LETTERA
Carissimo Valdo, ti giro un bellissimo articolo di Marco Travaglio sul “Sommo Scienziato”. Un abbraccio Michele
BURLONI – DI MARCO TRAVAGLIO
Ho sempre sparlato di fior di politici, di imprenditori e di manigoldi, spesso aiutato dal fatto che le tre categorie coincidevano, e non ho mai avuto paura di loro. Nemmeno quando mi facevano (e mi fanno ancora) recapitare dal postino simpatiche buste verdi con citazioni per danni milionari.
Confesso invece di nutrire un sacro terrore per il professor Roberto Burioni, anche soltanto a nominarlo. Non tanto perché, con tutto quel che avrebbe da fare, trova sempre il tempo di ritwittare i complimenti che gli fanno i suoi fan. Ma trova pure il tempo di stanare e insultare chiunque, sull’orbe terracqueo, polemizzi con lui, o non gli obbedisca, o non gli riservi gli ossequi dovuti, sia esso ministro, politico, cattedratico, virologo, passante, fragolina83, gattino17, novax68.
Si è convinto che la sua presunta competenza in materia biologico-virologico-infettivologica gli conferisca il diritto di brutalizzare chiunque osi contraddirlo in base all’assioma “la Scienza non è democratica”. Che potremmo tradurre nel classico “io so’ io e voi nun siete un cazzo”.
Ai tempi del decreto Lorenzin, per esempio, scoprimmo all’improvviso che ai bambini andavano iniettati 12 vaccini in una botta sola: e guai se qualcuno osava obiettare che forse erano troppi. “Vade retro, No-Vax!”. Poi lo stesso decreto scese a 10: buon peso, saldo di fine stagione. Ma era sempre la Scienza, notoriamente non democratica, a non sentire ragioni: né sui 12 né sui 10.
Lo Scienziato Unico invocava (e spesso otteneva) l’immediata espulsione dall’Ordine dei medici e dal consesso civile di chiunque, anche con tanto di cattedre, lauree e master specialistici, osasse timidamente proporne 9, o 6, a riprova del fatto che la Scienza è una cosa seria, ma non una cosa sola: esistono financo scienziati che la pensano diversamente fra loro, anche se l’unico titolato a fregiarsi del titolo è ovviamente Lui.
Un giorno, a corto di No-Vax da mettere in riga, decise di mitragliare le racchie: “Quando in giro vedo una donna brutta la guardo sempre con attenzione. Nel 99,9% dei casi mi rendo conto che se si curasse, se dimagrisse e via dicendo non diventerebbe bella, ma certo di aspetto non sgradevole. Una volta che si è non sgradevoli la partita è aperta. Fidatevi”. Mancò poco che annunciasse l’undicesimo vaccino obbligatorio contro la racchiaggine, da prevenire fin dall’infanzia.
Il suo congenito renzismo gli risparmiò l’accusa di sessismo, che per molto meno i renziani distribuiscono a piene mani per zittire chi osa criticare una loro suffragetta perché fa o dice scemenze. In realtà la boria un po’ burina di Burioni è un preoccupante indice di insicurezza: chi è sicuro di sé dice ciò che sa e pensa argomentandolo, non imponendolo come Scienza infusa.
Soprattutto se polemizza con altri scienziati che, per quanto possa apparirgli bizzarro, sono al suo stesso livello: tipo la virologa dell’ospedale Sacco di Milano, Maria Rita Gismondo che, invece di burioneggiare, invita alla calma contro l’isteria dominante facendo notare che non c’è nessuna “pandemia”, ma solo una “follia” collettiva, visto che “la scorsa settimana la mortalità per influenza è stata di 217 decessi al giorno e per Coronavirus soltanto 1 decesso”.
E subito il borioso Burioni la degrada a “Signora del Sacco”, ma solo per gentilezza: “Signora sostituisce un altro epiteto che mi stava frullando nelle dita”. Pare quasi che la Scienza Unica Buriona venga sminuita dallo scarso numero di vittime da Coronavirus. E che, se defunge così poca gente, lui viva la cosa come un affronto personale. Ma dovrà farsene una ragione, almeno finché non troverà centinaia di volontari disposti a defungere per consentirgli di ripetere i suoi due refrain: “Avevo ragione io” e “Io l’avevo detto”. Che poi l’avesse detto, è tutto da vedere.
