LETTERA
Buona sera Valdo, Sto leggendo da un po’ le sue tesine e mi trovo a condividere pienamente ciò che leggo. Quindi mi permetto di scriverle per avere un parere su una situazione che mi sta preoccupando. Ho problemi gastrointestinali da sempre, sin da ragazzina. Ho girato una serie innominabile di medici, gastroenterologi, omeopati, nutrizionisti.
A 11 anni mi tolgono appendice e a 12 tonsille e adenoidi. Dai 17 ai 26 anni soffro di anoressia. A 27 mi diagnosticano la Celiachia. Nella fase di anoressia ahimè inizio a prendere farmaci, in particolare Paroxetina e omeprazolo, che ovviamente mi creano dipendenza.
A oggi che ho 43 anni, non sono riuscita a interrompere la paroxetina se non per brevi periodi. Lo ammetto, dopo un po’ mi spavento e la riprendo, mi sembra di non poterne più fare a meno e questo mi terrorizza. L’omeprazolo sono riuscita a eliminarlo grazie ad aloe e un cambio di dieta.
I miei problemi intestinali invece persistono, e sinceramente non capisco perché. Mi sono sposata il 5 luglio e proprio quel giorno ho avuto una scarica di dissenteria con sangue che mi ha spaventata moltissimo. Io credo di avere uno stile di vita piuttosto sano, non perfetto forse, ma non mi spiego i continui gonfiori addominali, dissenteria e stipsi alternate, e dolori alla parte sinistra dell’addome.
Il mio medico e i familiari mi dicono di fare una colonscopia, ma a me non piace l’idea di assumere lassativi per giorni e farmi infilare un tubo nell’intestino. Preciso che mio nonno è morto per un tumore intestinale e questo pensiero è spesso lì a spaventarmi.
Non mangio carne ormai da almeno 15 anni, da circa quattro seguo un’alimentazione tendenzialmente vegana con molta verdura e frutta crude. Mi concedo ogni tanto un ovetto di galline felici del mio contadino di fiducia e qualche pezzo di formaggio caprino. Amo molto i dolci ma ne mangio solo preparati in casa senza zuccheri se non ogni tanto quello di cocco o Stevia.
Ho pensato tante volte al digiuno ma temo di non farcela da sola. Cosa posso fare secondo lei?? Questa situazione sta davvero diventando invalidante. Grazie sin da ora per la sua attenzione. Un caro saluto. Cinzia
RISPOSTA
LA GENETICA NON C’ENTRA PER NIENTE
Tiriamo via fin da subito il discorso del nonno morto di tumore intestinale, in quanto vale meno che zero. Dal momento che la dieta adottata non è perfetta, ma nemmeno tra le peggiori, sposterei le mie attenzioni principali se non esclusive sul farmaco paroxetina che stai continuando a prendere e che fa letteralmente da impedimento ad ogni possibile miglioria.
PENSIAMO PIUTTOSTO AI FARMACI
Stiamo parlando infatti di un antidepressivo e già questo è qualcosa che non quadra, che non è accettabile in linea generale. Tutti i farmaci usati fuori dalla logica del pronto soccorso e dell’emergenza stanno per la health science sulla lista nera, ma qui siamo poi nel settore degli psicofarmaci, sostanze tremende che sballano e pervertono l’organismo. Mi risulta poi che la paroxetina sia il farmaco più sedativo tra quelli in circolazione, ed anche quello a più alta incidenza di effetti collaterali.
EFFETTI AVVERSI A DANNO DELL’ARMONIA INTESTINALE
Tra gli effetti avversi ci sono mal di testa, sonnolenza, insonnia, bocca secca, sudorazione, nervosismo, apatia, vertigini, tremori, ma soprattutto pesanti disturbi all’apparato digerente ed enterico, con nausea, vomito, costipazione o stitichezza alternata a dissenteria. In più c’è il problema della pesante assuefazione, per cui la sospensione del farmaco deve avvenire preferibilmente per gradi. Tant’è vero che hai provato a toglierlo ma poi al primo effetto negativo ti sei spaventata e lo hai ripreso.
PRIMA DI QUALSIASI DIGIUNO OCCORRE ESTROMETTERE OGNI FARMACO
Il digiuno secco abbreviato in proprio, intanto per un paio di giorni, potrebbe essere utile, magari ripetuto dopo un mese. Ma prima di ogni accelerazione depurativa vanno messi al bando tutti i farmaci. Pertanto il primo passo rimane l’estromissione della paroxetina. Studiare le mie tesine rivolte a colon, microbiota, farmaci e digiuno.
IN FARMACIA SI DOVREBBE ANDARE SOLO PER L’EMERGENZA
Ci vuole un bel coraggio a prescrivere questo tipo di sostanze da parte dei medici, ma ci vuole anche un bel coraggio ad accettarle e ad assumerle da parte dei consumatori. Prima di introdurre droghe chimiche nel proprio organismo uno dovrebbe pensarci non 2-3 volte, ma almeno 50 volte.
Non è mia intenzione scagliare frecce avvelenate contro medici e farmacisti. Essi esistono e fanno quella missione o quel mestiere in risposta a una precisa richiesta del mercato, vale a dire della gente che è poi istruita e indotta a pensare in un certo modo. Il gatto che si morde la coda.
Le farmacie sono tutt’altro che un negozio di alimentari. Farmakon significa veleno, pare che tutti se ne siano dimenticati. Se i ministeri della sanità facessero genuinamente il loro lavoro, dovrebbero imporre per legge un cambio di denominazione, all’ingresso, con “Spaccio veleni” al posto di Farmacia.
LA GENTE È PORTATA A FARSI DEL MALE
Forse nemmeno questo sarebbe sufficiente. Basta vedere gli ammonimenti stampigliati per legge su ogni pacchetto di sigarette. Più scoraggianti e paurosi sono gli avvisi e meno vengono presi in considerazione. Esiste infatti una specie di fatale disfattismo e di autolesionismo nella gente, una inconfessata tendenza al suicidio a rate. Quasi a voler assaporare prima del tempo la propria inevitabile scomparsa fisica a scadenza. In questi casi è inutile sbracciarsi e cercare ogni sorta di rimedio possibile ed immaginabile. Tutto tempo perso.
NON ESISTE DUALISMO E DIFFERENZA TRA CORPO E SPIRITO
Più che malattia mentale e psico-somatica la chiamerei autentica malattia spirituale, dove anziché mettersi in linea ed in armonia con le leggi del creato, si pone in essere una sfida contro le stesse. È anche per questo che parlo spesso di Swami Sri Yuktesvar e di Paramahansa Yogananda, e del loro concetto di Centratura, del loro invito universale a rispettare se stessi sia nel corpo che nello spirito, a coltivare la pace e la fede nella Coscienza Cosmica che tutti ci lega e ci interconnette.
Valdo Vaccaro
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