LETTERA
PRIMA RESISTENZA DI UN’INTERA CITTADINA ALLA BARBARIE NAZISTA
I fatti di questo avvenimento storico minore, avvenuto alle falde dell’Etna, videro alla fine degli scontri, durati 4 ore, cadere tre italiani eil doppio o il triplo di tedeschi, tra 6 e 9, come riportato sul documento. La dinamica esatta non credo sia mai stata ricostruita, ma tutto partì dal sequestro di una Gilera, effettuato da un militare tedesco ai danni di un soldato italiano addetto alle vicine foto elettriche.
REAZIONE DI UN ARMIERE CATANESE
Il contro-sequestro effettuato da un militare italiano armato, vide lo stesso cadere sotto i colpi del tedesco. Successivamente alcuni militari germanici si presentarono, con intenzioni non certo benevole, nella villetta di un armiere catanese che, in un primo tempo, li respinse presentandosi armato assieme ai suoi. Al secondo tentativo però i tedeschi spararono ad altezza d’uomo. Uccisero uno dei familiari che, armatissimi, scatenarono un inferno di fuoco, facilitati dall’arsenale che nascondevano in casa.
DIVERSI SOLDATI TEDESCHI TRUCIDATI
Quanti fossero stati i caduti tedeschi, e dove poi fossero finiti i loro corpi, non è mai stato dato sapere. Per l’incrocio dei due eventi, parte della popolazione scese nelle strade e, armi in pugno, iniziò un tiro albersaglio che fece altre vittime tra i soldati germanici in transito per Mascalucia.
RITIRO DEI TEDESCHI VERSO MESSINA
Pur essendo tecnicamente in grado di effettuare una dura e sanguinosa rappresaglia coi mezzi corazzati a disposizione, contro la popolazione civile, i tedeschi alla fine rinunciarono e si ritirarono verso Messina.
TUTTO QUESTO STA NEL TESTO “LA GUERRA A CATANIA” DI SALVATORENICOLOSI
Nulla di più di quanto raccontato anche nelle cronache di “La guerraa Catania” di Salvatore Nicolosi, cronista di razza, edito da Tringale nel 1983. Anzi, in verità, una coda ci fu. Il giorno dopo, cinque uomini di Mascalucia, noti a tutto il paese, assassinarono brutalmente due germanesi, cattivi e barbarici per definizione. E, per dodici anni, la fecero franca.
EVENTI DI NORMALE BRUTALITÀ BELLICA E NON CERTO ATTI DIRESISTENZA ITALIANA AL NAZISMO
Sindaco in testa, con l’immancabile Anpi in appoggio, sperano tuttora di trasformare questo triste evento di “normale” brutalità bellica, in primo atto storico della Resistenza Italiana al Nazismo!!!!! Nessuno che si sogni invece di ricordare e celebrare quei soldati italiani e tedeschi che coraggiosamente, essendo ligi ai propri compiti e al proprio dovere di militari, si battevano contro gli invasori alleati.
OGNUNO CELEBRI COME MEGLIO CREDE, MA LO FACCIA CON UN MINIMO DI COSCIENZA CRITICA
Siamo ancora lontani dall’8 Settembre e ognuno pensi pure a celebrarla nel modo che meglio crede. Mi auguro soltanto che il sacerdote celebrante il rito resistenziale senta il dovere morale e religioso di ricordare pure le vittime tedesche, assassinate in quei lontani e bollenti giorni di agosto, mentre tutto sommato si trovavano a difendere la Sicilia da un’invasione straniera. Piacerebbe a me, e pure ad altre persone, avere una risposta. Grazie.
Vincenzo Mannello
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RISPOSTA
LA DICHIARAZIONE LACONICA E SCORDINATA DI PIETRO BADOGLIO
Ciao Vincenzo. Il dramma, le paure e gli stress di quei giorni dell’8 settembre 1943 devono essere stati terribili. Una data fatidica perl’Italia. Una ferita non ancora rimarginata. “Il governo italiano, riconosciuta l’impossibilità di sostenere l’impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, e nell’intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate angloamericane”, firmato Pietro Badoglio.
