LETTERA
Buongiorno Valdo, le scrivo per un suo parere riguardo agli esami clinici che mi hanno consigliato dopo una visita senologica. Da qualche anno (circa 4), ho un fibroadenoma al seno, che nell’ultimo anno è cresciuto di 1 cm, da 2 passando a 3. Ed è per questo che nell’ultima visita che ho fatto la dottoressa mi ha consigliato di effettuare una agobiopsia per conoscere meglio la natura di tale formazione, anche se lei stessa accennava al fatto che non dovrebbe essere niente maligno.
Io ho 40 anni e sono vegetariana da 9 con alcuni periodi di veganesimo, ho avuto qualche periodo di “cedimento” concentrato soprattutto nell’ultimo anno, dove ho mangiato molto formaggio e latticini in generale, qualche volta carne. Penso che ci sia una correlazione tra il mio mangiare peggiorato e la crescita del fibroadenoma, ed è per questo che penso si possa risolvere forse tornando al regime alimentare di prima o anche meglio, senza esami a mio parere invasivi come quello che mi hanno proposto. Mi interessa molto il suo parere che mi aiuterà a decidere se fare o meno questa agobiopsia. La ringrazio già da ora. Cordiali saluti. Vittoria
RISPOSTA
CARNI E FORMAGGI INGREDIENTI SPECIFICI DI NODULI AL SENO
Trovo molto realistica ed appropriata la correlazione che fai tra la crescita del fibroadenoma di un cm e il cedimento sul piano alimentare nello stesso periodo critico, dove ti sei data liberamente al formaggio e alla carne, per dei motivi che non citi, ma che comunque non condivido. Le cose non succedono mai a caso. Carne e formaggi sono ingredienti alimentari adatti a svolgere tale ruolo. Sono in altre parole alimenti tipicamente formativi di noduli al seno, anche se ci possono essere pure delle concause sul piano di altri inquinanti o di traumi di ordine emozionale e mentale. Il discorso vale in linea generale, ma in particolare per chi passa da una dieta vegetariana a una onnivora.
SOPPRESSA LA CAUSA SCOMPARE IL SINTOMO NODULARE O TUMORALE
Come dicevano gli antichi romani Sublata causa tollitur effectus, vale a dire togli la causa e il sintomo, che in questo caso è l’aumento dimensionale del fibroadenoma, se ne va. In altre parole, soppressa la causa viene meno anche l’effetto da essa determinato. La frase latina dovrebbe sintetizzare l’obiettivo di qualsiasi pratica medica degna di tale nome.
PIÙ CURE INVASIVE SI FANNO E PIÙ IL BUSINESS DIVENTA REMUNERATIVO
Ma le cose non vanno affatto così, e anzi succede spesso il contrario. Gli interventi chirurgici di routine sono diventati sempre di più un grosso business e l’obiettivo principale della politica sanitaria consiste nell’estendere al massimo la popolazione malata. Le statistiche attuali parlano di 50.000 donne/anno colpite da questo problema in Italia.
DETERMINAZIONE E FIDUCIA SONO FATTORI FONDAMENTALI
Togliere dunque la causa, ossia nel caso specifico i gravi peggioramenti alimentari, e come minimo blocchiamo ogni ulteriore crescita. Poi, man mano che si procede nella stessa giusta direzione, che rimane quella di ripristinare su basi stabili una dieta vegan-crudista tendenziale, ci sarà pure una riduzione del fenomeno. Come ben sanno gli stessi chirurghi, specie quelli che a fine carriera trovano pure modo e tempo per ravvedersi e pentirsi, succede di frequente che le cisti mammarie, definite in inglese soft lumps ovvero grumi soffici o rigonfiamenti soffici, tendono a ridursi e sparire rapidamente non appena si procede a una rettifica della dieta. Chiaro che ogni donna deve metterci del suo, deve imparare ad aver fiducia in se stessa e deve praticare con coerenza e regolarità le regole basilari da noi indicate.
