LETTERA
NON MI SONO MAI SENTITO MEGLIO IN VITA MIA
Egregio dr Vaccaro, mi chiamo Simone Venturini. Anzitutto sto benissimo, mai sentito meglio in vita mia! So di avere un rene destro di dimensioni ridotte e, da un mese, ho scoperto anche una cisti definita complessa (dicono Bosniak 4) al rene sinistro.
RENE DESTRO PIÙ PICCOLO
Ho iniziato così il calvario dei consulti chirurgici, uno più allarmante dell’altro. Il problema, secondo loro ma non secondo me, è il rene destro che, essendo più piccolo, non garantirebbe la funzionalità renale qualora, a causa di complicazioni chirurgiche, si dovesse ricorrere all’asportazione del rene sinistro.
ASSUNZIONE DI ZYLORIC E DI UN IPNOINDUTTORE
Ho letto con grande interesse i suoi articoli e credo fermamente che una dieta come da quella da lei indicata possa risolvere problemi come il mio. Io non voglio assolutamente correre anche il minimo rischio di perdere il rene sinistro. Tra l’altro le analisi del sangue hanno valori assolutamente non allarmanti: creatinina sempre tra 1.2/1.5, proteinuria intorno a 500 mg, acido urico intorno a 7.5. Attualmente prendo lo Zyloric 100 mg ed anche un ipnoinduttore per dormire.
NON LA MALATTIA MA È L’ANGOSCIA AD UCCIDERE
Io e mia moglie veniamo da settimane di terrore diagnostico. Io sono un Biblista, ebraista ed ho scritto diversi libri dove parlo dei sensi spirituali. So che è l’angoscia e non il tumore, a uccidere veramente. Per questo il suo approccio mi interessa molto. Cosa mi consiglia?
Simone
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RISPOSTA
IL TUO È UN MESSAGGIO CHIARO E INTELLIGENTE
Ciao Simone. Le tre cose essenziali che emergono dal tuo messaggio sono:
- Che stai bene,
- Che ad ogni buon conto tutti i valori fondamentali lo confermano,
- Che hai una eccellente preparazione sul fattore mentale, per cui non è il tumore ma sono l’angoscia e il panico quelli che continuano ad uccidere la gente.
ANGOSCIA E PANICO SONO I VERI KILLER
Ma angoscia e panico non sono dei soggetti pensanti. Si tratta solo di sentimenti negativi. Occorre dunque capire chi è che li procura e li ingenera, chi è che li fabbrica e perché lo fa. Nel campo della sanità pubblica tutti noi sappiamo che andare da un medico significa, salvo rare eccezioni, ritrovarsi con le pive nel sacco. Che si chiami studio, ambulatorio oppure ospedale, entri da sano ed esci da malato grave. Non è solo una questione di odore di sostanza chimica. È proprio una scelta strategica che la Medicina impone ai suoi generali in camice. L’obiettivo dichiarato è quello di spaventare a morte il paziente, procurargli angoscia e sfiducia in se stesso, renderlo, docile, arrendevole e remissivo, privo di domande e di obiezioni, obbediente a qualsiasi direttiva e a qualsiasi intervento dettato dall’autorità sanitaria.
LIBERARSI AL PIÙ PRESTO DAI FARMACI ASSUNTI
Nessuna meraviglia che anche in presenza di persone preparate e qualificate, come nel caso vostro, la paura e l’insicurezza abbiano il sopravvento. Solo così posso giustificare la vostra assunzione di Zyloric e di farmaci ipnoinduttori. Lo Zyloric abbassa il tasso di acido urico nel sangue e nelle urine, contrastando gotta, ipeuricemia, litiasi e presenze di urati. Ma procura pure pesanti effetti collaterali, specie nei sofferenti di sindromi renali ed epatiche. Si parla infatti di vertigini, sonnolenza, vasculiti, ipertensione, epatotossicità, parestesie e neuropatie. Quanto ai farmaci ipnoinduttori, ovvero agli ansiolitici e ai tranquillanti, si parla di assuefazione, di dipendenza, di astinenza, di stordimento, di riduzione nelle performance cognitive e muscolari.