SCIAGURE RISPARMIATE ALLA NAZIONE O SCIAGURE PROCURATE?
Badoglio ipotizza sciagure risparmiate, e non si immagina che questa vigliaccata pazzesca a livello di stato porterà tutti quei drammiche citeremo in breve sintesi. Re Vittorio Emanuele III, buono solo per fare bella figura su francobolli e monetine, dimostrò totale assenza di senso dello stato, totale irresponsabilità nei riguardi di un alleato scomodo fin che si vuole,ma pur sempre un alleato, con tanto di patti ufficiali letti, firmati, sottoscritti.
L’AMERICA AVEVA LE MANI IN PASTA DENTRO E FUORI LA GERMANIA HITLERIANA
Un alleato che, per quanto diretto da un leader istrionico e autore delle odiose politiche antiebraiche sfociate nei lager nazisti di Auschwitz, Dachau, Buchenwald, Mauthausen e Treblinka, era sempre una paradossale ma realistica creazione degli Stati Uniti d’America, della Standard Oil e del gruppo Rockefeller, legatissimo alla Farben che finanziava pesantemente Hitler e i cui dirigenti erano direttamente coinvolti nei campi di sterminio.
PAESE DOPPIA FACCIA E DOPPIA MASCHERA
L’America insomma, anche se Badoglio queste cose non le sapeva, aveva simultaneamente un piede nella Germania anticomunista ed antistaliniana di Hitler (che riceveva soldi e supporti da Washington e dintorni) e un piede nell’anti-Hitlerismo comodo e di maniera che la storia gli suggeriva di adottare. Un paese a due facce insomma, quella segreta della forte presenza in Germania, a tutti i livelli, e quella della maschera ufficiale anti-hitleriana. L’espressione “tradire Hitler” suona sibillina e positiva, quasi una scelta positiva e coraggiosa. Ma in realtà l’America germanica non era affatto migliore della buonista ed ipocrita America anti-germanica.
IL TUTTO È CONTINUATO E AVVIENE AI GIORNI NOSTRI
Un po’ come avviene oggi a oltre mezzo secolo di distanza. L’ America germanica dei Draghi e dei Monti, dei Soros, del Fondo Monetario inmano a Soros e alle speculazioni sulle valute, quella che in segreto conduce i giochi dell’Euro, del rating, dei mercati finanziari, dello stampaggio dollari falsi, della inflazione e della deflazione mondiale, del freno e dell’acceleratore, dell’ispiratore di operazioni chirurgiche in Iraq, nella ex-Jugoslavia, in Egitto, in Libia ed ora in Siria, e poi nell’ultima tana del diavolo iraniano, dell’orchestratore di crisi nazionali greche, spagnole ed italiane.
LE GROSSE BANCHE CRIMINALI CONDUCONO I GIOCHINI QUANDO, DOVE E COME VOGLIONO
L’America dei Draghi e dei Monti che fa di nuovo il gioco delle due maschere, quella tedesca ufficiale (maschera rigoristica pro-Merkel,maschera BCE), e quella anti-europea ufficiale (maschera Federal Reserve, maschera delle grosse banche speculatrici e criminali agli occhi degli stessi americani, come la Goldman Sachs, la JP Morgan Chase, la Lehman Brothers, la Morgan Stanley, la AIG e la stessa Bank of America).
“METTIAMOLI TUTTI IN PRIGIONE”, LO DICONO NELLA STESSA AMERICA
Come mai l’intera Wall Street e i direttori di queste banchenon finiscono tutti dietro le sbarre, a far compagnia al ponzista Madoff? Come mai il Bilderberg Timothy Geithner, ministro del Tesoro, è culo e camicia col Bilderberg premier Mario Monti e col Bilderberg Mario Draghi, membro del Group of 30, espressione delle luride banche di investimento, della peggiore oligarchia finanziaria, quella che sta strozzando il pianeta e deteriorando L’Europa Mediterranea grazie agli hedge funds e ai vulture funds speculativi?
