QUELLO CHE PIÙ INFASTIDISCE IN FAMIGLIA SONO LE SCELTE VIRTUOSE IN FATTO DI ALIMENTI
Succede spesso che i giovani più illuminati, e quelli desiderosi di cambiare in meglio, vengano ostacolati nelle loro libere scelte alimentari e comportamentali non solo nella società, dove scuole, istituzioni e media generano spinte oscene verso il consumismo più meschino e blasfemo, ma persino nell’ambito familiare, dove sono boicottati, derisi e scoraggiati da genitori, parenti e amici.
Quello che più scomoda e infastidisce è la decisione dei giovani di adottare una dieta vegetariana o peggio ancora vegana. Si tollerano piuttosto le uscite con gli amici nelle ore serali, magari con qualche bicchiere e qualche pasticca, e si tollerano persino le prime sigarette.
GESÙ NON ERA SEMPRE PACIFICO ED INDULGENTE
Come ci ricorda Franco Libero Manco nel suo articolo “La splendida utopia di un mondo vegan”, Gesù, quando si trattava di farsi capire meglio, non era affatto indulgente: “Non crediate che io sia venuto a portare la pace sulla terra. Non sono venuto a portare pace ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera. I primi nemici dell’uomo giusto sono proprio quelli interni alla sua casa” (Mtt 10,34).
SETTE MILIONI DI CAPRETTI E DI AGNELLI SULLE TAVOLE PASQUALI DI QUESTO PAESE
Visto che si sta entrando nella Settimana Santa che precede precede la Pasqua, un Gesù battagliero e mordace che parla di spada e non di rametto di olivo, che parla di reattività e non di pacificazione, può sembrare inopinato ed imbarazzante. Immaginiamoci cosa potrebbe dire e fare oggi il Signore dei Cristiani di fronte a una tradizione insensata che sfrutta paradossalmente il suo nome, di fronte alla ignominiosa strage annuale per la quale finiscono sulle tavole degli italiani 7 milioni tra agnelli e capretti.
IL DIRITTO ALLA VITA DI OGNI CREATURA VA RISPETTATO
Il rispetto per la Vita è una delle grandi conquiste dell’uomo, è un segno di civiltà. Gli animali nascono uguali a noi davanti alla vita ed è proprio quello alla vita il loro primo diritto. Se non è in alcun modo tollerabile la strage di creature viventi che alimenta ogni giorno l’industria della carne, appare ancor più esecrabile e diabolico il massacro di agnelli e capretti che trova il suo massimo orrore in occasione della Pasqua, costando la vita a milioni di animali in tenera età.
UNA IMMANE SOFFERENZA PRIVA DI QUALSIASI GIUSTIFICAZIONE
Strappati alle madri nei greggi, che trascorrono giorni interi cercandoli e disperandosi, sottratti alla loro straordinaria vitalità, ai loro giochi spensierati per essere ammassati su furgoni che li portano verso la morte, senza più un filo di voce per i belati di terrore che emettono fino all’ultimo istante di vita, con gemiti che equivalgono in tutto e per tutto al pianto di un bambino. Tutta questa immane sofferenza in nome di un consumismo e di un istinto bestiale verso la proteina e il grasso animale che non trovano alcuna giustificazione logica, alimentare, gustativa, etica o salutistica.
UN COCKTAIL DI CRUDELTÀ, BUSINESS ED IGNORANZA PER LA GRANDE PALADINA DELLA DIFESA ANIMALE MICHELA VITTORIA BRAMBILLA
Un cocktail di crudeltà, business, ed ignoranza. Un’ulteriore dimostrazione di come sia l’uomo la bestia più feroce del creato. Ecco perchè l’Italia deve fare un grande cambiamento culturale, ecco perché dobbiamo promuovere una nuova coscienza di amore e rispetto di ogni creatura vivente. Queste anche le conclusioni della straordinaria Michela Vittoria Brambilla, autentico baluardo nazionale e promotrice del movimento “La Coscienza degli Animali”.
LE TRADIZIONI SBAGLIATE VANNO CAMBIATE IN MODO URGENTE E RADICALE
Cambiare stile di vita ed abitudini alimentari non è cosa facile se tale scelta non è sostenuta da una forte motivazione etica o salutistica, specialmente quando la gente è condizionata da tradizioni consolidate. Nulla impedisce il progresso mentale e morale come l’ostinato riferimento alle tradizioni. Se l’umanità si è in parte evoluta è grazie al superamento di certe concezioni che in altri periodi storici erano ritenute condivise. Ma, nonostante la paura che a volte suscita il cambiamento, molte cose sono mutate. Oggi non si accetta più il concetto che la donna sia nata per servire l’uomo, il negro per servire i bianchi, i poveri per servire i ricchi, i deboli per servire i forti.
