LETTERA
ALCUNE SPIGOLOSITÀ SUGLI SCRITTI DI EHRET
Buongiorno dottore, sono Nicola, lo “Studente diciottenne con domande pertinenti” che le aveva scritto già un mesetto fa. Ho appena finito di leggere “Il Sistema di guarigione della dieta senza muco” di Arnold Ehret e ho accumulato qualche interrogativo. Innanzitutto vorrei sapere se ci sono prove più concrete riguardo i globuli bianchi per confermare o smentire la teoria ehretiana, secondo cui essi rimangono comunque segnale che qualcosa non funziona. Per quanto riguarda la circolazione sanguigna la pseudo-dimostrazione di Ehret non mi convince. Esistono degli studi che identificano con assoluta certezza il problema?
AMIDI, PATATE E RICAMBIO CELLULARE
È vero che gli amidi cotti in forno o leggermente stufati (ovviamente non distrutti/stracotti) sono preferibili ai crudi dal momento che trasformano il loro amido in fruttosio-glucosio? Sarebbe dunque preferibile cuocere il pane o le carote prima di mangiarli? Le patate sono migliori al vapore o “ben fritte o croccanti” come suggerisce l’autore, che però non conosceva i food-enzymes e le consiglia così a tutti? Gradirei qualche delucidazione sul metabolismo, sul meccanismo di eliminazione e rigenerazione delle cellule. io sono certo che il corpo le cambia e che esse hanno un breve ciclo vitale (e che alla fine vengono polverizzate in virus, come lei ricorda sempre), però è anche vero che un digiuno di 7 settimane non fornisce alle cellule i “materiali di ricambio”. Ho qualche ipotesi che possa conciliare questi fatti, ma se lei mi sapesse dare una prova scientifica gliene sarei molto grato.
CLISTERI, GRASSI, ACIDIFICAZIONI E FEBBRE
È davvero necessario prepararsi ad un digiuno con dei clisteri-lassativi ed usarli anche a giorni alterni per tutta la durata del digiuno? A quanto so un loro abuso è addirittura causa di stitichezza! Vorrei un suo commento alla frase: “Tutti i grassi producono acido, compresi quelli vegetali. Non sono usati dal corpo (?) e costipano i vasi sanguigni”. Sono affermazioni che trovano un riscontro serio nella realtà? La febbre è davvero causata dall’attrito dei rifiuti in circolazione? Mi dispiace doverla mitragliare di domande ogni volta! Spero che possa darmi delle risposte precise, si prenda tutto il tempo che tanto non ho mai fretta. Buona giornata e in bocca al lupo per tutto il lavoro che la costringiamo a fare! Nicola
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RISPOSTA
CIBI AMIDACEI NATURALI E BIODISPONIBILITA’
Ciao Nicola, non sto a dirti come e quanto ciascun amido vegetale sia migliore o peggiore in fatto di biodisponibilità. Che le patate siano migliori leggermente cotte è un fatto pratico assodato. Persino sulla scala vibrazionale risultano migliori delle patate crude. Mangiate crude, grattugiate o in centrifuga, sono pure valide, ma soprattutto per il loro effetto ripulente e leggermente purgativo, o anti-costipante. Ben fritte no. Lessate al minimo o cotte al vapore vanno benissimo. Cotte in padella su fondo non di olio ma di acqua rilasciata da un pomodoro fresco, e poi mescolate per bene fino a diventare leggermente cotte sono ottime davvero. Meglio ancora se accompagnate a dei cipollotti, o a dei peperoni tagliati in lungo, a dell’erba cipollina o anche a dei rametti di rosmarino. Anche per le bietole, le patate americane, i cavolini di Bruxelles e gli asparagi, vale il discorso della cottura intelligente. Per le carote, le preferisco decisamente crude, grattugiate o centrifugate.
