LETTERA – SOTTOTITOLI DI VV
TROVO SEGNI DI GRANDE RIPRESA NEGLI SCRITTI CHE STAI PUBBLICANDO
Carissimo Valdo, Come stai? Leggendoti ho la sensazione che ti stia riprendendo velocemente e spero che sia davvero così! Divoro quotidianamente le tue tesine recenti e meno recenti. Provo una incommensurabile ammirazione per te e per ciò che fai.
COMINCEREI A SONDARE IL TERRENO QUI A BASILEA
Ci tengo davvero tanto a portarti a Basilea prima che il fiume in piena oltrepassi gli argini! Spero che ti senta presto in piena forma per iniziare ad organizzarci! A questo proposito, volevo chiederti che ne penseresti di fare la conferenza nel Goetheanum di Dornach. Non simpatizzo particolarmente per gli steineriani e per l’antroposofia, però hanno delle belle sale, il luogo è particolare e, forse, possono dare pubblicità all’evento. Se ti piace come idea, provo a sondare il terreno e a vedere se è possibile. Altrimenti chiederò di altre sale in città. Oppure che ne dici della facoltà di medicina? Il diavolo e l’acqua santa? Magari agli svizzeri piacciono questi accostamenti trasgressivi e provocatori.
MIA MADRE 85ENNE HA DECISO DI ABBRACCIARE LA TUA DIETA E LA TUA FILOSOFIA
Sulla mia salute, in netto miglioramento, ti aggiornerò più in là per non appesantire la mail. Ti volevo invece raccontare che mia madre di 85 anni non ci ha pensato un minuto e ha deciso di abbracciare immediatamente la tua dieta e i tuoi consigli che le traduco di volta in volta. Da un mese ha tolto anche la pillola per la pressione e dice di sentirsi nel complesso molto meglio. Il suo intestino ha ripreso a lavorare un po’ di più, dopo 40 anni di clisteri, purghe e altre cose ancora. Non sente più ritenzione idrica e la pressione si è stabilizzata sui 135/155-85/95. Inoltre ha molta più energia dell’anno scorso e questo già è uno splendido risultato.
È SOLIDA COME UNA ROCCIA E FARÀ MOLTI PROGRESSI
Anni fa le avevano diagnosticato un lupus, solo per delle macchie a farfalla sulla pelle, guarda caso iniziate con l’assunzione di un medicinale per la pressione il cui bugiardino avvisava pure. Ma sembra che ora stiano regredendo. Sono convinta, anzi, siamo convinte, che farà molti progressi, anche perché è una roccia. Oltre a tanti altri problemi, dall’età di 21 anni lotta con la narcolessia, la malattia del sonno. Mi risulta che ci sia una correlazione tra narcolessia e danno neurologico da vaccini, come insegna il recente scandalo del Pandemix in Finlandia e Svezia.
IL SUO MAGGIORE CRUCCIO È LA NARCOLESSIA
Ma nel caso di mia madre non sappiamo come sia scaturita l’anomalia. Il sonno arriva d’improvviso soprattutto dopo mangiato, anche in diversi momenti della giornata. Dura poco e non è mai profondo. Di notte l’insonnia la fa da padrone. Ogni tanto se mia madre ride o prova una forte emozione, ha dei brevi attacchi di cataplessia, dove la forza in tutto il corpo l’abbandona, i muscoli non rispondono e nulla risponde. Ho visto che hai trattato di sfuggita questo tema, essendo una malattia piuttosto rara. Magari meriterebbe qualche approfondimento. Mi piacerebbe saperne di più da un punto di vista igienistico e se è possibile uscirne.
NON È MAI TROPPO TARDI PER IMPARARE E PER RICOMINCIARE
Noi comunque continuiamo convinte su questa strada e crediamo che non sia mai troppo tardi, neanche a 85 anni, per imparare, per ricominciare, per invertire rotta, per migliorare le proprie condizioni di vita, per sperare e dire “Guarirò”! Grazie di cuore e i miei più cari saluti. Alexandra
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RISPOSTA
Ciao Alexandra. Complimenti per il bellissimo rapporto che hai con tua madre 85enne, e complimenti soprattutto a lei per la sua grinta e la sua voglia di lottare e di migliorarsi. Credere in se stessi e nelle possibilità di recupero a qualsiasi età è fondamentale. In questo modo lei sta dando una autentica lezione a noi tutti. Una vera roccia monolitica e tutta di un pezzo, come l’hai giustamente descritta. Passiamo ora al suo problema.