NON CI ACCONTENTIAMO DI PICCOLE ED INSIGNIFICANTI CONCESSIONI MA PUNTIAMO ALLA ABOLIZIONE DELLE BRUTTURE
La nostra, continua mirabilmente Franco Libero, è una vera e propria rivoluzione esistenziale. Noi non chiediamo una povertà più dignitosa, ma la sua totale abolizione. Non chiediamo guerre meno cruenti, ma la loro cancellazione dalla storia futura. Non chiediamo giustizia per gli uomini, ma per tutte le creature in grado di soffrire. Non chiediamo gabbie più grandi e pulite per gli animali, ma il loro svuotamento e conseguente rottamazione. Non chiediamo la regolamentazione della caccia o della pesca, ma la loro totale abolizione. Non chiediamo la riduzione del consumo della carne degli animali martoriati, ma l’abbattimento, la demolizione fino alle fondamenta dei mattatoi, con tanto di decontaminazione biochimica e spirituale dell’aria, dell’acqua e dei terreni circostanti, intrisi di lacrime e di patimenti indescrivibili.
LE UTOPIE GIUSTE NON TARDANO A TRASFORMARSI IN REALTÀ CONCRETE
Utopia era considerare al tempo dei romani la eliminazioni dei combattimenti al Colosseo. Era utopia pensare di scoprire nuove terre oltre le colonne d’Ercole. Era utopia considerare l’unificazione d’Italia al tempo dei Borboni. Era utopia approdare sulla luna, parlare e vedere in diretta con chi si trova all’altro capo del pianeta. Ma una utopia non si attua in un giorno. Essa è sempre il frutto sofferto e macerato di un processo evoluivo. Ogni filosofia, ogni dottrina nasce da un seme gettato che col tempo diventa albero e poi dà i suoi frutti. Ma affinché le utopie diventino realtà c’è bisogno di gente folle, capace di credere a un progetto mai realizzato. Ebbene, il nostro progetto supera di gran lunga tutte le grandi rivoluzioni umane.
L’IGNORANZA È MADRE DI TUTTE LE SVENTURE
Procedere con calma senza infastidire i macellatori di animali ed i guerrafondai? Non è nella nostra visione delle cose. Ma chiedere tutto e subito è follia. Occorre procedere per gradi dando alla gente il tempo di capire, di informarsi, di sensibilizzarsi, perché l’ignoranza è la madre di tutte le sventure. È l’indifferenza verso chi soffre che ha fatto di questo mondo un luogo di dolore. Molto dipende da noi, dalla nostra volontà, dalla passione e dall’amore con cui conduciamo questa luminosa missione. La nostra causa procederà inevitabilmente. Sta nell’ordine evolutivo delle cose, nonostante non manchino a volte le defezioni e le cadute di entusiasmo di fronte alle cattiverie perduranti che ci attorniano in continuazione.
SMETTIAMOLA DI OFFENDERE E DI UCCIDERE UNA BUONA VOLTA
La nostra è opera di civiltà, è opera di giustizia da portare ovunque, in famiglia, nei gruppi, nelle scuole, nelle chiese, nelle comunità. Poco importa se il nostro messaggio genera fastidio o irritazione. Dobbiamo far capire al mondo intero che è meglio, oltre che giusto, smettere di offendere, smettere di uccidere, smettere di mangiare gli animali. Solo in questo modo potremo puntare a una salute migliore e a uno stato d’animo sorridente e rasserenato. Solo così potremo vivere in una società più equa, pacifica, coscienziosa ed armonizzata.
CHI SGOZZA E CHI EMETTE SENTENZE DI MORTE NON SONO I MACELLAI MA I MANGIATORI DI CADAVERI
Quello che portiamo tutti i giorni alle nostre tavole, quello che portiamo alla bocca, quello che scegliamo nei menu dei ristoranti ha un valore non marginale ma fondamentale. Il consumatore porta con sé pesantissime responsabilità. Chi sgozza impunemente manzi, vitelli e galline, chi emette sentenze inappellabili di morte per tante creature innocenti ed indifese, non è necessariamente il mediocre macellaio, non è il cinico commerciante di cadaverini insanguinati, ma è proprio il mangiatore di carne. Le sorti individuali e sociali dell’umanità le decidiamo tutti noi coi nostri pensieri e le nostre scelte. È sempre la coscienza degli uomini a fare la storia.
Valdo Vaccaro
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