LETTERA
UNA DELLE TANTE RICHIESTE D’AIUTO
Gentile dr Vaccaro, Le scrivo per chiederLe aiuto perchè sono disperata. Ho 33 anni, soffro da sempre di colite e da una decina d’anni di cistite. Ultimamente la cistite è sempre più frequente. Ora per esempio ce l’ho da fine luglio e non ne vuole sapere di andarsene via. Ho fatto di tutto. Ho preso mirtilli rossi, qualsiasi tipo di tisana, fermenti lattici, probiotici, magnesio, e non so cosa altro ancora.
QUALI CONTROMISURE PRENDERE CONTRO LE PATOLOGIE VENTRALI?
Niente. Non va via. Consideri che non posso mangiare lo yogurt perchè mi dà evacuazione diarroica, pompelmo e limone, al contrario, mi danno stipsi, verdure e legumi mi danno colite. ovvero irritazione ed infiammazione del colon. Che posso fare? La ringrazio.
Marina
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RISPOSTA
EDIFICARE SIGNIFICA COSTRUIRE CON CRITERIO
Ciao Marina. Anche tu preda delle solite e classiche infiammazioni che tormentano il genere umano ed in particolare le donne. Quando si costruisce una casa con fondamenta friabili e marcescenti, proseguendo poi con mattoni fasulli e difettosi, non possiamo pretendere che i muri non cedano sotto il peso del tetto, dei camini e delle tegole. La proteinomania è la più grande disgrazia che avvolge l’umanità da secoli, ma è proprio in questi ultimi anni che sta mietendo il numero maggiore di vittime, per il fatto di essere accompagnata anche dallo zucchero, dal cibo-spazzatura, dal fattore abbondanza e dal fattore sedentarietà.
SI STAVA MEGLIO QUANDO SI STAVA PEGGIO
Fin quando non esistevano confezioni e bottiglie, lattine e tetrapack, plastiche e flaconi, maxistalle e maximacelli, fast-food e supermarket, radio, software e televisioni, vivisezionatori e sbandati di testa, la gente era povera ed ignorantissima, sbagliava da mattina a sera ma aveva paradossalmente tempi e modi per smaltire e recuperare. L’aria era buona, la miseria teneva le dispense libere da folli accumuli cibari, chimici e farmacologici. I frigoriferi non esistevano e non si tenevano celle mortuarie all’interno delle abitazioni. Né si tenevano fornelli per friggere e tostare cadaveri e salme in continuazione. C’era la stufa a legna o il focolare, buoni per la polenta e per il pane casareccio, e il resto lo trovavi necessariamente nell’orto, nel campo, sull’albero e tra i cespugli. Se poi stavi davvero male, niente autolettighe e sirene che suonano, ma ti raggiungeva a piedi o in bicicletta il curato di campagna, medico e prete nel contempo, che ti oliava la fronte con l’estrema unzione e raccomandava la tua anima a dio o al demonio a seconda dei casi.
BENEDIZIONI, ESORCISMI E SPIRITI MALIGNI IN COSTANTE AGGUATO
Alla fine non c’erano vie di mezzo tra lo star bene e lo star male. O guarivi del tutto e riprendevi a mangiare pieno di fame autentica, o crepavi senza tanti convenevoli. Non c’era spazio per le malattie metaboliche, per le cistiti e le coliti, né per le tiroiditi, il diabete, la dialisi e tutto il resto. Niente autoimmune e niente idiopatico, niente criptogenetico e niente iatrogeno. Solo intervento divino e spiriti maligni in costante agguato. Che sfiga per i medici! O recitar messa e curare l’anima delle pecorelle, prima ancora del corpo, oppure confondersi tra gli speziali e i farmacisti, armeggiando tra flaconi e provette, tra pozioni e intrugli velenosi, tra ortiche e mandragole, tra bacche e radici.