SONNO NREM E SONNO REM
Nel soggetto normale esistono due fasi diverse di sonno che sono il NREM (non rapid eye movement), costituito da sonno leggero e profondo, e il REM (rapid eye movement), in cui si manifestano circa l’85% dei sogni. Nel sonno REM, inoltre, si assiste ad una condizione di paralisi a carico di quasi tutti i muscoli del corpo, eccetto i muscoli oculari e il diaframma, che sostiene la respirazione. Quando ci si addormenta, il sonno inizia nelle fasi più leggere di sonno NREM per poi approfondirsi progressivamente. Ogni 90 minuti circa il sonno NREM lascia spazio al manifestarsi del sonno REM. Nel soggetto sano questa alternanza NREM e REM si ripete più volte nel corso della notte.
NARCOLESSIA OVVERO DIFFICOLTÀ CEREBRALE A REGOLARE IL RITMO SONNO-VEGLIA
La Narcolessia è una patologia neurologica che colpisce circa una persona su 2000, con crisi di sonnolenza che si manifestano nel corso della giornata. L’alterazione è causata da una incapacità del cervello di regolare in maniera fisiologica il ritmo sonno-veglia. Nei soggetti affetti da narcolessia si assiste ad una rapida ed atipica emergenza di sonno REM, nei 15-20 minuti che intercorrono dopo l’addormentamento, e ad intrusioni di sonno REM durante il giorno. Gli attacchi di sonno diurni compaiono in genere ogni 90-120 minuti e, spesso, al risveglio da un sonnellino di 5-15 minuti, il soggetto ricorda di aver sognato e si sente discretamente riposato.
SINTOMI DI NARCOLESSIA
1) Sonnolenza diurna, che si esprime con attacchi di sonno incoercibili e talora non preavvertiti. Il sonno totale nelle 24 ore è generalmente di durata normale, mentre sono la continua predisposizione alla sonnolenza e all’addormentamento ad essere inusuali. Pure le circostanze sono inusuali e a volte pericolose. Le crisi possono avvenire nel corso di una conversazione bruscamente interrotta, o durante i pasti, ma anche quando uno è alla guida di un’auto.
2) Cataplessia, improvviso, breve e reversibile episodio di debolezza muscolare che accade in concomitanza con stimoli emozionali, come riso, sorpresa, rabbia, gioia o tristezza. La cataplessia può coinvolgere tutti i muscoli e risultare in una caduta al suolo, oppure nel cedimento di un segmento corporeo tipo ginocchia, capo, mandibola. Talora durante il colloquio la parola può divenire farfugliante per inabilità a muovere i muscoli necessari per la fonazione. Questi episodi possono durare da pochi secondi a minuti e la coscienza di solito è mantenuta per tutto l’evento. Si pensa che la cataplessia sia legata alla paralisi dei muscoli, tipica del sonno REM, che intrude in maniera patologica nella veglia.
3) Paralisi del sonno, esperienza terrificante, durante la quale il soggetto si sente improvvisamente incapace di muoversi o parlare e talvolta persino respirare. La paralisi dei muscoli può anche essere accompagnata da allucinazioni. Questo fenomeno può durare da alcuni secondi a minuti ma spesso viene percepito come molto più lungo. Anch’esso è dovuto all’intrusione del sonno REM nella veglia.
4) Allucinazioni ipnagogiche o ipnopompiche: sono esperienze simil-oniriche vivide che si verificano all’addormentamento (ipnagogiche) o al risveglio dal sonno (ipnopompiche). I soggetti talvolta descrivono di vedere insetti sulle pareti, o di udire rumori in casa. Queste esperienze sono anch’esse legate alle caratteristiche della REM. In questo caso si tratta del contenuto onirico che intrude nella veglia. Allucinazioni e paralisi del sonno possono manifestarsi anche nei soggetti sani in maniera occasionale e soprattutto in concomitanza con deprivazione di sonno.