ESISTONO OTTIME ALTERNATIVE NATURALI
Per l’acido urico ci sono diverse risorse naturali. Mi riferisco a: acetosa, ananas, asparago, bietola, carciofo, carota, cavolo, cetriolo, cicoria, fagiolo, fragola, lampone, lattuga, melone, nespola, oliva, pera, pomodoro, porro, prezzemolo, prugna, rafano, rapa, ravanello, ribes, sedano, tarassaco, topinambur, uva. L’insonnia dopotutto si contrasta con gli alimenti crudi, col magnesio che favorisce il sonno naturale e si trova nelle mandorle, nelle noci, nei pinoli, nei semini oleosi, nei mandarini che sono pure ricchi di bromo. Altri alimenti sonno-induttivi? Albicocche, avena, cavolo, lattuga, mela, pesca, zucca.
COSA SONO LE CISTI RENALI
L’altro allarme appare più disturbante nel senso che crea incertezza ed insicurezza, esattamente nei termini da te citati a proposito dell’angoscia che bersaglia e bastona più del cancro. Esso riguarda la ciste che ti hanno diagnosticato. Le cisti renali vengono classificate in semplici o complesse a seconda che siano bolle uniche o multiple che interessano più aree dell’organo e, in questo secondo caso, possono avere le stesse caratteristiche di tumori cosiddetti maligni del rene.
PATOLOGIE EREDITATE DALLA NASCITA OPPURE ACQUISITE NEL CORSO DELLA VITA
Le cisti renali sono formazioni grossolanamente sferiche, a contenuto liquido, che si sviluppano nel contesto del parenchima renale. Possono far parte di patologie ereditarie, come nel caso della malattia del rene policistico in cui le cisti sono presenti dalla nascita, oppure essere acquisite, sviluppandosi cioè nel corso della vita. Gli studi autoptici hanno dimostrato che le cisti renali sono molto frequenti, presentandosi in più del 50% dei soggetti oltre i 50 anni di età. Le cisti renali acquisite sono raramente sintomatiche, per questo motivo nella maggior parte dei casi vengono individuate casualmente durante esami radiologici, come ecografia e tac, eseguiti per altri motivi. Maggiore è l’età, più frequente è il riscontro di cisti renali acquisite.
CISTI SEMPLICI SULLA PARTE CORTICALE
Le cisti sono definite semplici quando si sviluppano a partire dalla corticale del rene (cioè dalla parte più esterna), sono di forma sferica ed ovale, hanno profili ben definiti, pareti sottili e contenuto liquido omogeneo di densità simile alla normale acqua. Possono essere di varie dimensioni, da pochi mm a oltre 15 cm, e circa un quarto di esse tende ad aumentare di dimensioni con il tempo, soprattutto nei soggetti giovani. Si stima che la crescita media del diametro sia di 1.6 mm all’anno e le cisti renali semplici possono arrivare a raddoppiare il loro volume in 10 anni.
CISTI SINTOMATICHE DA EMORRAGIA,INFEZIONE O ROTTURA
Occasionalmente possono diventare sintomatiche, provocando dolore al fianco, disturbi addominali, ematuria o sangue nelle urine. Questo può essere il risultato dell’aumento di dimensioni della cisti oppure dell’insorgenza di una complicazione. Le complicazioni sono rare (2-4%) e consistono in emorragia, infezione o rottura della cisti. L’emorragia può essere determinata da un trauma, dal semplice aumento delle dimensioni oppure da un problema di coagulazione del soggetto. Le cisti emorragiche si risolvono autonomamente col tempo, ma possono residuare calcificazioni, setti, ispessimenti delle pareti che configurano le caratteristiche di una cisti complessa. Anche l’infezione di una cisti semplice può risolversi esitando nella modifica dei suoi aspetti morfologici.
BOSNIAK 1-2 SEMPRE BENIGNE E BOSNIAK 3 CON PICCOLA PERCENTUALE DI MALIGNITÀ
Dal 1986 le cisti renali vengono classificate attraverso la valutazione di criteri di tipo morfologico (visibili attraverso la TAC con mezzo di contrasto) denominata Bosniak, una classificazione aggiornata nel 2003. In base a questo sistema diagnostico le cisti definite Bosniak 1 e 2 sono sempre benigne, semplici le prime e con qualche sottile setto le seconde, piene di liquido più o meno denso. Le cisti Bosniak 3F sono simili alle Bosniak 2 ma con qualche calcificazione e contenuto più denso. Nel 5-10% dei casi queste cisti sono maligne.
BOSNIAK 4 COMPLESSE MALIGNE AL 50% E BOSNIAK 4 RENALI SEMPRE MALIGNE
Le cisti complesse Bosniak 4 sono neoformazioni indifferenziate che assorbono il mezzo di contrasto della TAC. Queste cisti nel 50% dei casi sono maligne, pertanto quando vengono individuate necessitano di una ulteriore indagine diagnostica chirurgica. Infine le cisti renali Bosniak 4 sono lesioni sempre e solo maligne, che vanno rimosse chirurgicamente quanto prima, salvo diversa indicazione.