ANCHE I CEREALI ENTRANO IN QUEL DISCORSO
Anche coi cereali si può applicare una certa cottura, senza mettere in crisi il crudismo. I soldati di Cesare erano bravi a tenere a lungo il frumento crudo in bocca, a masticarlo e digerirlo, o a vincere le fatiche delle lunghe marce con l’orzo abbrustolito. Pretendere questo oggi sarebbe eccessivo. Il pane riesce migliore cotto, anche se ci sono delle modalità di preparare il pane e di proporlo a crudo e ad essiccazione naturale, che meritano approfondimento. Sappiamo che i cereali migliorano in fase germinativa, e sappiamo che possono essere messi a intenerire preventivamente nell’acqua, prima di andare in cottura più accettabile e limitata. Sappiamo pure che l pop-corn fatto in casa, senza aggiunte di sale o di zucchero è cibo straordinario, accoppiabile magnificamente a banane, datteri e fichi.
SCONSIGLIO I DIGIUNI LUNGHI E IL FACILE RICORSO AI CLISTERI
Per il digiuno di 7 settimane, si tratta di cose estreme che nessuno raccomanda. La cara amica romana Nandini, non a caso di origini indiane, ha fatto con successo un digiuno da 30 giorni. Ma non è cosa da tutti. L’alimentazione cellulare in fase di digiuno verte comunque sulla cannibalizzazione delle cellule lipidiche in soprappiù, delle cellule tumorali o simil-tumorali in auto-lisi e auto-disgregazinedel materiale. Il sistema cellulare mangia insomma sempre, anche quando noi digiuniamo e non mandiamo loro del cibo. I segnali di stop al digiuno arrivano chiari col ritorno grintoso dell’appetito, che nel frattempo se ne era andato, e con lo stop ai fenomeni fastidiosi e alla febbre. Non penso che clisteri lassativi (stile Ehret) o clisteri stimolanti al caffè (stile Max Gerson) siano utili in fase di digiuno. Rappresentano una alterazione. Li vedo come strumenti di seria emergenza intestinale, come mezzi di pronto soccorso.
CONTA LA SELEZIONE DEI CIBI E LA QUANTITA’ ASSIMILABILE
La frase “Tutti i grassi producono acido, compresi quelli vegetali” va letta in un contesto e non isolata. Probabilmente Nathan Pritikin la condividerebbe al 100%. È sempre una questione di quantità. Quello che risulta essere sovrabbondante, e che non trova vie d’uscita e di pronto smaltimento, provoca acidificazione. Quanto alla febbre, oltre che essere segnale d’allarme, è prezioso strumento guarente del sistema immunitario, soprattutto ai livelli alti. Causata dall’attrito? Forse meglio dire dall’intasamento corporale, da un corpo andato in crisi metabolica e linfatica, da un equilibrio metabolico saltato e bisognoso di urgente ripristino. Per i leucociti, ha evidentemente ragione Ehret, a patto sempre di tener presente che il dualismo globuli bianchi-globuli rossi va necessariamente visto come equilibrata armonizzazione e con come competizione o prevalenza. Chiaro che Ehret tende ad enfatizzare di più i pericoli della leucemia e del linfatismo.
GRANDE RISPETTO PER UN GRANDE MAESTRO
Approvo certamente il tuo perfezionismo e il tuo voler mettere sotto torchio le teorie ehretiane. Curiosità e voglia di chiarezza scientifica sono entrambe apprezzabili e indispensabili per arrivare alla conoscenza. La prossima volta però, non limitarti a parlare di globuli bianchi ehretiani e di circolazione ehretiana, ma dimmi esattamente i punti critici dettagliati sui quali non sei d”accordo, e magari quali sono le alternative per le quali tu propendi, così mi eviti almeno di rileggere Ehret punto per punto, cosa sempre interessante e stimolante, ma che richiede tempo e pazienza. Evito dunque di andare troppo nello specifico e ti posso dire che, in linea generale, Ehret è andato molto vicino alla realtà delle cose sia nella teoria che nella pratica, visto anche il successo concreto delle sue terapie su se stesso ed anche sui pazienti trattati.
PIU’ SOLISTA CHE UOMO DI SQUADRA
D’altra parte, occorre ammettere che Ehret (1866-1922), agli albori del primo conflitto mondiale, non aveva il conforto di diverse cose che noi oggi conosciamo con certezza e con prove dimostrative e numeriche. In più Ehret era un tipo dal carattere troppo forte per misurarsi ed eventualmente smussare le sue posizioni con altri ricercatori, come avveniva ad esempio nella Scuola Igienista Americana di John Tilden (1851-1940). Ehret tendeva ad essere un solista innamorato delle proprie teorie e delle proprie esperienze. Per tutti questi motivi esistono diverse posizioni meritevoli di revisione, di critica, di aggiornamento. Non ho documenti precisi in mano ma, pur avendo letto diversi libri di autori del tempo, mi mancano commenti dettagliati su correlazioni e confronti tra Ehret ed autori igienisti, ed ho l’impressione che ci sia stata una certa freddezza da entrambi i lati, quasi un ignorarsi reciproco e un procedere per vie parallele.
