RIMEDI EFFICACI ALLE DOLOROSE COLICHE RENALI

da 13 Gen 2015Coliche e calcoli renali

LETTERA

COLICHE RENALI CON FITTE COSTANTI E DOLOROSE

Salve Valdo. Mi perdoni, la disturbo nuovamente. Sono Alice. Ci siamo sentiti in merito a due coliche renali, così definite dai medici, con dolore al fianco sinistro che scende fino all’ovaia sinistra, con fitte costanti e dolorose.

Ho seguito una dieta tendenzialmente crudista per tutto il tempo, senza sgarri neppure a Natale. Ho bevuto moltissimi estratti e ora prendo tutte le mattine gocce di gemmoderivato di mirtillo rosso in acqua. Ma, nonostante questo, le scrivo dal letto, di nuovo. La terza crisi in quasi tre mesi.

Io sono fiduciosa in tutto ciò che è l’igienismo, ma ho bisogno di una soluzione, perché queste coliche sono debilitanti e devastanti. Oggi ho rimesso tutta la frutta e l’estratto che ho bevuto, e quasi nemmeno riesco a mandar giù un bicchiere d’acqua. Dunque mi chiedo, perché?

Nella mia vita non ci sono prodotti animali, né derivati di alcun tipo. Non ci sono farinacei. I cibi cotti sono quasi nulli, l’acqua è biologica, proveniente da frutta fresca. Non fumo, non bevo e fortunatamente con meditazione giornaliera sto rimettendo a posto la mia vita.

NON RIESCO A DORMIRE, A CAMMINARE E A PENSARE

Allora perché questa agonia? E soprattutto cosa fare? Non riesco a dormire, a camminare, a respirare, pensare. Le fitte sono atroci e non posso che desiderare intensamente una fiala di Toardol che mi stenda, ma almeno mi faccia dormire.

Ho il privilegio di studiare in una scuola di naturopatia e terapia olistica, con professori che sono stati dottori allopatici, per poi passare al lato oscuro. Perciò sarà uno dei miei professori a seguire la mia patologia, visto che un nefrologo non sarebbe in grado di farlo, se non imbottendomi di medicine. Dunque cosa pensa al riguardo? Perché davvero è estenuante. Mentre le scrivo fatico profondamente a mantenere salde speranza e concentrazione. Spero di sentirla, e di sicuro ci vedremo tra pochi giorni a Roma se ci riuscirò. La abbraccio e la ringrazio!
Alice

*****

RISPOSTA

I DOLORI DA CALCOLOSI RENALE SONO TRA I PIÙ DIFFICILI DA SOPPORTARE

Ciao Alice. La colica renale, che si manifesta in modo improvviso e violento, consiste in un dolore acuto che dall’area addominale o lombare scende verso l’inguine. È annoverata tra i disturbi urologici più dolorosi e tra i più antichi conosciuti, tanto che resti di calcoli renali sono stati riscontrati dai ricercatori in mummie egiziane. L’evento è scatenato dalla presenza di un calcolo renale, un agglomerato di cristalli composti dalla precipitazione dei sali che l’organismo elimina con le urine.

FORMAZIONE DEI CALCOLI RENALI

Le urine sono una soluzione formata da acqua come solvente e dai sali ed altre sostanze come soluti. Quando, per motivi svariati i sali precipitano, danno luogo ai cristalli che tendono ad aggregarsi ed ingrandirsi fino a raggiungere dimensioni visibili, formando il calcolo. Di solito i cristalli migrano con il flusso delle urine e, seguendo il flusso, passano dal sistema pileo-caliciale renale, cavità di raccolta delle urine appena formate, nell’uretere, il canale che porta le urine dal rene alla vescica. Pertanto i cristalli e i calcoli di piccole dimensioni vengono costantemente eliminati con le urine senza che il soggetto se ne accorga.

Purtroppo, a volte, per difetti del flusso urinario a livello dei calici renali, i cristalli non vengono eliminati subito. Altre volte succede che il piccolo calcolo formatosi aderisca alle pareti del sistema pileo-caliciale ingrandendosi. In altri casi ancora la quantità di sali nelle urine è talmente elevata che la precipitazione e la formazione del calcolo avvengono rapidamente da ottenerne uno di grandi dimensioni prima che il flusso urinario riesca a trasportarlo senza disturbo.