CALI CLAMOROSI DI PROLATTINA NEL GIRO DI 4 SETTIMANE
Clamoroso l’intervento del dr Ernst Wynder che una trentina di anni fa descrisse a una apposita commissione sanitaria del Senato Americano l’esperimento condotto su un gruppo di infermiere volontarie che adottarono una dieta vegetariana basso-grassa. I loro livelli di prolattina, ingrediente-base di ogni gonfiore e nodulo mammario, diminuì del 40-60 percento nel giro di 4 settimane.
ANGOSCIA E PREOCCUPAZIONE IMPEDISCONO QUALSIASI GUARIGIONE
Ovvio che non servono biopsie a base di aghi e non servono visite senologiche, tutti metodi invasivi di aggravamento della paura e pertanto non certo indicati per debellare il fenomeno in atto. Invito pure a leggere la mia tesina ‘Il calvario femminile del nodulo al seno’, dove si narrano le toccati vicende di Nikol, una giovane mamma rumena residente allora a Frosinone, alle prese con gli stessi problemi qui segnalati.
NON FACCIAMOCI ABBINDOLARE DALLE ASTUZIE SANITARIE
La dottoressa in questione, come dice la Vittoria, ha consigliato di fare una ago-biopsia ‘per conoscere meglio la situazione’. Ma tutti ben sappiamo che questo non corrisponde alla realtà. Intanto si procede con la biopsia, e poi viene tutto il resto del menù sanitario in via automatica. Il reale scopo della ago-biopsia è decisamente un altro ed è quello di procedere poi in ogni caso alle rituali cure mediche invasive basate su chemio-radio-bisturi.
MAMMOGRAFIE CAUSANO IL TUMORE ANZICHÉ PREVENIRLO
Una delle parti più delicate e vulnerabili della donna è esattamente la regione mammaria. Meno si interviene con mammografie, ecografie, prelevamenti, biopsie, visite e test di qualsiasi genere e meglio è. Meno si presta attenzione alle continue ed inique pressioni esercitate dagli enti sanitari statali e regionali per fare dei controlli e meglio è. Quando ti arrivano delle lettere circolari di convocazione e di invito a farsi controllare e testare in via gratuita, la cosa migliore da farsi è semplicemente cestinare tali strumenti di terrore, mirati non certo a prevenire, salvare, rasserenare le persone, ma soltanto a creare angoscia e ad aumentare la popolazione spaventata e renderla disponibile verso interventi che sono sempre di rimozione e mai di modifica radicale degli stili di vita.
IL MARTELLAMENTO SANITARIO NON HA LIMITI
Come scrive Marcello Pamio nel suo testo Cancro Spa, sia in Italia che nei maggiori paesi europei, l’80 percento delle donne crede addirittura che la mammografia annulli o riduca il rischio di ammalarsi di cancro al seno, il che fa capire il livello di faziosità, di imbroglio e di disinformazione a cui è soggetta la popolazione femminile.
SERENITÀ MENTALE ABBINATA A DIETA VITALE
La realtà è una sola ed è che il primo fattore di prevenzione dal tumore è la serenità mentale, l’assenza di ogni paura e di ogni angoscia. L’altro fattore di salvaguardia delle delicatissime cellule mammarie è l’abbondanza di folati, di vitamina C e del gruppo B, con abbondanza di vegetali a foglia conditi, specialmente crucifere tipo cavoli-verze-crescione con d’oliva ev di ottima qualità a pranzo e cena, da intendersi come piatto iniziale e basilare seguito da qualcosa di cotto a completamento calorico.
MADRE NATURA OFFRE GENEROSE SOSTANZE DI RIEQUILIBRIO
Per il resto, e lontano dai pasti, cioè a stomaco libero, pasti di frutta di stagione, specie frutti di bosco, uva, fichi, manghi, datteri, avocado. Germe di grano, pop-corn, pinoli, germogli vari, mandorle, pinoli, fagioli e fagiolini vanno pure inclusi. Zucca, carote, castagne e patate dolci bianche e rosse rappresentano alimenti preventivi e di contrasto del tumore al seno. Cetrioli, meloni e cocomeri sono pure indispensabili per il loro contenuto di citrullina, altra sostanza anti-tumorale.
Valdo Vaccaro
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