LETTERA
CURA ALLA SFEROCITOSI E INGROSSAMENTO SPLENICO
Gentilissimo Dr Vaccaro, mi chiamo Laura e ho 30 anni. Mi permetto di scriverle perchè sono alla ricerca di un’alternativa all’operazione che mi consigliano i medici. A 10 anni ho scoperto di soffrire di sferocitosi. Dopo essere stata trasfusa le mie condizioni sono migliorate e ora sto bene, anche se i livelli di emoglobina sono sempre più bassi della norma e la milza risulta ingrossata.
CALCOLI BILIARI E SPINTA MEDICA AD ASPORTARE MILZA E CISTIFELLEA
Circa un anno fa a causa di una forte colica ho scoperto inoltre di avere i calcoli alla cistifellea.Tutti gli specialisti che ho consultato mi hanno consigliato a questo punto la rimozione della cistifellea e contemporaneamente della milza, garantendomi che in questo modo avrei anche un miglioramento per la mia anemia.
NESSUNA INTENZIONE DI OBBEDIRE ALLE PROPOSTE CHIRURGICHE
Sinceramente vorrei evitare l’operazione, in quanto temo seriamente le conseguenze dell’asportazione della milza, e non posso pensare di prendere medicinali. Tanto più che ho deciso di evitare i farmaci in maniera costante e sistematica per il resto della mia vita. La ringrazio molto se potrà darmi un consiglio in merito. Le auguro una buona giornata. Laura
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RISPOSTA
NON ESISTONO GHIANDOLE ORNAMENTALI ED ASPORTABILI
Ciao Laura. Le ghiandole che abbiamo nel corpo non sono state ivi collocate a scopo ornamentale. Svolgono al contrario funzioni vitali e la loro asportazione comporta conseguenze gravissime, anche se il paziente sopravvive. Primo non nuocere, ammoniva il grande Ippocrate. La natura è sovrana mediatrice di tutti i mali, incluso la sferocitopsi, incluso l’ingrossamento della milza e incluso i calcoli alla cistifellea, aggiungeva. Da libero ricercatore della salute, rigorosamente privo di laurea medica, non ho alcun timore ad affermare pubblicamente che fai benissimo a evitare ogni sorta di asportazione, e che fai benissimo a non seguire quanto consigliato dai curomani e dai tagliaghiandole di turno.
PARLO DI SALUTE CON TUTTI I DIRITTI A FARLO, PER LEGGI ASSAI SUPERIORI A QUELLE DELLO STATO
Lo affermo non in forza di leggi umane caduche e fasulle, catturate con astuzie e raggiri politici, ma di leggi ben più serie e granitiche dal valore eterno ed universale. Lo faccio in forza delle leggi naturali che parlano di remissione spontanea delle malattie e di meccanismi interni di guarigione e di modulazione immunitaria, i soli al mondo in grado di capire veramente lo stato interno del corpo e la capacità del paziente di spuntarla sul male o di cedere le ultime foglie nei casi più disperati.
AIUTIAMO LA GENTE A GUARIRE O FACCIAMO ORRENDE SPECULAZIONI SULLE DISGRAZIE E SULLE DEBOLEZZE DEI POPOLI
Non è solo la questione di seguire il grande maestro su cui i medici fanno pure un atto riprovevole, quale il giurare consapevolmente il falso e rinnegare in concreto il caposcuola storico. Non è solo la questione di affermare o sostenere con giuramento una cosa o un fatto di cui si conosce la falsità, andando contro ogni buon principio etico e comportamentale. Qui ne va di mezzo la salute della gente. Dov’è mai finito il senso di responsabilità civica? Operiamo per aiutare il prossimo o per fare delle abominevoli speculazioni sulle disgrazie, sulle debolezze, sull’ignoranza salutistica e sulla arrendevolezza patologica dei malati?
GENETICA IMPLOSA E CROLLATA FRAGOROSAMENTE AL SUOLO
Questa forma di anemia emolitica denominata sferocitosi, detta anche ittero-emolitico-costituzionale, è una condizione che, secondo la medicina genetica, si trasmette con modalità autosomica dominante. Il che è materia molto controversa, visto che le basi della genetica sono crollate miseramente con la recentissima caduta eclatante del presupposto dogmatico sulla fissità dei geni, base ideologica delle obsolete teorie mediche. In diversi incontri e contatti, il prof Pietro Perrino, uno dei migliori specialisti mondiali del settore, docente a Bari e dirigente del CNR-Centro Nazionale Ricerche, mi ha confermato di recente questi importanti dettagli.
