PRECEDENTI
Il Paolo, trapiantato renale per sindrome di Alport, ha usato parole dure e non accettabili relativamente alla mia tesina del 7/9/10. La frase che più lo ha mandato fuori dai gangheri è stata la seguente: Sono sicuri i trapiantati di rene di avere la coscienza tranquilla? Frase che, detta in quel modo, sembra quasi voler demonizzare la gente che ha subito il trapianto. Mentre in realtà essa significava soltanto: Sono sicuri i trapiantati di aver fatto tutto il possibile per non finire nelle condizioni di essere trapiantati? Aggiungo soltanto che non era assolutamente mia intenzione offendere i malati, per cui, se tale tesina ha davvero indisposto qualcuno, chiedo venia. Per quanto drammatico, spinoso e controverso sia l’argomento, l’igienismo naturale è e rimane da sempre contrario ai trapianti di organo.
ALTRE TESINE SULL’ARGOMENTO NEFRITE
Non so se il Paolo ne sia a conoscenza, ma ci sono diverse altre tesine sul medesimo argomento:
- La ritenzione, l’urologo e la coda di paglia, del 24/3/10
- Il rene policistico, il sudore e l’acqua biologica, del 25/3/10
- Ecografare i carrelli e non i reni, del 31/3/10
- Schivare la macrobiotica, la dialisi e il trapianto renale, dell’8/7/10
- Insufficienza renale e dialisi, del 12/8/10
GLI STRASCICHI FISICI ED EMOTIVI LASCIATI DAI TRAPIANTI MERITANO SERIE RIFLESSIONI
Se uno è d’accordo coi trapianti, e con tutti i farmaci che devono purtroppo essere propinati a questi pazienti, prima, durante e dopo. Se trova accettabile il tormento dei farmaci immunosoppressori e degli altri veleni antirigetto, non cambierà magari le sue idee, ma almeno si farà un’opinone diversa da quella ufficiale. Se uno è d’accordo coi trapianti, dovrebbe magari anche considerare attentamente il Comunicato Stampa N. 16 del 23 Novembre 2010, giuntomi qualche settimana fa dalla Lega Nazionale contro la Predazione di Organi e la Morte a Cuore Battente, di Bergamo (lega.nazionale@antipredazione.org), dove Silvana Mergiani e Stellio Mondo, genitori di Paolo Mondo, 19 anni, raccontano come hanno dovuto accondiscendere. Raccontano di come, distrutti dal dolore, hanno ceduto per disinformazione e sfinimento, alla pressione assillante dell’industria sanitaria dei trapianti.
UNA DESCRIZIONE DA BRIVIDO
Abbiamo inconsapevolmente fatto macellare, eviscerare senza anestesia, nostro figlio. I torturatori nei lager almeno non chiedevano ai genitori l’autorizzazione ad uccidere i figli. I nostri figli sono stati sequestrati in rianimazione, soli senza i loro genitori, e poi uccisi in sala operatoria. Il chirurgo affonda il coltello dal collo giù fino allo sterno e poi fino all’ombelico e poi fino all’inguine. Il cuore batte, I polmoni respirano. Il sangue circola. Il corpo è caldo. Si muove, cerca di reagire, ma peri medici sono solo riflessi spinali da controllare con farmaci paralizzanti. Inesorabile la mano del’esecutore spacca lo sterno, afferra il cuore che batte e recide.
L’ODIOSA INDUSTRIA DEI TRAPIANTI
Così sono morti i nostri figli. Indifesi e abbandonati non hanno potuto ricevere una carezza, l’ultimo bacio di mamma e papà. I loro corpi sono divenuti merce contesa da chi ha pregato per ottenere i loro organi. I nostri figli sono stati trattati peggio dei condannati a morte o degli animali al macello, perchè almeno a questi viene risparmiata la tortura prolungata. Tutti noi abbiamo dato quella firma perché ci hanno fatto credere di fare del bene: l’omertà mafiosa dell’industria dei trapianti ha vinto contro di noi.