IL DRAMMA DELLA COLITE
Veniamo dunque ai problemi odierni. Colite come irritazione ed infiammazione della membrana intestinale, in un tubo gastrico che parte dall’ano per arrivare al punto di partenza chiamato lingua, appartenente integralmente all’organo digerente. Una patologia incurabile fin quando si agisce testardamente su di essa, sulle sue manifestazioni appariscenti e dolorose, che sono interne e non visibili, come succede con una ferita sul dorso della mano, ma che rimangono sempre sintomi. Ecco spiegato il fallimento stabile e continuato della gastroenterologia, della medicina, della omeopatia, della naturopatia, della psicosomatica, dell’ortomolecolare e persino della quantistica. Chi sbaglia paga e i cocci sono suoi. Solo che in questo caso i cocci restano nel ventre del paziente che se li sorbe dal primo all’ultimo.
LA CURA DEL SINTOMO LASCIA I PAZIENTI SOLI E DISPERATI
E’ il destino dei guaritori vudu e dei guaritori ufficiali, dei ciarlatani legalizzati da un diploma di laurea, boriosi ed arroganti come sempre, ma incapaci di andare fuori dagli schemi vetusti ed imbarazzanti della curomania imperante applicata al sintomo. Purganti, digestivi, diuretici, antiacidi, antibiotici, ecografie, gastroscopie, prelevamenti, accorciamenti, e totale incapacità di apportare un minimo di reale sollievo stabile e non illusorio ai malati, lasciandoli soli e disperati in balia delle più atroci sofferenze.
CERCARE CON PIÙ GRINTA E DETERMINAZIONE, SE SI CREDE NELL’IGIENE E SE MI SI ACCORDA UN MINIMO DI FIDUCIA
Le direttive e le dritte per guarire dalla colite, secondo i miei schemi di igiene applicata, le testimonianze di diverse auto-guarigioni genuine e autentiche, stanno su blog e sta voi cercarvele coi motori di ricerca, partendo magari dalle tesine “La salute umana parte dal colon”, “Schema nutrizionale vegano tendenzialmente crudista”, e stanno pure sui miei libri in circolazione. Penso che ci siano almeno 50 tesine specifiche su cistite e colite. Tutte le mie conferenze contengono poi elementi di rieducazione alimentare. Detto in sintesi serve una dieta crudista e vitale, dove ci viene incontro la tecnologia delle centrifughe possibilmente slow-juce, che non surriscaldino molecolarmente il succo. I malati di colite son malati nella testa prima ancora che nel colon.
L’ESEMPLARE UMILTÀ DEGLI ZAR DI RUSSIA
Ci tengono pure ad essere malati. Come i dribblomani nel gioco del calcio si innamorano della palla e non la passano mai al compagno libero, così i sofferenti di colite si innamorano paradossalmente delle proprie condizioni e ti mandano pure a quel paese se osi dirgli la verità. Non tutti sono per fortuna così, e la Marina ovviamente non appartiene a quella categoria. Lei ha l’umiltà di ammettere la sua disperazione. Allo stesso modo che lo Zar di Russia, imperatore di sconfinati territori euro-asiatici, si faceva piccolo-piccolo e scendeva da Mosca o da San Pietroburgo a Zurigo, per farsi curare la colite dal grande Max Bircher-Benner. Troppa cacciagione e troppo stoccafisso, troppo caviale del Volga e troppa vodka mandavano l’intera famiglia in tilt, e l’unico al mondo capace di rimetterla in ordine era il medico zurighese. Li curava facendoli saltar fuori dal letto alle 6 di mattina, facendoli correre per i parchi cittadini, e servendogli crudità da mattina a sera, dopo qualche propedeutico passato di verdure nei primi due giorni di cura.
IL MALE STA NELLA TESTA, NEL PENSIERO PIÙ CHE NEL COLON
Il male sta nella testa dei malati, nei loro pensieri, nelle loro scelte, nelle loro convinzioni indotte e mutuate dai falsi-profeti della nutrizione medica e dai falsi-profeti dei teatrini culinari che le televisioni irradiano in continuazione, per tenere sotto controllo la propria massa di pecorelle consumatrici. Provano un piatto di insalata o un succo d’arancia, stanno un po’ male, e ti mandano le maledizioni, attribuendo alla presunta acidità degli agrumi tutti i difetti del mondo, e difendendo a spada tratta la reputazione delle proprie mucose interne, quasi che fosse normale stare male e vivere in condizioni pietose.
