LETTERA
SONO ENTRATO IN UN TUNNEL PRIVO DI LUCE
Buongiorno Dottore, mi sono appassionato al suo blog e mi sto sempre più convincendo che lei possa essere la soluzione a tutti i miei problemi. Ho 37 anni ed ormai da 4 anni sono entrato in un tunnel dal quale fatico ad uscire.
COLON IRRITABILE, CISTIFELLEA IMBRATTATA E STOMACO IN DISORDINE, TRATTATI SBRIGATIVAMENTE COI FARMACI
Brevemente le riassumo la mia situazione. Ho sempre sofferto di colon irritabile essendo un soggetto sensibile ed emotivo ma, ad un certo punto, i miei problemi di digestione sono notevolmente peggiorati. Mi sono recato da un gastroenterologo che mi ha trovato la cistifellea un po’ sporca ed una irritazione allo stomaco. Entrambe queste condizioni sono state affrontate in maniera tanto rapida quanto sbagliata, trattandole con i soliti farmaci.
ANEMIA, SPLENOMEGALIA E MIELODISPLASIA
Nel contempo, all’esame ecografico, la milza era ingrossata, sintomo di un’anemia che di lì a poco ho scoperto di avere. Dai normali valori di Hb 14,5 sono sceso a 12 finchè ora si è stabilizzata intorno a 10. I centri specializzati mi hanno detto che ho una mielodisplasia unilineare, senza però sapermi dire la causa, e senza spiegare i miei problemi digestivi.
ACCUSE MEDICHE DI PARANOIA MA RISCONTRO DI DEPOSITI VIRALI SU FEGATO E MIDOLLO
Non soddisfatto, ho cercato di ascoltare le mie sensazioni di corpo intossicato da qualcosa. Lo dicevo ai medici, ma tutti mi hanno preso per matto dicendo che le analisi del fegato erano perfette. Finché non ho trovato un dottore che, analizzando a fondo la mia situazione, mi ha riscontrato dei virus depositatisi nel fegato e nel midollo.
CURE OMEOPATICHE E DISINTOSSICANTI IN CORSO
Sono pienamente convinto di questa sua diagnosi ed ora mi sto curando con dei prodotti omeopatici per disintossicarmi. Sto via via trovando dei miglioramenti. Anche le analisi mostrano transaminasi mai così basse, senza assumere il classico Ursobil che gli altri medici mi avevano detto di prendere per sempre. Pure l’esame dell’emocromo mostra una minore sofferenza midollare, sebbene la Hb o emoglobina non sia salita mentre per contro i leucociti stanno sempre incrementando.
SINTOMI DI MIGLIORAMENTO ALTERNATI A PESANTEZZA EPATICA
Anche da quanto ho imparato leggendo il suo blog, credo sia in atto una disintossicazione nel mio corpo con un rafforzamento del sistema immunitario, ma la mia sintomatologia è quanto mai su un’altalena alternando qualche sporadico miglioramento a giorni in cui il mio fegato lo sento molto appesantito accusando un dolore sotto al costato destro che si irradia dietro la schiena e su fin sotto la spalla destra. Superato il dolore al costato nei giorni successivi si sposta all’intestino all’altezza dell’appendice che peraltro mi è stata asportata da piccolo.
POSSIBILI ADERENZE ALL’ILEO E FORTE TENDENZA ALLA STIPSI
Il mio medico dice che potrei avere delle aderenze all’ileo che rallentano lo smaltimento delle tossine. Sono più che mai determinato a percorrere questa strada più naturale con prodotti omeopatici, alla quale sto cercando di abbinare i consigli che trovo nel suo blog. In questo periodo ho sviluppato una forte tendenza alla stipsi che, dopo aver cercato di controllare bevendo litri di tisana Kelemata, ora sto cercando di risolvere con i centrifugati di carote e sedano.
CICLISMO AMATORIALE E COLAZIONE ALTO-PROTEICA
Sono anche un ciclista amatoriale, la mia alimentazione è sempre stata misurata iniziando la giornata con un bicchiere di acqua tiepida col limone, un kiwi, the verde con bresaola e qualche cracker fatto in casa con la farina di soia, usato al posto del pane che mi gonfia, oppure un bicchiere di latte di soia con muesli senza glutine e crusca di avena.
