LETTERA
INFORMAZIONI SU MICROFLORA INTESTINALE E SUL DR UGOLEV
Salve dott Valdo, volevo alcune informazioni sulla microflora intestinale. In rete non trovo materiale del prof Ugolev. Volevo sapere in pratica che aminoacidi e omoni produce. La ringrazio infinitamente. Saluti. Dario Manca
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RISPOSTA
SOLLEVI UN ARGOMENTO NON DA POCO
Ciao Dario. Non mi stai facendo una domanda da niente. Qui entriamo in argomenti di alta scienza. Ti posso segnalare la mia tesina “A lezione di igienismo da Alexey Voyevoda, campione mondiale di Bob e di Braccio di Ferro“, del 4/9/14, da cui prendo qualche spunto, visto che il grande atleta russo cita ampiamente la figura del prof Alexander Mikhailovich Ugolev, e parla in particolare dell’importanza della microflora intestinale.
FASI DI FORMAZIONE E DI ESPULSIONE DELL’UREA NITROGEN
Il meccanismo che forma l’urea nitrogen e che poi la smaltisce va per diverse fasi. 1) Il fegato produce ammoniaca che contiene azoto o nitrogeno, dopo che il fegato stesso ha disintegrato le proteine usate dalle cellule corporali. 2) L’azoto si combina con gli altri elementi, come carbone, idrogeno ed ossigeno, per formare urea, che è un prodotto di scarto chimico. 3) L’urea viaggia dal fegato ai reni tramite il sangue circolante. 4) Un sistema renale sano filtra l’urea e rimuove i prodotti di scarto dal sangue. Il filtrato del prodotto di scarto lascia il corpo sotto forma di urina.
MATERIALE DI SCARTO OTTIMO PER LA MICROFLORA DANNOSA COME INSEGNATO DAL PROF A.M. UGOLEV
Il materiale di scarto appena citato non è nutrimento per noi ma per la microflora dannosa, per i batteri patogeni che causano la decomposizione stessa. Leggere l’accademico russo A.M. Ugolev e il suo testo “The theory of adequate specific nutrition”, del 1991. Egli ha fatto approfondite investigazioni sulla flora intestinale e ha cercato di separare la microflora stessa come membro individuale o come vero e proprio organo a sé all’interno dell’addome.
LA MICROFLORA DEVE PESARE ALMENO 2 CHILI E MEZZO IN UN CORPO SANO E FELICE
Quando la nostra flora è salubre, l’organo in questione dovrebbe pesare 2,5-3,5 kg. La microflora produce aminoacidi e ormoni. È una macchina biochimica intelligente che permette a tutti noi di essere sani e felici. Sono passato attraverso l’esperienza delle diverse soluzioni, inclusa la dieta Kremlyevskay, basata su pochi carboidrati e tante proteine della carne, con latticini e con ripetuti cocktail proteici. Ho sperimentato molto prima di arrivare alle mie scelte ottimali di oggi, basate sul vegan-crudismo tendenziale. Queste sono le parole espresse da Alexey Voyovoda.
IL MATERIALE SULLA RETE NON MANCA, MA È TUTTO IN LINGUA INGLESE
Per il resto non è che sulla rete non ci sia nulla, come dici tu. Si trovano diversi scritti importanti relativi a conferenze e convegni che portano direttamente o indirettamente allo scienziato russo, deceduto nel 1991. Il problema sta nel fatto che questi documenti sono redatti in inglese, e in quella forma inglese non sempre fluida e facile da interpretare, tipica poi dei ricercatori scientifici non britannici.
TRADUZIONE DI DOCUMENTI FIRMATI BONFILS, MATTHEWS E UGOLEV
Mi sono preso la briga di leggere alcuni scritti e di tradurre per te, e per i lettori eventualmente interessati, un paio di documenti. Il primo l’ho preso dal titolo “Recettori ormonali nella regolazione cellulare della funzione digestiva”, firmato dal prof Serge Bonfils, celebre gastroenterologo francese. Il secondo proviene invece da un confronto storico tra il prof americano D.M. Matthews, autore di “Peptide Transport and Hydrolysis”, e il prof russo Ugolev, avvenuto presso l’Accademia delle Scienze di Leningrado, oggi San Pietroburgo, e datato una ventina di anni fa.