5) Altri sintomi lamentati dai soggetti narcolettici, sono la frammentazione del sonno notturno, cefalea, depressione e problematiche psicosociali.
CAUSE DI NARCOLESSIA
La narcolessia è una patologia la cui causa scatenante non è ancora conosciuta. Recenti ricerche hanno mostrato che numerosi neurotrasmettitori sono coinvolti. Il più importante di questi è l’ipocretina che nei narcolettici si è dimostrata ridotta all’interno del liquor cefalo-rachidiano, fino alla completa scomparsa nel 90% dei soggetti affetti da narcolessia con cataplessia. È stata inoltre evidenziata una riduzione dei neuroni ipotalamici secernenti questo composto in rilievi autoptici (effettuati tramite autopsia) di soggetti affetti.
CONTROMISURE ALLA NARCOLESSIA
La terapia della narcolessia si basa prima di tutto su un approccio comportamentale che prevede l’instaurazione di pisolini strategici di 15-20 minuti, collocati in coincidenza con i momenti della giornata in cui la sonnolenza è più irresistibile. In genere, dopo ogni breve siesta, il paziente si sveglia riposato e questo gli garantisce un’autonomia del livello di vigilanza per altre 3-4 ore, quando dovrà ricorrere ad un nuovo sonno breve. Il modello simulato del sonno nel paziente con narcolessia mostra infatti un ritmo ultradiano di circa 4 ore perfettamente assimilabile alla necessità soggettiva dei pisolini ristoratori. Viene inoltre consigliato di mantenere regolari gli orari del sonno notturno, evitare stress ed attività fisica nelle ore serali. Il lavoro a turni risulta sconsigliato in questi soggetti.
ACCUSE CONTRO IL VACCINO PANDEMRIX IN SCANDINAVIA
Il Pandemrix è un vaccino contro la pandemia influenzale da H1N1 ed è autorizzato in Europa dal 2009. Qualcosa di simile al Tamiflu pertanto. I bidoni della farmacologia confermano le loro caratteristiche al di là dei nomi diversi con cui si presentano sul mercato. Un aumento di narcolessia è stato osservato in Finlandia, Svezia ed Islanda entro due mesi dalla vaccinazione con Pandemrix. Ma non mi soffermerei troppo sull’aspetto farmaci e vaccini, essendoci argomenti molto più interessanti e costruttivi su cui parlare.
RITMI BIOLOGICI ULTRADIANI CHE REGOLANO IL NOSTRO CERVELLO
Qualsiasi cosa noi osserviamo è sottoposta a mutazioni che si ripetono con processi ciclici. Il giorno e la notte, le stagioni, le maree e tutte le altre manifestazioni non sono che degli esempi di questi ritmi e della loro successione. I ritmi fisiologici dell’uomo non sono che ulteriori esempi di questi processi. Così come alla notte segue il giorno, come al sonno segue il risveglio, alla fase di rilassatezza dei cicli bioritmici segue una fase di attività, in perfetta alternanza.
CRONOBIOLOGIA SCIENZA DEGLI ALTI E BASSI
La cronobiologia è la scienza che studia i ritmi biologici, cioè le fluttuazioni periodiche di funzioni e parametri biologici degli organismi viventi. In termini più semplici ancora, è la scienza che studia l’andamento degli alti e dei bassi. A regolare in modo così preciso l’orologio del corpo provvede una speciale parte del nostro cervello denominata ipotalamo. Questo timer interno interagisce con segnali di riferimento esterni.
RITMI CIRCADIANI, RITMI INFRADIANI E RITMI CIRCANNUALI
Molti ritmi biologici sono collegati sia al movimento di rotazione della Terra (ritmi circadiani), sia al movimento della Luna intorno alla Terra (ritmi infradiani), sia al movimento di rotazione della terra intorno al sole (ritmi circannuali). Le nostre reazioni biologiche sono regolate da milioni di anni da questi ritmi e da questi orologi speciali, che seguono gli eventi ciclici della vita, del nostro pianeta e del sole. Tutti i ritmi sono una proprietà fondamentale della materia vivente. Si osservano non solamente negli organismi altamente specializzati, ma si possono trovare persino a livello cellulare e molecolare.