TESINE DA RILEGGERE
- I plutocrati della razza ariano-americana, del 19/4/09
- Un impero a rischio di bancarotta, del 15/10/10
- Il mondo nel frullatore Bilderberg, del 26/11/10
- Monti e Napolitano denunciati per attentato alla libertà del paese, del 22/4/12
RE, MINISTRI E GENERALI, TUTTI IN FUGA A SALVARE LA PROPRIAPELLE
Torniamo al nostro 8 Settembre. Re, ministri e generali diuno stato-burla che, senza dire una parola a Hitler lo tradiscono, mollano Roma in fretta e furia, coda tra le gambe e neanche un barlume di dignità, si rifugiano a Brindisi, pronti a prendere un battello per chissà dove, lasciando l’intero paese alla mercé di truppe tedesche incattivite ed intrappolate, soggette alle direttive di un Hitler sempre più esagitato, ed alle formule ricattatorie belliche, tipo “10 cittadini italiani per ogni soldato tedesco ucciso”. Il capitano di una nave che affonda non si cala sulla scialuppa di salvataggio, lasciando marinai e passeggeri in balia del mare intempesta. Questo avvenne in Italia l’8 Settembre 1943.
TRADIMENTO A 360 GRADI
Un tradimento di Hitler, di Benito Mussolini (per quanto caduto in disgrazia ed imprigionato, era al momento leader di mezza Italia), e un tradimento dell’intero popolo italiano, dove il dualismo tra partigiani e repubblichini, tra partigiani e nazifascisti, finisce inevitabilmente per esplodere e per dividere il paese. Un tradimento verso gli stessi militari, visto che laridicola, vergognosa e caotica fuga verso la costa pugliese avvenne senza un piano di emergenza e senza precise disposizioni ai generali e ai militari italiani, che finivano spesso agli arresti e alla fucilazione da parte degli ex-alleati traditi sul campo.
GIORNI TERRIBILI E SCIAGURATI, MA NON PEGGIORI DI QUANTO SUCCESSO A SREBRENICA, A BAGHDAD E A TRIPOLI
Giorni terribili, dicevo, ma non certo peggiori però diquanto successo l’altro ieri in Iraq con Saddam Hussein e ieri in Libia con Gheddafi. Non peggiori dei drammi odierni in Siria con Hassad. Nulla poi di paragonabile con quanto avvenne nella ex-Jugoslavia. Non era il 2000 AC, ma il 9 luglio 1995, 17 anni fa, quando Rodovan Karadzic e il suo responsabile militare Radko Mladicentrarono, autorizzati dal governo di Belgrado, nell’enclave musulmana di Srebrenica, separarono i maschi dai 14 ai 65 anni dalle rispettive famiglie e li finirono come cani nelle fosse comuni. Si trattava di vendicare, questo l’alibi serbo, i 371 serbi massacrati dai musulmani in diversi attacchi da parte delle truppe filo-islamiche di Naser Oric in quell’area.
PIÙ CHE GENOCIDIO, UNA ABOMINEVOLE MATTANZA IMPRESSA NEL CUORE DI TUTTI
Oggi sono state identificate 6414 vittime, e altre migliaia rimangono orrendamente mescolate, tra stracci scolorati, denti, mandibole, cartucce, pacchetti vuoti di Marlboro, di biscotti e di mentine, fazzoletti, lacrime disseccate e disperazioni svanite nel nulla. La disperazione, in realtà, non se ne va per niente. Rimane anzi stampigliata nel terreno, negli alberi, e nell’aria. Ogni cosa visibile ed invisibile ne rimane impregnata per sempre.