OTTO PERSONE SU DIECI LAMENTANO PROBLEMI DIGESTIVI
Qualcuno potrà anche lamentarsi e chiedersi se non siamo andati fuori tema e fuori dalle questioni che contano. Direi che questo sarebbe un atteggiamento davvero ingeneroso. Tutti i santi giorni mi arrivano messaggi di gente che ha problemi digestivi, i quali portano inevitabilmente a sangue denso, a crisi emorroidali, a fegato pesante, a bile ristagnante, a reni che non filtrano, a pelle che non traspira, a immunocompetenza che, bastonata ed ostacolata da cure mediche troppo spesso invasive ed infami, non riesce a svolgere il suo ruolo protettivo.
PIÙ IMPEGNO IGIENISTICO E PIÙ CONOSCENZA SCIENTIFICA
Chi pretende di lamentarsi del mal di stomaco e del mal di fegato, e di trovare la soluzione vincente in quattro e quattr’otto, e di trovarla al di fuori di se stesso, se lo dimentichi. Ognuno è tenuto invece a prendersi le proprie responsabilità cercando e scovando i fattori causanti dei suoi guai. Ognuno è tenuto a conoscere se stesso e a dialogare con se stesso. Per fare tutte queste cose serve maggiore impegno culturale e maggiore conoscenza scientifica. Tutto qui.
Valdo Vaccaro
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RECETTORI ORMONALI NELLA REGOLAZIONE CELLULARE DELLE FUNZIONI DIGESTIVE (testo del prof Serge Bonfils, traduzione e titoli di VV)
GLI STUDI SUI RECETTORI PORTANO A UNA APPROFONDITA CONOSCENZA SULLA FISIOLOGIA DIGESTIVA
Il contributo degli studi sui recettori alla conoscenza delle fisiologia digestiva è impressionante. Detto in termini generali:
- L’abilità di competere per lo stesso recettore rende possibile spiegare il comportamento comune degli ormoni strutturalmente correlati, come la famiglia delle gastrite e delle secretine. Inoltre, la conoscenza dei recettori strutturali è un indizio cruciale nella sintesi degli inibitori concorrenziali come le nitro-fenil-sulfamil-triptofano gastrine.
- Le interazioni farmacologiche e fisiologiche degli ormoni si comprendono meglio prendendo in considerazione eventi ricettivi come cooperazione e scarsità di cooperazione.
- Le speculazioni sulle funzioni digestive anormali in condizioni patologiche potrebbero essere più fruttuose ipotizzando cambi quantitativi o cambi nella sensibilità qualitativa dei recettori. Lavori di ricerca di base hanno documentato questa ipotesi nel carcinoma al colon.
- Interferenze nella fornitura di ormone sistemico possono essere superate con studi diretti sul recettore e questo può inoltre informarci sul catabolismo ormonale a livello cellulare.
- A volte viene osservata una risposta cellulare diversa in natura di quella anticipata da studi sugli organi, e questo dipende dalle secrezioni di amilase sotto lo stimolo della secretine delle cellule pancreatiche acidari. Un nuovo approccio alle attività potenziali delle cellule viene pertanto suggerito.
ESISTE PERÒ UNA TORRE DI BABELE TRA RICERCATORI A LIVELLO DI ORGANI E RICERCATORI A LIVELLO CELLULARE
Comunque, sia per il campo fisiologico, che per quello gastroenterico che per quello fisio-patologico a livello di organi, la trasposizione e l’adattamento dei progressi scientifici di base verso tali discipline specifiche non è cosa facile. Molti fattori tendono a nascondere questa inevitabile estensione. Senza volerli enumerare tutti, ne vorrei citare 3 almeno:
- Non esiste un linguaggio comune tra ricercatori interessati alla funzionalità degli organi e ricercatori che invece lavorano a livello cellulare, ed in più le stesse parole vengono usate da entrambe le categorie ma con significati diversi.
