LETTERA
ALLA DIAGNOSI HO CONTRAPPOSTO DEI CAMBIAMENTI
Caro Valdo, ho 38anni e mi hanno diagnosticato un Parkinson ai primissimi stadi 2 mesi fa. Rifiuto l’idea delle medicine e intendo curarmi naturalmente. Negli ultimi 12 mesi ho fatto dei cambiamenti:
- Ho abbassato i miei ritmi di lavoro,
- Ho ridotto fortemente alcol e caffè,
- Ho perso 17 kg stando a dieta basata su verdure frutta zuppe e carni bianche,
- Ho mantenuto la corsa di 5 km al giorno,
- Ho mantenuto gli integratori Dha, vitamina-B,
- Ho continuato a fare i massaggi Tuina (cinesi).
VIVO A SINGAPORE E INTENDO CONCENTRARMI SULLA GUARIGIONE
Vivo a Singapore da anni. Ho 3 figli e vorrei provare a recuperare anche se devo lasciare il lavoro e concentrarmi solo sulla guarigione. Vorrei una tua opinione, specie sulla dieta da seguire o alimenti consigliati. Grazie per il tuo aiuto. Giorgio
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RISPOSTA
ELOGIO ALLA DETERMINAZIONE MA CRITICA ALLE SCELTE OPERATE
Ciao Giorgio, osservo intanto un fatto estremamente positivo, ed è la tua determinazione a non soccombere alla tirannia di cure farmacologiche senza speranza, senza capo nè coda. I cambiamenti di cui parli invece non sono tutti nella giusta direzione. Quando si tratta di recuperare la salute serve la tuta mimetica e il coltello tra i denti, Ridurre fortemente alcol e caffè non basta. Occorre eliminarli del tutto. Perdere 17 kg va bene ma bisogna vedere come. Perdere 17 kg mantenendo cibi cotti e carni bianche significa aver incrementato la percentuale tossica all’interno del corpo. Hai perso peso grazie alla limitata assimilazione di quella carne bianca, grazie alla assenza del carboidrato vivo e nutriente, che hai rimpiazzato a suon di integratori, altro errore fondamentale. Integrare le vitamine è sempre rischioso e controproducente. In pratica hai seguito una dieta low-carb stile Atkins, stile Zona, stile Dukan. Le uniche cose valide, in realtà, sono state la corsa e il massaggio.
SITUAZIONE AGGIORNATA DEL TUO ORGANISMO
In quali condizioni ti trovi oggi rispetto a prima? Apparentemente migliori. Più atleta, più muscoli, ma anche molte più tossine, molta più acidificazione da acidi urici, molti più minerali inorganici addosso, nonché tutti quei veleni antichi che i 17 kg di acque stagnanti e di grassi smaltiti contenevano e proteggevano. Non hai insomma fatto un digiuno di tipo igienistico, dove vanno fuori non solo i grassi ma anche i veleni in contemporanea e in successione, per l’acqua distillata che dissolve e disgrega i veleni, e per il fatto che non si rimpiazza e non si integra un bel niente. Oggi ti ritrovi più atleta, dicevo, ma anche con un costante ed irresistibile senso di sete, causata da un sistema cellulare che implora acqua a tutto spiano, per irrorare le tue viscere, ora colonizzate e corrose dalle sostanze tossiche concentrate e prive dell’antica protezione lipidica.
UN INEVITABILE RECUPERO DI PESO
E’ inevitabile per te cedere alla sete in queste condizioni di impregnazione tossica. Ti farebbe anche male resistere. E questo ti porterà a riguadagnare il peso perduto. Resistendo alla sete, andresti incontro a guai peggiori del sovrappeso recuperato. Non perderti d’animo. Vediamo di trovarti una soluzione. Stando a Singapore hai tutta l’acqua distillata che vuoi per riportare in equilibrio idrico il corpo, e puoi pure contare sulla migliore frutta fresca possibile, dalle ciliegie fresche della vicina Australia ai manghi della Malaysia, ai durian di tutta la regione circostante, al latte di cocco, all’aloe, alle radici di manioca. Non manca di certo il sole e c’è pure la magnifica isola di Sentosa. Ho vissuto per anni a Singapore e ci passo tuttora frequentemente. Sarò da quelle parti in marzo, e magari troviamo il modo di incontrarci.
