LETTERA
MAMMA CON BIMBO DI DUE ANNI
Caro Valdo, ho trovato per caso il sito. Sono Valentina, ho 39 anni, un figlio di due e un forte desiderio di dargli un fratellino! Sono vegetariana da 22 anni, quasi totalmente vegana. Saltuariamente, solo per gola ahimè, ci scappa uno yogurt di tanto in tanto.
MIGLIORAMENTI MARCATI GRAZIE AL VEGANCRUDISMO
Da meno di un anno, ossia da quando sono più spiccatamente vegana, la mia salute, per quanto io non abbia mai sofferto di grossi problemi, è molto migliorata. Prima mi sentivo spesso gonfia. Nei momenti di stress avevo reflusso. Ora mi sento in piena forma e tutti mi dicono che dimostro molto meno dei miei quasi quaranta.
È SEMPRE UN ANDARE CONTROCORRENTE
Mio marito si dichiara attento all’alimentazione, ma continua ad essere onnivoro. Logico che quando cucino io è tutto vegetale, per me e per gli altri, siano essi i familiari che eventuali ospiti, per cui qualche obiezione può anche spuntare.
CACAO, CIOCCOLATO E COMPROMESSI VARI
I dubbi che ti pongo riguardano A) il cacao e il cioccolato fondente, ai quali non so rinunciare, e B) la necessità di scendere a compromessi con il lavoro, la fretta e le situazioni di emergenza.
CONTI SALATI PER CIBI LIMITATI E PRECARI
Le difficoltà arrivano soprattutto soprattutto quando vado in vacanza o comunque quando vado fuori a mangiare. Spesso mi ritrovo a non mangiare quasi niente e a restare insoddisfatta. A nessuno piace pagare e non avere il servizio richiesto, credo. E allora mi domando, ma voi come fate?
C’È LA VOGLIA DI STAR BENE ANCHE A TAVOLA
Non voglio sentirmi obbligata ad affittare una casa per passare magari una settimana in villeggiatura. Adoro il mare e il mio desiderio è trascorrere un periodo, anche breve, in un hotel o in un villaggio in cui stare bene, anche a tavola!
GRAZIE PER L’APPOGGIO ALLE PROBLEMATICHE PSICHIATRICHE
Grazie dell’attenzione, del lavoro che fai per tutti. Grazie a nome anche di tutte le persone etichettate ingiustamente come “pazienti psichiatrici”. Io sono un medico di quel settore e per lavoro vedo tutti i giorni persone maltrattate nei reparti e negli ambulatori psichiatrici, ma questa è un’altra puntata. Grazie e un abbraccio caloroso. Valentina, dottoressa in psichiatria
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RISPOSTA
IL CACAO NON LO DEMONIZZEREI TROPPO
Ciao Valentina, o se vuoi dr Valentina come forma di rispetto, in linea con quanto già fatto per i medici che mi scrivono. I due problemi che hai evidenziato non sono per niente banali. Il cacao come bevanda amarognola, nutriente e anche stimolante, spesso chiamato non a caso cibo degli dei, e quindi anche il cioccolato amaro, incontra i gusti dell’uomo in linea generale.
NIENTE DIVIETI DRASTICI MA EVITARE LA DIPENDENZA
Direi che è tutta una questione di tenere sotto controllo questa irresistibile attrazione, onde evitare che diventi una dipendenza dalla teobromina, parente della caffeina. Una tazza o due di cioccolata amara, specie d’inverno, è deliziosa, digeribile, stimolante. Non dà nessun fastidio, non crea dipendenza, diversamente dalla micidiale tazza di caffè.
TOLLERANZA ZERO PER LA TRIADE CACAO-LATTE-ZUCCHERO
Chiaro che il cacao, se accompagnato da latte e da zucchero, diventa non più bevanda deliziosa ma cibo micidiale e sfamante, cibo che nutre poco e toglie l’appetito, apportando i danni micidiali dello zucchero raffinato e della caseina del latte. Questo vale per le tavolette di cioccolato, per le varie creme, per le nutelle, per i cioccolatini zuccherati e al liquore, per le merendine varie e per i preparati da colazione. Tolleranza zero verso questo tipo di prodotti è il minimo che si possa dire, senza tanti giri di parole. Rigorosità particolare e istruzioni anti-zucchero ed anti-aspartame se si tratta di bambini.