- La fisio-patologia è spesso capita poco e male dagli scienziati di base, perché viene associata ad un vasto numero di parametri incontrollati. Questa caratteristica viene da essi fortemente contestata, ma le cose stanno in quei termini.
- Un organo non è semplicemente un grappolo di cellule ma è piuttosto una associazione di cellule monitorate da vasi sanguigni, nervi, energia. Associazione che assume specifiche funzioni di secrezione, di trasporto nonché di controllo del rinnovo e del ricambio cellulare. La fisiologia della cellula non conta per tutte queste interferenze che vengono incluse nelle risposte organiche. Prof Serge Bonfils
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IDROLISI A MEMBRANA E IDROLISI INTRACELLULARE DEI PEPTIDI (Dibattito storico all’Accademia delle Scienze di Leningrado tra il prof statunitense D.M.Matthews e il prof A.M. Ugolev)
COSA SONO I PEPTIDI
Parliamo di composti organici di 2 o più molecole di aminoacidi. A titolo di esempio, parlando di ormoni, sono peptidi l’insulina, il glucagone e l’ACTH corticoprina.
RELAZIONE DEL PROF MATTHEWS
PER ME NON ESISTE UN MECCANISMO UNICO PER DUE PROCESSI
Ci sono condizioni sulla superficie cutanea dei microvilli che forniscono con grande efficienza degli enzimi naturali e attivi su cui poter approfondire molti dei nostri studi. Ma passiamo al tema specifico del trasporto peptidi mediante idrolisi. So che il prof Ugolev ha accettato la mia ipotesi che il trasporto dei peptidi avviene in sede intestinale. La sola controversia tra lui e me sta nello stabilire se si tratta o meno di un trasporto globale da membrana digestiva. La radice del disaccordo tra noi è relativa al fatto che 2 processi vengono coinvolti nell’assorbimento dei peptidi. L’idrolisi nella zona confinaria dell’epitelio ciliato è seguita da un assorbimento degli aminoacidi presenti e dal trasporto dei peptidi mediante idrolisi intra-cellulare.
DISACCORDO IDEOLOGICO SULL’ASSOCIATO TRASPORTO DEI PEPTIDI
Le prove sperimentali suggeriscono la presenza di un doppio meccanismo. Succede però che il prof Ugolev fa ingegnosi esperimenti dove enfatizza la componente chiamata idrolisi dell’epitelio ciliato. Io convengo e sono d’accordo con tale interpretazione, visto che l’idrolisi di molti componenti avviene nella sede luminare della membrana ciliata, ma quello che non riesco a vedere e a condividere è l’associato trasporto dei peptidi.
PER LOGICA, L’INCOLLAMENTO DEI PEPTIDI ALL’ENZIMA IDROLASE DOVREBBE ACCETTARE ANCHE ALTRI AMINOACIDI IN LIBERA SOLUZIONE
Il prof Ugolev ha uno schema per il quale il peptide si incolla a un enzima idrolase legato alla membrana e questo modifica l’adiacente locazione proteica in modo tale che l’aminoacido viene liberato. Se la locazione viene modificata con tali modalità, cioè tramite incollamento dei peptidi all’idrolase, perché il meccanismo non accetta prontamente anche altri aminoacidi esistenti nei paraggi in libera soluzione? In altre parole, a me sembra che questo schema mette in grado gli aminoacidi liberi di concorrere per il trasporto degli aminoacidi legati al peptide, dove infatti il trasporto dell’aminoacido e il trasporto del peptide sembrano essere dei processi indipendenti. Prof Matthews
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RISPOSTA DEL PROF UGOLEV
MENTRE L’IDROLISI DA MEMBRANA È FACILMENTE DIMOSTRABILE, NON ESISTONO METODI PER MONITORARE L’ULTERIORE FLUSSO DI PRODOTTI IDROLIZZATI
Il prof Matthews ha appena piazzato diverse questioni difficili e complicate. Sebbene la localizzazione della idrolisi da membrana sia un fatto dimostrabile, non esistono metodi diretti per monitorare, osservare e distinguere l’ulteriore flusso di prodotti idrolizzati dall’enzima finale nella fase acquosa o sul trasportatore enzimatico. Nel primo caso i prodotti rilasciati sarebbero assorbiti come miscela di aminoacidi e si metterebbero in competizione sotto certe condizioni. Comunque è stato dimostrato sperimentalmente dal nostro gruppo che, durante l’idrolisi da membrana di alcuni peptidi, la concorrenza tra gli aminoacidi rilasciati può essere evitata facilitandone così il trasporto.