UNA GENIALE RISPOSTA MEDICA ALLA QUESTIONE DEL RENE SOTTODIMENSIONATO
Per quanto concerne un rene più piccolo, trovo molto intelligente la risposta data dal dr Arrigo Schieppati, dirigente nefrologo al Giovanni XXIII di Bergamo, a una ragazza che lamenta su internet lo stesso tipo di problema. “La scintigrafia documenta che la funzione renale è nel complesso normale. Anziché essere sostenuta in modo più o meno uguale dai due reni, come normalmente avviene, essa è sostenuta prevalentemente (per il 79%) dal rene sinistro. Il rene destro, pur piccolo, un suo modesto contributo lo dà, per il 21%, che è poco, ma non è zero. La somma è il 100%”.
CI SONO MEDICI E MEDICI: SINCERI COMPLIMENTI AL DR SCHIEPPATI
“Una delle cause del rimpicciolimento del rene è il restringimento dell’arteria renale. Questa condizione determina aumento della pressione arteriosa. Per questo motivo è importante che lei misuri la pressione arteriosa. Quanto alle precauzioni per per preservare il rene sinistro, è importante continuare a condurre uno stile di vita sano, e a seguire un’alimentazione attenta al consumo di sale e alle troppe proteine animali eventualmente assunte”. Complimenti al dr Schieppati. È la conferma vivente che non si deve fare di ogni erba un fascio. Non tutti i medici appartengono evidentemente al filone del panico e dell’angoscia.
GLI SCHEMI CANCEROGENI DELLA MEDICINA SONO ABBONATI AL CONCETTO DI MALIGNITÀ
Ma nel caso delle Bosniak, la medicina conferma tutte le sue caratteristiche per intero. Quando si parla di cancro non si fanno sconti e abbuoni a nessuno. Troppo alta la posta in gioco. Ho semplicemente riportato il succo di quanto viene affermato su internet, e devo dire che, a questo punto, provo maggiore comprensione per il tuo ipnoinduttore. Chiunque legga lo schema scellerato chiamato Bosniak si ritroverebbe in balia del panico e dell’insonnia.
HERBERT SHELTON RIMANE DI STRAORDINARIA ATTUALITÀ
E allora ti voglio dare una piccola ma significativa consolazione. Una vera e propria perla. Le parole di Shelton non subiscono processi di obsolescenza, ma valgono più che mai. Ogni anno i medici guariscono un gran numero di casi di cancro primario che nulla hanno di canceroso. Essi ci insegnano che una certa cosa indefinibile chiamata cancro comprare d’improvviso in qualche parte del corpo senza alcuna provocazione e senza alcuna causa. L’imbonimento medico dice che il cancro è un effetto dalla causa insondabile. Questo fatto costituisce la fragrante confessione di una impotenza e di una ignoranza stridenti ed arroganti.
NEL CANCRO, IL NOME DEL GIOCO DI CHIAMA APPRENSIONE ED INQUIETUDINE
È così che i medici americani affermano di guarire ogni anno 70 mila cancerosi, non eliminando la causa del male, bensì distruggendo il tumore mediante bisturi, radio e chemio. Non sarà certo questo genere di mendace pubblicità ad impressionarci! Allo stato di salute ridotta da ispessimento tessutale e da intasamento venoso, va ad aggiungersi la propaganda della paura ed il gran chiasso che si fa sui 7 segnali di pericolo. Disgrazia su disgrazia. In questo caso il nome del gioco infame si chiama apprensione ed inquietudine, sentimenti che riducono l’energia nervosa del malcapitato. Le vittime entrano in uno stato di sgomento tale da farle precipitare a testa bassa dal medico o dal chirurgo che sguaina il proprio bisturi o lancia una bordata di raggi X o una ondata di veleni scarnificanti.
TUMORI BENIGNI TRASFORMATI SPESSO IN MALIGNI
Non è raro che i tumori benigni siano trasformati in maligni. Il cancro è considerato soltanto una escrescenza prodottasi sul corpo, una anomalia locale che è possibile asportare con il bisturi, ed è su questa idea che si basa la terapia medica. Nessuno va oltre a pensare che il cancro è una sepsi, un avvelenamento da sostanze putride risultante dalla disintegrazione e dalla decomposizione dei tessuti. Nessuno pare rendersi conto che il cancro è uno stato di avvelenamento settico e che la morte da cancro è morte da avvelenamento. Se si vuole prevenire il cancro, occorre dedicare attenzione particolare alla abitudini che causano enervazione e tossiemia, dalle quali derivano tutte le manifestazioni patologiche.