PRANZO CON INCLUSA CARNE BIANCA E CENA CON INSALATA E FETTINA
A pranzo, non riuscendo più a digerire alcun tipo di zucchero complesso (pasta, pane, farro o orzo) mangio sul posto di lavoro due cracker con una piccolissima fettina di carne bianca o pesce prima di allenarmi in bici. La sera, dopo l’allenamento, mangio un passato di verdure, un’insalata di radicchio e pomodori con una fettina di carne o pesce, alternando due o tre volte a settimana con la soia.
FEDE NELLA NATURA MA ANCHE IN 150-200 GRAMMI DI PROTEINE ANIMALI DISTRIBUITE NELL’ARCO DELLA GIORNATA
Non so se sono riuscito a spiegarle la mia situazione per permetterle di farsi un’idea e darmi dei consigli, né se avrà il tempo di rispondermi. Ma nel frattempo continuerò a seguirla cercando a poco a poco di limitare il numero di volte in cui mangio proteine animali, anche se le quantità sono sempre modeste (150-200 gr distribuite nell’arco della giornata). Grazie per l’attenzione ma sopratutto per l’utilità della sua opera per chi, come noi, la seguiamo e crediamo nella forza della natura come migliore soluzione di benessere. Gabriele
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RISPOSTA
DEFINIZIONE DI MIELODISPLASIA
Ciao Gabriele. La mielodisplasia è una sindrome in cui l’alterazione fondamentale sta nella incapacità, del midollo emopoietico e delle sue cellule staminali, di produrre cellule del sangue normali per qualità e quantità. Si parla anche di anemia refrattaria e di condizioni pre-leucemiche che colpiscono preferibilmente le persone anziane, spesso per danni derivanti da precedenti cure farmacologiche o da eccesso di sostanze e radiazioni tossiche assorbite, come il benzene e la radioattività. La piastrinopenia associata (trombociti inferiori a 150.000/mm3) indica tendenza a sanguinamento e può essere pure indotta da farmaci come l’eparina.
UN PROBLEMA ATTINENTE LA FUNZIONALITÀ MIDOLLARE E SPLENICA
Myelòs in greco significa midollo, dys sta per contrario, difficile o anche per male, opposto a eu=bene, mentre plasma deriva da plàsis=formazione. In altri termini, la mielodisplasia è una patologia ematologica causata da una modificazione del processo di differenziazione e proliferazione della cellula staminale. Nelle mielodisplasie vi è un aumento di morte cellulare programmata, chiamata apoptosi, responsabile del tipico quadro di citopenia periferica.
SIGNIFICATO DI DISPLASIA
Displasia sta per proliferazione cellulare disordinata, principalmente a carico dei tessuti epiteliali. Le cellule che costituiscono un tessuto epiteliale esibiscono normalmente una precisa regolarità nella dimensione, nella forma e nel nucleo, nonché nelle loro modalità organizzative per la formazione architettonica del tessuto. Nella displasia tutto questo è alterato. La normalità del tessuto è disturbata da variazioni, da ampliamenti, irregolarità e ipercromatismi dei loro nuclei e da un disordinato schema organizzativo che causa una notevole anarchia nella composizione tessutale, dove l’ordinata progressione maturativa delle alte cellule degli strati basali verso quelle piatte degli strati superficiali viene perduta e talvolta invertita.
RISPOSTA CELLULARE A PERSISTENTI STIMOLI IRRITATIVI
Le cellule displastiche esibiscono, inoltre, figure mitotiche più numerose che hanno localizzazioni anomale all’interno dell’epitelio. La displasia rappresenta una delle più frequenti risposte cellulari e tessutali a stimoli persistenti irritativi che causano danno. Esempi di displasia sono:
- Cheratosi dell’epitelio squamoso dell’epidermide, in risposta a prolungata esposizione solare
- Alterazione bronchiale, causata dal fumo di sigarette
- Alterazione fibrocistica della mammella, attribuita a fattori ormonali
- Alterazione della cervice uterina
- Disfunzioni dello stomaco e dell’intestino, associate a situazioni infiammatorie croniche
DISPLASIA, OVVERO LESIONE PRE-NEOPLASTICA CHE PRECEDE IL CANCRO
È pertanto ipotizzabile che la displasia rappresenti un processo di adattamento al danno dove la cellula e il tessuto displastico divengono più resistenti a esso. Le displasie condividono con le neoplasie, con le proliferazioni cellulari eccessive, incontrollate e invasive, caratteristiche tali che frequentemente la loro distinzione può essere estremamente difficile. Sebbene sia stato dimostrato che la displasia preceda sempre il cancro tanto da essere denominata lesione pre-neoplastica, il solo termine displasia non indica cancro e la displasia non diventa necessariamente cancro. Modificazioni displastiche lievi e moderate che non coinvolgano l’intero spessore di un epitelio possono essere reversibili e tornare alla normalità con la rimozione del fattore promuovente. Quando la displasia è marcata e coinvolge l’intero spessore epiteliale, si parla tuttavia di carcinoma in situ, uno stadio preinvasivo di cancro.