Il web, impietoso, conserva un tweet di Che tempo che fa con una sua dichiarazione, al solito stentorea e definitiva, del 2 febbraio 2020: “In Italia il rischio è 0. Il virus non circola. Questo non avviene per caso: avviene perché si stanno prendendo delle precauzioni”. Ora che il virus è circolato eccome malgrado le precauzioni, dovrebbe ammettere che non aveva ragione lui, non l’aveva detto lui e sbaglia anche lui. Per fortuna la Scienza non è lui (senza offesa), altrimenti la Scienza diverrebbe democratica, oppure sarebbe addirittura la Scienza a sbagliare.
Quindi è molto meglio, per il buon nome della Scienza, tenerla ben distinta da Burioni. Onde evitare di coinvolgerla nelle epiche figuracce che va spargendo in giro. Tipo domenica a Che tempo che fa, dove il vero virologo pareva non lui, ma Fazio, costretto a correggere continuamente gli svarioni dello Scienziato. Si parlava del classico infettato dal Coronavirus che non sa di averlo, o perché pensa all’influenza o perché è asintomatico. Un dialogo degno del teatro dell’assurdo, o di Comma 22.
Fazio: “Cosa bisogna fare?”. Burioni: “Allora noi cosa dobbiamo fare? Prima di tutto, nel momento in cui ci accorgiamo che questa persona è malata…”. F: “Se ne accorge lui, in realtà…”. B: “Se ne accorge in realtà il medico che gli fa il tampone”. F: “Se va dal medico…”. B: “Deve andare dal medico!”. F: “Eh no, non deve andare dal medico!”. B: “Giusto, dev’essere il medico che va da lui”. Nemmeno Ionesco avrebbe saputo inventare di meglio.
Fino a domenica si pensava che Burioni fosse uno scienziato in dissenso – malgrado lo ritenga inconcepibile – con altri scienziati. Ora invece serpeggia un dubbio inquietante, incrementato dal suo tweet di ieri, in piena emergenza virus, di tema pallonaro: “Se mi danno pieni poteri, come prima cosa sciolgo l’As Roma”. Ecco, non sarà che lo Scienziato Unico è solo uno che ci prende per il culo? Non si chiamerà forse Burloni?
Marco Travaglio
COMMENTO DI VV
COMPLIMENTI A MARCO TRAVAGLIO E AI GRANDI REPORTER CHE ONORANO L’ITALIA
Sono ovviamente tra gli ammiratori di Marco Travaglio, brillante, provocatorio, ironico, serio, preparato e documentato, e sempre carico di impareggiabile senso umoristico. Abbiamo una buona tradizione in campo giornalistico.
Appartiene a quella categoria rara e sparuta di reporter, scrittori e opinionisti che vale la pena di seguire e di ascoltare, e che include Tiziano Terzani, Gianni Brera, il grande Goffredo Parise, la formidabile e indimenticata Oriana Fallaci, diversi altri che ora mi sfuggono, e gli attuali Mario Giordano e Vittorio Feltri che con Travaglio costituiscono un trio davvero eccezionale.
CI DIFENDIAMO BENE NEL GIORNALISMO FUORI DAL CORO
Saremo schiappe in diversi altri campi, specie in quello della politica e dell’economia, in quello dell’indipendenza e dell’autonomia dai diktat dei coloni americani, in quello delle diete, della salute, delle pestilenze e dei vaccini ad ogni costo, ma non certo nel giornalismo coraggioso, battagliero e fuori dal coro.
SACRO TERRORE PER TRAVAGLIO, FIGURARSI PER ME
Se uno come Travaglio, che primeggia in questo paese come informatore e polemista di alto livello, prova un sacro terrore nel parlare di Burioni, cosa mai dovrei provare io?