LA MEDICINA FA FINTA DI NON ACCORGERSENE
Pare che la medicina, di fronte a quanto sta accadendo sul piano scientifico, non batta ciglio e continui a fare la gnorri, a fare finta di niente. Probabilmente si sveglierà di soprassalto tra 40 anni, scoprendo di aver sbagliato tutto. Gli effetti ereditari e genetici risultano essere in realtà niente altro che influenze timide e minimali delle origini, non certo bloccate ed eterne, ma modificabili dal pensiero e dal comportamento del soggetto, e dalle situazioni di contorno.
UN PROBLEMA RIGUARDANTE LA POMPA SODIO-POTASSIO
Tecnicamente parlando, il difetto consiste in ogni caso nella pompa sodio-potassio, una proteina che si trova nella membrana di tutte le cellule. Il difetto determina un incremento della concentrazione del sodio dentro l’eritrocita. La cellula, per mantenere un equilibrio ionico in presenza di una quantità maggiore di sodio rispetto al normale, è costretta ad un maggior consumo energetico.
ECCESSO DI SODIO NEI GLOBULI ROSSI
Se le riserve energetiche cominciano a diminuire, il globulo rosso non riesce più ad espellere la quantità in eccesso di sodio e si rigonfia per effetto della pressione osmotica. È risaputo che due liquidi a concentrazione saline diverse, quando sono separati da una membrana semipermeabile come appunto la membrana della cellula, danno luogo a un passaggio di acqua dalla soluzione meno concentrata a quella più concentrata.
SFEROCITA DISTRUTTO PREMATURAMENTE A LIVELLO DI MILZA E INSTAURAZIONE DEL QUADRO ANEMICO
Il globulo rosso perde quindi la sua classica forma biconcava e diventa sferico, da cui il nome di questa condizione. Lo sferocita, successivamente, proprio in quanto troppo grosso e dalla forma non fisiologica, viene intrappolato e prematuramente distrutto a livello della milza. Ecco allora che si instaura il quadro anemico. I sintomi di questa anemia sono quelli classici di tutte le anemie emolitiche cui si aggiunge ittero e splenomegalia, ossia infiammazione ed ingrossamento della milza, sottoposta ad eccesso di lavoro. In laboratorio, la condizione che si osserva è quella di una microcitosi sferocitica, con aumento di reticolociti, di bilirubina e urobilinogeni urinari.
RETICOLOCITI PRECURSORI DEGLI ERITROCITI
I reticolociti sono degli elementi cellulari precursori degli eritrociti, ossia dei globuli rossi. Sono in altri termini degli eritrociti giovani e privi di nucleo cellulare, che sono stati appena immessi nel circolo sanguigno e conservano per qualche tempo (circa 24 h) un esiguo numero di ribosomi. I ribosomi sono dei corpiccioli di natura ribonucleico-proteica, formati da rRNA e di proteine. Sono indispensabili per la sintesi proteica in quanto rappresentano la sede dove gli mRNA, i tRNA e gli aminoacidi si rapportano per dare origine alle proteine.
RNA E DNA
RNA significa acido ribonucleico. L’acido desossiribonucleico o deossiribonucleico (DNA) è un acido nucleico contenente le informazioni genetiche necessarie alla biosintesi di RNA e proteine, molecole indispensabili per lo sviluppo ed il corretto funzionamento della maggior parte degli organismi viventi.
CONTENUTO CHIMICO DEL DNA
Dal punto di vista chimico, il DNA è un polimero organico costituito da monomeri chiamati nucleotidi o meglio deossiribonucleotidi. Tutti i nucleotidi sono costituiti da tre componenti fondamentali, ossia:
- Un gruppo fosfato,
- Il deossiribosio o zuccheropentoso,
- Una base azotata che si lega al deossiribosio con legame N-glicosidico. Le basi azotate che possono essere utilizzate nella formazione dei nucleotidi da incorporare nella molecola di DNA sono adenina, guaina, citosina e timida, mentre nell’RNA, al posto della timina, è presente l’uracile. Il DNA può essere definito come una doppia catena polinucleotidica, antiparallela, orientata, complementare, spiralizzata, informazione.
