(Dalla 6° lezione HSU del 22 Settembre 2019 a Imola)
CAMBIAMENTO, TRASFORMAZIONE E METABOLISMO
Le trasformazioni chimiche nell’organismo avvengono al nostro interno con stupefacente intensità. Un corpo vivo è una fucina di reazioni biochimiche, termiche, elettriche, mentali e spirituali che avvengono per lo più a nostra insaputa. La parola metabolikos in greco significa cambiamento e quindi anche trasformazione.
Quello che succede all’interno di una minuscola cellula è straordinariamente complesso e ha dell’incredibile. Immaginiamo la cellula come una grande e moderna metropoli con tanto di autostrade, treni, metropolitane ed aeroporti, con i suoi abitanti che vanno avanti e indietro e interagiscono e dove tutto funziona alla perfezione in modo puntuale e cronografico, con qualcosa come migliaia di mitocondri, a volte 30 mila mitocondri in una singola cellula, autentici forni produttori di energia, e con un incessante ricambio cellulare dove le cellule esauste vengono rinnovate al ritmo di miliardi al minuto giorno e notte.
Stessa cosa per il microbiota e per i suoi eserciti di batteri in continua e intelligente auto-moltiplicazione e auto-riduzione, con batteri aerobi che si trasformano in anaerobi e viceversa a seconda dei cibi puliti o non puliti che gli diamo.
Ogni cosa al nostro interno deve avvenire in modo preciso e senza intoppi, se vogliamo che tutto funzioni al meglio. È il miracolo della vita di cui noi viventi siamo protagonisti in diretta.
CERCHIAMO DI NON IMPIGRIRE IL NOSTRO RITMO VITALE
Perché le cose vadano bene serve che il metabolismo interno funzioni al meglio, con la giusta velocità e il giusto ritmo, la giusta temperatura di 37 °C nelle mucose interne e sulla pelle esterna, il giusto battito cardiaco intorno ai 70, la giusta fluidità del sangue, la giusta funzionalità del sistema nervoso, del sistema immunitario, del sistema endocrino coi suoi ormoni e i suoi neuro-trasmettitori.
Gli organi basilari come fegato e reni, cuore e polmoni devono essere nutriti e ripuliti al meglio per svolgere normalmente le loro funzioni. Nella natura tutto è subordinato alle immutabili leggi che mantengono l’ordine universale, dal movimento degli astri alla vita del più piccolo insetto. Rigenerarsi significa vivere.
Mantenendo normale la digestione l’uomo produce sangue puro e, se nel contempo attiva le proprie eliminazioni mediante gli organi emuntori, espellerà regolarmente tutte le impurità organiche endogene, lo stock giornaliero di cellule morte (detriti cellulari), e i residui dei cibi ingeriti.
Con un efficace metabolismo ristabilisce la purificazione organica, cioè l’equilibrio e la salute integrale. Se persevera su questi principi, ogni sette anni arriva alla rigenerazione del corpo. Rigenerarsi significa vivere.
ATP MOLECOLA-CARBURANTE
Il metabolismo viene infatti definito come l’insieme dei processi chimici, enzimatici ed energetici che si svolgono negli esseri viventi. O anche come insieme dei processi che generano ATP (adenosina tri-fosfato) ed energia per le necessità delle cellule. L’ATP è una molecola-carburante derivante dalla degradazione di carboidrati, proteine e lipidi.
È presente in tutti gli organismi viventi ed è la principale fonte di energia immediatamente disponibile, composta da 1 molecola di adenina e 1 di ribosio (zucchero a 5 atomi di C) a cui sono legati 3 gruppi fosforici.
CATABOLISMO E ANABOLISMO
Nelle trasformazioni chimiche ci sono due fasi distinte. Un processo di scissione-degradazione attraverso il quale i costituenti cellulari e le sostanze di riserva vengono trasformate in più piccole molecole, chiamato catabolismo (da kata=in giù, kataballein=demolire), e un processo di sintesi e di formazione di nuove cellule, chiamato anabolismo (da ana=in su, costruire).
SISTEMA CELLULARE AFFAMATO DI ENERGIA
Tutti questi processi avvengono grazie alla presenza di energia chimica-elettrica-magnetica. Le cellule consumano energia incessantemente e hanno bisogno di essere rifocillate ed energizzate in continuazione per non esaurirsi, indebolirsi e morire prima del tempo. Ogni cellula e ogni funzione del metabolismo ha bisogno di energia, prodotta dalla glicolisi e dal ciclo di Krebs.
Il processo di demolizione di ciò che resta del glucosio dopo la glicolisi prosegue nei mitocondri, veri e propri forni intracellulari. Questo processo ossidativo avviene in 23 tappe mediante altrettanti enzimi specifici. L’energia ceduta in piccoli pacchetti viene immagazzinata sotto forma di energia chimica in molecole di ATP.