Già ho dei provvedimenti legali in corso, essendo indagato fino al 2024 per la procura della Repubblica di Pordenone che mi accuserebbe di abuso di medicina, quando in vita mia non ho mai assunto un farmaco o dato un farmaco o qualsiasi altro prodotto o trattamento nemmeno al cane e al gatto.
LE GARANZIE COSTITUZIONALI E LA LIBERTÀ DI OPINIONE STANNO SUBENDO PESANTI RIDIMENSIONAMENTI
Ho già avuto modo di subire tranelli, adescamenti, montaggi, manipolazioni, tagli e altre efferatezze da parte delle Iene e di Mediaset sull’AIDS, con denunce a seguire sovvenzionate pesantemente -nomi e cognomi alla mano- da famose case farmaceutiche europee e giapponesi.
Ho già avuto modo di finire a Rai Uno in Roma per una intervista pilotata preventivamente verso il boicottaggio e il silenziamento, con a fianco il direttore della Clinica Spallanzani, senza poter spiaccicare parola, e dovendomi pure sorbire il monologo dell’unico preposto a parlare, ovvero del professore benemerito della clinica dei contagi, divinizzato e osannato da un gruppetto di ex-dive in disarmo con posto assicurato in RAI in qualità di ochette ammaestrate a pagamento.
DISSENTO UMILMENTE CON VOSTRA MAESTÀ
Mi sento quasi come Fantozzi allucinato che si incrociava comicamente le dita davanti al direttore, al datore di lavoro, al presidente o a chiunque fosse, sudando freddo e ansimando.
Professor Burioni, non se la prenda se mi permetto di dissentire fortemente con Vostra Maestà, e di non considerarla un vero scienziato trasparente e utile al suo paese e all’umanità. Forse in futuro, chissà, non si sa mai.
Potrebbe diventare scienziato il giorno in cui rinunciasse a tutti gli enormi vantaggi pecuniari e politici di cui sta usufruendo, e il giorno in cui diventasse nel contempo più umile, meno superbo, più disposto ad ascoltare le ragioni della controparte che sono peraltro enormi, sovrastanti, perentorie e categoriche.
PREMIER E PRESIDENTI SFIANCATI DAGLI EVENTI E MESSI AL TAPPETO DA UN BANALISSIMO MICRORGANISMO GONFIATO O INGEGNERIZZATO
Del resto siamo tutti umani e soggetti a sviste, a errori, a inciuci, ad altri tipi di distrazioni. Ieri avevo sentito le parole del premier Conte. Oggi ho appena sentito le parole del presidente Mattarella. Premier e presidenti di tutti gli italiani? Premier e presidenti coscienti e competenti? Premier e presidenti equidistanti ? Nemmeno per sogno.
Uno sbalorditivo e incredibile invito a unirci contro questa minaccia mortale che sta mettendo a rischio il mondo intero. Un invito a fare cerchio intorno ai santi vaccini e ai divini scienziati vaccinatori che ci garantiscono la sopravvivenza! Se questa non è paranoia e schizofrenia istituzionale acuta ditemi voi come la possiamo definire!
QUI SI STANNO DANDO I NUMERI, DAL PRIMO CITTADINO ALL’ULTIMO
Non ho nessuna intenzione di mancare di rispetto a nessuno, ma quando ai vertici dello stato diamo i numeri, non c’è da sorprendersi che tutta la nazione, salvo poche eccezioni, segua a ruota. Non Stato Italiano e Repubblica Italiana basata sul Lavoro e sulla Costituzione, ma stato-manicomio e Repubblica delle Banane basata sulla peste, sul contagio e sulla sbornia collettiva.
L’unico vero virus dominante è quello della stupidità manifesta, e da questo non si guarisce né in due né in quattro settimane, ma servono anni di scuola e di rieducazione. Nessuno si meravigli poi se l’Italia sta subendo un processo di accerchiamento sanitario e una messa in quarantena da tutti i paesi, con divieti di libera entrata e uscita dal paese.