TRADUZIONE GENETICA O TRASCRIZIONE
L’ordine nella disposizione sequenziale dei nucleotidi costituisce l’informazione genetica, la quale è tradotta con il codice genetico degli aminoacidi corrispondenti. La sequenza amminoacidica prodotta, detta polipeptide, forma le proteine. Il processo di traduzione genetica, comunemente chiamata sintesi proteica, è possibile solo in presenza di una molecola intermedia di RNA, che è generata per complementarità con le quattro basi dei nucleotidi del DNA in un processo noto come trascrizione. Tale processo non genera solo filamenti di RNA destinati alla traduzione, ma anche frammenti già in grado di svolgere svariate funzioni biologiche. Questo succede ad esempio all’interno dei ribosomi, dove l’RNA ha una funzione strutturale. L’informazione genetica è duplicata prima della divisione cellulare, attraverso un processo noto come replicazione del DNA, che evita la perdita di informazione nel passaggio tra diverse generazioni cellulari.
CROMOSOMI, ISTONI, COESINE E CONDESINE
Negli eucarioti, il DNA si complessa all’interno del nucleo in strutture chiamate cromosomi. Negli altri organismi, privi di nucleo, esso può essere organizzato in cromosomi o meno. Nei batteri è presente un’unica molecola di DNA circolare a doppia catena, mentre i virus possono avere genomi a DNA oppure a RNA. All’interno dei cromosomi, le proteine della cromatina, come gli istori, le coesine e le condensine, organizzano il DNA e lo avvolgono in strutture ordinate. Queste strutture guidano l’interazione tra il codice genetico e le proteine responsabili della trascrizione, contribuendo al controllo della trascrizione genica.
CELLULE PROCARIOTE DEI BATTERI E CELLULE EUCARIOTE DI UOMINI, ANIMALI E PIANTE
Le cellule, in base alla loro organizzazione interna, possono essere distinte in due grandi categorie, e cioè le cellule procariote (per esempio, i batteri) e le cellule eucariote (quelle che formano il corpo delle piante, degli animali e dell’uomo). La maggiore differenza tra le cellule di questi due gruppi di organismi sta nel fatto che i procarioti presentano il materiale genetico libero nel citoplasma, mentre negli eucarioti esso si trova segregato all’interno di un nucleo circondato da membrana. Questa differenza strutturale comporta anche piccole variazioni nei processi di trascrizione e traduzione descritti. Negli eucarioti, infatti, la trascrizione del DNA in mRNA avviene nel nucleo. Le molecole di mRNA vengono poi traslocate nel citoplasma, dove ha luogo la sintesi delle proteine.
CELLULE PROCARIOTE PIÙ PICCOLE E SEMPLICI
Le cellule procariote, oltre ad essere normalmente assai più piccole di quelle eucariote (con un diametro generalmente compreso fra 1 e 5 µm), hanno una struttura interna alquanto semplice. Il loro DNA si trova concentrato in una regione del citoplasma, senza essere delimitato da alcuna membrana. Sono prive di organuli, a eccezione dei ribosomi, preposti alla sintesi delle proteine. Le funzioni cellulari sono comunque effettuate da complessi enzimatici analoghi a quelli delle cellule eucaristie.
DA MIESCHER A LEVENE
Il DNA fu inizialmente isolato dal biochimico svizzero Friedrich Miescher (1844-1895) che, nel 1869, individuò una sostanza microscopica contenuta nel pus di bende chirurgiche utilizzate. Dal momento che tale molecola aveva la sua localizzazione nel nucleo, egli la chiamò nucleina. Nel 1919, Phoebus Levene (1869-1940), biochimico lituano, individuò la struttura del nucleotide, composta da base azotata, zucchero e fosfato. Levene suggerì che il DNA consistesse di un filamento di nucleotidi legati tra loro attraverso i fosfati. Egli, però, era convinto che tale filamento fosse corto e che le basi fossero disposte secondo un preciso ordine ripetuto.
DA ASBURY A SCHROEDINGER
Nel 1937, William Asbury (1898-1937), biologo inglese, presentò i primi risultati di alcuni studi di diffrazione a raggi X. Essi dimostrarono che il DNA ha una struttura estremamente regolare. Nel 1944, Erwin Schroedinger (1887-1961), fisico e matematico viennese, asserì che per la fisica quantistica i sistemi di pochi atomi hanno un comportamento disordinato, per cui il materiale genetico doveva essere costituito da una grande molecola non ripetitiva, sufficientemente stabile da mantenere l’informazione genetica, chiamata cristallo aperiodico.
