SORDITÀ, CRUDISMO E IDROTERAPIA

da 26 Dic 2011Ipoacusia

LETTERA

Ciao, come posso guarire dalla sordità neurosensoriale sinistra? Non so più cosa fare! Aiutami ti prego! Erica da Reggio Emilia


RISPOSTA

LA SALUTE UMANA PARTE DAL COLON

Come la maggior parte delle malattie acquisite, anche le anomalie dell’udito vengono originate in zona gastrointestinale, anche se la medicina, intrisa di filosofia sintomatologica, tende a dividere il corpo in sezioni ed in compartimenti stagni e a concentrare troppo le sue attenzioni sulla parte dolorante, sulla ghiandola o sull’organo colpito. In pratica, il medico giusto per la sordità dovrebbe essere il gastroenterologo, oppure un otorinolaringoiatra ex-gastroenterologo.

ORGANISMO STITICO SIGNIFICA ORGANISMO SORDO ED ORGANISMO STRAMBO

Le otiti e la sordità hanno origine nelle cattive e croniche digestioni, causate a loro volta da un’alimentazione alto-proteica, innaturale, cotta, dolcificata, salata, tale da portare non a una coerente assimilazione del bolo alimentare in zona intestinale e a una rapida espulsione delle scorie fecali in zona rettale, ma a una acidificazione e ad una putrefazione delle stesse in zona colon, con formazione di disbiosi (squilibrio tra batteri saprofiti e simbiotici di origine vegetale e colibatteri disbiotici ed anaerobi, viventi in assenza d’aria, responsabili di miasmi interni che risalgono il corpo e creano congestioni sanguigne nonché infiammazioni in zone delicate del cranio come il cervello (problemi mentali), l’apparato uditivo (otiti), l’apparato visivo (problemi oculistici), l’apparato nasale (riniti) e l’apparato deglutivo (faringiti).

I MIASMI CERCANO UNA VIA D’USCITA

In altre parole, le morbosità che dal ventre salgono alla testa, non potendo andare oltre il cuoio capelluto, e non potendo tornare indietro verso il basso, cercano sfogo tra gli orifizi del cranio, dando luogo ad affezioni agli occhi, al naso, alla gola e all’udito, oltre che alle parti più delicate della scatola cranica.

ESISTONO ANCHE I CANDIDATI AL CROLLO DELL’UDITO

Chiaro che esistono anche i candidati al crollo dell’udito, sottoposti a fattori audio-distruttivi di tipo ambientale e traumatico. Gli operatori di martelli pneumatici, di scalpelli, percussori, presse e magli, le maestranze operanti nei banchi di prova dei motori a scoppio, i calderai, i tipografi, i ferrovieri, i guidatori di autoambulanze, i piloti, i patiti di cellulari e telefonini di ultima generazione (le cui conseguenze precise non sono state nemmeno studiate a fondo), i disk-jockey, i frequentatori di discoteche assordanti, i chitarristi dediti a suoni acuti-metallici-innaturali, rientrano tutti in questa categoria a forte rischio, i patiti di cellulari e telefonini di ultima generazione (le cui conseguenze precise non sono state nemmeno studiate a fondo). Queste circostanze di tipo professionale od hobbistico vanno sempre ad assommarsi, tuttavia, alle condizioni del colon.

DALLE BANALI ANOMALIE ESTERNE ALLA SINDROME DI MÉNIÈRE

Quando la parte malata dell’orecchio è esterna, il caso non è pericoloso. A volte esistono questioni banali, come la formazione eccessiva di cerume, non prontamente rimossa, A volte un fatto traumatico come una botta sull’orecchio. Se è interessata la parte media, con un processo infiammatorio coinvolgente il timpano, il problema è già delicato perché si parla di ronzio e di sordità, o magari di sindrome di Ménière, da Prosper Ménière (1799-1862), direttore dell’Istituto per Sordomuti di Parigi, medico francese che registrò per primo le violente crisi di vertigine dovute a quelle affezioni del labirinto auricolare che causano acufeni, ronzii e sordità.