UNA MATTANZA CHIAMATA DONAZIONE DI ORGANI
Combattete perchè nessun altro genitore soffra quello che oggi stiamo soffrendo per esserci fidati dei coordinatori, dei chirurghi espiantatori e di tutti gli altri collaborazionisti: medici, legali, rianimatori, neurologi, infermieri, giornalisti prezzolati, ed altri ancora che partecipano a quella mattanza/espianto spacciata per donazione di organi. Questo modo di procedere tra furbizia e inganni genera odio sociale, non certo amore. Genitori che avete donato, abbiate anche voi il coraggio di dire la verità e di denunciare pubblicamente la vostra sofferenza. Non soffocatela nei centri psichiatrici ad hoc istituiti. Fermiamo questo cannibalismo moderno, camuffato da scienza.
NON MOSTRI, MA PERSONE UMANE CHE PERCORRONO UNA STRADA SBAGLIATA
Non condivido in tutto e per tutto il documento di cui sopra. Tuttavia esso contiene sentimenti veri e struggenti e rappresenta una formidabile testimonianza diretta. Per un mio pensare bonario e non troppo pessimistico, non riesco a immaginare che esistano detestabili mostri nella medicina, ma solo degli uomini in camice, con cuore che batte e con coscienza vigile. Medici che, per un motivo o per l’altro, sbagliano e si fanno coinvolgere, senza rendersene magari conto. Concedo ciè, per una questione di principio, per non infangare anche degli innocenti, l’attenuante della buona fede.
NIENTE DEMONIZZAZIONI E NIENTE GENERALIZZAZIONI
Nessuna opera di demonizzazione. E sempre rispettando l’imperativo di non fare di ogni erba un fascio. Tanto meno oso pensare male dei malati e dei trapiantati, come insinuato dal lettore in questione. Essere contro i trapianti di organi non significa affatto avercela contro i trapiantati, o peggio demonizzarli. Di sicuro, se la scelta riguardasse me medesimo, cercherei vie alternative e niente altro. E se non ce ne fosse nessuna? Guarderei serenamente agli sbocchi di una nuova vita oltre il fosso. Piuttosto che cedere alle lusinghe di un precario sopravvivere, alle miserie di un accanimento terapeutico continuo, basato su sfibranti trattamenti antirigetto, guarderei serenamente avanti. Aggrappati alla vita sì, ma non oltre i confini della logica e del buon senso. Non auguro ai trapiantati o ai trapiantandi di essere lasciati a sé o di morire. Gli auguro solo e sempre di fare il possibile e l’impossibile per evitare la dialisi e il trapianto.
MA TORNIAMO A PAOLO E AL SUO SECONDO MESSAGGIO INVIATOMI.
Se ho risposto in termini accesi è perché mi sono sentito profondamente offeso dal suo articolo, soprattutto quando parla dei metodi alternativi di curare la mia malattia. O forse sono le diete iperproteiche a portare al trapianto? O forse ci sono alternative al trapianto? Io mi chiedo quali siano. Se davvero esistono metodi per rimediare alla morte del tessuto renale, per favore le scriva. Ma non faccia passare per responsabili i malati stessi. È un’ingiustizia. Riguardo ai trapianti, sono diventato donatore di sangue e di organi appena compiuti i 18 anni, e in quel periodo stavo bene. La mia malattia ancora non veniva allo scoperto e mai, dico mai, avrei immaginato che, qualche anno dopo sarebbe servito a me un trapianto. Penso che nella vita dovremmo realizzare il pensiero che non sempre saremo noi ad aiutare, ma piuttosto noi ad essere aiutati.
