LETTERA
UNA ESPERIENZA PERSONALE SUL METODO ZAMBONI
Caro Valdo, intervengo sull’argomento sclerosi multipla dopo aver letto il tuo ultimo intervento dove sostieni Zamboni e la sua teoria sulla CCSVI, anche perché compatibile con quanto dici da anni sull’importanza del crudismo per una circolazione veloce.
INTERVENTO ANGIOPLASTICO E RIGONFIAMENTO ALLE GIUGULARI
Mi sono operata con il metodo Zamboni a Reggio Emilia nel marzo 2011 nella speranza di migliorare il mio stato di salute compromesso dalla sclerosi multipla. Nell’immediatezza dell’operazione stavo meglio. Avevo ritrovato calore agli arti inferiori, maggiore scioltezza nelle gambe, maggiore energia. Poi, specchiandomi, mi accorsi di avere alla base del collo un rigonfiamento all’altezza delle giugulari, dov’era stata praticata l’angioplastica. Visita di corsa poichè sia io che il chirurgo (una celebrità nel campo, con allora oltre 700 operazioni all’attivo) eravamo preoccupati davvero. Il responso? Formazione di un trombo nel punto operato.
INFORMARSI BENE PRIMA DI FARSI TOCCARE INTERNAMENTE
La mia incoscienza non mi ha fatto capire la pericolosità e così non mi sono agitata troppo. II professore, dal canto suo, mi disse che era un caso raro, quasi anormale. Tutto falso. Leggendo sul blog Zamboni, ho visto che questi casi sono tutt’altro che rari, e sono anche pericolosi. Nel frattempo conobbi te e ti scrissi quando presi la decisione di abbandonare l’assunzione della cardioaspirina. Oggi sto esattamente come prima di operarmi poiché, altra cosa che si apprende solo dopo, le giugulari si sono richiuse quasi subito.
INTERVENTO DOLORISSIMO, COSTOSO E SPERIMENTALE
Mi chiedo allora, perchè prima di operare le persone (che oltretutto pagano dai 5000 ai 3000 euro secondo chi li opera) non fanno fare un esame specifico per accertare il livello di viscosità del sangue, visto che la possibilità di trombi è elevata? Perchè non si forniscono indicazioni certe prima di affrontare un intervento dolorosissimo, ed eseguito senza anestesia, circa la reali possibilità di riuscita? Perchè nella scienza medica, anche la più illuminata si procede sempre in orizzontale e mai in maniera sferica, in modo da abbracciare anche ciò che è intorno? Ho l’impressione che il tornaconto, stia un po’ dappertutto e non parlo solo del vile denaro.
FLUIDIFICARE IL SANGUE CON METODI NATURALI È LA VERA SOLUZIONE
Dico questo provando un grande affetto per il Professor Zamboni che ha messo a punto questa cura partendo da un caso personale. Ho l’impressione poi che anche questo metodo non sia già più all’avanguardia. Oltre Zamboni c’è una cura dell’alimentazione finalizzata alla fluidificazione del sangue, cura innovativa perchè non medica. Se la sanità italiana avesse permesso prima questo tipo di interventi, senza osteggiarli, probabilmente saremmo già passati ad altro. Un caro saluto. Fiorella
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RISPOSTA
L’IGIENE NON FA DA SPONDA IDEOLOGICA ALLA CUROMANIA
Ciao Fiorella. Preziosa ed opportuna questa tua mail. Al punto che ho già fatto una aggiunta integrativa all’articolo in questione. L’igiene naturale nulla ha a che vedere con gli interventi chirurgici, e con le cure che essi implicano prima, durante e dopo, questo va chiarito. Massimo rispetto per Zamboni e il suo entourage. Ma è ovvio che non ho mai inteso fare da sponda a terapia di carattere chirurgico-curativo. L’igiene approva interventi strutturali solo in casi di vera e rara emergenza, e mai come rimedio ad anomalie risolvibili per vie naturali.
