LETTERA
Carissimo e grandissimo Valdo, naturalmente ti meriti il ringraziamento di tantissime persone che hanno capito da che parte stanno l’onestà e la verità e quindi la SALUTE.
Recentemente mi è capitato di ascoltare persone che sostengono la dannosità dell’olio di oliva (tra cui un tuo illustre allievo, Pietro Bisanti) e degli estratti in generale e mi è caduto un mito, soprattutto per quanto riguarda gli estratti di cui ne faccio un gran consumo (per lo più di mela, carota, arance, limoni e barbabietole).
Posso più o meno accettare le motivazioni sull’olio di oliva e gli olii in generale (che possono verosimilmente ridurre la sezione dei vasi sanguigni e creare problemi cardiovascolari più o meno temporanei), ma molto meno crederei alla non salubrità degli estratti motivata dal fatto che eliminando le fibre e assumendo soltanto la parte liquida (così come per l’olio) si verrebbe a creare un picco glicemico potenzialmente deleterio per la salute.
Per quanto riguarda l’olio d’oliva fatico ad immaginare un sostituto (per le insalate o per le verdure cotte) mentre per gli estratti di frutta e ortaggi l’ovvio rimedio sarebbe quello di assumerli nella loro interezza. Tu cosa ne pensi? E cosa consiglieresti in sostituzione dell’olio d’oliva su insalate e verdure varie? Grazie come sempre. Un abbraccio.
Michele
RISPOSTA
Non mi va di cercare polemiche con nessuno, e specialmente con persone che conosco e che dovrebbero essere vicine alle nostre posizioni. Lasciamo da parte l’estremismo, il dogmatismo e la eccessiva seriosità su ogni possibile dettaglio.
Ognuno ha la sua testa, le sue convinzioni, le sue esperienze personali. Cerco di essere flessibile e aperto alle idee altrui, nella misura in cui esse trovano conferma sul piano della concretezza, del buonsenso e della sostenibilità, che è poi applicabilità pratica ed economica.
Quando nel proporre le mie idee alimentari sul vegeto-crudismo ci metto davanti le tre parole essenziali e qualificanti che sono tendenziale, vitale e personalizzato, intendo proprio questo.
Essenziale è muoversi sulla strada maestra. Essenziale è liberarsi dalla stupidità alimentare dominante che rimane quella della ricerca ossessiva di cibo proteico, quando questo è l’ultimo dei problemi, visto che bastano e avanzano 24 grammi al giorno di proteine oltre i quali si va in acidificazione corporale. Qualsiasi dieta vegana saziante arriva e supera disinvoltamente e ad occhi chiusi tale livello proteico.
CERCHIAMO DI VIVERE IN MAGGIORE RELAX
Ognuno poi ci arriva in modi diversi, sulla base dei propri gusti, delle proprie necessità operative, delle proprie condizioni del momento che sono sempre improntate alla variabilità.
Quando hai tirato via carni di ogni tipo, zuccheri lavorati e nascosti di ogni tipo, azzerando del tutto o quasi ogni cibo e ogni bevanda spazzatura, ogni prodotto chimico-stimolante-dopante, sai già di essere a buon punto.
Se poi hai pure provveduto a rifornirti di abbondante acqua biologica da frutta acquosa e zuccherina lontano dai 2 pasti principali (preferendola e privilegiandola decisamente ad ogni tipo di acqua minerale, con alto residuo fisso o peggio con minerali aggiunti), inserendo un’ora o due al giorno almeno di attività fisica-aerobica e di esposizione solare, hai stipulato un rapporto di amicizia e solidarietà col tuo organismo, con fegato e reni e ghiandole endocrine in particolare, col tuo microbiota intestinale, e coi vari centri energetici o punti chakra e nadi, confinando ai margini le visite mediche, le paure virali e le varie forme di incertezza, di sfiducia e di ipocondria.
L’IMPORTANTE È PORTARSI VERSO IL TRAGUARDO COL MINOR NUMERO POSSIBILE DI DANNI
Qualcuno ci arriva mangiando tante banane, tante mele, tanti datteri, tanti ravanelli, tante arance, tante fragole e mirtilli e frutti di bosco, completando con patate, melanzane, peperoni, zucchine, zucche, spinaci, riso integrale, piselli, fagioli e un buon quantitativo di immancabili radicchi e cavoli, e qualche apporto di frutta secca e di semini vari.