NON ESISTE AL MONDO PUNTO PIÙ BUCOLICO ED “ECOLOGICO” DEIKILLING FIELDS CAMBOGIANI
Ho provato le stesse impressioni visitando, nel 2007, i campi della morte 20-21, nei dintorni della capitale cambogiana Phnom Penh. Tanti begli alberi, uccellini che cantano tra le fronde, galline e anatre che starnazzano ignare tra i sentieri delle tombe, in ciarliera e mescolata associazione.
PECCATO CHE CI SIA LA TORRE DEI TESCHI A ROVINARE TUTTO
Ma i teschi accumulati a migliaia nella torre centrale dell’enorme cimitero, parlano chiaro. Come parlano chiaro gli elenchi e le foto delle vittime, prese dai punti di raduno della capitale e condotte qui in mezz’ora di camion la sera, per essere trucidate al ritmo di 200-300 per volta, da giovani drogati e specializzati a uccidere al buio, non con costosi proiettili, ma con acuminate canne ed affilati coltelli. I due camion usati per il trasbordo delle vittime, presenti nei campi fino al 2005, sono stati rimossi dal regime in quanto facevano, chissà perché, troppa impressione, in quanto esercitavano un sinistro ed insano fascino, ed erano fotografati dai turisti incontinuazione.
IL SILENZIO DI OGGI NON COPRE LE URLA, I PIANTI, LE SUPPLICHE E I SUPPLIZI DI DONNE E BAMBINI
Bambini e donne venivano prima seviziati, torturati e stuprati. Come parlano chiaro gli oggetti sgualciti e scolorati che affiorano dal terreno, nelle centinaia di fosse comuni, assieme a un braccio o a un piede o ad una gamba, contro cui imbattono inavvertitamente i pulcini e i conigli che popolano questo orrendo spiazzo.
TRE MILIONI DI MORTI, LA CONTABILITÀ ABERRANTE DEL COMUNISMO DI POL POT
Come parlano chiaro le cifre del genocidio, con 3 milioni di vittime su una popolazione totale di 10 milioni. Vittime cambogiane ammazzate dagli stessi cambogiani poi, senza nemmeno l’alibi, per quanto assurdo ed insostenibile di una differenza etnica o religiosa. Bastava che uno avesse una penna nel taschino, un paio di occhiali e un libro qualsiasi scovato nella sua abitazione, e veniva arrestato per crimine culturale, trascorso o potenziale. Questo era Pol Pot, ideologo della vaneggiante purezza contadina, anticulturale e comunistica.
CARNEFICI CHE CAMMINANO LIBERI PER LE STRADE E BANDIERINE CHE SVENTOLANO
Mi venne raccontato un fatto incredibile, e cioè che uno dei noti massacratori di questi campi, è stato liberato dal carcere con l’Amnistia generale del 1997. Ha oggi 56 anni, e ha fatto 10 figli dopo i famosi fatti, per cui gira tranquillo, rilassato e indisturbato, per le strade di Phnom Penh. Il Cambodia People’s Party, responsabile dei massacri, è tuttora al potere, e lungo la strada che porta ai Killing Fields ho contato migliaia di bandierine con la stella rossa sventolanti e mai ammainate. Sventolavano al passaggio dei disgraziati avviati alla mattanza, e sventolano tuttora al passaggio di chi li va a trovare come cadaveri disfatti, decapitati, sdentati e sbrindellati.
LA GOLA TE LA TAGLIANO ANCORA, QUANDO SERVE
Un paese che vede massacrati uno su 3 dei suoi abitanti non può diventare virtuoso e rispettoso da oggi a domani. Serviranno secoli e millenni, e forse non basterà, per cicatrizzare queste ferite. Il ragazzo che mi ha accompagnato in un trabiccolo trainato da moto, mi ha raccontato suo malgrado tante cose, ma alla fine mi ha chiesto di tenere la bocca chiusa, facendomi un segno inequivocabile con la mano sul collo, per dire che qui c’è tuttora paura, che qui la gola la tagliano tuttora quando e dove vogliono.