TUTTO DIPENDE DALLE INTERAZIONI TRA ENZIMI TRASPORTATORI
Se un trasportatore accoppiato all’enzima viene periodicamente attivato da questo enzima nel momento in cui si produce l’idrolisi, allora un predominante assorbimento di monomeri rilasciati dall’enzima, piuttosto che quelli della fase liquida, sarà ottenuto.
PROPRIETÀ CINETICHE DI COOPERAZIONE NEL TRASPORTO ENZIMATICO
Inoltre, potrebbero esserci altre condizioni ancora, poco note o addirittura impreviste, che favoriscono la collaborazione trasportatrice enzimatica. È importante che noi riusciamo a dimostrare le proprietà cinetiche di cooperazione nel complesso fenomeno del trasporto enzimatico. È impossibile rispondere adesso a domande sulla inibizione dei peptidi non-idrolizzatili e sul comportamento di certi peptidi in termini di concetto di membrana. Comunque, molti peptidi inibiscono competitivamente l’idrolisi da membrana di altri peptidi. Il che suggerisce l’importante ruolo che riveste la digestione da membrana.
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COMMENTO
METTERSI IN LUNGHEZZA D’ONDA COL LINGUAGGIO SCIENTIFICO PUÒ ESSERE ARDUO
Sentire uno scienziato che esprime un suo concetto è già impegnativo e laborioso, in quanto occorre mettersi in onda col suo linguaggio, coi suoi progetti, coi suoi ragionamenti. Sentirne poi due che sono in disaccordo, ma che cercano di far prevalere le rispettive posizioni usando quel pizzico di diplomazia che basta per non offendere la suscettibilità scientifica della controparte, risulta ancora più arduo, enigmatico ed astruso.
TRADUCIAMO IL TUTTO IN TERMINI PIÙ SEMPLICI
Nessuna voglia di far venire il mal di testa a chi ci legge. Una delle caratteristiche del blog è quella di chiarire i problemi e i concetti, di semplificare le cose e di renderle accessibili a tutti, e non di avventurarsi su lidi impraticabili o sulle sabbie mobili del linguaggio ricercato dei laboratoristi. Caliamoci dunque dall’Olimpo della ricerca e cerchiamo di tradurre quanto sopra in termini semplici, umani e comuni, in linguaggio terra-terra. Cerchiamo intanto capire di cosa cianciano il prof Bonfils, il prof Matthews e il prof Ugolev.
LA MICROFLORA INTESTINALE NON PRESENTA PROBLEMI INTERPRETATIVI
Un primo concetto importante e chiaro su cui non occorre fare ulteriori commenti è quello espresso dal campione Alexey Voyevoda. Mi riferisco alla microflora intestinale di un uomo in piena forma psico-fisica che, per Ugolev assume le caratteristiche di un organo quasi-autonomo che deve mantenersi sopra un livello minimo di 2,5-3,5 kg. Se pensiamo che il nostro corpo conta l’enormità di 100 trilioni di cellule, e che i batteri della flora o microflora assommano a 1000 trilioni di batteri, cioè a 10 volte tanto, comprendiamo l’importanza fondamentale che hanno questi microrganismi vivi che vivono in equilibrio simbiotico con noi medesimi.
NON CONFONDIAMO L’OSTRUTTIVITÀ DEI NOSTRI VIRUS ENDOGENI CON LA VELENOSITÀ O PEGGIO ANCORA CON LA CONTAGIOSITÀ
Quanto poi ai virus, e mi riferisco ai virus endogeni derivanti dalla fisiologica disintegrazione delle nostre cellule in ricambio continuato, sono altrettanto preziosi in quanto diventano cibo e sostegno indispensabile per i batteri stessi. La parola virus fa sempre pessima impressione, significando essa veleno. Ma la polvere cellulare o i detriti cellulari che produciamo in continuazione, è semplice materiale organico che diventa veleno solo in quanto accumulazione e sommatoria (non moltiplicazione) di materiale ostruttivo non prontamente espulso per scarsa energia e scadente efficienza immunitaria.
