PRIVILEGIARE TERAPIE MENTALI E SPIRITUALI NON È MAI SECONDA SCELTA

da 23 Apr 2018Etica, Consapevolezza e Spiritualità

UN COMMENTO A PROPOSITO DEL DR CLAUDIO PAGLIARA

Al mio articolo sul dr Pagliara è arrivato un commento importante firmato dal dr Leopoldo Tacchini, professionista fiorentino che non ho avuto il piacere di incontrare, ma che mi onora spesso delle sue attenzioni, con qualche complimento e anche con critiche franche e pungenti, da bravo e tipico polemista toscano. Questo è il testo del suo commento: “Caro Valdo, è molto bello e commovente leggerti quando fai conoscere e valorizzi il lavoro di altri operatori. Trovo che oggi sia una qualità rarissima, e mi fa piacere dirti che cercherò di imparare da te. Detto e sottolineato questo, sul medico Pagliara ho delle grosse riserve. Ho acquistato un suo corso sulle piattaforme corsi.it. Non mi sembra di aver imparato granché che già non sapessi. La domanda per me è sempre la stessa: Che contributo ha dato il dr Pagliara alla terapia del cancro? Ha forse ottenuto risultati migliorativi in termini di qualità di vita e di sopravvivenza? Perché altrimenti sono discorsi costruiti sul nulla. Di medici che si mettono a fare gli psicologi o i ricercatori spirituali perché nel profondo non amano veramente la medicina o non hanno la pazienza di studiare e di aggiornarsi ne abbiamo già troppi”.

UNA STRONCATURA IMMERITATA

Non prendertela Leopoldo, ma questa mi pare una stroncatura immeritata. Non intendo fare da avvocato difensore del dr Claudio Pagliara. Penso che, se lo vorrà fare, troverà personalmente tempo per risponderti in modo diretto. Non ritengo tuttavia che si sia messo a fare lo psicologo e il ricercatore spirituale per disamore verso la medicina o per un improvviso e imperioso richiamo verso la spiritualità. Dopotutto, uno che ha svolto per 40 anni l’attività ospedaliera di oncologo, a stretto contatto col cancro e coi pazienti, tra i quali anche i cosiddetti terminali, avrà il diritto di dire la sua pure sul piano mentale e spirituale, senza doversi rammaricare troppo dei suoi trascorsi specificamente chirurgici. Se poi lo abbiamo accolto due volte come relatore ospite alla HSU significa che qualcosa di positivo ci ha apportato in termini di feeling. Non siamo particolarmente attratti da relatori bravi e referenziati ma privi nel contempo di mordente e di stimolo, buoni solo a riempire le ore pomeridiane dedicate agli ospiti. Puntiamo all’eccellenza in termini di referenze e di contenuti.

L’INTERA MEDICINA MONDIALE SI È DIMOSTRATA INCAPACE DI RISOLVERE IL PROBLEMA CANCRO

Poi, alla fine, ognuno ha il diritto di fare le sue valutazioni. Non so se Claudio abbia dato o no un contributo fattivo alla causa del cancro. Penso che lo stesso dubbio e la stessa domanda la potremmo fare all’intera medicina mondiale del bisturi e delle chemio e delle mammografie, per le valanghe di risorse economiche scialacquate a partire dalla guerra al cancro di Richard Nixon fino ai nostri giorni, con risultati disastrosi e fallimentari sia per le finanze degli stati che per le sofferenze dei pazienti.

LE TERAPIE MENTALI E SPIRITUALI VANNO RISPETTATE

Visto che nel tuo messaggio sottovaluti e quasi disprezzi il valore delle terapie mentali e spirituali, ponendole quasi come una serie B rispetto alla Medicina Convenzionale, ti voglio rispondere citando in sintesi una intervista a Marilù Mengoni, biologa nutrizionista, apparsa sulla rivista Crudo Style di Aprile-Maggio 2018.

Alla domanda “Abbiamo forse bisogno di uno psicologo o di un nutrizionista per risolvere le tante patologie che continuano ad imperare?” La Mengoni risponde che è ormai tempo di unire i due percorsi, per cui la figura dello psico-nutrizionista è quella più adatta in quanto conosce il valore dei nutrienti, conosce le condizioni ideali di salute per ogni età, conosce l’importanza dell’attività fisica e conosce nel contempo le altre importanti variabili sul piano mentale e spirituale.

VALGA L’ESEMPIO DELL’INSULINO-RESISTENZA

Quando la glicemia si innalza repentinamente, ad esempio, si ha un picco di insulina. La grande quantità di insulina secreta dal pancreas fa sì che i livelli di glucosio nel sangue scendano in modo drammatico e questo provoca molta sete e un feroce desiderio di carboidrati concentrati e compensativi come la pasta, la pizza e i dolciumi. Si crea così una condizione di insulino-resistenza o sindrome X, oltre che una alterazione nei neurotrasmettitori. Tanti fanno ricorso non solo agli zuccheri sbagliati ma anche al caffè e alle cole, con incidenza negativa sull’umore, favorendo stati d’ansia, nervosismo, depressione e insonnia.

LA SINDROME X CONDUCE A OGNI TIPO DI INSIDIA

La Sindrome X, nota anche come sindrome metabolica o sindrome da insulino-resistenza, è associata alla diminuzione dell’attività fisica, per cui si hanno sintomi come obesità addominale, trigliceridi alti, basso HDL o lipoproteine ad alta densità, pressione sanguigna alta, omocisteina alta e alti livelli di glicemia a digiuno. Le persone affette dalla Sindrome X corrono un rischio maggiore di sviluppare il diabete tipo 2 e di soffrire di malattie cardiache, ma anche di altre patologie incluso il tumore. Quando quantità normali di insulina non riescono a trasportare il glucosio all’interno delle cellule, ha luogo la “resistenza all’insulina”. In altre parole, la cellula resiste all’azione dell’insulina e il glucosio non riesce a penetrarvi. Quando ciò accade, il pancreas deve produrre una maggiore quantità di insulina per mantenere livelli glicemici normali.