Anche quando è grosso, il calcolo è sottoposto al tentativo di eliminazione da parte dell’attività muscolare delle vie escretrici. Questo tentativo può causare problemi, in quanto le contrazioni peristaltiche, che rappresentano il movimento attivo di trasporto dell’urina da parte delle vie escretrici, incastrano il calcolo nel condotto e, ostacolando il flusso, provocano una brusca estensione delle vie escretrici. Ecco che si parla di colica.

DIVERSI TIPI DI CALCOLI

I calcoli renali sono normalmente composti da acido ossalico e da calcio. Alcuni di essi vengono definiti pietre di prato e derivano da formazioni eccessive di acido urico. Esistono comunque 4 tipi di calcoli renali:

  1. Calcoli di sali di calcio (composti da calcio e fosfato o calcio e ossalato),
  2. Calcoli di struvite (che contengono magnesio o ammoniaca e spesso sono a forma di corno e piuttosto larghi),
  3. Calcoli di acido urico (generalmente lisci, marroni, più morbidi rispetto agli altri tipi di calcoli),
  4. Calcoli di cistina (che sono spesso gialli). Generalmente i calcoli renali colpiscono le persone tra i 30 e i 60 anni, soprattutto di sesso maschile. La loro formazione è dovuta a sostanze presenti nel nostro corpo, come il calcio, l’ammoniaca (gas dal forte odore), acido urico (rifiuto prodotto dal metabolismo), cistina (aminoacido costituente delle proteine).

SINTOMI COLICA RENALE

La colica renale si manifesta con un dolore improvviso nella regione lombare che tende ad aumentare d’intensità, irradiandosi ai quadranti addominali inferiori, alla vulva, o ai testicoli per i casi riguardanti i maschi, e alla radice della coscia.

Si tratta di un dolore violento, paragonabile alle doglie di una partoriente, che inizia di solito la notte o di primo mattino, protraendosi per qualche minuto o sino a qualche ora. Il soggetto soffre talmente tanto da apparire molto agitato e alla continua ricerca di una posizione antalgica. Tra gli altri sintomi più frequenti della colica renale c’è il cardiopalmo (anomala percezione del battito cardiaco), la pollachiuria (minzione più frequente ma ridotta in quantità), l’oliguria (ridotta escrezione urinaria), nausea, vomito, pallore e sudorazione.

CURA PER COLICA RENALE

Le terapie farmacologiche, dopo un’accurata anamnesi per valutare la frequenza degli episodi e la loro localizzazione, impiega FANS (anti-infiammatori non steroidei), oppure antispastici per via endovenosa, cortisonici e antiemetici per calmare vomito, dolore e infiammazione in attesa della progressione del calcolo verso la vescica, dove sarà eliminato con le urine. Durante il decorso della colica renale, occorre dedicare del tempo al riposo, alleggerendo lo stress quotidiano con benefici bagni d’acqua calda o semplicemente con una borsa d’acqua calda applicata sulle zone dolenti, sfruttando la vasodilatazione per ridurre tensioni e spasmi.

PREVENZIONE CON RISORSE NATURALI AMICHE

Cessato il dolore acuto, occorre bere molta acqua per facilitare l’espulsione del calcolo, pianificando con piano alimentare personalizzato preparato da un dietista o nutrizionista. Per la prevenzione di tutti i tipi di calcoli, si consigliano alimenti naturali ricchi di acqua, come acetosa, aglio, anguria, bardana, carciofo, cavolo, cetriolo, cipolla cruda, finocchio, lattuga, mandorla, malva, mango, melone, nocciola, ortica, papaia, sedano, tarassaco, zucca.

ERBE CON EFFETTI ANTISPASMODICI E RICORSO ALL’OLIO DI OLIVA

Oltre alla citata malva, camomilla, melissa, timo, e tiglio risultano ottime per degli infusi. Per troncare istantaneamente il dolore da coliche un ottimo rimedio consiste nel prendere qualche cucchiaino di olio di oliva. Perdurando il dolore converrà fare dei clisteri caldi di acqua e olio d’oliva. Comprendo le lamentele. La sofferenza non comoda a nessuno. Un motivo in più per non mettersi nelle condizioni patologiche dell’insufficienza renale e nemmeno in quella della calcolosi. Non è il caso di mettere in discussione l’igienismo e le sue indicazioni. Paradossalmente, la buona dieta purificante e il rigore nelle scelte di vita, comporta spinte accessorie alla espulsione del materiale. Il solito discorso delle crisi eliminative.