I RISCHI DI ENCEFALITE E DI MENINGITE

Se poi il processo infiammatorio è all’interno dell’orecchio, la cosa si fa grave e rischiosa in quanto l’infiammazione potrebbe estendersi al cervello che è collegato con l’apparato uditivo-visivo-olfattivo (dovendo captare ed elaborare suoni, immagini e stimolazioni olfattive), dando luogo a manifestazioni di meningite e di encefalite (vedi autismo), anche se queste ultime anomalie hanno come cofattori trattamenti medicamentosi tipo vaccinazioni e avvelenamenti da mercurio, alluminio, arsenico, cadmio, piombo.

LA MISURAZIONE DELL’IPOACUSIA

Percepire i suoni poco e male significa presenza di infiammazioni del timpano, con ronzii ed acufeni, con flussi o perdite dall’orecchio. L’ipoacusia viene misurata in perdita o deficit di decibel in un’apposita scala. Si ha ipoacusia lieve (25/40 dB) quando c’è difficoltà di ascolto in ambiente rumoroso o per parole sussurrate, ipoacusia moderata (40/70, quando ci sono difficoltà auditive in una normale conversazione in mancanza di amplificatore, ipoacusia severa (70/90), quando ci sono difficoltà considerevoli nell’udire sia una conversazione che i rumori ambientali di contorno, e ipoacusia profonda (>90) quando la sordità è quasi totale, essendo il danno localizzato nell’orecchio interno, incapace di trasformare le vibrazioni sonore in impulsi nervosi adatti alla captazione cerebrale.

LA TECNICA MEDICA DELL’IMPIANTO COCLEARE

Per trattare le sordità neurosensoriali severe (da 70 dB) e profonde (da 90 dB), la medicina usa dal 1980 la tecnica dell’impianto cocleare, un dispositivo elettronico, parte del quale è impiantata chirurgicamente nell’orecchio interno e parte all’esterno del corpo. Questa soluzione estrema e complicata, nasce dal solito presupposto medico che la sordità non abbia una causa precisa e smontabile, o che sia magari di derivazione genetica, e pertanto, sempre per la medicina, inguaribile.

GUARIGIONI NATURALI DAI PEGGIORI CASI DI SORDITÀ

Casi di guarigione per vie naturali da sordità assoluta? Numerosissimi, a dispetto dell’ideologia medica. Citiamo due episodi enumerati da Manuel Lezaeta (testo La Medicina Naturale alla portata di tutti). Quello di Zoila Cofrè, 54enne di San Carlos-Cile, sorda totale da 21 anni, che in sei settimane di cura naturale riacquistò l’udito totalmente. E quello del signor Penalozza, rappresentante 40enne affetto da paralisi facciale con perdita dell’udito nella parte destra, anche lui recuperato in 6 settimane, al punto da diventare entusiasta propagandista della cura Lezaeta.

DUE COSE SEGRETISSIME E ULTRAMAGICHE

Cosa faceva poi Manuel Lezaeta di tanto speciale, per ridare l’udito ai sordi? Due cose essenzialmente. Due cose così semplici da far sobbalzare e sorprendere chiunque. Un millantatore? Un mago? Niente di tutto questo. Il maestro cileno applicava null’altro che le teorie di Vincent Priessnitz (1801-1851), di Sebastian Kneipp (1821-1897), di Louis Kuhne (1844-1901), pionieri della naturopatia tedesca, portata poi in Cile dall’umile e simpatico frate cappuccino Padre Taddeo di Wiesent (1858-1926), che salvò Lezaeta dalla sifilide e dal suicidio. Kuhne racchiuse in un significativo slogan la filosofia dei suoi grandi successi terapeutici “Nur Reinungung heilt” (Solo la pulizia interna guarisce tutto).

ANCHE L’IMMENSA FLORENCE NIGHTINGALE CONOSCEVA I DUE SEGRETI

Erano quelli anni d’oro della filosofia salutistica, e la mitica dottoressa londinese Florence Nightingale (1823-1910) irrideva i medici coniugando frasi indimenticabili. “La dottrina delle malattie specifiche, nemiche e contagiose, è il rifugio delle menti deboli e fragili della medicina!”, “Mi è stato insegnato da medici superbi e donne ignoranti a temere la febbre, la scarlattina e le varie malattie chiamate infettive”, “Il fatto è che non esistono contagi ed infezioni, ma solo condizioni adatte a rendere la gente malata”, “Non sono forse fattori come l’aria pura e la pulizia interiore da un lato, l’aria viziata e la sporcizia intestinale dall’altro, a determinare lo star bene o lo star male delle persone?”.