Qualcun altro ci arriva inserendo di tanto in tanto la pizza con verdure fresche (e non in scatola), o la pasta di qualità con tante verdure, o gnocchi di patate e di zucche, o polpette vegetali con patate-verdure-farina di ceci), o minestrone di verdure, a scopo di rispettare un decente contenuto calorico.
Qualcuno non si nega mezzo bicchiere di vino o di birra artigianale. Qualcun altro ancora ci arriva con l’aiuto provvidenziale di ottimi succhi freschi, aiutandosi con spremiagrumi, frullatori, centrifughe ed estrattori.
Qualcuno infine si avvale di qualche depurazione aggiuntiva e di qualche digiuno secco. La vita è bella perché è varia e permette di dare un’impronta personale ed originale alle proprie scelte. Qualcuno ama la rigidità e qualche altro un pizzico di trasgressione. C’è posto per tutti.
CI SONO OLI E OLI
Andrei piano nel diffondere idee restrittive su quei pochi cibi di uso comune che dimostrano da anni di essere salubri, checché ne dicano i detrattori.
Abbiamo avuto tra i nostri contatti internazionali alla HSU anche il dr Caldwell Esselstyn, simpatico 86enne americano. “No oil, no oil, no oil”, continuava a dire. Per certi versi aveva ragione. I supermercati americani, ma anche quelli delle grandi metropoli asiatiche, straboccano di banconi dedicati agli oli alimentari. Prodotti il più delle volte scadenti ed estratti a caldo. Preferiti dalla massa per il basso prezzo e non per altro. Come non condividere il messaggio di Esselstyn di fronte a questa realtà?
L’ULTIMO ALBERO CHE ESPIANTEREI DALL’EDEN È QUELLO DELL’OLIVO
Ma l’olio Evo, extravergine di oliva estratto meccanicamente a freddo, nelle sue versioni migliori che pure esistono, non lo escluderei assolutamente dalla nostra alimentazione. Per qualcuno vale pure il divieto per l’aceto. A me piace pure quello, soprattutto se è aceto madre o aceto di qualità, non pastorizzato.
Non mi interessa il sale ovviamente. Al massimo un pizzico di pepe e di peperoncino (preferibilmente sulle verdure cotte) può anche andare. L’importante è che vengano rispettati, oltre al criterio di salubrità, quello del gradimento. Parliamo sempre di quantitativi sobri e non esagerati.
Una alternativa all’olio di oliva può essere una fetta di avocado maturo. Ovvio che le olive sono un frutto fantastico a cui non rinuncio. Trova ottima pure la crema di olive.
UN CONSISTENTE APPORTO DI FIBRE VEGETALI È FONDAMENTALE
Personalmente uso l’olio di oliva di qualità soprattutto a crudo sulle verdure crude. Lo faccio da 70 anni almeno con piena soddisfazione.
Quanto alle spremute di agrumi e agli estratti o pressati di frutta e di qualche altro vegetale non ho alcun dubbio sulla loro assoluta salubrità, nella misura in cui vengono assunti prontamente all’istante, centellinati con lentezza religiosa. Sono la migliore fonte di vitamine naturali, di minerali organicati, di acqua biologica zuccherina, e già questo potrebbe essere sufficiente.
La questione della salvaguardia delle fibre, almeno una parte di quelle che si scartano, va assolutamente considerata. In tal caso ci si può affidare ai frullatori con i cosiddetti smoothies.
Confesso comunque di essere un consumatore seriale di frutta acquosa al naturale, e di clorofilla acquosa al naturale, più ancora che di estratti, mentre ricorro tutti i giorni alla spremuta d’arancia, preferibilmente rossa di Sicilia, dove non tralascio la parte interna fibrosa e qualche pezzetto di buccia.
In ogni caso, se uno consuma ortaggi crudi e a foglia nella loro interezza, si garantisce un buon rifornimento di fibra vegetale. Non vedo ragioni per privarsi di qualche buon succo di carote-sedano-mele e simili, a integrazione di quanto assumiamo tramite normale masticazione.
Valdo Vaccaro
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