LIBERARSI DALLE TASCHE PUTRIDE E DALLE DIVERTICOLITI, MA ANCHE DALLE IDEE-SPAZZATURA
Dalla colite si guarisce facile, sicuro e garantito. Ma prima bisogna ripulire il cranio dalle idee-spazzatura. Solo così si può accettare l’applicazione coerente e fiduciosa di una cura naturale a base di centrifugati che duri dalle 4 alle 6 settimane almeno. Niente cibi ma spremute di agrumi e di melograni al risveglio, magari allungate con l’acqua, magari introdotte con ritmata progressione. Ogni frutto acquoso, ogni melone, ogni mirtillo, ogni kaki, ogni grappolo restano autentiche benedizioni, purché si sappiano evitare le fibre in fase diarroica e si sappiano utilizzare invece in fase stitica, trovando poi il giusto e prudenziale mix in fase mista. E per il resto centrifugati di carote-sedani-ananas, bietole-carote e topinambur, carote-patatedolci-sedani e mele o ananas, con aggiunta di radichetta di zenzero e una presa di peperoncino rosso piccante fresco o secco, con ciuffetto di ortiche, malva, acetosa, tarassaco, con aggiunta di 2 cucchiai di germe di grano. Da bersi freschi a piccoli sorsi tra mattino e sera, stando su 2 litri almeno per giornata. Volendo aggiungere dell’acqua tra un centrifugato e l’altro, si può, al ritmo di mezzo litro al giorno, anche se col crudo la sete tende ad andarsene. Non avere fretta di guarire. Il benessere stabile e sicuro arriverà a partire dalla terza settimana.
UN BUON FUOCHISTA NON INTASA MAI LA SUA STUFA
Qualora ci sia della costipazione e della stitichezza si mangino pure delle verdure fibrose, come le carote grattugiate, come i finocchi e i carciofi crudi, come i cavoli crudi e le varie cicorie, come la dolcetta (o valerianella), come i lupini. Si ricorra pure alla cottura leggera delle amidacee naturali. Intendo patate, patate dolci, rape, cavolini Bruxelles, carciofi, broccoli, cavolfiori, cime di rapa, piselli, leguminose, cereali privi di glutine tipo miglio-quinoa-saraceno-risoscuro-popcorn, farine varie tipo castagne-mais-tapioca-carruba-pistacchio-ceci. Ovvio che per accorciare i tempi di guarigione serve stare sul crudo. Vietato intasare la propria stufa con altra legna, se c’è della cenere da smaltire, se i tubi sono incrostati di catrame e se il tiraggio d’aria non funziona. Non servono yogurt e non servono probiotici, non servono minidosi omeopatiche o rimedi magici di maghi e fattucchiere.
IL PEPERONCINO ANTIULCERA
Ricordarsi che il peperoncino è una manna contro le ulcerazioni e va pertanto aggiunto sempre in tutti i centrifugati. Si può anche preparare un infuso a freddo con un bicchierozzo di acqua distillata o leggera, un cucchiaino di peperoncino o paprika, e due cucchiaini di miele o di agave, e due cucchiaini di aceto di mele, ottimo per aiutare il tratto digestivo, sorseggiando durante la giornata per tre giorni di seguito, tra un centrifugato e l’altro. Se in questo periodo, o anche nel periodo successivo alla guarigione ci fossero dei fastidi inattesi ed imprevisti, delle tachicardie, delle manifestazioni cutanee dovute ai reni intasati che filtrano poco e male, non andare in panico ma stringere i dentini per qualche giorno. Siamo di fronte alle normalissime crisi eliminative da scarico tossine interne. Crisi la cui intensità e durata variano in base allo stock tossico, allo stato di forma e di reattività del sistema immunitario, all’età del soggetto, alla rigorosità con la quale sta applicai le regole.