DA GRIFFITH AD HERSHEY E MARTHA CHASE
Nel 1928, Frederick Griffith (1844-1895), biologo svizzero, scoprì che i caratteri della forma smooth o liscia di Pneumococcus potevano essere trasferiti alla forma rough o rugosa, miscelando i resti di batteri smooth morti con batteri rough vivi. Questo sistema, pur non fornendo nessuna evidenza su quale fosse la sostanza che determinava il cambiamento, mostrava che qualcosa potesse trasportare l’informazione genetica dai resti dei batteri morti a quelli vivi. Si parlò quindi di un principio trasformante in grado di modificare i batteri vivi. Nel 1943, Oswald Theodore Avery (1877-1955), medico canadese, dimostrò, in un celebre test insieme a Colin McLeod (1909-1972), genetista canadese, e Maclyn McCarty (1911-2005), genetista statunitense, che il DNA è il principio trasformante alla base di questo fenomeno. Il ruolo del DNA nell’ereditarietà è stato provato, infine, nel 1953 da Alfred Hershey (1908-1997), genetista statunitense, e Martha Chase (1927-2003), genetista statunitense, attraverso un altro classico esperimento, dimostrante che il materiale genetico del fago T2 è effettivamente il DNA.
DA CRICK A WILKINS E WATSON
Francis Crick (1916-2004) è considerato come uno dei maggiori scienziati britannici. Celebre per le sue ricerche con James Watson (1928-vivente), biologo americano e con Maurice Wilkins (1916-2004), biologo molecolare neozelandese, che portarono questo terzetto a identificare la struttura del DNA nel 1953 e a vincere il Nobel in Medicina nel 1962. Watson ha preso poi posizioni razziste che lo hanno reso antipatico ed inaffidabile come scienziato. Allo stato attuale delle cose molti dettagli vanno rivisti e riconsiderati. La genetica italiana dimostra di essere molto più prudente, sensata e razionale di quella americana, portata alle fughe in avanti.
PER GIUSEPPE NOVELLI IL RUOLO DEI GENI ESISTE MA NON È AFFATTO DETERMINANTE
Giuseppe Novelli, uno dei più grandi genetisti italiani, dell’Università Tor Vergata di Roma, lo ha contestato apertamente dichiarando che L’intelligenza non è affatto scritta nei geni. Ovvero non è determinata geneticamente, ma solo influenzata dal nostro Dna. Il ruolo dei geni esiste ma non è determinante. Il peso dell’ambiente è molto importante. Non bastano i geni a spiegare e definire il lavoro di neuroni e sinapsi. L’intelligenza, sottolinea Novelli, è infatti il frutto di tre fattori che sono i geni, l’ambiente e il caso, intendendo per caso la volontà divina o il proprio percorso karmatico, per chi ci crede ovviamente. Questo conferma anche le citate posizioni di Pietro Perrino.
FUNZIONI IMPORTANTISSIME DELLA MILZA
Ma ora torniamo a noi e alla milza. Trattasi di organo vitale di difesa immunitaria, deputato a:
- Distruggere sostanze estranee e tossiche,
- Distruggere cellule morte e piastrine,
- Regolare la produzione di eritrociti nel midollo,
- Stoccare eritrociti liberabili poi in caso di emergenza,
- Difendere la capacità fagocitica immunitaria,
- Disporre dei detriti cellulari o dei virus endogeni che il corpo non riesce prontamente ad espellere dal corpo,
- Riciclare il ferro che viene disperso nella fase del ricambio cellulare.
INFIAMMAZIONI DERIVANTI DA ALTRE INFIAMMAZIONI
L’infiammazione e l’ipertrofia con rigonfiamento della milza è da collegarsi come conseguenza logica di infiammazione allo stomaco, ai polmoni, al fegato e ad altro organi interni, visto che il corpo non lavora mai a compartimenti stagni, come pretenderebbe e gradirebbe la medicina interventistica e specialistica. L’infiammazione splenica comporta febbre, disidratazione, terribile sete, urine scarse e scure, pelle surriscaldata, stitichezza.