LE APPARENZE PACIFICHE E VACANZIERE NON CONVINCONO NESSUNO
Le cose insomma, 40 anni dopo, sono rimaste le stesse,nonostante gli alberghi pieni e le cartoline, nonostante i rumorosi anatroccoli sulle zolle del cimitero, nonostante le bancarelle fuori del cimitero, le strade piene di traffico lento e chiassoso, nonostante l’aspetto civile, ordinato e sorridente della polizia aeroportuale, nonostante l’aria accogliente e vacanziera della capitale e dei punti turistici lungomare.
NON SORRISI MA SMORFIE
Le cose sono rimaste le stesse, nonostante i sorrisi amichevoli delle ragazze e dei giovani che affollano, come niente fosse, come niente ci fosse stato, i marciapiedi di questo sconquassato, sventrato e sgretolato paese. E pensare che, di campi come i famigerati 20-21, ce ne sono a centinaia, molti dei quali non ancora scoperti! I divertimenti diventano vomito e i sorrisi smorfie, in tale contesto.
IL BIGLIETTO DI INGRESSO E LA CAPITALIZZAZIONE DEI CRIMINI
La cosa decisamente più infame di tutte, non meno rivoltante degli accoltellamenti e dei sotterramenti degli innocenti, è che i carnefici abbiano trovato il modo di capitalizzare sui propri crimini, piazzando dei banchi e dei biglietti di ingresso, così che gli stranieri possano ammirare la loro incommensurabile opera.
LA VIOLENZA IN TEMPO DI PACE, ANCHE SE PACE APPARENTE, È ANCOR PIÙ INSOPPORTABILE
Quando in un territorio viene a mancare il quadro politico-economico-sociale, e si lascia spazio alla logica della violenza edelle armi, tutto può succedere e tutto succede. Quanto più il mondo circostante vive in uno stato di apparente pace e di apparente benessere (più che mai apparente è il caso di dire), tanto più mostruosi appaiono gli avvenimenti che abbiamo appena citato.
ESECUZIONI, ECCIDI E CARNEFICINE, CON L’AMERICA DISINVOLTA A GUARDARE
Vedere le brutali esecuzioni dal vivo di Saddam Hussein e del Colonnello Gheddafi è stato raggelante e traumatico, e gli USA hanno enormi responsabilità in questi avvenimenti, oltre che nella citata carneficina di Srebrenica, dove Clinton anziché impegnarsi a fondo con l’aviazione, si comportò da moderno Ponzio Pilato facendo sorvolare la zona distrattamente dai suoi aerei e rimandandoli alla base di Aviano nei momenti topici della strage.
VIA RASELLA E FOSSE ARDEATINE
Ma torniamo alla Sicilia e al 8 Settembre del 1943. Gli episodi catanesi è sono sicuramente tra i meno noti e i meno gravi. Se pensiamo ai 335 civili e militari e carcerati delle Fosse Ardeatine del 27/9/43, come atto di rappresaglia all’attentato del giorno prima in via Rasella contro il III Battaglione dell’SS-Polizei Regiment Bozen, con 32 militari uccisi sul colpo e altri 10 morti nei giorni successivi, ad opera del GAP (Gruppo Azione Patriottica delle Brigate Garibaldi). Anche qui non si possono fare discriminazioni. Sofferenza e morte ingiusta per i 335 delle Ardeatine, ma anche sofferenza e morte ingiusta per 42 giovani germanici o bolzanini che facevano il loro dovere di soldati.
UNA SFILZA DI TREMENDI EPISODI
E se pensiamo poi alla lista interminabile di orribili stragi del 43-44 che hanno costellato l’Italia di quei tempi, con Barletta (33morti), Casaluce-Caserta (14), Bellona-Caserta (54), Caiazzo-Caserta (22), Lanciano-Chieti (1000), Crdito (42), Roccaraso (128) Francavilla al Mare (20), Boves (59), Opicina-Trieste (72), Cumiana-Torino (58), Vallucciole Stia-Arezzo(108), Gubbio (40), e centinaia di altre ancora, quello siciliano è qualcosa all’acqua di rose.