DEFINIZIONE DI LEUCEMIA
La leucemia è una neoplasia ematologica, ossia un tumore del sangue, che si sviluppa nel midollo osseo, nel sangue, nel sistema linfatico e in altri tessuti. Le leucemie sono comunemente distinte in acute e croniche, a seconda della velocità di progressione della malattia. In generale, si parla di leucemia in presenza di alterazioni biologiche nelle cellule del sangue, come globuli rossi, globuli bianchi e piastrine, che provochino una crescita e una proliferazione incontrollata delle cellule stesse.
PRODUZIONE ECCESSIVA DI GLOBULI BIANCHI
Il nome leucemia deriva dalla parola greca leucos=bianco proprio perché la malattia ha inizio nei globuli bianchi, le cellule incaricate di combattere le infezioni, che normalmente si riproducono secondo le necessità reali dell’organismo. Nei pazienti affetti da leucemia, il midollo osseo produce un elevato numero di globuli bianchi anomali, che presentano mutazioni genetiche nel Dna e che non funzionano correttamente. Le cause di questa malattia non sono ancora note con esattezza, ma sembra che vi siano implicati fattori comportamentali ed ambientali. La leucemia acuta origina dal midollo osseo, la sede in cui risiedono i progenitori o le cellule immature delle cellule sanguignee dove queste stesse cellule giungono a maturazione prima di uscire dal midollo osseo ed entrare nella circolazione.
CAUSE SCONOSCIUTE E DATI STATISTICI
In Europa, l’incidenza complessiva è di circa 8 casi ogni 100.000 persone per anno. Nei soggetti di età inferiore a 30 anni è di 1 caso ogni 100.000 persone per anno, mentre oltre i 70 anni di età l’incidenza è di 35 casi ogni 100.000 persone per anno. In generale l’analisi sui cromosomi ha dimostrato la presenza di anomalie acquisite clonali nel 30-70% dei casi, alcune delle quali ricorrono con maggiore frequenza coinvolgendo i cromosomi 5, 7, 8 e 20. Se la causa rimane sconosciuta si parla, in genere, di mielodisplasie primitive o idiopatiche. Le mielodisplasie secondarie,invece, dipendono da una causa conosciuta che dipende da danni alle cellule staminali del midollo osseo conseguenti ad alterazioni del Dna cellulare, cioè ai cromosomi. Si ritiene che sostanze responsabili siano gli inquinanti ambienti e sostanze usate in agricoltura ed industria, agenti tossici quali solventi organici, pesticidi, radiazioni ionizzanti, terapie citostatiche mediche come chemioterapia e radioterapia.
SEGNI CLINICI DI MIELODISPLASIA
I sintomi sono gli stessi che per le altre forme di leucemia, legati alla diminuzione delle cellule del sangue periferico e alla loro alterata funzione. Si può avere anemia, leucopenia, piastrinopenia, per cui il paziente sarà dispnotico e in difficoltà respiratorie (dispnea, ossia fame d’aria, dal greco dyspnoia), astenico, cioè senza forza e resistenza, con palpitazioni e pallore della cute e, soprattutto, delle mucose e delle labbra. L’esame dello striscio di sangue periferico rivela la presenza di anomalie morfologiche, a carico dei granulociti neutrofili, dei globuli rossi, e delle piastrine. L’esame citologico del midollo osseo o mieloaspirato evidenzia generalmente una ipercellularità midollare, con anomalie morfologiche a carico di una o più linee maturative, come diseritropoiesi (linea eritroide), disgranulopoiesi (linea mieloide), dismegacariopoiesi (linea megacariocitica). Oltre alla anemizzazione e alla mancanza di globuli bianchi, la mielodisplasia determina una immunodeficienza acquisita, cioè la riduzione delle difese immunitarie dell’organismo e, di conseguenza, si avranno febbricola ed infezioni ricorrenti. Se pure la quota delle piastrine è ridotta, allora anche la coagulazione ne risentirà e vi sarà tendenza all’emorragia, principalmente dal naso, con epistassi, facile sanguinamento delle gengive, flusso abbondante, ecchimosi e petecchie.