MODI NATURALI DI RIPRISTINARE LA FUNZIONALITÀ SPLENICA
La crisi splenica si combatte con una dieta totalmente crudista prolungata per diversi giorni fino a miglioramento evidente dello stato patologico e dei sintomi. Il movimento, il sudare, la sauna e i fomenti sono tutti sistemi di aiuto. Le malattie della milza rimangono una conseguenza della impurità del sangue. Oltre alla dieta vegetariana-crudista e ai miglioramenti digestivi, si dovranno facilitare le espulsioni tossiche attraverso la pelle, attivando la medesima mediante docce calde e fredde, mediante esposizioni al sole, mediante sabbiature e bagni di mare. Piante particolarmente amiche sono da considerare la hydrastis canadensis o golden seal o idraste, tarassaco, acetosa, camomilla, prezzemolo, uva orsina, mirtillo.
MODI NATURALI DI RIATTIVARE LA FUNZIONALITÀ EPATICA E BILIARE
Quanto alla cistifellea, vale pressoché lo stesso discorso. Assumere in particolare succhi di mela, succhi di ogni possibile frutto acquoso di stagione, ed anche succhi di verdure verdi alla clorofilla. Verdure amiche sono ravanello nero e rosa, carciofo, crescione, lattuga, oliva, patata, pomodoro, tarassaco, asparago, carota, cavolo, fagiolini, melanzana, orzo, patata, prezzemolo, rafano, sedano. Frutti amici ananas, ciliegia, fragola, uva, avocado, cotogna, mela, pompelmo, prugna, ribes, uva.
SANGUE LIPO-TOSSICO E FEGATO ADIPOSO
Il colesterolo assunto con le diete alto-proteiche ed alto-grasse causa congestioni lipidiche al fegato, per cui non si scioglie facilmente mancando lecitina ed altri sali. Questo comporta formazione di cristalli di colesterolo al 95% e altre impurità minerali al 5%, che sono poi il materiale formativo dei calcoli alla cistifellea e alle vie biliari.
LA COLECISTI SI RIMETTE IN ORDINE MEDIANTE REMISSIONE SPONTANEA E DIETA REGRESSIVA
Se si procede alla asportazione chirurgica della cistifellea si fa un buco nell’acqua, visto che i calcoli tenderanno ben presto a riformarsi nel tubicino biliare di collegamento tra fegato ed intestino. Procedendo invece con una dieta regressiva contenente zero colesterolo i calcoli subiranno un graduale riassorbimento, mediante la legge della remissione spontanea promossa costantemente da un corpo funzionante e da un guidatore saggio che non va a mettere i bastoni tra le ruote al sistema immunitario.
LE TRE PATOLOGIE IN QUESTIONE SONO STRETTAMENTE INTRECCIATE
Alla fine, sferocitosi, infiammazione alla milza e calcolosi biliare, troveranno tutte pane per i loro denti nei miglioramenti operati intorno al sangue, reso fluido e puro dalla alimentazione vegancrudista e dalle digestioni facili ed accelerate.
TESINE DA LEGGERE
- Diete post-operatorie, colecisti, Guillan-Barré e Sjogren
- Cistifellea, Gilbert e meraviglie dello zenzero
- Asportare non la cistifellea e il calcolo, ma la calcolosità biliare
- Calcoli biliari e panico da pronto soccorso
- Asportazione cistifellea e sbalzo valori in acido urico, VES e PCR
Valdo Vaccaro
Gentile Sig.Vaccaro, leggo con stupore quanto sopra da lei scritto e se devo essere onesto anche con un po di rabbia . Lei non sarà un taglia ghiandole , ma mi perdoni affermare che la splenectomia è inutile in caso di sferocitosi ereditaria mi sembra un azzardo che lei non può permettersi. Va bene supponiamo che lei abbia ragione . Posso riassorbire i calcoli alla cistifellea …. D’accordo . Posso ” sfiammare ” la milza ( anche se nella sferocitosi si soffre di splenimegalia Che non deriva dall’infiammazione della ghiandola) ma come la risolvo la sferocitosi ? Come risolvo l’emoglobina costantemente a 6 , qualche volta a 7 grazie ad emotrasfusioni? Quindi a me non interessa sapere come guarire la milza e la cistifellea a me interessa sapere come curare la sferocitosi senza splenectomia . saluti ( il papà di una bimba con sferocitosi ereditaria rigorosamente privo di laurea in medicina )