LETTERA
Caro Valdo, io e la mia famiglia ti seguiamo sempre con interesse. Abbiamo avuto anche il piacere di conoscerti e incontrarti più volte a Roma in occasione di conferenze ed eventi. Siamo felicemente vegani da quattro anni, ed anche tendenzialmente crudisti avendo appreso e seguito sin dall’inizio i tuoi preziosi consigli.
Ti scrivo per avere un tuo parere sulla sindrome di Ehlers Danlos di cui è affetta un’amica. È possibile avere una regressione della malattia inducendola a cambiare alimentazione e stile di vita? Lei ha quarant’anni ed è onnivora. In attesa di una tua gentile risposta ti invio un affettuoso saluto.
Simona
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RISPOSTA
SINDROME EHLERS DANLOS
Ciao Simona. In questo caso si parla di una patologia genetica che colpisce il tessuto connettivo ed in particolare la sostanza proteica chiamata collagene.
I sintomi della sindrome di Ehlers Danlos includono una alterazione ed una fragilità del tessuto connettivo, una fragilità dei vasi sanguigni, dei capillari, delle articolazioni, dell’apparato muscolo-scheletrico e della pelle. In pratica una fragilità di tutte le parti dell’organismo contenenti collagene. Il tutto si traduce in scarsità di tono muscolare, in deformità delle dita, in vene varicose, in pelle traslucida, sottile ed ipersensibile, con comparsa di lividi, ematomi, ecchimosi e lacerazioni in seguito a traumi anche minimi.
LE MALATTIE NON SONO ENTITÀ PATOLOGICHE E NON SONO DIFETTI IRRIMEDIABILI
Basilare togliersi dalla testa l’idea che una patologia genetica, o classificata come tale, non abbia possibilità di essere affrontata e risolta con successo. Questo tipo di idea era di moda fino a qualche anno fa, quando si pensava ai geni e al Dna come a qualcosa di fisso e scontato, di non modificabile. La medicina genetica ha subito una letterale batosta e una radicale ristrutturazione sulla base del fatto appurato ed accertato che i geni cambiano decisamente in base alle nostre scelte alimentari, comportamentali e mentali, in base a come noi stessi pilotiamo la realtà quotidiana.
Già il pensare che un nostro qualsiasi disturbo sia ben catalogato e appartenga a una specifica categoria come quella genetica è alquanto fuorviante. Se poi pensiamo pure che la malattia stessa sia una ben determinata entità patologica con sue precise caratteristiche, ci allontaniamo ancora di più dal vero, e rimaniamo intrappolati nei dogmi e nei pregiudizi. Pertanto si può regredire e si può guarire. Questo è il primo punto-chiave da considerare.
COSE DA FARE E COSE DA NON FARE
Chiaro che bisognerà evitare attività sportive impegnative e rischiose, mentre servirà mantenere i muscoli in condizioni di attività e di trofismo, mediante regolare esercizio fisico, adeguata respirazione profonda e diaframmatica, mediante buon assorbimento solare, mediante alimentazione leggera, sobria, digeribile, vitale, innocente, e pertanto mediante la solita magnifica dieta vegan-crudista tendenziale, sostenibile e personalizzata. Togliere le cose sbagliate e lasciar fare il lavoro guaritivo alle apposite dotazioni corporali.
ALCALINIZZARE IL SISTEMA E RAFFORZARE IL COLLAGENE
Indispensabile un notevole miglioramento della formula del sangue e un rafforzamento del collagene. Il collagene richiede molta vitamina C naturale per contrastare i radicali liberi. Una dieta con alto livello Orac (Oxygen Radical Absorbance Capacity) e pertanto ricca di bioflavonoidi. Dove trovare la vitamina C? Ciliegie, guava, peperoni, acetosa, cavolfiori, cavolini, kiwi, agrumi, crescione, kaki, fragole, papaia, mango, spinaci. Il collagene richiede pure abbondanza di vitamina A naturale, utile a ridurre le rughe e a stimolare la produzione dello stesso collagene nel corpo. Dove trovare la vitamina A? Peperoncino rosso, tarassaco, acetosa, carote, asparagi, broccoli, finocchio, radicchio, mango, papaia, patata dolce, castagna, albicocca, alghe, crescione, zucca, cachi, cipolla, pomodoro, portulaca, banana. Come per tutte le malattie, un ruolo di grande importanza è ricoperto dal fatto mentale, dalla convinzione di potercela fare.
Valdo Vaccaro
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