VALORE DELLA VITA ZERO E FUCILAZIONI ALL’ORDINE DEL GIORNO
A leggerne poi i dettagli viene da darsi dei pugni nel viso per la rabbia e la disperazione. Com’è possibile che tutti questi tranelli, questo prelevare dei civili per eliminarli a sangue freddo, questo promettere a 27 giovani ragazzi di 15/16 anni di aver salva la vita e di procedere invece alla loro immediata fucilazione, siano potuti accadere?
LE BOMBE DAL CIELO SEMBRAVANO MENO CRUDELI MA CAUSAVANO TRE VOLTE PIÙ VITTIME DELLE STRAGI TEDESCHE
C’è da dire che nonostante l’alto quoziente di ostilità, di disprezzo, di recriminazioni, di odio verso un paese che si è alleato con Hitler per poi tradirlo, e nonostante gli infiniti episodi con scontri, distruzioni di case e interi paesi incendiati (vedi Nimis e Attimis in Friuli) ,i morti causati dai bombardamenti degli alleati anglo-americani, ovvero dalle cosiddette forze di liberazione, erano costantemente più alti di quelli causati dai rastrellamenti, dalle rappresaglie e dalle vendette dei tedeschi.
IL PIÙ VILE E VERGOGNOSO EPISODIO AVVENNE A PORZUS
Particolarmente agghiacciante l’eccidio della Malga di Porzùs, poco sopra Cividale del Friuli, dove il 7 febbraio 1945, a pochi giorni dallafine della guerra, 22 giovani partigiani della Brigata Osoppo (incluso Guido, fratello di Pier Paolo Pasolini), vengono invitati a congiungersi con un centinaio di Gappisti comunisti guidati da Mario Toffanin (Giacca). Non si accorgono che è un mortale tranello e vengono massacrati uno per uno.
IL CASO SIGNIFICATIVO E TOCCANTE DI MIO PADRE
I miei commenti non sono intesi a dar torto o a dare ragione a una parte o all’altra. Solo chi ha vissuto in prima persona quegli eventi può tentare una valutazione a freddo, dopo il tanto soffrire causato dal trasporto passionale e dal senso discriminatorio di appartenenza. Mio padre Walter non era un generale ma un modesto sergente maggiore operante su un territorio terrificante dal punto di vista dei rischi. L’unico episodio critico lo causò lui stesso, quando radunò i soldati e tagliò un pezzettino di orecchio per punizione a uno di essi, resosi responsabile di un tentativo di stupro ai danni di una ragazza croata. Dirigeva infatti un drappello di 300 unità combattenti nella zona di Monte Nevoso, sulle montagne croate oltre Abbazia (oggi Opatija). Zona di foibe e di attentati. Era tra quei militari mai informati di quanto succedeva a Roma l’8 settembre 1943.
NON MI PRENDERANNO VIVO
Tornato a casa dalla guerra, dove si vantava giustamente di non aver subito alcuna perdita umana, venne informato da fonti sicure che igappisti intendevano prelevarlo (che voleva dire prenderlo la notte e farlo sparire lungo le sponde del torrente Cormor, come successo a diversa gente in quegli anni di incredibile follia). Mi vogliono prendere? Sono un militare e mi difenderò da militare. Sarà strage, disse, ma nessuno riuscirà a prendermi vivo. Si rinchiuse in soffitta per alcune settimane, con una decina di fucili e mitraglie carichi e con adeguata riserva di cibo, e con una botola a disposizione per fuggire dal tetto in caso di incendio alla casa.