STAR BENE SIGNIFICA PRIVILEGIARE I BATTERI SAPROFITI

Questo per dire che corpo e mente non sono affatto staccati. Le nostre emozioni non sono affatto lontane da noi ma fanno al contrario parte della nostra quotidianità. Un corpo infiammato a causa di depravazioni alimentari significa anche mente annebbiata e pensieri infelici. Il nostro benessere emozionale dipende dallo stato di salute del nostro microbiota intestinale, quell’esercito di batteri che popolano il nostro intestino. Se facciamo proliferare la schiera dei batteri anaerobi e disbiotici derivanti da proteine animali tutto ne risente, anche il nostro umore. Gran parte della serotonina, ormone del piacere e della felicità, viene prodotto al 90% nell’intestino, purché prevalgano i batteri aerobi e simbiotici, ovvero i batteri saprofiti derivanti da cibi vegetali.

È TEMPO CHE LA GENTE SI SVEGLI

Vogliamo sì o no che i batteri buoni sguazzino felici nel nostro intestino? Quindi sì ad una alimentazione naturale ricca di verdure crude, frutta, cereali integrali, semi oleosi e legumi, tutto materiale in grado di mantenere alta l’energia psico-fisica e il tono dell’umore di tutti, buoni e cattivi, vegetariani e onnivori in procinto di diventare vegetariani. Quando la gente aprirà gli occhi e si deciderà a fare il grande passo, capendo finalmente che nella carne, negli zuccheri morti, nella caffeina e negli integratori non c’è nulla da guadagnare e tutto da perdere, sarà il caso di festeggiare.

I MEDIOCRI NON SI AZZARDANO AD ANDARE CONTRO-CORRENTE

Tornando a Claudio Pagliara, egli appartiene dopotutto a quella nutrita e niente affatto mediocre schiera di medici che nella storia della medicina, e in particolare dell’oncologia, hanno saputo fare scelte coraggiose e intraprendere percorsi nuovi, dimostrando spirito innovativo e ribelle.

L’inglese dr Robert Bell, praticò medicina oncologica convenzionale dal 1870 al 1928. Scrisse diversi libri importanti dimostrando di essere un ricercatore “ahead of time”, ovvero assai avanzato rispetto ai suoi colleghi. Seppe identificare la natura anaerobica delle cellule cancerogene. Gli venne offerto il cavalierato da re Edward VII, onori e premi ai quali rinunciò. Abbandonò la chirurgia non appena si rese conto della futilità delle cure mediche contro il cancro e dedicò il resto della sua vita alle cure naturali.

Il dr W.A. Dewey, prof di Therapeutics alla University of Michigan disse che il radium è diretto solo ai prodotti finali del cancro, non è solo inutile ma distrugge pure i vasi sanguigni e le ghiandole protettive che sono poi indispensabili nel processo guaritivo, rendendo la cura impossibile. Difficile da credere, ma persino le autorità mediche e i fabbricanti di chemioterapici ammettono che i prodotti usati per curare il cancro causano l’insorgenza del cancro. La sopravvivenza del paziente dipende dal ripristino funzionale del fegato e del sistema protettivo (chiamato erroneamente immunitario).

Il dr Charles Huggins, vincitore del Nobel e docente alla University of Chicago, disse di essere contrarissimo alla chemioterapia perché rende i pazienti come stracci. Ci sono cose peggiori della morte, una di queste è proprio la chemio.

Il dr Daniel Thomas Quigley, docente alla University del Nebraska, trattò 6000 casi di cancro in 30 anni di attività, esaltando il succo di carota ricco di vitamine A, C, E e B, privo di sostanze deleterie e dotato di alta digeribilità. L’elenco potrebbe continuare per ore.

FORZA MENTALE E SPIRITUALE NON SONO SOLUZIONI SECONDARIE

Tutta questa gente dedita al crudo, alla frutta, al sole, al movimento e, nota bene, alle forze mentali e spirituali, intende e interpreta queste ultime non certo come soluzioni secondarie e di seconda scelta rispetto alla medicina solida dell’intervento e della concretezza.

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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Commenti

32 Commenti

  1. Pietro Perrino

    Caro Valdo, quando posso ti leggo con molto piacere, sia perché imparo cose nuove e sia perché esse confermano cose che ho imparato e che continuo ad imparare da altre fonti. Non ho letto l’articolo del dr. Claudio Pagliara, ma mi è sufficiente, credo, aver letto la tua replica alle osservazioni del dr Leopoldo Tacchini, per capire di cosa si tratti e non posso non darti ragione. Concordo sul fatto che ormai le nostre conoscenze ci suggeriscono di credere che la vita di ogni organismo vivente è la risultante di interazioni continue (dinamiche) tra mente e corpo. La medicina ufficiale, meglio chiamarla biomedicina, commette ancora l’errore, che si porta dietro da più di due secoli, di separare le due cose (mente e corpo). Fa ancora peggio quando separa i diversi aspetti della mente, tra cui lo spirito, e i diversi organi del corpo con una specializzazione eccessiva, che andrebbe bene solo per compiere analisi e imparare come siamo fatti fino alle molecole e agli atomi, ma non va bene se pensiamo di utilizzare i risultati di queste analisi per risolvere problematiche che sappiamo benissimo dipendere dall’insieme. La biomedicina, come altre discipline miglioreranno o faranno progressi solo quando gli attori capiranno che è tempo di passare da una visione cartesiana, galileana, newtoniana e meccanicistica ad una più moderna che è quella quantistica. Una visione, appunto, che tiene conto dell’insieme, nel quale c’è anche la mente e lo spirito. Ciò non è ancora accaduto o non accade non perché gli attori sono dei cretini, ma perché i loro stipendi arrivano di chi non vuole che gli attori usino il loro cervello. Nonostante ciò, c’è gente che non si scoraggia e continua a lottare e a credere che il mondo cambierà in meglio. E’ sempre meglio essere ottimista. Fa bene alla salute anche di chi ci sta intorno. Buon lavoro (divertimento).