CHI È SANO NON PUÒ CAPIRE COSA SIGNIFICA LA SOFFERENZA
Si dice, dalle mie parti, che chi sta con la pancia piena non crede alla fame. Ed è vero. Se non ci si passa, non si può parlare. Non condanno chi è contrario al trapianto per paura, per religione, o per altre ragioni sue. Ma condanno chi butta fango su questo argomento che viaggia su un filo sottile, e questo filo è rappresentato dalla vita dei malati. Perché il trapianto non è da fare e basta? Lei si lascerebbe morire? Se c’è un filo di speranza lei non ci si aggrapperebbe? Ma che crede che non conosca i miei rischi?
UNA SINDROME CHE HA COINVOLTO L’INTERA FAMIGLIA
Sono pronto a cambiare tutto, ma mi dica che ci sono queste cure che non ti fanno entrare in dialisi, che salvano i reni dalle malattie ereditarie, che si sostituiscono ad un trapianto. Mi risponda a queste domande. Le chiedo solo questo. La mia IRC (insufficienza renale cronica) è stata portata dalla sindrome di Alport che ha colpito me, mio fratello, mia madre, mia nonna, mio zio ed un cugino. Mi spieghi come avremmo potuto evitare queste inutili sofferenze.
LE OFFESE NON VANNO BENE, SE POI SONO ANCHE GRATUITE, STONANO DI PIÙ
Carissimo Paolo, purtroppo non hai usato termini solo accesi, ma sei caduto nella trappola mentale dei termini inurbani ed offensivi. Non è solo la faccenda del Vergognati vai a studiare! Sono io stesso a dire che più si studia e più si diventa ignoranti, visto che si aprono in continuazione nuovi squarci di realtà. La cosa più antipatica è che lo hai detto con l’arroganza tipica dei medici a cui sei legato, i quali, in forza di una laurea in medicina, conoscerebbero tutto e risolverebbero tutto, da autentiche divinità sacerdotali in terra.
LA QUESTIONE DELL’IGNORANZA
Ti assicuro che non sono ignorante, ma ignorantissimo. Però, sia ben chiaro, lo sarei molto di più se avessi tre lauree in medicina a copertura delle mie lacune e dei miei vuoti culturali, a simboleggiare la mia titolata presunzione e la mia arroganza professionale. Secondo te avrei parlato di IRC senza sapere che esistono malattie ereditarie, come la sindrome di Alport. E avrei pure ipotizzato cure alternative che non esistono. Le tesine scritte, sopracitate, dimostrano esattamente il contrario.
L’IGIENISMO NATURALE HA UN APPROCCIO DIVERSO AI PROBLEMI
Non ho citato la sindrome di Alport? L’igienismo naturale non entra in questi dettagli che non lo riguardano nemmeno. L’igienismo pensa soprattutto a rispettare le leggi e i principi basilari della terapeutica naturale, di quella non-invasiva. Nel caleidoscopio delle patologie mediche esistono decine di migliaia di patologie che per noi è persino banale e superfluo differenziare nei piccoli dettagli. Malattie il più delle volte dichiarate inguaribili, autoimmuni, criptopatogeniche, lantaniche, iatrogene (o medico-causate), idiopatiche (o prive di causa).
NON 40 MILA SINTOMI DA COMBATTERE MA SOLTANTO UNA QUINDICINA DI VERE PATOLOGIE DA DEBELLARE
Metti vicino l’handicap di partenza e la stitichezza, l’handicap di partenza e la goffa alimentazione medica (iperproteica, grassa, salata e dolcificata), tirando a campare fino a quando non scoppia il bubbone, e allora sì che diventi cliente dell’intervento estremo e spettacolare, dell’operazione più utile all’ospedale che all’operato. Per la scienza igienistica, esiste invece una manciata soltanto di patologie comportamentali che causano tutte le altre e che, nel caso di derivazione ereditaria, aggravano le condizioni sfortunate di partenza, anziché attenuarle o disattivarle.