DUE COSE SOLO APPARENTEMENTE GERMANICHE

Due cose magiche che in realtà non erano state inventate in Germania, senza nulla togliere all’ingegno salutistico del grande Kuhne che, prima di diventare autore del best-seller “The New Science of Healing”, tradotto in oltre 30 lingue, aveva pure perso padre e madre per clamorosi ed evidenti errori dei medici di allora.

DUE CHIAVI SALUTISTICHE PROVENIENTI DA LONTANO

Due cose magiche che risalivano alla Roma Imperiale dei grandi acquedotti dissetanti e ripulenti, alla Roma Imperiale del Cavolo crudo e del carciofo, alla Roma Imperiale ricca di salute, medicofoba e priva di medici per oltre 600 anni, alla Roma Imperiale di un Marco Aurelio imperatore che insegnava ai romani a “Vivere secondo natura”, alla Roma Imperiale di un Asclepiade sostenitore di bagni, docce, terme e vespasiani. Di un Asclepiade che, nel 100 a.C, si azzardava a dire che “La medicina deve essere sicura e non sperimentale, soave e non invasiva, sollecita e non addormentante, idroterapica e non farmacologica”.

RIVELIAMO DUNQUE QUESTI DUE STRABILIANTI SEGRETI

Quali dunque questi due segreti strabilianti capaci di farci entrare tutti nel mondo della salute?

  • Dieta basata esclusivamente su frutta fresca e insalate verdi e crude (oltre che radici, semini, grani, noci e germogli), finalizzata a:
    • Mantenere pulito ed efficiente lo stomaco, l’intestino e il colon,
    • Mantenere il sangue fluido (grazie al fegato-cistifellea e alla bile che con la propria eparina dissolvono i grassi interni),
    • Mantenere il sistema immunitario concentrato e reattivo nella sua opera basilare di spazzino interno mediante i nodi linfatici e i tessuti linfoido-immunitari delle tonsille e dell’appendice.
  • Frequenti abluzioni quotidiane di acqua fredda sulla pelle riscaldata dal vapore, dall’esercizio fisico, dal sole, e persino dalla sfregatura con le ortiche.
  • Abluzioni e stimolazioni esterne finalizzate al risveglio dell’attività nervosa e acceleratrice del ricambio organico, che è il principio ideale di rigenerazione integrale del corpo.
  • L’applicazione di un cataplasma notturno di fango sul ventre ha valore complementare alle abluzioni, in quanto raffredda e decongestiona l’intestino surriscaldato e mantiene il sangue circolante nelle parti esterne che sono gli arti e il sistema cutaneo.

IL LEZAETIANO LAVAGGIO DEL SANGUE

Manuel Lezaeta, volendo un po’ attribuirsi la formula segreta, chiamò queste sfregature col termine (a mio avviso infelice, inappropriato e fuorviante) di “Lavaggio del Sangue”, facendo pensare a qualcosa di complesso, di complicato e di quasi operatorio. Sarebbe un po’ come io mi mettessi a definire e battezzare la respirazione diaframmatica, ritmata e profonda dello yoga, col termine di “lavaggio dell’aria”, acquisendone un po’ la paternità e il brevetto ideologico. In realtà, quello che lui chiama lavaggio del sangue è una cosa pratica e semplicissima. Parliamo dopotutto del correre e del riscaldarsi di tutti gli sport impegnativi, seguito però da una breve e subitanea doccia fredda.