    Rispondi
    • Leopoldo Tacchini

      La prego di leggere la mia risposta a Valdo. Grazie.

      Rispondi
      • Pietro Perrino

        Gentile Leopoldo Tacchini, prima di rispondere vorrei leggere le eventuali osservazioni di Claudio Pagliara ed eventualmente quelle di Valdo Vaccaro. Ciò mi permetterebbe di avere un quadro completo sulle critiche mosse a Pagliara. Al momento ho la sensazione che si tratta di critiche che riguardano più i comportamenti della persona che la sostanza delle cose. Di contraddizioni tra quello che si fa e quello che si dice o si professa. Se è così, secondo me, la discussione riguarda solo i diretti interessati. Ritengo che investire tempo ed energie in discussioni che non migliorano le conoscenze o non le valorizzano, non mi sembra produttivo e/o attraente per i lettori.

        Rispondi
        • Leopoldo Tacchini

          Gentile Pietro, la ringrazio per l’attenzione anche se non le avevo richiesto una risposta. Colgo l’occasione per precisare che, al contrario della sua valutazione, si tratta di una questione sostanziale. Cioè di capire se questo medico, Pagliara, abbia apportato un contributo nuovo alla terapia oncologica e se abbia risultati migliori di quelli in letteratura. O se invece venda come suo un “vino” assai vecchio. Per citare un solo esempio, i coniugi Simonton, oncologi, dall’ America hanno raggiunto fama mondiale con una tecnica di “visualizzazione” quindi non biochimica, con i pazienti oncologici. Occorre dunque stare attenti a non salutare come rivoluzionarie questioni, riflessioni, metodologie e terapie che hanno una lunga storia, sebbene poco conosciute nel nostro Paese.
          Cordialmente

          Rispondi
          • Pietro Perrino

            Caro Leopoldo, io Claudio Pagliara non lo conosco, mentre conosco Valdo Vaccaro, che stimo per la sua onestà e schiettezza. Ho fatto bene a scriverti, anche se non richiesto, perché ho avuto la possibilità di saperne di più. Ma ritengo che continuare a parlare del dr. Pagliara non ci porta lontani. Sono abituato a prendere il meglio e scartare il peggio che è in ognuno di noi. Un atteggiamento opposto non mi sembra produttivo. Questa è la mia sensazione.

  2. wilma

    Ciao Valdo,
    perdonami ma non posso resistere al desiderio di rispondere alla tua difesa nei riguardi del dott Pagliara, anche se non è del mio commento (forse non abbastanza illustre) che ti sei occupato.
    Hai portato ad esempio grandi medici del passato che si dedicarono alle cure naturali dopo aver abbandonato quelle ufficiali; parli di medici non mediocri che seppero fare scelte coraggiose, ma scegliere vuol dire decidere da che parte stare assumendosene la responsabilità ed i rischi.
    Ebbene la mia critica nei riguardi di Pagliara è proprio nel continuare a tenere i piedi in due staffe, al non abbandonare ancora, dopo 40 anni, il carrozzone della chemio/asportazioni/ radio (anzi sostenendone l’irrinunciabilità) e nel contempo portare avanti un discorso alternativo che lui chiama integrativo proprio per la contemporaneità delle due “cure”. Troppo facile.
    Sono profondamente convinta che la potenza della mente sia enorme e ritengo rispettabilissime le terapie mentali e spirituali, così come ritengo rispettabilissimo e condivisibile quello che il dott. Pagliara, a questo proposito, ci ha iullustrato la scorsa settimana a Imola.
    Non ritengo coerente invece continuare nel contempo a devastare il corpo con i chemioterapici azzerando per forza di cose, data l’inscindibilità tra corpo e mente, anche le potenzialità del pensiero.
    Operare una scelta di campo credo sia d’obbligo, pena la perdita di credibilità.

    Rispondi
  3. Maurizio Destro Benini

    Pagliara non è vegano , e citando il grande Jean Jaurès ” si può insegnare solo quello che si è , non quello che si sa ” quindi a me non ha da insegnare alcunchè.

    Rispondi
    • Leopoldo Tacchini

      Gentile Maurizio, mi complimento e faccio tesoro della sua citazione. Detto questo, però, sarebbe troppo bello se fosse sufficiente che i malati diventassero vegani per guarire. Mi sembra che il dr. Max Gerson e più di recente da noi il dr. Giuseppe Nacci, che hanno ottenuto risultati notevoli a livello di guarigione, non abbiano parlato di veganismo nei loro libri. Entrambi oltre ad altri come la dr.ssa Kousmine, e in passato Breuss, Bircher-Benner e altri hanno avuto grandi successi con diete estremamente rigorose, ma non vegane, almeno non a tempo indeterminato. Ho visto nella mia pratica professionale diverse persone vegane che non stanno affatto bene di salute: artrosi, dolori artro-muscolari, spondilite anchilosante, perdita dell’udito, acufeni, depressione, instabilità umorale, problemi psichiatrici e neurologici.
      Cordialmente

      Rispondi
      • Maurizio Destro Benini

        Personalmente sono vegan soprattutto per motivi etici. Mi ispiro al grande spirito libero che è stato Albert Schweitzer la cui massima era ” Ehrfurcht vor dem Leben “. Poi le posso citare il monaco zen Xu-Yung vissuto in perfetta salute 120 anni documentati.E’ vissuto in Cina dal 1840 al 1960.
        Io domani compirò 74 anni e sto benissimo e comunque essere vegano non è sinonimo di alimentazione sana ( anche se la maggior parte di loro hanno anche una buona cultura in questo campo ) , lo si può essere anche riempiendosi di vere schifezze.