MORBO DI PARKINSON O ENCEFALIA LETARGICA
Dire Parkinson significa parlare di uno squilibrio circolatorio e di una anomalia chiamata encefalite letargica, implicante un rallentamento della fase metabolica, e quindi una imperfetta pulizia cellulare ed una insufficiente nutrizione cellulare. Per la medicina il Parkinson è una delle tante patologie con a fianco un grosso punto di domanda. James Parkinson (1755-1824), medico inglese, fu il primo a descrivere nel 1817 un caso di appendicite col termine di paralisi agitante, condizione morbosa caratterizzata da rigidità e tremori nel capo e negli arti, rigidità muscolare, difficoltà e lentezza nei movimenti, instabilità posturale, disturbi di parola, amimìa (impossibilità di accompagnare con i gesti e con l’espressione del viso i propri stati d’animo), turbe vegetative, demenza.
CARENZA ED ECCESSO DI MOVIMENTO
Trattasi dunque di una malattia catalogata tra i disordini del movimento (carenza o eccesso di movimento), causata da una infiammazione del cervello. Consiste in una degenerazione cronica e progressiva di alcune strutture del sistema extrapiramidale, cioè di un’area ridotta del sistema nervoso centrale, detta substantia nigra. La substantia nigra è un nucleo nervino situato a livello del mesencefalo, in cui viene prodotta la dopamina, un neurotrasmettitore di carattere inibitorio, una specie di sostanza frenante, essenziale per il controllo dei movimenti corporei.
LA DOPAMINA E LE SOLITE STAMPELLE CHIMICHE PREVISTE DALLA MEDICINA
Il ruolo della dopamina è dunque fondamentale. Quando il numero di neuroni dopaminergici scende del 20-30% sotto il normale livello di 500.000, si ha esordio clinico. La presenza di pigmento (neuromelamina) nei nervi della substantia nigra e del locul cerulus costituisce un indizio importante in quanto il pigmento è dovuto alla dopamina. Il sistema medico, come suo solito e come per sua regola ferrea ed immutabile, ricorre alle stampelle chimico-farmaceutiche, applicate beninteso sul sintomo e non sulla causa della malattia come dovrebbe essere. Si prescrivono così dei farmaci dopamino-agonisti, i quali danno diversi disturbi collaterali allo stomaco, e provocano pure delle allucinazioni. Chiaro che è strada sbagliata. Soluzione che non risolve nulla al di fuori di una temporanea sospensione della crisi, mentre le motivazioni causanti rimangono intatte ed indiscusse al loro posto.
COS’È IL SISTEMA EXTRAPIRAMIDALE
Il sistema extrapiramidale è un complesso multisinaptico (multicongiuntivo), costituito da vari circuiti. I gangli della base (nucleo caudato, putamen, pallido, sostanza nera) influenzano le aree motorie corticali, mentre il cervelletto svolge un ruolo di controllo a impulsi feedback sulla corteccia, soprattutto nella coordinazione motoria. In aggiunta ai gangli, esistono vie multisinaptiche che influenzano il midollo dalla corteccia, e ci riferiamo ai sistemi rubrospinale, reticolo spinale e vestibolo spinale.
SINDROME EXTRAPIRAMIDALE E NEUROTOSSINE MPTP
La sindrome extrapiramidale rientra nelle malattie definite come disturbi del movimento, che includono anche il cosiddetto morbo di Parkinson (coinvolgente i neuroni dopaminergici della sostanza nera), associato spesso a malattie degenerative come l’Alzheimer (demenza). L’induzione al parkinsonismo proviene da neurotossine come il MPTP (metil-fenil-tetraidropiridina) che distruggono selettivamente i neuroni dopaminergici della sostanza nera. Appartengono alla medesima categoria la malattia di Shy-Drager (atrofie multisistemiche), la corea di Huntington (corea uguale movimenti bruschi e a scatti, con iperattività ed ipercinesia) e la malattia di Wilson (tremore, rigidità, incoordinazione).