SOPPRESSIONE GENERALIZZATA
Si ha sempre più tendenza a considerare tutti i tumori come maligni, o come suscettibili di diventarlo. Si tende a distruggerli sulla base di un semplice sospetto. Vale la mentalità di Erode. Non sapendo quali tumori siano maligni e quali no, li distruggono tutti, nella speranza che tra essi si trovino quelli maligni. La pronta e precoce individuazione del cancro, sulla quale la propaganda medica fa tanto rumore, è lungi dall’essere importante quanto la ricerca della sua vera causa e la soppressione della stessa. Per i medici, una pronta individuazione sottintende una pronta operazione. Un corpo professionale che confessa la sua ignoranza sulla causa del banale raffreddore, e che è incapace di risolvere una semplice costipazione o una indigestione, non può essere ovviamente in grado di districare uno stato patologico complesso quale il cancro.
GRIDA DI ALLARME E RIMOZIONE DEL SINTOMO
Le grida allarmistiche sui pretesi segni premonitori possono solo spingere un numero crescente di persone a farsi operare, a farsi rimuovere il sintomo maledetto senza la minima necessità, mentre la causa reale del cancro se la ride apertamente di un corpo sanitario cieco e vittima delle proprie illusioni e di un pubblico ignorante, spaventato e male informato. Il vasto e straripante movimento di propaganda pro-asportazione riempie le casseforti di medici e chirurghi, colma gli ospedali di invalidi e manda prematuramente al cimitero molta gente.
LE OPERAZIONI ABBREVIANO LA VITA
Sono almeno 100 anni che medici e chirurghi sanno che le operazioni chirurgiche abbreviano la vita dei cancerosi. Sanno anche che chi non si sottopone ad alcun trattamento medico vive 4 volte di più di chi subisce il bisturi. Che i medici si considerino capaci di guarire una malattia la cui causa non è loro nota, lo ammettono apertamente.
ALLEGGERIRE IL FARDELLO TOSSICO
I cancerosi debbono prima di tutto alleggerire il fardello tossico che grava sul loro organismo. È assurdo infatti aggiungere alle proprie disgrazie un peso ancora più insostenibile, fatto di veleni, di radiazioni distruttive e di operazioni chirurgiche. Per la medicina la malattia è sempre un attacco esterno. Non si è mai liberata dell’errore medievale di dare battaglia al male. La confraternita dei medici fa la guerra al male. Non cerca di vincere il male con il bene, ma lo combatte con mali ancora più insidiosi. Fa la guerra a un nemico immaginario. La causa patogena che il medico identifica ha sempre un’esistenza indipendente dall’organismo, si tratti di spirito maligno, di microbo patogeno, di virus inanimato. Questa causa morbosa immaginaria deve essere distrutta a colpi di mitraglia.
NON ESISTONO FACILI SCORCIATOIE
Quando si è praticato un modo di vivere tale da generare enervazione e tossiemia, con un profondo sconvolgimento del processo nutritivo e del metabolismo cellulare, non esiste rimedio nella chimica. Nessun super-medicinale, qualunque esso sia, ha il potere di porre rimedio ai danni funzionali ed organici che sono la ineluttabile conseguenza di una esistenza vissuta male. Trattare gli effetti ignorando la causa, sopprimere una evidenza finale trascurando tutti gli stadi che la hanno preceduta, risolvere provvisoriamente dei sintomi invece di curare l’organismo nel suo insieme: ovvio che tali metodi siano sempre seguiti da clamorosi fallimenti.
LA GENTE CREDE TUTTORA NELLA MAGIA
I sedicenti rimedi anticancerosi, le procedure più avanzate sul cancro, vengono accolte favorevolmente dal pubblico perché esso è altrettanto ignorante sulle leggi della vita e della salute, quanto i seguaci delle varie scuole di guarigione, mediche e non mediche. Il pubblico in fondo continua a credere alla magia. È convinto che esista la possibilità di allestire una formula magica capace di ristabilire la salute senza eliminare prima la causa vera della malattia. Non ha ancora percepito il controsenso, l’assurdità e l’idiozia implicite nella espressione “guarire una malattia”.
RUOLO LIBERATORIO DEL MOVIMENTO IGIENISTA
Il Movimento Igienista, il cui obiettivo principe è quello di divulgare la conoscenza delle leggi della vita e della salute, la natura e le cause delle malattie, è il solo capace di liberare l’umanità intera dal giogo millenario dei guaritori, di tutti i guaritori!