QUANDO MAI LA MEDICINA HA PUNTATO ALLA SOLUZIONE
Se permetti ti faccio pure io un paio di domande. Quando mai la medicina ha cercato di puntare a soluzioni igienistiche in rispetto ai moniti del suo stesso padre Ippocrate, per cui Primo Non Nuocere e, Secondo, La Natura è sovrana medicatrice di tutti i mali? Dove tutti significa anche gli eventuali mali ereditari? Quando mai la medicina ha cercato di mettere da parte le soluzioni più ambiziose e spettacolari, in favore di più umili ed economiche strade, più vicine agli interessi reali del paziente? Pensare che la medicina di oggi si metta a prendere iniziative, ad esperire soluzioni semplici ed efficaci per aiutare la salute delle persone, per fare gli interessi dei pazienti, e non quelli suoi e delle multinazionali del farmaco, è pura utopia. I documenti e i filmati in nostro possesso su cos’è oggi la medicina e su cosa sono oggi la Pfizer, la Roche, la Glaxo-Smith-Kline, la Merck, la Bayer e la Sanofi-Aventis, fanno accapponare la pelle. Chi desidera qualche filmato interessante lo richieda a pobox234@gmail.com, o ad agernova@libero.it.
GLI STESSI MEDICI FINISCONO PER DIVENTARE VITTIME DEL SISTEMA
La sindrome di Alport, in particolare, sembra fatta apposta per essere dichiarata malattia da trapianto. Figurarsi se qualche medico va a cercare una terapia meno estrema e meno drammatica, quando questa patologia particolare offre un così comodo alibi per intervenire alla grande, come piace e comoda al carrozzone trapianti. Sarebbe per lui un suicidio professionale. Verrebbe ridicolizzato dai colleghi, licenziato dall’ospedale e radiato dall’ordine.
NON SONO INSENSIBILE AI DRAMMI DI NESSUNO
Quanto alla presunta indifferenza, o all’insensibilità di chi ha la pancia piena, trattasi di un buon aforisma, ma usato qui con inappropriate e malevole intenzioni. Dovrei forse sottopormi alla dialisi per poter scrivere su di essa? Non ho provato quelle sofferenze, d’accordo, ma sono dotato di sensori e di buona immaginazione. E capisco pure il dramma dei dializzati, dei trapiantandi e dei trapiantati. Ma non dimentico nemmeno i ragazzi squattrinati di Manila, che si fanno fracassare il torace per vendere un rene al prezzo di una modesta bicicletta. E non dimentico i condannati a morte di Pekino e dintorni, che cercano di lasciare almeno un gruzzolo alle rispettive disperate famiglie. Nessuna intenzione dunque di offendere chi soffre. Se dai miei articoli appare davvero tale sensazione, non ho problemi a fare autocritica e a togliere il disturbo.
LA SINDROME DI ALPORT
Ma veniamo alla Alport Syndrome (AS), che prende il nome dal medico inglese A. Cecil Alport, colui che per primo la descrisse quasi un secolo fa nel 1927, anche se in realtà si dice che fu un altro medico britannico, il dr William Howship Dickinson, a definirla nei dettagli. La AS è classificata come patologia genetica caratterizzata da glomerulonefrite, una malattia renale allo stadio finale, nonché da ematuria (presenza di sangue nelle urine), e da disturbi a udito e vista.
DA PICCOLI CIUFFI FUNZIONANTI A TESSUTO FIBROSO E INSERVIBILE
La AS è una anormalità ereditaria che riguarda i glomeruli, i piccoli ciuffi di capillari renali preposti alla setacciatura e al filtraggio del sangue. La AS causa un danno renale progressivo per cui, sia i glomeruli che le altre finissime strutture renali, vengono rimpiazzate da un tessuto fibroso e inservibile che porta alla insufficienza e al blocco funzionale. Ci sono 3 tipi di AS: la X-linked AS, che rappresenta l’80% dei casi, la Autosomal recessive type AS (15%) e la Autosomal dominant type AS (5%).