PARESI E PARALISI, ATASSIA E IPOTONIA
La sindrome extrapiramidale è una patologia caratterizzata da perdita completa della funzione motoria, definita paralisi o paraplegia, oppure da perdita incompleta della medesima, definita paresi. La paralisi si esprime in due fasi. Una prima fase deficitaria, detta paralisi flaccida, con tono nervoso-muscolare diminuito e privo di resistenza al movimento, e una seconda fase detta paralisi spastica, con tono aumentato. La deambulazione è ovviamente problematica. Il paziente è esitante, cerca sempre basi di appoggio, tende a sbandare lateralmente, e la gamba viene lanciata in avanti, non certo guidata o supportata. C’è la voglia e c’è l’idea del movimento, ma mancano i tiranti nervo-muscolari. In termini medici si parla di atassia (movimenti scordinati), ipotonia (diminuita resistenza al movimento passivo) e tremore intenzionale (durante i movimenti volontari). Ci sono pure alterazioni nella parola, che può essere rallentata, scandita o esplosiva, per cui si parla di disartria, e alterazioni nei movimenti oculari, definite col termine di dismetria.
CURE MEDICHE A BASE DI LEVODOPA
In tutti questi casi la medicina parla di eziologie sconosciute e suggerisce predisposizioni genetiche, mentre esistono grossi sospetti in senso iatrogeno e nei riguardi delle vaccinazioni. Le cure mediche vertono sulla somministrazione del levodopa, un precursore della dopamina, che è attivo sui recettori D1 e D2. Il levodopa migliora la rigidità e l’acinesia (o paralisi motoria), assai meno il tremore. L’efficacia del levodopa viene compromessa da diete alto-proteiche e ricche del gruppo B (specie dalla vitamina B6, che precorre B9 e B12).
ECCESSO DI FERRO INORGANICO
Altro fattore degno di nota è che, col Parkinson, cresce la concentrazione patologica di ferro inutilizzato nel cervello. Alla nostra nascita, tale concentrazione è nulla, e cresce gradualmente fino a 30 anni, per restare stabile fino a 60. Dopo i 60 riprende a crescere, in linea con la mineralizzazione generale tipica della tarda età. Il ferro viene assorbito a livello intestinale e trasportato al cervello da una proteina chiamata transferrina, e poi viene immagazzinato nella glia, connesso alla proteina ferritina. Finché il ferro è legato ed imprigionato, ovvero assimilato, risulta innocuo ma, se viene liberato, porta alla formazione di radicali liberi. I malati di Parkinson hanno un livello di ferro libero notevolmente maggiore di quello delle persone sane.
LE MALATTIE, ANCHE LE PIÙ STRANE, NON SONO DUNQUE COSÌ MISTERIOSE
Ecco dunque, una volta di più, che le malattie non vengono da pianeti lontani e misteriosi, dalla cattiveria degli spiriti maligni, dai germi e dai virus veri o inventati, ma piuttosto dalla follia e dagli errori più atroci dell’uomo e del medico, dall’uso improprio di micidiali farmaci cardio-regolatori, dall’uso sconsiderato di sostanze stupefacenti, da bistecche al sangue col ferro-eme mai metabolizzato, da cure mineral-vitaminiche a base di ferro inorganico e di vitamina C sintetica, da acque ferruginose suggerite pervicacemente da nutrizionisti incompetenti.
SI GUARISCE DAL PARKINSON, MA NON IN OSPEDALE
Come volevasi dimostrare, i tentativi dell’uomo e della medicina di sostituirsi al buon Dio, di trasgredire principi e leggi naturali precise e inflessibili, sono del tutto fallimentari. Vince ancora il duo Pitagora-Ippocrate. Vince il sacro principio secondo cui “La Natura è sovrana medicatrice di tutti i mali”. I parkinsoniani sono persone normalissime come tutte le altre, con qualche ossidazione ferrica e qualche residuo dopante in più. Guarire si può e si deve. Ma solo stando lontano dalle soluzioni mediche, tutte basate su ennesimi inquinamenti del sangue.
STRATEGIE SUPERDIURETICHE PER ESPELLERE L’IMPREGNAZIONE TOSSICA
Occorre elettrizzare naturalmente il corpo, rivitalizzarlo, renderlo super-diuretico e super-ricambiante, con frutta tropicale a iosa, e con centrifugati di tuberi a litri, associati a movimento aerobico, sole e rilassamento. Serve tanta vitamina C rigorosamente naturale, senza trascurare mandorle, anacardi, sesamo, quinoa, germogli, avocado, rambutan e mangustin. Altro che sali e integratori, altro che cibi cotti produttori di ritenzione. Altro che chelazioni chimiche. Altro che diete low-carb. Altro che carni bianche. Come fai a mandar fuori i veleni e le tossine in più se non mediante maggiore espulsione acquea e maggiore traspirazione?
Valdo Vaccaro
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