        Rispondi
        • Devis

          Gentile Maurizio, colgo l’occasione del suo compleanno per augurarle tante buone cose. Ha fatto molto bene a sottolineare il fatto che la scelta vegana non è sinonimo di alimentazione sana e aggiungerei anche di “salute perfetta”, anzi….
          Comunque considerato che negli ultimi anni si è registrato nel nostro paese un forte aumento di persone che per diverse ragioni hanno deciso di abbracciare questa “filosofia” di vita, le chiedevo (se non è un problema) se poteva rivelarci qualche suggerimento sugli errori che eventualmente ha riscontrato e dovuto correggere nella pratica della dieta. Perché sappiamo che anche entro il veganismo ci sono notevoli diversità di vedute, che spesso possono provocare un senso di disorientamento soprattutto in coloro che stanno muovendo “i primi passi” nel nuovo percorso.

          Rispondi
          • Maurizio Destro Benini

            Mah , posso dire solo come mi alimento io : solo cibo biologico , molta frutta e verdura fresche , cereali solo integrali , niente alcool , niente caffè , niente zucchero. D’ estate con il caldo anche solo frutta e comunque tutto crudo , si a mandorle , nocciole , noci senza esagerare.D’ inverno ovviamente piatti caldi , in genere solo la sera perchè comunque a colazione solo frutta acida , arance mandarini ….fino a due chili. A mezzogiorno salto perchè sono in giro per le montagne e la sera qualcosa di caldo , ma prima sempre una insalata cruda. Questo è uno schema generale che posso anche cambiare ma restando sempre sul biologico e sull’ integrale.

          • Devis

            Grazie per la risposta. Che dire, mi pare una dieta non troppo rigida e senza schemi fissi in linea con le indicazioni suggerite da Valdo nelle sue tesine.
            Personalmente ho intrapreso un approccio un po’ sperimentale che si sostanzia nel sospendere, diminuire o incrementare determinati alimenti, con l’obiettivo di trovare una formula che si avvicini sempre più ad un’ideale più elevato di equilibrio. Attualmente ho sospeso il consumo di cereali glutinosi e solanacee e ho incrementato un po’ i legumi. Per ora non noto nulla di particolare se non sulla digestione che era già molto buona e adesso pare vada ancora meglio.

          • Francescocorre

            Buonasera Devis.
            Abbiamo già scambiato qualche parola in passato qui sul blog (che non frequento da tanto, troppo tempo).
            Mi chiedevo se i legumi che mangi sono quelli secchi o freschi e in che quantità ne mangi.
            Personalmente, quando ho iniziato il mio percorso vegano ho seguito alla lettera i consigli di Vaccaro. I risultati ottenuti sono stati incredibili. Col tempo ho voluto sperimentare e migliorare sempre più e paradossalmente la mia salute è peggiorata. Ho provato per un periodo molto lungo a mangiare solo frutta (in diversi modi.. intera, frullata, centrifugata…) fino a cena.
            Risultato: pancia sempre troppo gonfia, senso di pesantezza, nausea e strana sensazione alla testa (quasi un intossicazione alimentare) oltre che tanto freddo interno.
            Credo di poter dunque affermare che la dieta strettamente fruttariana fino a cena non vada bene per me e che anzi dovrei diminuire le quantità di frutta consumata.
            In questo periodo in particolare ho mangiato solo cotto (intelligente). E incredibilmente mi sento meglio. Zero nausea, zero gonfiori e tanta energia.
            Allo stesso tempo so bene quanto sia importante la frutta così come la verdura e voglio riprendere gradualmente a (re)inserire il tutto all’interno della mia dieta, magari pian pianino e con quantità non eccessive.
            Vorrei inoltre provare, come stai facendo tu, a consumare più legumi dato che solitamente mi gonfiano meno dei cereali. Qualunque info potrai fornirmi, dunque, sarà veramente molto molto utile.
            Fermo restando che sono sempre più convinto e sicuro che, se è vero che esistono dei principi generali imprescindibili (mai e poi mai tornerei a mangiare carne o derivati animali), ognuno di noi è comunque diverso. Dunque non è detto che una dieta sulla carta più salutare, con kg e kg di frutta, vada bene a tutti.
            Perdonami per la lunghezza del mio commento. Buona serata. 🙂

          • Devis

            Ciao. Sei per caso Francesco Paris? Poi mi dici.
            Provo a risponderti cercando di non scrivere un romanzo, ma so che sarà dura:)
            Innanzitutto prendo al volo la tua frase “ognuno di noi è comunque diverso”. Che c’è di particolare? Niente. Soltanto che qualcuno può non essere d’accordo con tale affermazione.
            Io invece la trovo corretta, per cui non vivo col terrore di vedere le mie “verità” andare in frantumi solo perchè le “verità” degli altri sembrano più vere delle mie! In realtà penso che tanto le convinzioni forti che quelle deboli siano sempre figlie di esperienze vissute, per cui, tornando al discorso di nostro interesse, non trovo strano questo garbuglio, apparentemente inestricabile, tra le varie diete proposte, proprio a motivo dell’affermazione suddetta che può essere presa come assioma.
            Fatta la doverosa premessa, provo a risponderti rapidamente.
            I legumi li mangio secchi, lasciandoli a mollo per il tempo necessario che varia da un tipo all’altro. Poi li cuocio normalmente, mettendo un po’ di sale marino verso fine cottura.
            Nel mio caso li trovo molto digeribili, inferiori solamente alla frutta cruda e ai centrifugati di verdura. Comunque in termini di digeribilità penso che i migliori siano gli azuki, i fagioli dell’occhio, le lenticchie, i cannellini e i mung. Lenticchie e mung germogliano molto bene, per cui si possono volendo consumarli crudi. Nel mio caso preferisco comunque scottarli leggermente un minuto o anche meno. Invece i germogli di verdure li prendo sempre crudi, ma adesso è un po’ di tempo che non li preparo.
            Sulle quantità, beh, in genere due o tre cucchiai, a volte anche più. Anche perchè ultimamente preferisco consumarli da soli, non abbinati ai cereali. Ma non è una regola ferrea, a volte mi capita di consumare piatti di cereali e legumi assieme. Però penso che sia più proficuo cercare di evitare di mescolare troppi cibi diversi, la digestione ne beneficia sicuramente. Invece la verdura si abbina benissimo a qualsiasi altro cibo, a parte la frutta.
            Sui tuoi problemi con la frutta non saprei se possa dipendere, almeno in parte, anche da mescole improprie. Tra la selva di teorie sulla giusta alimentazione esiste anche quella che dice di assumere un solo tipo di frutta per volta, altrimenti il nostro stomaco non sa più riconoscere quale tipo deve assimilare e la digestione ne risente. Mi pare che dipenda dai diversi gradi di acidità dei frutti, che richiedono secrezioni diverse dallo stomaco, ma non sono sicuro. Non so neanche se sono cose campate in aria o vi sia del vero. Personalmente preferisco seguire questo principio. Poi, vabbè anche qui bisogna essere un po’ elastici. Una macedonia ogni tanto non farà nulla:)

