenibile nel lungo periodo e sicuramente più all’avanguardia rispetto a tante diete che attualmente vanno per la maggiore. Non possono continuare a ignorare l’evidenza arroccandosi rigidamente entro i confini prestabiliti da teorie obsolete. Certamente lo yin e lo yang forniscono un criterio orientativo sulla qualità dei cibi più ampio rispetto alla banale classificazione per macronutirenti e calorie. Ma esistono anche altri campi di indagine da non trascurare, come per esempio gli studi di Bovis e Simoneton sulla lunghezza d’onda (energia elettromagnetica) dei cibi freschi e crudi. Questi è dimostrato che forniscono il potere più rivitalizzante in assoluto, non solo per l’elevata energia vibrazionale ma anche per la salvaguardia dei preziosi enzimi (distrutti dalla cottura) e dal mantenimento dell’integrità originale del prodotto.
Concordo con Valdo . Sono di lontana formazione macrobiotica ma nel corso degli anni ho allargato le mie vedute.