IL CONTROLLO INTELLIGENTE DEL CORPO UMANO
La parola autolisi significa auto-perdita e denota un processo di disintegrazione dei tessuti. Trattasi di un processo di autodigestione intracellulare grazie a enzimi proteolitici come l’ossidasi e la perossidasi. Il fenomeno del digiuno fornisce un ottimo esempio del controllo intelligente che il corpo esercita sui meccanismi autolitici. I tessuti vengono perduti nell’ordine inverso a quello della loro utilità. Prima le acque di ritenzione, poi i grassi e le escrescenze morbide, poi gli altri tessuti. Questo è un esempio lampante di lavoro costruttivo che l’organismo è in grado di compiere durante l’astensione alimentare.
IL MECCANISMO DELL’AUTOLISI
Del resto, l’animale gravemente ferito rifiuta di mangiare, senza che nessuno glielo abbia insegnato o imposto. Grandi quantità di sangue vengono dirette sul punto della ferita. Il sangue è l’agente distributore in tutte le forme superiori di vita. L’animale che digiuna ricava dalle proprie risorse interne il materiale necessario a riparare i suoi tessuti strappati, tagliati o rotti. Il corpo non è solo in grado di ripartire le proprie scorte nutritive, ma può anche ridistribuirle mediante l’autolisi. Questa capacità è comune a tutte le forme di vita. Il processo autolitico può essere di grande utilità pratica, per sbarazzarsi dei tumori e di altre crescenze. I tumori, qualunque nome abbiano e dovunque si trovino, sono fatti di carne, sangue ed osso, per cui sono soggetti alla disintegrazione autolitica.
REMISSIONE CONTROLLATA DELLA MALATTIA
In un certo numero di tumori maligni è stata rilevata la remissione spontanea. In altri tumori la scomparsa viene associata a un processo febbrile acuto. Ma in questi casi si tratta di sparizione accidentale, non rientrante nei limiti del controllo volontario. Il digiuno invece può essere deciso e seguito sotto il nostro controllo, in qualsiasi momento. La febbre è un processo curativo, ma non aiuta ad eliminare la causa del tumore. Al contrario, il digiuno aiuta moltissimo a conseguire tale risultato.
VANTAGGI RISPETTO ALL’ABLAZIONE CHIRURGICA
L’eliminazione dei tumori mediante autolisi presenta grandi vantaggi sulla asportazione chirurgica. La chirurgia è sempre pericolosa, mentre l’autolisi è un processo fisiologico privo di rischi. La chirurgia riduce sempre la vitalità ed aumenta la perversione metabolica che è alla base del tumore. Al contrario, il digiuno, grazie al quale la depurazione e l’autolisi vengono accelerate, normalizza la nutrizione e permette l’eliminazione delle tossine, consentendo così la soppressione radicale della cause tumorali. Dopo l’asportazione chirurgica i tumori tendono a tornare come recidive. Non così succede con l’eliminazione autolitica.
SOPPRESSIONE FISIOLOGICA DELLA MALIGNITÀ
I tumori tornano spesso in forma maligna dopo la loro ablazione chirurgica. Al contrario, la loro tendenza a diventare maligni viene soppressa dal digiuno. In America ed in Europa, migliaia di tumori sono stati autolisi durante gli ultimi 50 anni (il testo Tumori e Cancri scritto da Shelton risale al 1960) e, l’efficacia di tale metodo è fuori di alcun dubbio. A volte, nel caso ti tumori molto grossi, non basta un solo digiuno ma serve una serie di digiuni.Generalmente i tessuti buoni si esauriscono meno rapidamente di quelli cattivi. In altre parole il tumore creperà prima del corpo.
NOTE IMPORTANTI A MARGINE DEL DIGIUNO
Quattro osservazioni importanti.
- Medicinali, iniezioni, purghe e sostanze stimolanti o calmanti sono pericolosi e nocivi durante il digiuno.
- Il digiuno deve essere interrotto non appena tornano forti gli stimoli di fame, ed occorre farlo lentamente, con piccole dosi di frutta o di succhi freschi di frutta. È controproducente fare in altri modi.
- Le crisi nel corso del digiuno, o anche dopo di esso, sono benefiche e disintossicanti. Bisogna accettarle con gioia, senza cercare di sopprimerle o di curarle.
- Durante il digiuno bisogna stare a letto, in massima conservazione delle proprie risorse caloriche.
Valdo Vaccaro
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