C’È TUTTA UNA STORIA DI CORRUZIONI, DI MAZZETTE E DI SCONSIDERATI ACQUISTI DI TAMIFLU
A suo tempo criticai aspramente il ministro Francesco De Lorenzo per le mazzette di 600 milioni di lire intascate con responsabile farmaceutico ministeriale Duilio Poggiolini dalla Glaxo (e dovetti pagare diverse multe salate per non aver vaccinato i miei due ragazzi contro l’epatite B resa da lui obbligatoria).
E criticai pure il sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio, per lo scandalo dei vaccini Tamiflu importati dalla Gilead Sciences di David Rumsfeld via Roche. Non erano accuse da poco. Scrissi decine di articoli ma nessuno di loro si mosse, nessuna reazione isterica e nessuna denuncia.
FINTO ANTIDOTO PER FINTE EPIDEMIE
Non sto parlando di cose da quattro soldi. Il Tamiflu si è rivelato un FARMACO INUTILE E DANNOSO SPACCIATO PER MIRACOLOSO, UN FINTO ANTIDOTO PER DELLE FINTE EPIDEMIE come l’Aviaria del 2006 e la Suina del 2009.
La storia la sta riproponendo in modo eccellente Ben Goldacre, coraggioso medico inglese nel suo best-seller BAD PHARMA, dove si denunciano le scandalose peripezie della Roche nel tenere ben nascosti i dati clinici relativi al Tamiflu, che venne messo in commercio senza i dovuti test o trial clinici, sperimentando direttamente il farmaco sulla popolazione.
UNA STORIA DAVVERO POCO EDIFICANTE
Alla fine ci furono container di Tamiflu pagati in anticipo e mai usati in Italia, suppliche di poter restituire il tutto, tentativi penosi e ridicoli di convincere Rumsfeld che si fece quattro sghignazzate, e persino inutili offerte di regalare tale materiale ai paesi “poveri” dell’Africa, tutti uniti nel rifiutare sdegnati tale farsa e tale elemosina di prodotti chimici di scarto.
Fazio dovette spendere altri soldi per mandare lo stock Tamiflu nelle discariche di qualche paese estero. Si parla nell’assieme di miliardi e miliardi di Euro bruciati nell’operazione Tamiflu, da parte di diversi paesi europei ma in particolar modo dall’Italia. Uno spreco colossale di risorse!
IL CASO TINA ANSELMI
Chi si è dato la pena di leggere “Imperatrice Nuda” del grande e indimenticato Hans Ruesch (1913-2007), autore pure di “Il paese dalle ombre lunghe”, conosce in dettaglio le vicende di un ministro della salute di ben diverso rigore e moralità.
Correva l’anno 1979. Il Ministro della Sanità, Tina Anselmi, decide il ritiro di migliaia di farmaci inutili e pericolosi. Rifiuta una mazzetta da 35 miliardi per ripensarci, e l’auto in cui doveva essere salta in aria. La firma di tale attentato pare fosse quella solita della Glaxo.
Oggi qualcuno cerca di smentire questa versione, e queste cifre, e persino di collocare l’esplosivo non sull’auto ma nel giardino della Anselmi. La stessa Anselmi avrebbe ridimensionato il caso parlando di ripetuti tentativi di corruzione. Ma tutto sommato la versione originale rimane la più credibile. L’Anselmi non è più qui a testimoniare, mentre la Glaxo continua ad esistere e a manipolare i fatti a suo vantaggio.
QUALCUNO PARE AVERE LA MEMORIA CORTA
Dov’era lei prof Burioni in quegli anni? Ha la memoria corta o fa finta di niente? Una guardata veloce a un libro eccezionale, che parla di ministri della salute di questo paese, la potrebbe anche dare, e non far finta di niente.
Anche De Lorenzo e Poggiolini e Fazio appartengono alla privilegiata categoria chiamata uomini di scienza. Fazio ha sbagliato per sottomissione e servilismo verso i padroni d’oltre oceano. De Lorenzo e Poggiolini l’hanno fatta certamente più grossa, pagando comunque il loro debito con la giustizia. Ma andiamoci piano nell’usare il nome di scienziati. Mi perdoni per l’indiscrezione, e non se l’abbia a cuore!
Valdo Vaccaro
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