SALVATO DA UN DECISO INTERVENTO DI PIGANI, CAPO PARTIGIANO TAVAGNACCHESE
Uno dei capi partigiani di Tavagnacco, intervenne nel frattempo in suo favore e tutto si appianò. A una riunione segreta del GAP alzò la voce contro un paio di elementi favorevoli al prelievo e alla esecuzione. “Siamo forse tutti impazziti? Walter Vaccaro è un figlio di operai e contadini, terzo di 5 fratelli e sorelle. Non è un nemico ma è uno dei nostri. È tornato da una missione bellica ai confini dell’Italia. Pur operando in mezzo a una enclave di partigiani titini, è riuscito brillantemente, e con miracolosa abilità, a riportare a casa tutti i suoi soldati senza registrare una singola perdita (cose provate da diverse testimonianze di diversi militi e colleghi). E qualcuno di voi vorrebbe irresponsabilmente scagliarsi contro di lui in quanto militare in servizio?” questo fu più o meno l’intervento del compianto e onesto partigiano Pigani, vero e proprio salvatore del mio caro ed amato genitore.
IL NASCONDIGLIO ARMATO IN SOFFITTA
Queste cose non si dicono in pubblico. Ma ormai sono passati tanti anni. Mio padre non me le raccontava volentieri, timoroso di impressionarmi troppo. Mi ha però lasciato foto, diversi attestati e molti bei ricordi. La faccenda del temporaneo nascondersi sulla soffitta di via Matteotti, me la raccontò quando gli chiesi il perché mancasse assurdamente una scala per salire in soffitta, per cui dovevo sempre arrampicarmi a forza di braccia per andarci. “Quella scala, caro il mio ragazzo, esisteva, ma fui costretto ad eliminarla per motivi strategici!”
UN FUCILE DI LEGNO PER SVERGOGNARE AMICHEVOLMENTE I CACCIATORI
Non è casuale che mio padre, ad ogni raduno annuo dei cacciatori del paese, tutti armati di doppiette e cani al seguito, facesse una scorribanda provocatoria per le vie del paese, con un falso-fucile di legno sulle spalle e la pelliccia di un paio di conigli presi dal vicino di casa. Un modo tutto suo per irridere e combattere la violenza (ne aveva viste troppe durante la guerra), ed anche la caccia, che per lui era violenza ancora peggiore di quella bellica. Conservo ancora, come preziosa reliquia, quell’innocente fucile di legno, sul quale aveva lavorato per giorni, adornandolo di stemmi, di ottoni, di false canne e di falsi grilletti.
TANTE STORIE TERRIBILI CHE NON SI DEVONO RIPETERE
Farsi una ragione di queste storie terribili, caro Vincenzo, non è cosa facile ed agevole. Saltano tutti i ragionamenti e tutti i parametri razionali ed etici. Come hai detto giustamente, c’è da auspicare che, chiunque voglia fare delle celebrazioni, sappia almeno capire che vittime della furiabellica furono sia i martiri che i loro persecutori. Smettiamola di essere manichei.
USIAMO IL METRO DELLA COMPASSIONE E DEL PERDONO, MA ANCHE IL RIGORE DELL’”AMA IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO”
Non serve dunque giocare la carta del rivangare e del rievocare le cose spiacevoli. Non serve la tattica della divisione tra buoni ecattivi. Meglio usare il metro della compassione, del perdono e della pacificazione. Cerchiamo piuttosto di andare alle radici della violenza. Facciamo una buona volta tesoro degli errori commessi.
ESTENDERE IL RAGGIO D’AZIONE DELLA NOSTRA AZIONE, PORTARLO A TUTTE LE CREATURE E NON SOLO AI BIPEDI
Sappiamo che per rispettare se stessi e gli altri serve estendere il raggio d’azione della nostra amicizia e del nostro amore a tutte le creature. La violenza chiama violenza. Dobbiamo sviluppare una cultura alternativa, un cultura del rispetto. Questa è la sola strada da percorrere se vogliamo essere degni di vivere in modo pacifico, armonioso, sano e costruttivo.
Valdo Vaccaro
Valdo Sei un Uomo a tutto tondo dalla grandezza infinita. E' un immenso privilegio poterti leggere, esserti amico, averti conosciuto dietro un pc e di persona sopratutto……. Ce la faremo….. Ci credo!!