          • Francescocorre

            Ciao, si sono proprio io (anche se non riesco più a fare log in utilizzando quel nome.
            Capisco. Credo proverò anch’io ad assumere più spesso legumi al posto dei cereali. Sottolineo il “proverò”, dato che non è detto che vada bene anche per me (magari va anche meglio rispetto a te… chi può dirlo?).
            Probabilmente comunque non sono riuscito a spiegarmi bene. Non ho problemi con la frutta. Ho problemi quando ne faccio il mio pasto principale ed automaticamente ne assumo quantità incredibilmente elevate in un’unica volta.
            Quando invece faccio più spuntini di frutta durante la mattina e magari uno anche nel tardo pomeriggio, trovo che la frutta sia il cibo migliore e più nutriente che esista al mondo e non ho particolari problemi.
            I miei problemi sono nati quando ho provato a spostarmi su posizioni più “estreme”, le quali apparentemente sembrerebbero le più adatte all’essere umano.
            Ho provato per un periodo anche abbastanza lungo (due anni abbondanti) e non mi sono trovato bene. Pensavo che col tempo sarebbe andata meglio, invece no… è andata anche peggio.
            Magari serviva ancora più tempo, chi può dirlo? Ma non me la sento di andare avanti così.
            O magari non sono umano e dunque questa non è l’alimentazione adatta alla mia persona. 😀

          • Devis

            Ciao Francesco. Io sono dell’idea che se decidiamo di fare della frutta il cibo principale della dieta, dobbiamo prestare attenzione a diversi aspetti, come le calorie, indice glicemico, carico glicemico, le ore di assunzione, equilibrio fra i vari tipi ecc. Non scordiamoci che quando parliamo di frutta non intendiamo solo quella zuccherina, ma anche la frutta a guscio, le olive, gli avocado e i frutti-ortaggi come per esempio pomodori, zucchine e cetrioli. I fruttariani ricercano un equilibrio fra i vari tipi in modo da bilanciare le componenti acide con quelle basiche. Io non posso fare altro che prendere atto delle loro testimonianze positive, in quanto non ho mai provato a seguire ininterrottamente per un lungo periodo questo modello alimentare.
            Pietro Bisanti raccomanda di avvicinarsi gradualmente alla dieta basata sulla frutta, e ritiene indispensabile ridurre drasticamente tutti i grassi, specialmente gli olii, altrimenti si rischia di creare i presupposti per alzare troppo la glicemia con tutti i guai connessi. Mi sembra del tutto logico. Poi è chiaro che se ci alimentiamo di frutta a chili, diventa quasi superfluo ricorrere al consumo quotidiano di altri carboidrati come cereali e legumi, anzi rischiamo di squilibrarci veramente. Per cui mi immagino che un fruttariano, non troppo rigoroso, nella giornata in cui decide di consumare cereali e/o legumi, ridurrà di molto, o escluderà del tutto, l’apporto di frutta zuccherina.
            Eh insomma, bisogna continuamente essere osservatori di noi stessi, per capire per bene cosa ci può far più bene o più male, indipendentemente da cosa raccontano le diverse teorie dietetiche.
            Volevo aggiungere un’ultima cosa che non ho riportato nel post precedente. Ogni tanto utilizzo anche le paste fatte con sola farina di legumi. Si trovano quelle di piselli, di ceci e di lenticchie. Sono abbastanza saporite per cui non necessitano di chissà quali condimenti. Meglio comunque non esagerare, perché sono molto proteiche, e infatti vengono vendute in confezioni abbastanza ridotte.
            Spero di esserti stato utile almeno un po’. Se hai bisogno di qualche altra informazione non c’è problema. Che poi si tratta sempre di punti di vista, mica detengo la sfera di cristallo, sbaglio e risbaglio continuamente come tanti e anche di più.
            Ciao e buona domenica.