DIAGNOSI DI MIELODISPLASIA
Gli esami medici fondamentali nel sospetto di una mielodisplasia sono:
- Esame emocromocitometrico, per la conta dei globuli rossi, che potrà dimostrare la diminuzione dei globuli rossi, dei globuli bianchi e delle piastrine, nonché la presenza eventuale di blasti, il cui numero è importante anche per stabilire il tipo di mielodisplasia, specialmente per la sua evolutività verso la leucemia
- Biopsia del midollo emopoietico, essenziale per valutare il numero e l’aspetto dei blasti
TIPI DI MIELODISPLASIE
In genere, nelle mielodisplasie, il midollo è ricco in cellularità mentre il sangue presenta deplezione di cellule. Tuttavia è anche possibile che il midollo sia povero di elementi in caso di mielofibrosi. Si tende, però, anche considerare come leucemie le forme in cui la serie blastica è incrementata. La tipologia delle sindromi mielodisplasiche si è ottenuta nel 1982 con la classificazione FAB (Franco-Americo-Britannica):
- Anemia sideroblastica idiopatica, con presenza di sideroblasti che si attestano al 15% rispetto alla totalità delle cellule midollari
- Anemia Refrattaria, che presenta la forma di anemia più marcata
- Anemia Refrattaria con eccesso di blasti (AREB)
- Leucemia mielomonocitica cronica
PALLIATIVI E TRAPIANTI DI MIDOLLO IN MANCANZA DI MEGLIO
La terapia delle mielodisplasie è una cura sostanzialmente palliativa, anche perché non esistono protocolli precisi, e non sembra esistano cure definitive, se si eccettua, ove possibile, il trapianto di midollo, applicabile solo in casi selezionatissimi di pazienti giovani, quando vi è alto rischio di trasformazione leucemica. Il trapianto da un donatore, detto allogenico, di cellule staminali emopoietiche è una procedura terapeutica che ha come obiettivo l’eradicazione dell’emopoiesi del ricevente, per cui il midollo del ricevente viene annullato con opportune chemioterapie e quindi totalmente o parzialmente rigenerato tramite le cellule emopoietiche staminali di un donatore sano HLA-compatibile (human leukocyte antigenes). È chiaro che è una procedura gravata da elevato rischio di complicanze, ma rimane spesso l’unica strada possibile.
VARIE TERAPIE CHE NON RISOLVONO
È probabile che un paziente con mielodisplasia le provi un po’ tutte le terapie come
- Vitamine sintetiche B1 tiammina, B6 o piridossina, tipo B9 o acido folico, B12, con il rischio di favorire l’attività replicativa dei blasti
- Androgeni, sfruttando il potenziale di questi ormoni emerso in alcuni studi sperimentali di stimolare l’emopoiesi normale
- Chemioterapici semplici singoli o associati a quelli usati per le leucemie mieloidi acute
- Eritropoietina, un ormone prodotto dal rene, capace di migliorare l’anemia e ridurre o abolire il bisogno di trasfusioni in circa un terzo dei casi
- Interleuchine, che possono migliorare la leucopenia e la piastrinopenia, ma l’effetto svanisce se si sospende la terapia. Questi farmaci sono molto costosi e non privi di effetti collaterali
SINTOMI DI MIELODISPLASIA
I sintomi comportano anemia, neutropenia e trombocitopenia. Nel sangue o nel midollo osseo può essere individuata la presenza di cellule anomale. Comuni anomalie sono
- Numero eccessivo di cellule ematiche in sviluppo nel midollo osseo iperplastico o ipercellulare
- Numero ridotto di cellule ematiche in sviluppo nel midollo osseo ipoplastico o ipocellulare
- Numero eccessivo di blasti (dal greco blastòs=germe), o cellule che non sono ancora mature
- Presenza di bastoncelli allungati chiamati corpi di Auer, dovuti alla fusione di granuli azzurrabili anomali e vacuoli autofagici
- Presenza di sideroblasti ad anello, precursori anomali dei globuli rossi caratterizzati da un anello di ferro
- Malformazioni all’interno del citoplasma e dei nuclei, di cellule precursori dei globuli rossi e bianchi e delle piastrine
EZIOLOGIA
Le cause scatenanti per le forme primitivi restano sconosciute. Più recentemente, sembra che delle situazioni in cui si abbia l’eccessiva stimolazione del recettore del Tumor Necrosis Factor alfa (TNF-α) possano contribuire ad una significativa proporzione di forme di mielodisplasia idiopatica. Ciò è stato dedotto dai risultati della terapia sperimentale su alcuni pazienti, trattati con un anticorpo monoclonale diretto contro il recettore del TNF-α, chiamato etanercept. Nel 2007 sono stati pubblicati dei risultati che sembrano convalidare l’ipotesi in cui il polimorfismo genetico dei recettori del TNF-α e del TGF-β sia positivamente associato con la comparsa di mielodisplasia. Invece per quelle secondarie si osservano episodi di esposizione a determinate polveri con metalli pesanti tipo piombo e arsenico, alcuni pesticidi, solventi industriali derivati della naftalina o dello xilene.