TOTALE ESTRANEITÀ DEI MICRORGANISMI NELLE CISTITI E IN TUTTE LE ALTRE PATOLOGIE
Quanto alla cistite, con irritazione ed infiammazione della vescica, può derivare da compressioni, da processi infiammatori limitrofi, da sostanze irritanti, da medicamenti e droghe varie, da fermentazioni ammoniacali, da urine troppo acide o troppo alcaline, da debilitazione e stress, da congestioni, surriscaldamenti e raffreddamenti. Esiste pure la compresenza di germi (colibacilli, gonococchi, stafilococchi, bacilli di Koch, pseudomonas e tanti altri ancora), ma si tratta sempre di compresenza susseguente a pre-esistenti condizioni di malattia. Germi, batteri e virus sono innocenti totalmente e non c’entrano un tubo con le malattie umane, uomo-causate, medico-causate e medico-curate.
TROPPO COMODO INCOLPARE CHI NON HA VOCE PER DIFENDERSI
Lo ripeterò fino alla noia che i virus sono polvere cellulare interna da espellere. Se per i nostri contaminanti salumi, per i nostri collosi formaggi e la nostra amata spazzatura dolcificata, non riusciamo nemmeno a smaltire i rifiuti interni, la colpa è tutta nostra e i virus siamo noi stessi. Smettiamola di demonizzare i microrganismi e i detriti cellulari che ci intasano per pigrizia linfatiche da noi promosse e provocate. Smettiamola di demonizzare stupidamente i batteri che fanno il loro dovere di spazzini e di preziosi soci incompresi nell’impresa di auto-pulizia interna. Prova del nove che batteri e virus sono innocenti e non ci divorano? Stop a ogni cibo e vere acqua. Tre giorni di digiuno e tutto torna normale, a parte gli immancabili effetti eliminativi causati dalla sovrabbondanza di scorie. In pratica, senza assumere alcun antibiotico ed alcun antivirale, non finiamo divorati e massacrati dai microrganismi che rientrano nei ranghi (i batteri) e continuano a fluire pacificamente nella loro massiccia moria fisiologica giornaliera (i cosiddetti virus).
LA DIETA CRUDISTA E RIVITALIZZANTE È UNA SOLUZIONE UNIVERSALE
Alla fine, anche qui nella cistite ci vuole una dieta crudista e rivitalizzante. Zero proteine animali, zero latticini, zero dolcetti e zero salatini. In caso di vermi e parassiti, causa poi di funghi e di candide, nel giro di 7-10 giorni con digiuno ad acqua e limone, essi spariscono. Inserendo poi, nei centrifugati successivi al digiuno, delle foglie d’aglio e di cipolla, e parte di bulbi d’aglio, di cipolla e di porro, nonché dei semi di zucca, ogni parassita avrà le ore contate. Nelle crisi acute di cistite un aiuto può arrivare dal cataplasma di fango o di cipolle e cavolo pestellati, da applicarsi la notte sul basso ventre. Il succo d’arancia è formidabile e si può fissare una spremuta di 7 arance grosse al giorno, anche in eventuale mescola con del succo di melograno. Il succo di limone (2-5 limoni al giorno), più acqua e agave o miele, è pure prezioso. Cavolo, cavolfiore, ravanelli, rucola, crescione, porro e rapa sono tra gli amici più fidati.
Valdo Vaccaro
Che bell'articolo Valdo..
Mammamia che forza che dai e che speranza per un TUTTO migliore..
Ti seguo e apparte essere vegana non ho ancora fatto nient'altro..
Non so' dove e come iniziare a ripulire il mio corpo!
Ieri ho preso il tuo libro..
Intanto dove posso capire da dove iniziare?
Grazie
VAlentina
Grazie Valdo, buon periodo natalizio e serenità anche a te e ai tuoi cari.