          • Francescocorre

            Buonasera Devis.
            Abbiamo già scambiato qualche parola in passato qui sul blog (che non frequento da tanto, troppo tempo).
            Mi chiedevo se i legumi che mangi sono quelli secchi o freschi e in che quantità ne mangi.
            Personalmente, quando ho iniziato il mio percorso vegano ho seguito alla lettera i consigli di Vaccaro. I risultati ottenuti sono stati incredibili. Col tempo ho voluto sperimentare e migliorare sempre più e paradossalmente la mia salute è peggiorata. Ho provato per un periodo molto lungo a mangiare solo frutta (in diversi modi.. intera, frullata, centrifugata…) fino a cena.
            Risultato: pancia sempre troppo gonfia, senso di pesantezza, nausea e strana sensazione alla testa (quasi un intossicazione alimentare) oltre che tanto freddo interno.
            Credo di poter dunque affermare che la dieta strettamente fruttariana fino a cena non vada bene per me e che anzi dovrei diminuire le quantità di frutta consumata.
            In questo periodo in particolare ho mangiato solo cotto (intelligente). E incredibilmente mi sento meglio. Zero nausea, zero gonfiori e tanta energia.
            Allo stesso tempo so bene quanto sia importante la frutta così come la verdura e voglio riprendere gradualmente a (re)inserire il tutto all’interno della mia dieta, magari pian pianino e con quantità non eccessive.
            Vorrei inoltre provare, come stai facendo tu, a consumare più legumi dato che solitamente mi gonfiano meno dei cereali. Qualunque info potrai fornirmi, dunque, sarà veramente molto molto utile.
            Fermo restando che sono sempre più convinto e sicuro che, se è vero che esistono dei principi generali imprescindibili (mai e poi mai tornerei a mangiare carne o derivati animali), ognuno di noi è comunque diverso. Dunque non è detto che una dieta sulla carta più salutare, con kg e kg di frutta, vada bene a tutti.
            Perdonami per la lunghezza del mio commento. Buona serata. 🙂

        • Leopoldo Tacchini

          Lieto che stia bene ma purtroppo non è vero per tutti i vegan. Siamo molto diversi tra di noi come metabolismo, funzionalità degli organi, cosa che di rado viene considerata, e che invece ben conosce chi come me si interessa di medicina funzionale. Poi ammetterà che un monaco cinese di metà dell’800 sicuramente mangiava molto diversamente, e sopratutto viveva diversamente dai vegan cittadini di oggi. Magari conosceva qualche tecnica di respirazione o mangiava chissà quale bacca…E comunque conosciamo diversi casi di persone più che centenarie che hanno sempre mangiato “normalmente”. Per quanto mi riguarda è ben difficile quindi dimostrare che vi sia un reale vantaggio. Discorso ben diverso se ci limitiamo alla carne, ai grassi non buoni, e ad una dieta non sana.

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  4. Capotosti Roberto

    LA MEDICINA OCCIDENTALE HA IL VANTAGGIO DI ESSERE PIU’ VELOCE. PERO’ A LUNGO ANDARE MI PAIONO PIU’ EFFICENTI LE TECNICHE ALTERNATIVE, INTEGRATE, PERO’, DALLA SUPERCOMPENSAZIONE NON A LIVELLO SOLAMENTE MUSCOLARE.

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  5. Leopoldo Tacchini

    Carissimo Valdo, grazie per l’attenzione e per la qualifica di “importante commento”. Ma sappi che non me la prendo affatto, e non mi interessa neppure aver ragione. Per me è infinitamente più importante aiutare anche una sola persona che soffre. Allora il mio commento non era certo di stroncatura al dr. Pagliara, che oltretutto umanamente ha tutto il mio rispetto per il suo impegno. La mia domanda era semplicemente: come medico, che risultati ha ottenuto? Ha avuto risultati migliori dei suoi colleghi, a prescindere dal sostegno umano e spirituale che ha dato ai suoi pazienti, cosa nobile e altamente apprezzabile? Non mi sembra che né tu né lui stesso abbiate risposto. Al contrario, se guardiamo ai fatti, come giustamente sottolinea Wilma che ha commentato prima di me, mi sembra che per 40 anni non abbia introdotto alcuna novità nella terapia MEDICA del cancro, essendo rimasto nell’ambiente ospedaliero.
    Medici di altissimo livello, come il dr. Gerson (definito da Albert Schweizer l’Einstein della medicina) e più recentemente la dr.ssa Kousmine, il dr. Di Bella ed ora anche il figlio e il suo staff hanno introdotto novità STRAORDINARIE nella terapia MEDICA del cancro, che hanno prodotto risultati NOTEVOLISSIMI E COMPROVATI da cartelle cliniche. Stiamo parlando anche di guarigioni al quarto stadio, cioè giudicati inguaribili da tutta la medicina ufficiale, oppure di una sopravvivenza per il doppio od il triplo degli anni previsti, con una qualità di vita ottima. Peccato che il dr. Pagliara non li degni neppure di una parola. E’ questo che mi fa arrabbiare. Si sente l’unico ad aver capito il cancro? Si sente più bravo di loro? CE NE PORTI LE PROVE, PERBACCO!! CI DICA CHE RISULTATI HA AVUTO! Invece di andare in giro a fare lezione!!
    Ma facciamo l’avvocato del diavolo. Mettiamo che io abbia sbagliato tutto. Limitiamoci all’aspetto igienistico e nutrizionale. VORREI CHE TU MI RISPONDESSI, caro Valdo, perché tu porti le tue tesi, scrivi in modo elegante e convincente ma difficilmente rispondi puntualmente.
    QUALI NOVITA’ HA PORTATO IL DR. PAGLIARA NELL’ALIMENTAZIONE DEI PAZIENTI ONCOLOGICI CHE NON SIA STATO GIA’ DETTO DA ALTRI? Parlo con cognizione di causa. Ho ascoltato il suo corso sulla piattaforma Corsi.it. Alla fine non ho capito nulla. Mi sembra che, a parte diverse nozioni ovvie che ormai abbiamo tutti, non abbia detto nulla di nuovo. Anzi su diversi alimenti mi sembra detto che abbia detto tutto e il contrario di tutto. Ovvero che ogni alimento possa fare bene o male, a seconda dei casi. Ma questo lo sappiamo tutti.
    Chi si trova stretto nella morsa di questo male, e vuole impegnarsi in prima persona a stare meglio, non viene aiutato da questo tipo di corsi, ma anzi gettato in una incertezza ancora più grande.
    Leggiamo i libri del dr. Giuseppe Nacci (uno anche gratuito: mille piante per il cancro) della dr.ssa Kousmine, della nipote di Max Gerson, che hanno scritto o sono andati in giro ad insegnare GRATUITAMENTE per aiutare chi soffre e facciamo un confronto. Il resto ha poca importanza, compreso quello che ho scritto.