MEDICINA PER NIENTE RASSICURANTE
Queste sono le informazioni che cogliamo dai vari siti della medicina convenzionale. Informazioni per nulla rassicuranti. Informazioni dove mancano punti precisi di riferimento, cause razionali e soprattutto terapie risolventi. Tieni presente poi che tutte le cure citate sono di tipo fallimentare già in partenza, in quanto intese come curomania sul sintomo e non sulle cause di malattia.
EPATITI B E C CAUSATE DA DEBOLEZZA IMMUNITARIA E DA INCAPACITÀ DEL SISTEMA DI ESPELLERE PRONTAMENTE I PROPRI DETRITI CELLULARI
D’altra parte i sintomi e le conferme diagnostiche che stai sperimentando, tipo pesantezza epatica e biliare, milza ingrossata, colon irritabile, incremento leucociti, tendenza alla stitichezza, risultati positivi alternati ad altri meno rasserenanti, dovrebbe portarti alla convinzione che con la salute non si scherza e che vale la pena di cambiare decisamente percorso. Quanto alle epatiti B e C non si tratta di metterla sul piano dei mostri virali come predicato dalla medicina. La visuale igienista non demonizza i microrganismi e non resuscita i detriti cellulari chiamati virus endogeni, ma punta a strategie purificanti e disinfiammanti, e conseguente rafforzamento di quella immunocompetenza che è poi indispensabile per velocizzare il metabolismo e per espellere prontamente i detriti da massiccia moria fisiologica cellulare quotidiana, impedendo che le successive morie trovino le vie escretorie ostruite.
STARE CON MADRE NATURA SIGNIFICA TAGLIARE CON LA BRESAOLA, IL POLLO E LA FETTINA
Non intendo fare prediche dure e nemmeno esprimere giudizi. Permettimi però di osservare che non è affatto possibile stare dalla parte della Natura e sorbire nel contempo bresaola a colazione, carne bianca a pranzo e fettine di manzo miste a pesce all’ora di cena. Non ho ben capito poi se i 150-200 grammi di proteine animali citati sono 150-200 grammi di peso carneo o di proteine, visto che 1 kg di carne contiene circa il 20-25% di proteine, 2-5% di grassi e 28 grammi di purine o di acido urico difficilmente smaltibile. In ogni caso non è solo una questione di numeri. La carne non fa parte dell’alimentazione umana e va semplicemente estromessa dalla dieta. Non è possibile qualificarsi salutisti e assumere carne morta cruda o cotta, ossia materiale acidificante, intasante, ostruente, scassa-fegato, scassa-milza e scassa-reni.
USCIRE DAL TUNNEL È POSSIBILE A PATTO DI CAMBIARE ROTTA
Per star fuori veramente da un tunnel sono necessarie 2 cose:
- Che il tunnel sia un vero tunnel notato di una via di uscita
- Che si abbia a disposizione una pila o una torcia elettrica per procedere senza inciamparsi lungo il percorso
Nella visuale igienista rari sono i tunnel senza uscita ma occorre metterci tutta la determinazione e il meglio di noi stessi per venirne fuori. E tu, caro Gabriele, lasciatelo dire, credi di essere nel giusto, e sei sinceramente convinto di stare dalla parte della salute e della Natura, mentre invece esistono diverse cose che non vanno e che necessitano di essere modificate nelle tue scelte di vita.