CENTO QUINTILIONI DI VIRUS ENDOGENI TOTALI NEL NOSTRO CORPO
Quanti i virus endogeni del nostro corpo? Possiamo solo fare qualche calcolo molto approssimativo. Essendoci 100 trilioni le nostre cellule, ipotizziamo che ognuna di esse morendo esprima un milione di particelle morte per opera dei lisosomi, significa che in tutto ci sono 100 trilioni moltiplicato per un milione, cioè con l’aggiunta di sei zeri. Alla fine possiamo ipotizzare 100 quintilioni di virus. Se ogni cellula avesse non un milione, ma un miliardo, significherebbe aggiungere altri 3 zeri e avremmo un totale di 100 esalioni.
NESSUNO AMA COMPROMETTERE LA PROPRIA REPUTAZIONE
Ovvio che per formulare questi concetti e questi numeri ci sono tante prove, tante ricerche e tante sperimentazioni. In ogni caso, uno scienziato che fa queste affermazioni, di fronte a una comunità ristretta e qualificata di colleghi abilissimi nel fare domande ed obiezioni, non può certamente giocare a carte false mettendo a repentaglio la sua reputazione. Verrebbe smascherato e messo in ridicolo.
PARALLELO METODOLOGICO TRA I CONTEGGI SULLA MICROFLORA E QUELLI SULLE ONDE VIBRAZIONALI
Questo concetto della microflora quantificata mi piace sia come idea teorica che come concetto concreto e supportato da riconoscimenti in fase applicativa. Mi fa ricordare i concetti e i metodi dell’Ing André Simoneton sul valore nutrizionale, radiante e vibrazionale degli alimenti alle quote superiori ai 6500 Angstrom, e sul valore efficientissimo delle persone che stanno sopra quei livelli evidenziando un’aura positiva al rosso e all’infrarosso in caso di salute vibrante e di energia distribuita verso l’esterno, o al grigio e al nero, in caso di situazione critica e di assorbimento energetico a danno di chi si avvicina, tipica caratteristica del buco nero.
RECETTORI ORMONALI FINALIZZATI ALLE FUNZIONI DIGESTIVE
Per quanto riguarda la relazione del prof Bonfils, il docente francese ha messo in evidenza l’importanza degli studi sui recettori ormonali finalizzati alle funzioni digestive, distinguendo i ricercatori a livello di organi da quelli a livello cellulare, e menzionando la differenza di linguaggio e di comprensibilità esistente tra i due gruppi.
IDROLISI SIGNIFICA DIGESTIONE
Per la diatriba tra lo statunitense Matthews e il russo Ugolev siamo sempre nel campo della digestione, che da loro viene chiamata idrolisi o disgregazione enzimatica-idrica degli alimenti. È comunque risaputo che la digestione è un processo di fermentazione, ovvero una disgregazione enzimatica del cibo assunto.
UNA DIATRIBA TUTTO SOMMATO BANALE
Per il resto l’argomento centrale della diatriba tra i due celebri docenti non è onestamente un gran che, visto che si tratta di decidere su chi dei due ha ragione su un meccanismo digestivo unitario e a doppia mandata (teoria di Ugolev) e un meccanismo digestivo sdoppiato con due tubi distinti e separati, uno per l’aminoacido a membrana e l’altro per il peptide mosso e idrolizzato dal congegno fisiologico extracellulare (teoria di Matthews).
QUALCHE DETTAGLIO STORICO ED UMANO NON GUASTA
Perché allora questo inserimento su un confronto piuttosto cervellotico ed irrilevante? Semplicemente per portare qualche dettaglio storico e umano su questo celebre studioso russo. Uno che si scalda e baruffa e si difende, finisce anche per rivelare il suo mondo e il suo carattere, cose che magari non appaiono nei libri ufficiali e nelle teorie che ci vengono appioppate sui testi.
Valdo Vaccaro
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