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  6. wilma

    Scusate se mi intrometto ma vorrei tentare di fare un pò di chiarezza:
    vegan non è il nome di una dieta e non è neanche il nome di chi si dedica a una dieta.
    Vegan è chi rifiuta lo sfruttamento di tutti gli esseri senzienti e di conseguenza, per forza di cose, non li mangia.
    Data la tendenza all’aumento delle persone vegan, il business non ha perso tempo a trasformare la cosa in moda (depauperandone il significato più profondo) e a inondare il mercato di prodotti di scarso valore nutritivo estremamente lavorati, pieni di olio di palma e di altri pessimi grassi, di zuccheri e schifezze varie: polpettine, frittelline, biscottini e snack vari, alimenti che imitano il sapore e l’aspetto della carne, degli affettati e dei formaggi, come se chi aborre i derivati della macelleria avesse bisogno di surrogati.
    E’ evidente dunque come anche chi non mangia prodotti di derivazione animale può comunque nutrirsi male.
    In più la salute, come ben sappiamo, non dipende solo dall’alimentazione, ma anche dalla serenità e dal pensiero positivo.
    E’ altresì evidente che chi ha maggiore sensibilità abbia anche maggiore difficoltà a raggiungere tali stati d’animo in un mondo come questo che travolge e schiaccia sull’asfalto ogni tipo di animale, che trasporta ogni giorno camionate di poveri esseri urlanti al macello e che ti cucina alla griglia tonnellate di carne facendotene sentire i terribili olezzi fino nel piatto del tuo vicino di tavolo.
    Mi sembra quindi impossibile stabilire se chi è vegan vive più a lungo o meno.
    Unica cosa certa è che mangiare vegetale, fresco e vitale può fare solamente bene alla salute, visto che i prodotti di derivazione animale (etica a parte) sono tutti acidificanti del nostro organismo.
    Per il come, quanto e quando ci sono le ottime tesine di Valdo.

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    • Devis

      Grazie Wilma per le pertinenti osservazioni che condivido in parte. Non so se il tuo intervento è una risposta anche al mio post precedente, ma se è così è bene che faccia alcune precisazioni.
      Quando parlavo della diversità nelle diete vegane, non alludevo principalmente a chi abusa di quei prodotti considerati un po’ da tutti squilibrati, ma piuttosto ad alcune impostazioni che tendono ad enfatizzare le proprietà di alcuni alimenti e demonizzano (forse eccessivamente) l’abitudine indefessa di includerne altri ritenuti non compatibili col nostro sistema digestivo, oppure criticano solamente la modalità di assunzione. Per cui troviamo chi osteggia il consumo eccessivo di frutta, chi invece ne consuma a camionate tanto a dicembre come a luglio, chi inorridisce al solo pensiero di mangiare cereali, chi evita solo quelli col glutine, chi leva la frutta acida, chi invece se ne sorbisce dei bei caraffoni, chi cavilla sull’uso dei germogli, altri che pensano che si possa includere e associare tutto in un unico pasto a patto che sia tutto crudo ecc.
      Ora, se il quadro è questo qui, mi pare arduo sostenere che tutte queste teorie siano valide perchè tanto quello che conta veramente è essere vegani. Ovviamente saranno in pochi a credere una cosa simile, forse nessuno. Però avverto spesso la sensazione che chi avversa fortemente il veganismo coltivi l’idea che si tratti di un movimento di sempliciotti privi della facoltà di discernimento.

      Rispondi
      • wilma

        Ciao Devis, no non rispondevo a te in particolare, il mio era solo un tentativo di appianare, almeno in parte le perplessità emerse in questa discussione, soprattutto sulla longevità presunnta o non presunata dei vegani e sulla giustezza dell’alimentazione totalmente vegetale.
        Credo che ognuno debba provare su sè stesso le combinazioni e le assunzioni dei vari alimenti e sperimentare.
        Io seguo le indicazioni di Valdo (più o meno come fa Maurizio) e mi trovo bene.
        Ogni tanto mi concedo anche qualche trasgressione…. per es. un pò di vino !
        Un caro amico diceva che porta talmente in alto lo spirito che il male che può fare al fegato viene ampiamente compensato :)) Trasgredire ogni tanto fa bene.
        Un saluto a tutti.

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        • Devis

          Eh eh, mi sa che il tuo amico la sa lunga:)
          E poi si sa, “in vino veritas”:):)

          Rispondi
  7. Antonio Armando

    Buonasera a tutti.
    Da un anno a questa parte ho provato a ridurre drasticamente il glutine. Ne consumo meno del 10% di quanto ne ingerivo prima. Sarà una coincidenza ma quest’ultimo è stato il primo inverno senza febbre (non duravano nemmeno 24 ore, in verità) nè raffreddori.
    Inequivocabili positivi riscontri ne hanno registrato anche moglie e figli.
    Condivido,nel mio piccolo, quanto detto da tutti voi.
    Rimango dell’idea che non esiste la formula perfetta, adatta a tutti.
    Il vegano non ha paura di mettersi in gioco, sperimentare, provare e ritentare. Soprattutto non ha la pretesa di ritenersi superiore. E’ solo uno che ci prova, senza influire negativamente sulle altre forme di vita o, quantomeno, cercando di ridurre al minimo il “danno collaterale”.
    Caro Devis, ad ormai quasi 46 anni, continuo a macinare chilometri. Complice la bella stagione ho ripreso a correre con regolarità. Settimana scorsa 70 km. Questi ultimi 3 giorni ho già raggiunto quota 45. Sempre sotto i 5 min/km. Niente di eclatante, però si fa.
    Non ingabbiamoci in gabbie mentali e schemi fissi. Saltiamo fuori dal barattolo e rimaniamone fuori. Non stanchiamoci di perfezionare e, soprattutto, di farci una crassa risata su tutto. E’ tutta salute!
    Buon divertimento a tutti e perdonatemi l’incauta intromissione.
    Vegani statemi lontani!