EHRETISMO ED IGIENISMO SU BINARI PARALLELI
Anche perché il salutismo ehretista aveva preso la sua strada originale e i suoi seguaci negli stessi Stati Uniti, dopo che Ehret si era trasferito da quelle parti. Quando le idee sono vicine e non si cerca di misurarsi cordialmente, di fare una sintesi, un amalgama, una fusione, si finisce per ignorarsi vicendevolmente o per diventare come il cane e il gatto. Più concorrenti ed avversari ideologici, che collaboratori. Nessun dubbio però che Ehret vada difeso e rispettato come grandissimo apostolo europeo della salute. Alcune sue posizioni non ti convincono e cerchi studi che risolvano con certezza matematica e numerica le sue affermazioni? Ti garantisco che la scienza non ha fatto grandissimi passi avanti. Il fatto di anteporre la respirazione e i polmoni al cuore, come veri motori pompanti della circolazione, e di aver confinato il cuore a una specie di complessa valvola attivata dai polmoni e non viceversa, è un’idea niente affatto balorda.
GLI MANCAVANO DETTAGLI NUMERICI MA ERA VICINISSIMO ALLA REALTA’
Ad Ehret mancavano certamente dei riscontri importanti, come le prove di Paul Kouchakoff sulla leucocitosi del sangue, che il grande ricercatore russo portò alla prima Conferenza Mondiale di Microbiologia di Parigi nell’anno 1930. Gli mancava pure il concetto preciso di food-enzyme, sviluppato da Edward Howell. E gli mancavano le ricerche di Bovis e di Simoneton sul potere radiante e sulla vitalità vibrazione dei cibi. Ma su tutte queste cose Ehret fu brillante anticipatore.
MEGLIO LA BOCCATA D’ARIA CHE LA BISTECCA
Ehret parlò di eccesso di muco e di pallidismo della razza bianca. Parlò di assoluta necessità di più ferro organizzato e di più succo zuccherino naturale nel sangue. Parlò di costruzione del miglior sangue tramite cibi naturali e non cibi-spazzatura, tramite digestioni rapide e prive di leucocitosi. Parlò della vita umana come di una tragedia della nutrizione. Ehret evidenziò che tutti i cibi manipolati, concentrati, arricchiti, integrati e dott non servono all’uomo. Più di qualsiasi altro mise in evidenza l’importanza della qualità del sangue. “Date al corpo una corrente sanguigna pulita ed esso funzionerà armoniosamente”, “Ricostruire una perfetta composizione naturale del sangue, tramite dieta vegancrudista, dev’essere priorità assoluta per ogni essere umano”, “Meglio la boccata d’aria che la bistecca” (a consolazione dei breathariani), sono frasi importanti che si evincono dai testi di Ehret.
IL DIGIUNO EHRETISTA AD ACQUA E LIMONE
Lo stesso digiuno ehretistico, a base di acqua distillata e di succo di limone (e a volte di limone e miele), è giustificato dal fatto che il corpo umano è come una spugna che, mentre si disintossica emette muco appiccicoso, contenente in molti casi pus (da putrefazione proteiche continuate) e droghe caffeiniche, theiniche e farmacologiche da tempo depositate negli interstizi e negli anfratti più reconditi del corpo. Muco e droghe che devono che devono ripassare in circolazione in fase eliminava, fino a quando non si dissolvono del tutto, fino a poter passare le strettissime e selettive reti dei setacci glomerulari dei reni. Il limone è un grande alcalinizzante, e serve a dissolvere il muco che è acido.
REGOLE PER IL DIGIUNO
Ehret sconsiglia saggiamente i lunghi digiuni. Se uno è molto malato e carico di veleni, può ritrovarsi sommerso e soffocato dai propri rifiuti corporali. Preferisce diete anti-muco (vegancrudiste) e digiuni brevi ed intermittenti. Le sue regole per il digiuno, sono:
- Stare preferibilmente all’aria aperta di giorno e con le finestre aperte di notte (ventilazione naturale e abbondante).