I COMPROMESSI DEL VEGANO IN VACANZA
Il discorso dei compromessi ed anche quello della penalizzazione dei vegani in vacanza, costretti spesso a pagare il conto intero senza nemmeno poter toccare la maggior parte del menu a disposizione, meritano pure di essere presi in attenta considerazione. Tutti gli alberghi offrono ad esempio il bed and breakfast, dove il vegano a colazione, se rispetta i cicli circadiani come dovrebbe, può solo prendersi una spremuta d’arancia (quando e dove la servono) o qualche altro frutto (quando e dove lo servono), lasciando al loro posto gli hamburger, le mortadelle, i salumi, i formaggini, le marmellate e i succhi fatti con le polverine.
LA SPINTA A INGOZZARSI DI CIBI SBAGLIATI ESISTE DOVUNQUE
I breakfast-buffet dei grandi alberghi poi abbondano di tutto e la gente è portata ad ingozzarsi di ogni cosa esistente, ossia uova, affettati, pesce, mescolati magari a verdure e frutta e dolci. O ti abbuffi gratuitamente come gli altri, evitando di dover spendere troppo a pranzo, oppure rispetti i tuoi principi ma ti ritrovi affamato verso mezzogiorno, e quindi in balia dei ristoranti.
ARRANGIARSI E AFFINARE IL PROPRIO SPIRITO DI ADATTAMENTO
Se serve citare le esperienze personali, ho sempre fatto ricorso a un certo spirito di adattamento alla situazione. Dipende cosa offre l’albergo e cosa offrono i negozi circostanti. In genere rifiuto dove possibile la formula bed-and-breakfast, e mi arrangio da solo per la colazione, rifornendomi di arance, manghi, cocco, e frutta tropicale. Poi ricorro ai buffet più variegati e convenienti della città in cui mi trovo.
OGNI LOCALITÀ HA LE SUE RISORSE
In Thailandia si tratterrà della catena Sizzler, che non è vegetariana ma offre un salar-bar crudista e formidabile. A Taiwan si tratterrà della catena Pizza-Hut in versione taiwanese, stesso discorso. Se mancano tali soluzioni, si ricorre al durian e al cocco, oppure si opta per una pizza vegana, o per un rice and vegetables stile orientale, o per uno spaghetto alle verdure in salsa di pomodoro (straordinario quello che preparano alla Spaghetti House di Hongkong). Se sei in Korea, trovi cibi magnifici venduti lungo le strade, e parlo di patate, patate dolci, pannocchie, castagne, oltre ovviamente a ogni tipo di frutta stagionale.
SOBRIETÀ E SEMPLICITÀ NON DEVONO SCONFINARE NEL SACRIFICIO
Nessun dubbio insomma che la sobrietà e la semplicità rimangano sempre una scelta stabile ed oculata del vegan-crudismo, che privilegia notoriamente lo star bene al gusto e a ogni altra condizione. Ma il rispetto di questi principi non deve trasformarsi in qualcosa di penalizzante. Andare in vacanza e lasciarsi un po’ andare, facendo anche qualche innocente trasgressione, non ha niente di demoniaco.
I VEGANI NON SONO AFFATTO IN REGIME DI PENITENZA, MA SEMMAI PUNTANO AL MASSIMO DIVERTIMENTO POSSIBILE
Essere vegani non significa vivere in penitenza come i frati trappisti. Tutti abbiamo diritto a divertirci e a soddisfare le nostre esigenze. Chi poi è in buona forma, come nel caso tuo, può a maggior ragione smaltire eventuali piccoli avvelenamenti, avendo a disposizione un sangue fluido, un sistema immunitario reattivo e un ampio margine di tolleranza ai veleni.
LO STOMACO INNANZITUTTO
Divertirsi vuol dire tante cose. Nessun dubbio però che la prima condizione per gioire e per sorridere è quella di star bene con lo spirito, col corpo e con la mente, ed in particolare con lo stomaco, organo che tende a subire ogni insulto e a somatizzare ogni tensione. Ma cos’è poi questa salute, alla quale tutti ambiscono? “Se stai bene di stomaco e di petto, e se non sei tormentato dalla gotta, tutte le ricchezze del Re non potrebbero aggiungere niente alla tua felicità”. Ce lo ricorda Orazio Flacco (65 a.C-9 a.C).
Valdo Vaccaro
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