    Rispondi
    • Devis

      Se se…te, te dopi. Dai ammettilo che senza la borraccia der glutine liquido appresso, manco te fai venti metri…:):)
      A parte gli scherzi, concordo naturalmente su tutto e complimenti per le performance podistiche! Che poi non sono una novità. Sulle mie invece sorvolerei…

      Rispondi
      • Antonio Armando

        Devis sei un paravento! Le tue prestazioni atletico/sportive sono proporzionate all’impegno che profondi e alla voglia di soffrire che occorre per partire.
        E’ come per l’alimentazione, una volta buttato giù il muro non riesci più a farne a meno.
        In effetti hai ragione. Ebbene si, mi dopo. Stasera dopo il solito doppio piatto di crudo (pomodoro, cetriolo e peperone rosso), mi aspetta un buon piatto di orzo e peperoni al forno. Poichè mi trovo in molise per qualche giorno di “vacanza”, ospite dei suoceri, ne approfitto per deliziarmi con un buon piatto di fave dell’amico contadino, cotte lentamente con cipolla ed un filo d’olio extra locale e a crudo, sempre del contadino di cui sopra.
        Magari assaggio anche un po’ di peperoni arrostiti sulla brace, un assaggio di polenta e funghi e, per finire (sbagliando e per insana golosità) una macedonia di fragole, mele e banane.
        Troppo doping dici?
        Staremo a vedere.
        Con i 15 di oggi siamo a 60 km.
        Il contesto è magnifico. Un paesino di 300 abitanti a 800 m slm, immerso in un verde prorompente, dilaniante. Profumi di bosco e fiori, falchetti, farfalle e volatili vari che ti incrociano a pochi metri. Il richiamo della natura è davvero assordante. Non riesco ad ignorarlo…nonostante l’illecita pratica anabolizzante a cui, da ormai 7 anni, clandestinamente mi sottopongo!

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        • Devis

          Antò, non smettere di aggiornarci sulle tue performance…possono essere assai stimolanti per chi soffre di bradipismo cronico, uff uff:(
          Quanto alle genuine leccornie che ti accingi a degustare nel bucolico soggiorno, soprassediamo va…ma non prenderci il vizio che poi ti cresce la pancetta!
          A proposito di salumi, stasera ho cenato molto frugalmente con proteine poco nobili, due o tre cucchiaiate di azuki, insalata di carote e prezzemolo con un pezz…ettino di pane 100% riso autoprodotto con lievito madre (di riso).
          Me pare de essere un monaco de clausura…
          Ah dimenticavo, c’era anche un bicchiere li sul tavolo che mi faceva na tristezza, tutto solo a far niente…sicché c’ho versato dentro un goccerellino de lambrusco. Oh, quanno ce vò ce vò!

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          • Antonio Armando

            Devis vai pure tranquillo che i monaci se la (s)passano ben meglio di quanto non facciamo noi (fai quello che il prete dice, non fare quello che il prete fa; preti, avvocati e polli non si vedono mai satolli…).
            Complimenti per la cena frugale e povera. Noi alle carote ed al prezzemolo aggiungiamo anche una manciata di anacardi.
            Anche stamattina altri 15 km.
            A pranzo però pasta e fagioli, agretti (o barba di frate) olio e limone, insalata di pomodoro e cetrioli, solita macedonia.
            Roba da pezzenti insomma, però funziona.
            Mi fa molto piacere rivedere Francesco da queste parti.
            Ho ancora troppo da imparare.
            Questi due anni a sola frutta gli avranno fornito ottimi spunti di riflessione, sarà sicuramente interessante poter leggere le sue osservazioni in merito, se e quando avrà voglia di condividerle.
            Buon pomeriggio a tutti.

          • Devis

            E già, l’importante è che funzioni. La sensazione è che dopo tanto tempo che ti alimenti in modo abbastanza decente, non senti più la necessità di rimpinzarti sempre con piatti molto elaborati. Forse dipenderà dalla ricchezza di fibre e di cibo crudo. Ovviamente conta molto anche il dispendio energetico. Uno sportivo ha bisogno sicuramente di una dieta più abbondante e variata e gli eventuali sgarri saranno meno problematici rispetto a chi è più sedentario. Questo in linea generale, perché ognuno di noi ha caratteristiche uniche.
            Guarda Antonio, che quello che è intervenuto non è il Francesco che intendi tu. Diversi mesi fa ho saputo che era molto soddisfatto, ma ora come ora non so più niente. Sarebbe veramente interessante sentire direttamente da lui come sta andando il nuovo percorso.

          • Antonio Armando

            Hai ragione Devis.
            L’unico appunto, per quella che è la mia esperienza, che mi permetto di muoverti è relativo agli sgarri.
            Se stasera a cena decido di bere un dito di vino, stai pur tranquillo che durante la corsa di domani non smetterò di maledirmi per l’insano gesto!
            Un dito di vino è più che sufficiente a tagliarti le gambe. O perlomeno questo è quanto mi accade.
            Chiedo scusa a Francesco per lo scambio di persona.
            Evidentemente per quanto uno possa veganizzarsi, non riesce a rallentare più di tanto l’inesorabile processo di rincoglionimento che l’invecchiamento cellulare comporta. Quantomeno alla mia età!

          • Devis

            Ecco la prova provata di come tutti questi discorsi sul cosa fa bene o fa male, devono essere poi sottoposti al vaglio delle caratteristiche individuali. Nel mio caso sono spumanti e vini bianchi a mettermi ko, anche se bevuti moderatamente, per cui ci sto alla larga il più possibile. I vini rossi fermi invece li tollero decisamente meglio. Ma in ogni caso non sento la necessità di bere alcolici frequentemente come in passato, ed effettivamente ne potrei fare benissimo a meno.

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