- Non disdegnare il nuoto estivo in acqua preferibilmente salata e non gelida, se si è forti abbastanza per farlo.
- Non scordare che il digiuno è sottoporsi al bisturi della natura.
- Alzarsi dal letto con prudenza e circospezione, per la debolezza e le eventuali vertigini.
- Non prendere alcun cibo ed alcuna bevanda al di fuori di acqua e limone (il miele viene suggerito solo per rendere più accettabile il limone e, anche se Ehret non lo dice, per attenuare la debolezza e il disagio energetico connesso al digiuno, soprattutto il primo giorno critico).
REGOLE PER IL DOPO-DIGIUNO
Per il dopodigiuno, le regole di Ehret sono che il primo pasto e i menu per alcuni giorni, saranno di tipo lassativo e non nutriente. Meglio aiutare l’escrezione di veleni disgregati ed in circolazione nel sangue, con abbondanza di frutti acquosi, come ciliegie, uva, susine, meloni, angurie. Va bene anche rompere il digiuno con verdure crude e leggermente cotte al vapore, in aggiunta alla frutta. Non c’erano al suo tempo le centrifughe, altrimenti avrebbe di sicuro optato pure lui per il succo di carota, di sedano e di mele. Ehret osservava infine come sia normale e desiderabile che a conclusione di un digiuno si spenda più tempo in bagno che a letto.
VALUTAZIONE SPECIFICA DEI CIBI BORDER-LINE E DEI NON-CIBI
Per i cibi, esaltate le grandi della frutta e delle verdure crude, dà pure una valutazione critica ai cibi border-line e ai non-cibi, ovvero a quelle sostanze che non dovrebbero mai entrare nell’organismo umano.
- Carne e pesce. Vanno in veloce decomposizione e producono orribili miasmi cadaverali, con acido urico, pus e muco al seguito.
- Uova. Sono peggiori della carne. Oltre alle velenosissime proteine animali (veleni a lunga gittata tipo le mine a scoppio ritardato), contengono materiale colloso e costipante.
- Latte e latticini nascosti. Ottimo per fabbricare collanti grazie alla caseina. I formaggi sono tutti muco-formanti.
- Cereali. Tutte le farne formano muco e acidità, specie le farine bianche. Qui Ehret non ha approfondito al meglio i cereali integrali senza glutine (specie miglio, saraceno, quinoa, riso nero, ma anche le farIne rollate a freddo come quella di avena). Le vitamine non erano ancora state scoperte, e l’importanza del gruppo B renderà i cereali più interessanti di prima.
- Legumi. Quelli secchi sono straricchi di proteine e vanno evitati (Piselli freschi, e soprattutto lupini in salamoia, sono eccellenti).
- Patate. Giudicate da Ehret migliori dei cereali per il loro contenuto in minerali, sempre che si cuociano con la buccia e in modo conservativo.
- Ricette alimentari. Un vero vegancrudista non ha bisogno di ricette. Basta saper selezionare i cibi in sede di acquisto e disporli al meglio nel corso della giornata, senza fare troppe mescole.
Valdo Vaccaro
Grazie Valdo! sempre chiaro ed esaustivo come sempre!Ottimo lavoro…
In effetti Ehret ha i suoi meriti,ma certe cose son da prendere con le pinze(salamoia????c'è già sale nelle verdure naturalmente!!), i tempi son cambiati e son state fatte altre scoperte,anche se devo dire che l'esperienza millenaria igienista forse non ha bisogno di "nuove scoperte":oggi alla fine diamo un nome a qualcosa che già si conosceva(che siano vitamine,ecc..).
Indubbiamente lui ha guarito un sacco di gente,era pur sempre un crudista,ma forse,come diceva Valdo,non confrontandosi più con qualcuno,ha un po' perso di vista le diverse possibilità o certi dettagli…
Se Valdo Vaccaro è una persona onesta, lasci perdere Arnold Ehret e continui a diffondere il suo igienismo vegan tendenzialmente crudista. Non parli di ciò che non conosce e soprattutto non ha praticato.