CLASSICI METODI DI SBALZO TERMICO

Parliamo dello stare al sole sulla spiaggia, e del correre poi in mare subendo i brividi rivitalizzanti dello sbalzo termico. Parliamo al limite dello stare nella sauna semicotti e grondanti di sudore, per poi immergersi con un urlo liberatorio nella vasca di acqua gelida (come fanno i giapponesi) o per poi tuffarsi nudi nella neve (come fanno gli scandinavi). Parliamo del vivere in case sane ed aerate, non troppo riscaldate ma solo protette, dotate di acqua calda e fredda. Calda e poi temperata come esordio veloce, e poi fredda per una sferzata rinfrescante e tonificante. Parliamo insomma del sudare sano ed aerobico, seguito da una bella e veloce rinfrescata, più una rapida ed accurata asciugatura della pelle.

SE PESCO NEL PASSATO, NE HO MOLTE DA RACCONTARE

Ho sempre fatto personalmente queste cose, anche quando non conoscevo ancora la saggezza dei romani, quella dei naturopati tedeschi, e quella del grande Lezaeta. Non chiedo e non pretendo di essere imitato. Ognuno deve fare i conti con le proprie condizioni personali. Raramente mi viene la febbre, e raramente mi veniva da ragazzo.

DIVERSE PICCOLE PAZZIE DI GIOVENTÙ

Lasciamo stare le pazzie dell’attraversamento del torrente Cormor un 13 dicembre o Santa Lucia del 1953, ore 11 del mattino, senza preparazione, senza scaldarmi e senza niente, solo per reazione bullistica alle provocazioni dei soliti amici (Paulino, Dario e Natalino Ruffini) che si erano preventivamente bagnati i capelli per dirmi che già avevano affrontato tale prova (mentre non era affatto vero). Lasciamo stare pure il modo con cui affrontavo le rare crisi influenzali in stagione invernale. Prendevo il pallone e andavo a correre con esso sulla neve, a torso nudo come gli Indiani di Pecos Bill, in compagnia del mio cane. Tornavo a casa rigenerato e il giorno dopo ero in piena forma. Mai perso un giorno di scuola o di lavoro in vita mia.

IL RECUPERO DEL PALLONE DALLE ACQUE MELMOSE DEL TORRENTE IN PIENA

Andiamo a qualche episodio significativo, con diversi testimoni in grado di confermare. Quando si giocavano le partite dell’AC Tavagnacco nel vecchio campo ai margini del torrente Cormor, lontano un km dagli spogliatoi che stavano su in paese, nel vecchio Asilo di fronte a Villa di Prampero, si avevano a disposizione al massimo due palloni per le partite di campionato, un pallone buono e uno scadente da allenamento. Non giravano soldi allora per installare almeno una rete protettiva dietro la porta critica confinante col fiume. E il pallone finiva spesso nella corrente rapida e melmosa del Cormor, spesso in condizioni di piena. Nella mia squadra nessuno sapeva nuotare in modo sicuro, o comunque nessuno si azzardava a intervenire. Ricordo almeno 5 casi in cui mi tuffai sudato, con maglietta e tutto il resto addosso, a recuperare il pallone per evitare la sospensione della partita. Poi tornavo fuori, una rapida strizzata alla maglia carica di fango, e via correre di nuovo fino alla fine della partita. A volte, qualcuno mi portava mezz’ora dopo una canottiera asciutta.

DOCCIA GELATA E FEBBRE SPARITA

In una partita giocata sul campo di Fagagna, terminata con un 2-1 a favore del Tavagnacco, si giocava ai limiti, con abbondante neve ai margini del campo e col terreno trasformato in gelido e fangoso acquitrino. Alla fine, eravamo tutti delle maschere di fango, inzuppati di sudore e di melma. Spogliatoio freddo e acqua gelida per guasto all’impianto. Nessuno fece la doccia. Tutti in auto e via a casa. Tra ventidue giocatori e l’arbitro, il solo ad affrontare la doccia fredda fui io (testimone Celsino Ronco e altri). Quella domenica avevo dato forfait, con 38 e rotti di febbre alle 13, passibili di aumentare forse a 39 e rotti alle 16. Ma il compianto allenatore Antonio Bonifacio mi pregò di venire lo stesso, avendo i giocatori contati. Tornato a casa da Fagagna, misurai la febbre. Stava a 36.7 ed ero guarito perfettamente.