MUTAZIONE DEL COLLAGENE DI TIPO IV
La patologia è causata da mutazione genetica del collagene tipo IV, una sostanza importante per la struttura e il funzionamento corretto dei glomeruli, composta da una famiglia di catena proteiche chiamate alpha-1, alpha-2, alpha-3, alpha-4, alpha-5 e alpha-6. Nel caso di AS, le irregolarità riguardano le catene 3, 4 e 5. Le uniche cure possibili, secondo la medicina, sono le stesse norme che si prevedono per l’ipertensione. Dopodichè non c’è altro da fare se non ricorrere a dialisi e trapianto. Non tutti sono d’accordo su questo ultimo dettaglio. Esistono anzi importanti obiezioni, anche in ambito medico.
LA CARNE È IL NEMICO NUMERO UNO DEI NEFRITICI.
Le malattie renali prevalgono in gran misura nei paesi dove si consumano più proteine, più grassi, più zucchero e più sale, e dove si fa enorme uso di antidolorifici e di farmaci analgesici. La carne, soprattutto quella cotta, è di gran lunga la peggiore di tutte, e le sue precise implicazioni nelle malattie renali sono conosciute da secoli e da millenni. Se poi le carni sono trattate con la diossina le cose si aggravano. Se poi il tonno viene trattato con l’ossido di carbonio le cose precipitano. Diossina e ossido di carbonio restano tuttavia mali minori rispetto alla cadaverina e al micidiale trittico piombo-cadmio-mercurio, onnipresente nei tonni orrendamente massacrati, come in tuitte le creature del mare.
LO SCHEMA MEDICO DELLO SPAVENTA E IMPERA
L’idea che una malattia qualsiasi, ancorchè determinata da imperfezioni ereditate, sia incurabile e risolvibile solo mediante trapianto, rientra semplicemente nel tipico schema medico dello spaventa e impera. Hai la febbre a 39? Ti può andare a oltre 40! Hai l’appendice infiammata? Puo’ diventare peritonite! Hai A? Ti viene B! E noi ti proponiamo C! Chiaro che se uno si porta sulla groppa un retaggio genetico negativo, e ci mette poi anche del suo per peggiorare la situazione informandosi male, pensando male, respirando male, mangiando male, bevendo male, muovendosi male e riposando male, allora tutto diventa più difficile.
VISCOSITÀ E LIPOTOXEMIA
Nei suoi studi sulla viscosità del sangue, il dr Dintenfas evidenziava come l’aumento di rigidità cellulare, e l’alta concentrazione di globuli rossi e proteine, portino notoriamente a insufficienza renale. Per il dr J.R. Johnson, nefrologo al Royal Prince Hospital di Sydney, e per il dr G. Holmes, chirurgo al Lautoka Hospital di Fiji, la responsabilità di tutte le patologie renali va cercata nella carne, ma va estesa al pepe, alla mostarda, al fumo, al the e al caffè. A tutte le sostanze insomma che causano viscosità e lipotossicità del sangue.
BASTA CHE CI SIA FUNZIONALITÀ RENALE AL 2% PER RIPRISTINARE IL SISTEMA
Il dr Mackenzie Walser, medico del John Hopkins Hospital, ha sviluppato una efficiente terapia per eliminare radicalmente la tossicità del sangue. Il suo metodo prevede la rigorosa sostituzione di tutti i cibi proteici, rimpiazzandoli al 100% con frutta e verdure crude. La quota proteica minima viene assicurata con chetoacidi e prodotti di sintesi nella fase temporanea dell’emergenza. Mackenzie è uno dei tanti medici che crede nella possibilità di evitare la macchina della dialisi, purchè la funzione renale esista ancora ai minimi termini, al 2% almeno ed oltre.