IL MESTRUO RAPPRESENTA IL PIÙ NOTO CICLO INFRADIANO
Il ritmo infradiano è quello più lungo di un giorno, precisamente di 28 ore. Ciclo infradiano è quello annuale del succedersi delle stagioni, delle migrazioni degli animali, dei cicli di marea. Il ritmo infradiano individuale più conosciuto è il ritmo del ciclo mestruale nella donna più o meno ogni 28 giorni, con note influenze sullo stato psico-fisico femminile. Di solito quando il livello degli estrogeni raggiunge il culmine mensile, poco prima dell’ovulazione, e nei dieci giorni che precedono l’inizio delle mestruazioni, le donne funzionano meglio a livello verbale e motorio, meno in termini di orientamento spaziale. Quando il livello degli estrogeni diminuisce, il modello si inverte.
MODULAZIONE DEI SISTEMI-CHIAVE FINO A CELLULE E GENI
Questi cicli di riposo-attività modulano molti dei sistemi-chiave del corpo e della mente, tipo prontezza mentale, umore, creatività, energia, appetito, prestazione fisica, memoria. Organi, ghiandole, muscoli, sangue, ormoni e sistema immunitario sono movimentati da una ricca sinfonia di attività che raggiunge cellule e geni.
PERIODO DI MASSIMO RENDIMENTO ULTRADIANO E PERIODO DI CADUTA
L’intero organismo segue il richiamo di questi ritmi di 2 ore circa per 12 volte al giorno, ogni giorno della nostra vita. Nei primi 60-80 minuti, ossia nella prima ora di questo ritmo, cavalchiamo un’onda di crescente forma fisica. E si tratta del periodo di massimo rendimento ultradiano. Nei successivi 20 minuti l’organismo scende ovviamente verso il punto di più basso rendimento, e questa è un po’ la risposta ultradiana di guarigione. È proprio in questa fase che i nostri sistemi mentali e corporei si rivolgono interiormente alla ricerca di un maggiore conforto e di una ricarica, al tentativo mirato di catturare più forza interiore.
RICARICA NATURALE DELLE NOSTRE BATTERIE BIOLOGICHE
Si tratta insomma di un naturale sistema biologico di ritmica attività di recupero, di ricarica batterie e di rivitalizzazione, operata attraverso un complesso apparato neuro-endocrino che si ripete più o meno ogni ora e mezza per tutto il giorno e di cui sentiamo vitale necessità. L’attuale conoscenza dei cicli ultradiani si fonda su centinaia di studi scientifici condotti in laboratori accademici, medici, militari e industriali di tutto il mondo. Da tali studi emerge che i ritmi ultradiani di 90-120 minuti hanno un notevole influsso su un’ampia gamma di di sitemi mente-corpo che regolano l’equilibrio e la salute psico-fisica (vedi E. Rossi e D. Nimmons, Autoregolazione del sistema mente-corpo, Edizioni Astrolabio-Ubaldini 1993).
PICCO ORMONALE ELEVATO IN AUTUNNO-INVERNO E ULTRABASSO IN PRIMAVERA
È noto che il ciclo annuale influisce sullo stato d’animo e sulla condizione fisica di molte persone. Influisce sulla produzione di ormoni corticosteroidi il cui picco è elevato in autunno-inverno e il minimo in primavera. La notevole influenza di questi ritmi mensili sul funzionamento mentale e fisico è ben documentata. Anche gli uomini reagiscono a ritmi mensili, secondo un ciclo regolare mensile che condiziona i livelli energetici e l’umore.
FUNZIONI NUMEROSE INCLUSA LA TEMPERATURA MASSIMA ALLE 16 E QUELLA MINIMA ALLE 6 DEL MATTINO
Le funzioni che seguono il ritmo giornaliero circadiano sono numerosissime. Il succedersi di sonno e veglia, la temperatura corporea che ha il massimo alle quattro del pomeriggio ed il minimo alle sei del mattino, la pressione del sangue, la distribuzione di cellule nei liquidi corporei, la funzione respiratoria e molte attività delle ghiandole surrenali e di altri ormoni. Anche il nostro cervello segue i suoi ritmi di attività e di riposo.