PUNTIAMO TUTTO SULLA RISOLUZIONE GRADUALE DELLE ANOMALIE IN ESSERE, AGENDO SUI FATTORI CAUSANTI
Mi si perdoni, ma non ho ancora capito esattamente quanto innocenti, quanto semplici e quanto risolutive siano le correzioni zambiane. Anche perché si parla tuttora di fase sperimentale. L’igiene giudica l’insufficienza venosa come sintomo e conseguenza di stress ossidativi, di carenze respiratorie, di diete alto-proteiche, di altri problemi a monte tutti da circoscrivere e da individuare. L’igiene punta tutto sulla fluidificazione del sangue e sulla risoluzione graduale delle anomalie in essere. Le correzioni col bisturi, ancorché con un bisturi minimo e poco-invasivo, non possono ritenersi risolventi, in quanto lasciano i fattori causativi al loro posto.
INSUFFICIENZA VENOSA CON SVUOTAMENTO RALLENTATO DEL SANGUE VIZIATO
Nessuno meglio di chi subisce una determinata operazione è in grado di giudicare e di capire. Pertanto la tua esperienza è preziosa a 360 gradi, anche per lo stesso dr Zamboni. Ho appena riletto le spiegazioni che il dr Gabriele Giordano, responsabile di angiologia (vasi sanguigni) presso la Casa di Cura Villa dei o Fiori di Acerra-Napoli, espone su internet. La CCSVI (insufficienza venosa cronica cerebro-spinale) è un disturbo della circolazione che rallenta il regolare svuotamento del sangue viziato (già utilizzato dal cervello), ossia del sangue che deve tornare al cuore e ai polmoni per la ciclica ri-ossigenazione.
STUDIO VELOCIMETRICO ECHODOPPLER PER CONFERMARE LA DENSITÀ E LA LIPO-TOSSICITÀ DEL SANGUE
Il sangue è come un torrente carico di acqua buona ed anche di detriti. E’ sempre carico di alimenti e di sostanze tossiche. Il ristagno di questo sangue sporco determina la fuoriuscita di sostanze tossiche dalle vene. Sostanze che si depositano nel cervello infiammandolo. Per la individuazione di questo disturbo vascolare si ricorre a uno studio velocimetrico-EchoDoppler sulle vene profonde del collo e del cervello. La positività all’EcoDoppler è molto alta e sfiora il 95%. Giordano ha affinato la sua esperienza presso la clinica Zamboni, unica al mondo a condurre queste pratiche che in America hanno già definito “The Big Idea”.
EHRET NE PARLAVA GIÀ 100 ANNI ADDIETRO
Che nel sangue venoso abbondino sostanze velenose non è comunque una grande scoperta. “Il grado di sporcizia interna dell’individuo medio è qualcosa di inimmaginabile”, scrisse Arnold Ehret (1866-1922)”, ideatore della dieta anti-muco. La sporcizia in questione si riflette primariamente nel sangue, preposto ad alimentare il sistema cellulare da una lato e a scaricarne i detriti dall’altro.
STENOSI DELLA VENA E RIPORTO DELLA STESSA AL GIUSTO DIAMETRO
L’insufficienza venosa è causata (in senso meccanico) da stenosi o restringimento di una vena. Pertanto, un piccolo intervento di angioplastica, può riportare il vaso al giusto diametro. “L’intervento è indolore ed implica un rischio operatorio molto basso, al punto da essere eseguito a paziente sveglio”, conclude Giordano. Anche qui mi pare che non siate per niente d’accordo. Tu parli di intervento dolorosissimo e lui di operazione indolore. Non ho motivo per dubitare della tua parola.
IN FATTO DI FLUIDIFICAZIONE ABBIAMO PROBABILMENTE QUALCHE MERITO
Quanto alla cura naturale, innovativa e non medica, finalizzata alla fluidificazione del sangue, di cui fai cenno, mi vede impegnato in prima fila, e mi illudo che qualcuno se ne accorga, e me ne dia atto. Tu lo stai facendo, ad esempio. Ne fa testo la battaglia contro le storture ideologiche della B12 (sostanza anti-fluidificante), contro gli Omega-3 ittici e contro il ferro-eme da macello (sostanze anti-fluidificanti). Battaglia che sta nei libri e nelle tesine che ho in circolazione giornalmente.
Valdo Vaccaro
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