IL PERCORSO PATOLOGICO DELLE PROTEINE
Il corpo non è un magazzino, ma un’entità funzionante. Può solo usare ciò di cui ha immediato bisogno. Le proteine non si possono immagazzinare. Prima devono essere demolite in aminoacidi, e poi devono essere ricombinate in proteine. Gli eccessi proteici devono essere convertiti faticosamente in carboidrati e grassi ad uso energetico immediato, oppure a deposito adiposo nel corpo. Questi processi danno luogo a sottoprodotti tossici che lavorano per essere eliminati dall’organismo. Se tali masse tossiche sono eccessive, il corpo non riesce a far fronte, a smaltirle, e i peggiori veleni come l’acido urico e l’ammoniaca, rimangono nel sangue causando infiammazioni, cisti, tumori e vasculiti nei punti più sensibili, ripercuotendosi su fegato, reni e pancreas.
LA FARSA MERCANTILISTICA DELLE PROTEINE
Pitagora ammonì l’umanità di usare diete basso-proteiche o ipo-proteiche, come ben sappiamo. Altri tempi? 2500 anni non sono una bazzecola? Sentiamo allora cosa ebbe a dichiarare 20 anni fa il dr Alfred Harper, presidente del Nutritional Board of the National Research Council americano. Una delle più odiose menzogne perpetuate in ambito umano è quella di aver instillato nella testa della gente l’esistenza di un fabbisogno di proteine chiamate nobili e complete, correlata a rischio di carenza.
LA MUFFA STA NEL NUOVO
Qualcuno vorrebe attribuire doti negative di consunzione, di obsolescenza e di arretratezza culturale all’igienismo? Questo è estremamente ridicolo. L’igienismo è più che mai attuale, vivo e presente nei cuori, nell’anima e nella materia grigia della gente, anche di quella che continua a comportarsi in modo sbadato. Se l’umanità vuole realmente illuminarsi ed aggiornarsi può soltanto fare un bagno di umiltà nei grandi lasciti culturali dell’antichità. La muffa e il puzzo di vecchiume sta tutto nelle strampalate assurdità delle attuali tecnologie mediche, dirette a menadito dai provvisori burattinai al potere.
I PERICOLI DELLA DISIDRATAZIONE
A confronto dei carboidrati, la digestione delle proteine richiede 7 volte più acqua, data la necessità urinaria di espellere con le urine l’ammoniaca in eccesso causata dall’avvelenamento proteico. È noto come i sottoprodotti dell’azoto nel corpo richiamino acqua, al pari del sale, della caffeina, della carneo caseina e dei residui farmacologici, portando il resto dell’organismo a pericolosi stati di disidratazione. Ogni anno, nelle varie discipline sportive, ci sono atleti che cercano di costruirsi i muscoli in questo modo balordo, assumendo materiale proteico e perdendo contemporaneamente acqua, rischiando l’infarto e crepando di infarto, ha dichiarato il dr Nathan Smith, professore di medicina sportiva presso la University of Washington-Seattle.
L’ITALIA MALATA DI PROTEINOMANIA PIÙ ANCORA DEGLI USA
Nel suo mirabile The Health Revolution, Southwood Press Ltd-Marrickville-NSW-Australia, Ross Horne elenca il fabbisogno proteico giornaliero secondo gli enti più importanti, a cui ho aggiunto alcuni dati di contronto, americani e di casa nostra:
- Per la US National Academy of Science 34 grammi
- Per il US Food and Nutritional Board 34
- Per il Canadian Board of Nutrition 34
- Per la FAO 34
- Per il dr Chittenden, celebre autorità Americana nella nutrizione 30
- Per il dr D.M. Hegsted della Harvard University 27
- Per la ANHS – American Natural Hygiene Society 25 (11 per gli infanti)
- Per la FDA di ieri 300
- Per la FDA odierna (notare il baratro) 75
- Per Atkins, Zona, Sanguigni, South Beach, Montignac, ecc 150-300
- Per la Dieta Mediterranea 120
- Per il dr Giuseppe Nacci (Diventa Medico di Te Stesso) 20 grammi e anche meno
- Per il dr Giorgio Calabrese, per Gusto, per Cotto e Mangiato 150 (80 per i bambini) (vedi mia tesina Tigre di carta, del 26/1/08)
ABBASSO LE PROTEINE NOBILI! SE VOGLIAMO SALUTE
Spesso i vegani si sentono obbligati ad includere cereali in quantità nella loro dieta, come fonte indispensabile di protene e di energia. Il che è sbagliato, dato che frutta e verdura al naturale, già da sole, contengono sempre sufficienti grassi e sufficienti proteine. Più proteine riusciamo a schivare e più salute avremo. È verissimo invece che esiste il problema di incamerare abbastanza calorie, per cui occorre procurarsi più pasti leggeri nel corso della giornata, e non attraverso pasti pesanti a pranzo e cena. Da queste considerazioni sono nati i miei schemi dei 5 pasti fruttariani al giorno stile Cambridge, integrati da un leggero trittico verduracruda-amidicotti-mandorle, per pranzo e cena.
