LETTERA
Ciao Valdo, ti ringrazio molto per gli ulteriori suggerimenti forniti e per l’incoraggiamento a proseguire sul percorso intrapreso. Non ti nascondo che l’assiduità nella lettura del tuo blog per me funziona anche da mantra per aiutarmi a non distogliermi dall’obiettivo, il raggiungimento di un benessere naturale, e per rinforzare la convinzione di aver finalmente trovato un senso a tanti interrogativi che fino ad un anno fa erano sospesi.
Relativamente alla mia lettera precedente, ti confermo di aver richiesto e usufruito di una visita iridologica presso Carmelo Scaffidi, il quale mi ha talmente affascinato con i suoi consigli naturali da avermi instillato una certa curiosità verso lo studio delle scienze naturali.
CISTI DI TARLOV CARICHE DI LIQUOR SPINALE
Valdo, a questo proposito volevo chiederti un parere su una patologia, di cui ho scoperto soffrirne mio padre, che chiamasi Cisti di Tarlov. Mi sono documentata un po’ sul web e a quanto pare trattasi di una malattia rara determinata dalla formazione di cisti, contenenti liquor spinale, che nell’1% dei casi (e purtroppo è il caso di mio padre) recano dolore alla schiena e agli arti inferiori.
LE CURE MEDICHE NON RISOLVONO
Essendo una malattia poco conosciuta, al momento, pare non aver una cura allopatica consigliata. Si potrebbero asportare ma l’effetto non é duraturo, oppure svuotare del liquor e riempire di colla per evitare la recidiva, che comunque è quasi sempre garantita. Allora che fare?
COME EVITARE SACCHE DI LIQUIDO ANOMALE E PERICOLOSE?
Ti chiedo se è possibile anche in questo caso risolvere cambiando stile di vita e di alimentazione? Come si rinforza, dall’interno e senza bisturi la fibra di un nervo per evitare che generi delle sacche di liquido anomale e pericolose?
MIO PADRE È PERSONA INTEGRA E MANTIENE PURE BUONE ABITUDINI
Mio padre ha 65 anni è onnivoro (anche se non fanatico né di carne né di pesce), mangia abbastanza frutta fresca e verdura ed è uno sportivo. Si fa biciclettate e passeggiate periodiche in montagna. Non soffre di diabete, di colesterolo, di tiroide e di anemia. Non ha mai subito interventi invasivi e il sistema immunitario è completo. Non ha asportato tonsille, appendice, cistifellea, milza. Gli organi emuntori, secondo le ultime analisi sono a posto. A volte soffre di pressione bassa, cistite e in passato di qualche piccolo calcolo renale. Ti ringrazio in anticipo per il commento che vorrai darmi. Grazie e a presto.
Claudia
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RISPOSTA
DEFINIZIONE DI SINDROME NEUROLOGICA DI TARLOV
Le cisti di Tarlov vengono anche chiamate cisti perineurali, o cisti da perinevrio, o cisti periradicolari.
Trattasi in ogni caso di lesioni delle radici dei nervi spinali che tendono a riempirsi di liquor spinale. In genere sono asintomatiche ed indisturbanti. In rari casi danno luogo ad una sindrome neurologica detta sindrome di Tarlov, dal nome del neurochirurgo americano che per primo le descrisse negli anni ’70. Il dr Tarlov, classe 1938, opera tuttora a Burlington nel Massachusetts.
SEGNI E SINTOMI
La sindrome di Tarlov comporta, a seconda delle radici nervose coinvolte, dolori lombo-sacrali, sciatalgia, parestesia e disestesia agli arti inferiori, difficoltà nella deambulazione, dolore perineale, disturbi della sfera sessuale, disturbi sfinterici (neuropatia del nervo pudendo), disturbi a livello della vescica (cistite interstiziale), ma anche cefalee da ipotensione intracranica, con conseguenti vertigini, disturbi della vista, cervicalgie e brachialgie (dolori alle braccia).
EZIOLOGIA
Svariate le ipotesi volte a spiegare l’eziogenesi delle cisti liquorali e l’aggressività, più o meno severa, dei dolori. Si parla di fragilità meningea, di alterazione del normale funzionamento osmotico delle meningi, di pressione liquorale, di infezione da herpes simplex virus. In molti casi documentati, a scatenare la sintomatologia delle cisti, sono stati incidenti o cadute con ripercussioni sull’area coccigea.
TRATTAMENTI MEDICI DELUDENTI E CARICHI DI EFFETTI COLLATERALI
L’opzione chirurgica ha avuto risultati sovente deludenti dal punto di vista del miglioramento della qualità della vita dei pazienti. Il trattamento con fibrina, sperimentato anche in qualche ospedale italiano, laddove efficace, rappresenta una soluzione temporanea, i cui effetti sembrano esaurirsi nel giro di pochi mesi.
Attualmente la patologia viene trattata prevalentemente a livello antalgico tramite i consueti farmaci per il dolore neuropatico (FANS, antidepressivi, antiepilettici, morfinoidi). In alcuni casi si ricorre all’impianto di pompa ad infusione intratecale, che somministra antidolorifici e mio-rilassanti (per lo più morfina e baclofen) e di elettrostimolatore.
RISVOLTI PSICOLOGICI
Il dolore cronico neuropatico, prolungato per mesi e mesi, porta a cambiamenti ed adattamenti dello stile di vita dei pazienti. Tali cambiamenti di vita e la persistenza del dolore interagiscono con le capacità psicologiche di far fronte alle difficoltà, per cui si parla di resilienza (capacità di resistere agli urti senza spezzarsi).
Per questi motivi sono nati siti e forum che consentono contatti tra pazienti allo scopo di condividere i vissuti psicofisici, accrescere la resilienza personale e la qualità della vita, ed alleviare il sentimento di solitudine indotto dal non riconoscimento della patologia, che risulta ancora “orfana”, cioè non recepita nel Registro Nazionale Malattie Rare.
SOLUZIONI NATURALI ALLA SINDROME DI TARLOV
La migliorabilità e la guaribilità di ogni malattia umana sono una costante quasi dogmatica nella scienza igienistica. Ovvio che una gamba amputata non ti ricresce. Ma per le anomalie corporali e mentali, la guarigione è un dato di fatto, a condizione di non mettere i bastoni tra le ruote al sistema immunitario.
NEL CASO SPECIFICO CI SONO LE PREMESSE PER ESSERE PARTICOLARMENTE OTTIMISTI
Nel caso di tuo padre poi, risparmiato da martellamenti sanitari e quindi persona tutto sommato integra, non ci dovrebbero essere grosse difficoltà a rimetterlo in carreggiata. Importante è avere più fiducia in se stessi e darsi nel contempo una adeguata preparazione salutistica. Zero farmaci e rigore nella adozione di una dieta rivitalizzante ed alcalinizzante.
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Valdo Vaccaro
Mi domando come si possano dare consigli di questo tipo senza una laurea in medicina o aver mai visto un paziente con quasta (o altra) sindrome….Assurdo…ma siamo in Italia che è il paese dei “maghi”…buona pratica!!