Premesso che una delle mie tesine su questo tema resta tuttora supervalida (Omocisteina barometro funzionale del corpo umano, del 6/12/2011), rispondo qui a diversi messaggi di preoccupazione per un eccesso di omocisteina.
L’omocisteina è un aminoacido solforato e lipidico che si trova in piccolissime quantità nelle cellule e nel sangue, e la cui presenza viene normalmente regolata dalla filtrazione renale che ne scarica gli eccessi nelle urine. Il range normale dovrebbe essere compreso circa tra i 5 e i 13,6 micromol per litro di sangue. Tuttavia ogni persona è unica al mondo, per cui un certo margine di variazione non deve necessariamente creare il panico. Vale sopra ogni cosa non il valore del test ma il come uno si sente. Il corpo è saggio e intelligente e sa come riequilibrarsi ed autoguarire da solo a condizione che gliene diamo la possibilità vivendo sereni e adottando stili di vita il più possibile virtuosi.
Il ruolo dell’omocisteina è quello di trasformare la metionina contenuta negli alimenti proteici solforati (cibi proteici cotti-stracotti, carni, formaggi, uova, legumi). Un eccesso stabile e non provvisorio-temporaneo di omocisteina comporta un incremento del rischio cardiovascolare, in quanto costringe il cuore a maggiore fatica (una pompa fa più fatica a pompare del materiale grasso e catramoso che del materiale fluido).
Il rischio cardiaco esiste in ogni caso solo se, assieme alla omocisteina alta, esiste una compresenza di trigliceridi alti e di colesterolo LDL alto, per cui andiamoci piano col sentirsi in pericolo e spaventarci inutilmente. Sarà opportuno fare più movimento e controllare il proprio peso, ed essere più selettivi nella scelta dei nostri cibi e dei nostri comportamenti (vedi dieta vegan-crudista tendenziale, vedi camminata giornaliera di un’ora almeno, vedi respirazione profonda ritmata, vedi esposizione solare, vedi sonno regolare e niente ore piccole, vedi rispetto cicli circadiani, vedi più sorrisi e maggiore autostima, vedi fiducia nei propri mezzi).
Le cause di omocisteina alta stanno nell’alimentazione proteica sostenuta dai medici, nell’uso di farmaci (statine, o farmaci di aiuto ai reni e ai calcoli), uso di caffè e alcolici, fumo attivo e passivo, età avanzata, menopausa, gravidanza, condizioni diabetiche e prediabetiche.
I sintomi includono diarrea, vertigini, affaticamento, pallore, fiato corto e tachicardia.
I rimedi stanno nella assunzione di acido folico o vitamina B9 in forma naturale (radicchi, cavoli, lattuga, spinaci, mele, arance, piselli, lupini, fagiolini), in vitamina C ed E, in betaina naturale (bietole, alghe fresche e secche, germogli vari, crescione, broccoli, cereali integrali specie riso-miglio-mais-avena).
Valdo Vaccaro
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