LA SFIDA AL LIMITE SUL LAGO VOLAIA

Non sempre le ciambelle escono col buco. In una vacanza estiva con gli amici a Forni Avoltri in montagna, andammo in escursione fino al Lago Volaia, uno dei laghi più gelidi della catena alpina, ai confini con l’Austria. Un po’ per fare i bulli con le ragazze che assistevano e con dei turisti tedeschi che ci invitavano a non farlo, perché diversa gente ci aveva lasciato le penne, io e l’amico Agostino, scorza sportiva e dura pure lui, ci tuffammo e attraversammo la parte stretta del lago sul versante sud italiano, con la neve e il ghiaccio sulle sponde. Duecento metri di bracciate furibonde quasi in apnea. Fu molto dura davvero. Me la cavai come al solito, ma Agostino stette molto male per 3 giorni, mettendoci tutti in ovvia apprensione, anche se poi ne venne fuori brillantemente senza alcun farmaco.

CHE FARE DUNQUE PER RIACQUISTARE L’UDITO CON MODALITÀ NATURALI?

Torniamo però alla sordità. Quale consiglio dare alla lettrice che mi ha interpellato? Le cure mediche le conosciamo. L’installazione di un impianto cocleare non è priva di inconvenienti e di rischi per la salute. Tutte le operazioni chirurgiche praticate per curare le affezioni dell’orecchio sono pregiudiziali. Come è del resto pregiudiziale voler soffocare un processo di suppurazione in atto. Con questo tipo di cure mediche si continua a sopprimere e basta. Si continua a sopprimere il sintomo locale, ma non la causa che sta sempre e solo nel ventre. Inoltre si originano nuove alterazioni e nuove complicazioni, visto che ogni intervento chirurgico e farmacologico comporta gravi effetti collaterali.

CAMBIARE MENTALITÀ E NORMALIZZARE LA DIGESTIONE

La sola cosa possibile è quella di normalizzare la digestione, e quindi di cambiare radicalmente mentalità, cultura alimentare e cultura salutistica. Occorre adottare dunque una dieta crudista rigorosa per un mese, e poi passare a una crudista tendenziale a vita. Chiamiamola vegana o naturale o innocente poco cambia. L’importante è che sia armonizzata al disegno del nostro corpo che è, sempre e senza nessuna eccezione, un corpo fruttariano. E quando diciamo corpo, diciamo pure intelligenza, psiche e anima. Chi la pensa diversamente lo fa solo per carente e cattiva informazione o per malafede, ossia per aberrazione mentale.

LE STIMOLAZIONI DELL’IDROFANGOTERAPIA

Oltre a questo ci sono le stimolazioni dell’idroterapia e della fangoidroterapia, da adottare prontamente. Non dimentichiamoci che la sordità deriva da un’infiammazione cronica ed irrisolta dell’apparato uditivo, e che quindi dobbiamo tentare il possibile e l’impossibile per stanare questo nemico, per disinfiammare finalmente la parte in causa. Qualche altra cosa esiste, come l’applicazione (5-10 minuti di applicazione prima di andare a letto) di vapore prodotto bollendo in acqua delle foglie di eucalipto, da convogliare nell’orecchio sinistro, che poi si tapperà con un batuffolo di cotone per evitare ogni dannoso raffreddamento.

KAKI, CAROTE, CARCIOFI, AMORE, SUDORE, ACQUA, ARIA E SOLE

Altro risultato terapeutico, sempre di tipo coadiuvante e non risolutivo, valido per tutte le affezioni al capo (inclusa emicrania, incluso mal di denti) si ha con il bagno freddo ai piedi (2 minuti), seguito immediatamente da un bagno d’acqua e di vapore caldo ai piedi e alle gambe (e anche a tutto il corpo) per 15 minuti, da farsi prima di coricarsi. Per concludere, è consigliata una dieta cruda spartana e rivitalizzante, abbinata a stimolazione cutanea di tipo idroterapico e termale. Senza mai dimenticare l’etica. il rispetto per sé e per gli altri, la respirazione e il sole, ingredienti fondamentali ed irrinunciabili di ogni ripristino salutistico.

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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Commenti

1 commento

  1. nessuno

    trovo in più tesine la parola cataplasma di fango, non capisco se per fango intendi argilla o altro materiale
    grazie

    Rispondi

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