CONCEDERSI 20 MINUTI DI RIPOSO AD OGNI CICLO ULTRADIANO, 12 VOLTE AL GIORNO
Come appena visto, ogni 90-120 minuti le funzioni cerebrali presentano i loro naturali massimi e minimi ed il corpo segue questi ritmi che sono detti ultradiani. Le funzioni cerebrali diminuiscono per 20 minuti almeno e l’efficenza mentale aumenta e diminuisce a seconda dei ritmi. Sarà perciò utile concederci un intervallo di 20 minuti per ottenere una migliore funzionalità cerebrale. Le capacità psico-attitudinali come l’attenzione, la capacità cognitiva, la destrezza manuale e la coordinazione neuromuscolare presentano il minimo nelle prime ore del mattino, ed il massimo nelle ore pomeridiane.
CICLO FONDAMENTALE DI ATTIVITÀ-RIPOSO
Il termine ultradiano indica il ritmo che si svolge ciclicamente più volte al giorno, e che viene misurato in termini di ore, minuti e persino secondi. Per esempio il cuore pulsa secondo un ritmo ultradiano di circa 86.000 volte al giorno. Inspiriamo ed espiriamo circa 22.000 volte al giorno. Il ciclo REM dura 90 minuti, quello di produzione dell’ormone della crescita dura 3 ore. Un ritmo ultradiano che ci interessa particolarmente è quello che regola l’attività e il recupero di mente e corpo, dalle 12 alle 16 volte al giorno può venire chiamato ciclo fondamentale di attività-riposo (ipotesi BRAC: basic rest activity cycle).
REAZIONI BIOLOGICHE DATATE MILIONI DI ANNI
Le nostre reazioni biologiche si sono abituate per milioni di anni a questi ritmi e a questi orologi speciali, che seguono gli eventi ritmati della vita, del nostro pianeta e del sole. Tutti i ritmi sono una proprietà basilare della materia vivente. Si osservano non solamente negli organismi altamente specializzati, ma si possono trovare persino a livello cellulare e molecolare.
ALBERTO OLIVEIRO E GLI OROLOGI BIOLOGICI INTERNI
Alberto Oliverio, medico e biologo italiano di Catania, è uno dei maggiori studiosi di cronobiologia in campo mondiale. Nella sua prefazione a “Orologi biologici”, parla delle scoperte in questo campo così vasto, affascinante ed in parte ancora oscuro della scienza umana e biologica, e spiega come numerosi fenomeni biologici hanno un andamento ritmico. Queste fluttuazioni cicliche possono essere sincronizzate da fattori ambientali come il ciclo giorno-notte, il ciclo lunare o l’alternarsi delle stagioni, oppure possono essere regolate autonomamente da quelli che sono stati definiti orologi biologici, complessi meccanismi che influenzano in maniera ciclica numerose attività dell’organismo, secondo un ritmo interno, indipendente dai fattori esterni.
I RITMI RAPPRESENTANO UN IMPORTANTE CAPITOLO DELLE SCIENZE BIOLOGICHE
Per molto tempo gli orologi biologici dei vegetali o degli animali sono stati semplicemente descritti dai botanici o dagli zoologi in termini di meccanismi insondabili e meravigliosi. Negli ultimi decenni, invece, lo studio degli orologi biologici ha costituito un importante capitolo delle scienze biologiche. Si tratta di ricerche che spaziano dalla genetica alla neurofisiologia, dall’etologia all’ecologia e alla biochimica. L’analisi dei ritmi biologici costituisce, infatti, un campo multidisciplinare della biologia in cui si è passati da aspetti prevalentemente descrittivi a ricerche analitiche che hanno permesso di chiarire i meccanismi di regolazione genica, la sede cerebrale di alcuni orologi biologici negli uccelli e nei mammiferi, le caratteristiche neuro-biologiche dei centri nervosi responsabili di queste attività.