ALIMENTAZIONE CARNEA ED INGROSSAMENTO DEGLI ORGANI
La prima cosa che salta agli occhi dei sezionatori di cadaveri nelle sale ospedaliere di anatomia sono le arterie indurite, dove serve un pesante martello per disintegrare il colesterolo misto a minerali inorganici rappresi, depositato da decenni nelle arterie. L’altra cosa evidente e costante sono fegato, milza e pancreas ingrossati spaventosamente dalla alimentazione carnea.
WILLIAM HARVEY E THOMAS PARR
Uno dei più grandi medico-chirurghi della storia, il britannico William Harvey (1578-1657), primo al mondo a descrivere correttamente il sistema cardiocircolatorio, si distinse pure per essere stato chiamato da re Carlo I d’Inghilterra ad aprire ed esaminare la salma di Thomas Parr (1483-1635), riscontrando che il giardiniere di Casa Reale non era morto a 152 anni per malattia o per vecchiaia, visto che tutti i suoi organi erano sanissimi, ma era stato ucciso dalla dieta carnea, impostagli come cavia umana da parte del sovrano, nelle ultime settimane di vita.
SERVONO ALIMENTI VITALI E DI LIVELLO SUPERIORE
Harvey scrisse poi che solo comprendendo a fondo la saggezza dei cibi naturali, e i loro effetti sul nostro corpo, otterremo la padronanza delle malattie e saremo capaci di alleviare l’oppressione e il peso della sofferenza umana. Riporto per te e per chi legge una frase del prof Norman Harvey Anderson, psicologo e comportamentalista della University of California a San Diego. “Frutta e verdure crude rimangono le più ricche fonti di minerali organici e di vitamine. La presenza di tali fattori vitali nei cibi tende a trasformarli in alimenti di livello decisamente superiore”.
MANTENERSI INFORMATI E SMALTIRE I VELENI INTERNI
Per concludere, posso invitarti a leggere regolarmente le mie tesine e a seguire con coerenza il pacchetto-salute del blog, catturando raggi solari, limitando il consumo energetico ed alimentandoti in modo sobrio e digeribile, rivedendo i tuoi criteri e le tue convinzioni sulla carne. Se temi di restare a corto di proteine, puoi sostituirla temporaneamente con tofu e seitan. Una dieta vegan-crudista o anche vegetarian-crudista tendenziale, ritagliate sui tuoi gusti e sulle tue esigenze caloriche, ti porterà a smaltire il sovraccarico di veleni e a stare assai meglio, senza nessun tipo di carenze.
INCREMENTARE GLI INGREDIENTI DEPURATIVI
Per alleggerire il fegato e tutti gli altri organi fondamentali, nulla di meglio che staccarsi dalle proteine animali e da ogni tipo di carne. Per detossificare il sangue e renderlo fluido, condizione sine-qua-non per rimetterti in carreggiata, occorre massimizzare l’apporto di ingredienti depurativi tipo carciofi e finocchi crudi, tarassaco e ortiche, crescione e radicchi, asparagi e cavoli, aglio e cipolle, patate e legumi, nonché meloni, fragole, mirtilli, e tutte le risorse che la stagione primaverile ci sta offrendo. Tre tazze al giorno di decotto di ortiche sono pure raccomandate.
DIGIUNO ED EFFETTI ELIMINATIVI
Una depurazione mantenendo l’uso di farmaci e le pessime abitudini carnivore non offre reali prospettive. Meglio far riposare fegato e organismo con un mini-digiuno di 3 giorni, prendendo nota che l’astensione totale dal cibo e la sola assunzione di acqua leggera a piccoli sorsi, richiede massima conservazione energetica e accettazione degli inevitabili effetti eliminativi che accompagnano ogni miglioramento e ogni depurazione del corpo. Dopo il digiuno e un quarto giorno intermedio a frutta e verdure crude o a centrifugati, seguirà una dieta stabile a base di verdure crude come primo piatto di esordio, seguite da un secondo piatto di cotto a piacere, tipo patate e legumi, gnocchi, cereali leggeri tipo miglio o saraceno, minestrone di patate, verze, porri, tutto condito con olio extravergine a crudo.
TESINE DA LEGGERE
– 82enne con mielodisplasia, emocromatosi e neoplasia polmonare – Mielodisplasia, piastrinopenia e liberazione
Valdo Vaccaro
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