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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Commenti

11 Commenti

  1. Francesco

    ma santa pace, si tratta di normalissima detox, di una crisi eliminativa, dunque certamente curativa, sollecitata dalla tua dieta cruda e ricca di succhi. Una crisi, la tua, piuttosto dolorosa e violenta, e non so fino a che punto sopportabile. Se vuoi limitare i sintomi della detox, dilazionandone nel contempo i benefici effetti, devi introdurre una quota sufficiente di cotto nella tua dieta, anche se però occorre sapere che la detox, una volta partita, non sempre è reversibile (lei cioè fa il suo corso una volta lanciata). Comunque se i dolori sono lancinanti e tu non te la senti di sopportarli oltre, non hai altra strada che ricorrere al cotto (magari alle patate, o anche alle banane cotte ecc), limitando il più possibile i succhi e privilegiando la frutta zuccherina (banana) rispetto a quella acquosa. E poi naturalmente niente digiuni o semidigiuni o mangiare "poco", tutte cose che sollecitano la detox, di cui non senti certo il bisogno nelle tue condizioni.

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  2. Luca

    Ci sono calcoli grossi 1 cm. e oltre che non riescono a passare, perciò bisogna andare a prenderli passando con una sonda attraverso l'uretere e uretra…se è il caso frantumarli…etc…

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  3. Francesco

    La certezza della diagnosi si ha solo a posteriori, in questo caso a guarigione avvenuta. Prima c’è solo una ragionevole ipotesi che si tratti di crisi eliminative, in questo caso di coliche renali finalizzate all’espulsione dei calcoli renali: un’ipotesi ragionevole visto che si tratta di crisi conseguenti a una variazione in senso virtuoso della condotta alimentare, dalla quale variazione ci si attende appunto una reazione positiva del corpo sulla via della guarigione. Dopo di che, ovvio che i calcoli formatisi in passato hanno avuto delle cause precise, probabilmente costituite da comportamenti errati in campo alimentare (dieta alto grassa-proteica inadatta a un organismo costruito per funzionare con una digestione leggera e dunque basso grassa-proteica): queste sono le cause vere del male, non certo i succhi la frutta e le verdure crude con cui Alice ha dato la stura alle sue crisi di detox che sono piuttosto dei processi di cura e di guarigione, un passaggio doloroso ma necessario per rimediare alle magagne del passato. La mia preoccupazione era solo quella di dire ad Alice: guarda che se insisti troppo coi succhi con la frutta acquosa e le verdure crude, e per giunta magari anche con qualche digiuno/semidigiuno, non è che guarisci dalle tue coliche ma anzi rischi di peggiorarle; se vuoi contenere i dolori delle coliche devi essere un po’ meno virtuosa con la tua dieta. Si tratta insomma di gestire il processo di detox con sapiente prudenza, sperando che tutto vada a buon fine.
    Quanto ad eventuali carenze enzimatiche, queste possono esserci state in passato non certo recentemente da quando è iniziata la dieta cruda, ricca per definizione di apporti enzimatici.

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  4. Francesco

    Il fatto che si tratti di crisi eliminative non le rende per questo esenti da rischi (quali quelli che tu paventi), che sono quelli propri di ciascuna specifica crisi o malattia: rischi di cui quindi bisognerà eccome tener conto, fino al punto, in qualche caso estremo, di preferire di rinunciare alla detox stessa (o comunque di allentarla parecchio) allo scopo di sottrarsi al rischio inerente. D’altra parte l’esistenza di tali rischi non è una buona ragione perché ci si tenga distanti dalle crisi eliminative: si tratterà piuttosto di valutare di caso in caso, assumendo, là dove è consigliabile vista la presenza di rischi più o meno gravi, le dovute cautele, a partire dalla famosa gradualità nel cambio di dieta.