DALLA RICERCA SULLA ALTERNANZA SONNO-VEGLIA A QUELLA SUGLI ASPETTI FISIOLOGICI E COMPORTAMENTALI
Il problema degli orologi biologici non riguarda però soltanto gli invertebrati o i mammiferi inferiori ma l’uomo stesso. Le ricerche sull’uomo, centrate inizialmente sui meccanismi del sonno e delle alternanze sonno-veglia, si sono sviluppate verso diversi aspetti fisiologici, clinici e comportamentali. È stato così osservato che molte attività fisiologiche umane, dalla secrezione di ormoni alla mitosi cellulare, sono organizzate in maniera ritmica, con periodo che si avvicina alle 24 ore.
LA MACCHINA UMANA HA I SUOI LIMITI E NON VA LOGORATA
Le ricerche sull’uomo hanno notevoli implicazioni cliniche in quanto indicano come la sensibilità ad alcuni farmaci sia diversa durante il giorno o la notte, o come alcune prestazioni psicofisiche varino nell’arco della giornata, così come alcuni stati umorali presentino un andamento ciclico con alti e bassi di notevole entità. Queste ricerche, che nulla hanno a che vedere con i fantasiosi bioritmi elaborati a partire dalla data di nascita, hanno anche importanti implicazioni per la medicina e l’igiene del lavoro. Esse indicano che la macchina umana, benché dotata di una notevole plasticità ed adattabilità all’ambiente, ha pur sempre dei limiti che non è possibile sorpassare se non a prezzo di vere e proprie patologie. Quest’ultimo punto, indicatoci dalla cronobiologia, va oltre il significato contingente dei ritmi nell’uomo e sottolinea che non è possibile ignorare la nostra natura biologica e logorare troppo la macchina umana se non a prezzo di malattie e disagi psicologici.
RETINA, PINEALE ED IPOTALAMO FORMANO IL NOSTRO SINCRONIZZATORE BIOLOGICO
Un sincronizzatore biologico è ogni fattore ambientale che presenta variazioni cicliche capaci di modificare uno o più parametri caratterizzanti un bioritmo. Abbiamo così un tempo circadiano umorale, cellulare e nervoso, completamente diversi dal tempo ambientale. Gli oscillatori endogeni più studiati ed importanti per l’organismo umano ed i vertebrati sono la retina, il complesso pineale ed i nuclei soprachiasmatici dell’ipotalamo.
NARCOLESSIA, RITMI ULTRADIANI ED OROLOGI BIOLOGICI SONO STRETTAMENTE COLLEGATI
Spero di non essere andato troppo lontano dal problema di origine che è la narcolessia. Del resto per approfondire i motivi di questi sbalzi di sonno durante le ore diurne, e dell’insonnia in quelle notturne, è inevitabile affrontare questi temi apparentemente noiosi ed ostici. Non è mai tardi per imparare e per affinare i propri strumenti di guarigione. La conoscenza di questa materia e di questi ritmi non implica il ricorso ad alcun tipo di curomania, ma soltanto l’adeguamento dei nostri sforzi e dei nostri consumi energetici a quelli che sono, tutto sommato, meccanismi di salvaguardia personale.
I RITMI NATURALI SONO UNA VALIDA ALTERNATIVA ENERGETICA AL MONDO INIQUO DELLE SOSTANZE CHIMICHE
Pare che negli ultimi mesi siano entrate sul mercato un migliaio di ulteriori stimolanti di carattere chimico, atti a dare la carica e a spremere più forza dal nostro organismo. Ne fanno spesso le spese i ragazzi delle discoteche, sui quali si continuano a fare abominevoli sperimentazioni. Non è casuale che il mercato mondiale del doping si stia ingrossando a dismisura. Fin quando riusciamo a calibrare il nostro impegno esistenziale quotidiano nell’ottica del risparmio energetico e delle scelte naturali armonizzate ed anti-stress dei ritmi biologici, e non nella visuale viziosa e fallace di sostanze inutili, insidiose ed illusorie, quali sostanze dopanti, farmaci, vaccini ed integratori, sappiamo di esserci mantenuti sul nostro percorso.
Valdo Vaccaro
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