I CEREALI MIGLIORI SONO NELL’ORDINE IL GRANO SARACENO, IL MIGLIO, IL QUINOA E IL RISO NERO
Tutto sommato, in vista dell’adempimento calorico quotidiano, l’assunzione di cereali non acidificanti come il grano saraceno, il miglio, il riso nero, il quinoa ed anche l’avena (per il suo alto indice nutritivo), e di semini come il girasole, il sesamo, il lino, il papavero, il finocchio, il seme di zucca, lo psillo (dalla comune pianta selvatica chiamata amaranto), è utile, preziosa e raccomandabile. Per gli altri cereali occorre sapersi limitare, soprattutto per chi ha l’apparato enterico debole o celiaco.
NON MI SI CHIEDA L’IMPOSSIBILE
Per concludere, non sono in grado di offrire prove e statistiche di sopravvivenza per nessuno. Tanto meno sono in grado di farlo in relazione a patologie insidiose come quelle renali, al Paolo o a chicchessia. Non sono un medico e, non si offendano i medici come categoria, mi vanto di non esserlo. Sarebbe per me estremamente imbarazzante esibire un diploma in questo tipo di medicina troppo spesso da me non condivisa. Accetterei però volentieri di conseguire una laurea presso la Scuola Medica Salernitana delle origini. Non faccio nemmeno il terapeuta. Non curo e non guarisco.
I MIEI CONSIGLI CONCRETI A CHI HA I RENI IN DISORDINE
Offro soltanto dei consigli, spero buoni e costruttivi. Distribuisco degli insegnamenti comportamentali e dietetici in linea coerente con la scienza igienistica, e quindi in netta contrapposizione con la cultura corrente. Raccomando a tutti i nefritici una dieta priva di proteine e di sali. Sale, carne, alcol e caffè sono veri e propri veleni per il rene malato. Per insaporire le vivande ricorrere a erbe aromatiche secche, al posto del sale. Alimentarsi di agrumi e di frutta dolce in abbondanza, di mele e banane, fragole e ciliegie non appena arrivano, di cicorie, malva, acetosa, tarassaco, selene, cavolo, crescione, rucola, ortiche, germogli, finocchio, erbe di campo e germogli di pungitopo. Respirare profondo, pensare positivo, prendere sole, fare ginnastica aerobica, riposare, fare fanghi, bagni di aria e di acqua, completano il quadro.
ALTRO CHE DIALISI!
Nell’ultima tesina del 9 gennaio, Creatinina scesa, alla faccia dei medici, la Liliana e suo marito esprime il suo grande sollievo, dato che avrebbero dovuto essere a questo punto in piena dialisi. Pubblico oggi l’ennesimo messaggio che mi ha inviato, nella tesina Altro che dialisi: Peccato non averla incontrata prima! Vi consiglio semplicemente di leggerlo.
Valdo Vaccaro
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