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  5. Francesco

    noi non siamo medici, solo all'interessato compete la responsabilità delle scelte in materia della propria salute, che si tratti della scelta di "lasciar fare" al nostro corpo oppure quella di chiedere l'aiuto di un medico o di una struttura medica quando il rischio ci sembra troppo grande per essere gestito in proprio. Noi non abbiamo nè titolo nè competenza medica in merito a cosa consigliare a questa persona, tutto quello che possiamo fare è avvertirla dei possibili rischi, che poi però tocca a lei gestire operativamente. Se esistesse la figura del terapeuta igienista, indirizzerei questa persona verso di lui, purtroppo questa figura non esiste, abbiamo i medici che non sanno cosa sia l'igienismo (e quando lo vengono a conoscere in genere lo ridicolizzano) , e abbiamo gli igienisti che snobbano i medici (anche questo è un atteggiamento che può indurre in errore). Non ci resta che arrangiarci, cercando di ragionare sulle cose usando anche un pò di sana prudenza.

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  6. Francesco

    io non piglio in giro nessuno: pur non essendo un cardiologo ma solo un ex infartuato, ho deciso sotto la mia responsabilità di eliminare tutti i farmaci prescrittimi dal cardiologo. Sono infatti giunto alla conclusione, per quel che riguarda lo stato specifico della mia patologia, che non esista farmaco che possa far di meglio di quanto non possa fare la semplice adozione dello stile di vita igienista. Non ne faccio però una regola universale: ci sono patologie dove questo può essere sensato e corretto, ed altre dove l'intervento medico è invece consigliabile. Poichè non ho competenze tecniche all'altezza del compito, non intendo pronunciarmi su come sarebbe opportuno comportarsi nei diversi casi, neppure nel caso specifico delle coliche renali. Del resto avrai notato che lo stesso Vaccaro, quando argomenta delle diverse patologie, lo fa sempre in termini piuttosto accademici e astratti, senza mai entrare nel caso specifico fino ad esprimere una vera diagnosi e prescrivere una vera terapia (salvo quella generica igienista). Per ciò che riguarda in particolare le cosiddette crisi eliminative, il discorso è quello che ti ho già anticipato: da un lato si tratta di processi curativi e quindi benvenuti, dall'altro non si deve dimenticare che si tratta pur sempre di malattie, come tali quindi portatrici di una certa dose di rischio. Più grave è la patologia (pensa ad esempio ad una grave crisi epatica e renale, che si può scatenare in un malato di cancro che intraprenda una dieta di disintossicazione), e maggiore è il rischio che si assume decidendo di "fare da sè". Dopo di che, ognuno si assuma la responsabilità delle proprie scelte. Potrei forse sbagliarmi, ma non credo che tu possa trovare un igienista disposto a darti un consulto clinico su quel che ti convenga fare in quelle circostanze; e comunque non io certamente, che sono un semplice lettore delle tesine di Vaccaro, che mi limito a commentare insieme ad altri amici.

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  7. Roberto Cinelli

    ?

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  8. john white

    Io trovo che Francesco sia partito col piede sbagliato. Con tutto il rispetto per le tue magagne Francesco, ma le hai mai avute le coliche? Quelle vere intendo, non i dolori di un'oretta che possono smorzarsi con l'omeopatia…io sono finito in pronto soccorso il mese di dicembre in preda a dolori insopportabili. E si che sono uno che il dolore l'ha conosciuto in molte occasioni….Ti auguro di non provarle mai…Non partire con quel Santa pace, perché così sminuisci la sofferenza altrui

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  9. sara bruschini

    Salve a tutti. Ho avuto una colica renale DISASTROSA circa tre settimane fa e mi trovo qui perchè in questo momento la gamba gia inizia a farmi malino, segno che col dolorino lievi che ho al fianco……..potrebbe essercene una in arrivo per stanotte. Vorrei dire una cosa. chi non le ha mai avute non potrà MAI capire quanto sia intensoe continuo il dolore. Poi subentrano gli sforzi di vomito, violenti come non li avete mai provati in vita vostra. Se quella sera di tre settimane fa non mi fossi fatta un siringone di voltaren e un antivomito, non sarei riuscita a superare la notte, credetemi. Senza contare che per riprendermi ci ho messo tutte e tre le settimane fino a stasera che temo sarà la seconda. Sopportare si, ma fino ad un certo punto. PS: io sono vegana da quattro anni.

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  10. Cristina Verpa

    Sara leggo adesso questo tuo messaggio…vorrei contattarti

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  11. Roberto Cinelli

    Qualcuno ha risolto i problemi di calcolosi senza Ricorrere a cure mediche?

    Rispondi

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