CICLO DI KREBS E ACETIL COENZIMA A
Tale energia arriva da carboidrati, proteine e lipidi che costituiscono dei veri carburanti biologici che danno luogo a glucosio, acidi grassi e aminoacidi, i quali vengono demoliti in frammenti più piccoli in presenza di ossigeno e con l’intervento di enzimi ossido-riduttivi, in una serie di reazioni chiamate ciclo di Krebs, dando luogo a CO2 e H2O.
Il ciclo di Krebs, dal suo scopritore Hans Adolf Krebs (1900-1981), occupa un punto centrale nel metabolismo. Con queste reazioni chimiche l’Acetil CoA o Acetil coenzima A, molecola fondamentale nel metabolismo di tutti gli organismi viventi, prodotto del metabolismo degradativo comune di carboidrati-acidi grassi-aminoacidi presenti nel cibo e nelle riserve endogene corporali, viene completamente scomposta in CO2 e acqua nel metabolismo terminale.
LA MISTERIOSA OMOCISTEINA
Passiamo ora all’argomento Omocisteina. Parliamo tutti i giorni di pizza, di pasta, di spremute, di vitamina C e di B12, di colesterolo e di statine, di batteri e di amuchina, ma di omocisteina non se ne parla tanto. Persino quelli che credono alla utilità ed alla affidabilità dei test sul sangue, cercano e cercano tra i vari valori ma l’omocisteina non la trovano. Gli stessi medici ne sanno poco e ne prescrivono il test solo su espressa richiesta, e quasi malvolentieri.
Ricordo che quando pubblicai i miei primi articoli sull’omocisteina (vedi in particolare “Omocisteina barometro funzionale del corpo umano” del 24/1/2009), forte della mia lettura integrale del testo originario di Kilmer McCully, sembrava che avessi scritto qualcosa sugli UFO. Un mio caro amico medico, dopo aver interpellato diversi suoi colleghi, mi disse che non sapevano neppure cosa fosse.
UNA STORIA AFFASCINANTE ED EDUCATIVA
Fatto sta che un elevato livello di omocisteina nel sangue è responsabile, secondo il dr Ray Strand, celebre esponente americano della Nutritional Medicine, del 15% di tutti gli infarti e ictus nel mondo, e di 250 mila casi/anno negli USA soltanto.
L’intera storia della omocisteina è a modo suo affascinante, oltre che estremamente educativa, ed è legata alla carriera del dr Kilmer McCully. Promettente patologo e ricercatore laureatosi alla Harvard Medical School di Boston negli anni ’60, McCully studiava le connessioni tra biochimica e le varie malattie. La sua reputazione era eccellente e finì ben presto nella prestigiosa posizione di assistente professore di patologia presso la sua università.
Agli albori della sua carriera divenne particolarmente interessato in una malattia chiamata omocisteinuria che si presentava in bambini con un difetto genetico che impediva loro di demolire una ammina essenziale chiamata metionina. Questi ragazzi rivelavano un tremendo accumulo di un sottoprodotto organico chiamato Omocisteina.
STRANI ATTACCHI CARDIACI IN RAGAZZINI DI OTTO ANNI
McCully seguì in particolare due casi separati riguardanti due ragazzi con tale difetto, morti per attacco cardiaco. Tutto questo appariva alquanto strano in quanto non avevano ancora compiuto gli 8 anni. Esaminando le loro lastre scoperse che il danno alle arterie era simile a quello degli anziani affetti da grave indurimento arteriale.
McCully si chiese se moderati ed elevati livelli di omocisteina mantenuti nel corso della vita potessero causare attacchi cardiaci e infarti anche nei pazienti comuni.
MASSICCIO USO DI METIONINA IN AMERICA E NON SOLO
La metionina si trova abbondante in tutte le carni, uova, formaggi, farine bianche, cibi in scatola, cibi lavorati, cibi spazzatura. In America se ne fa un uso massiccio. Cisteina e metionina sono considerati (giusto o non giusto che sia) prodotti utili e non dannosi.
Ma gli enzimi necessari a demolire l’omocisteina in cisteina e di nuovo in metionina richiedono molte vitamine del gruppo B, in particolare B6, B9 e B12. Se si è carenti di queste vitamine il livello di omocisteina si innalza.
DALL’ENTUSIASMO INIZIALE ALLA CADUTA
Proseguo la storia della omocisteina nella versione di Ray Strand, che vanta un buon rapporto e una approfondita conoscenza sulla figura di Kilmer McCully. Lo faccio traducendo e sintetizzando il capitolo relativo “What your doctor doesn’know may be killing you” (Quello che il tuo medico ignora ti potrebbe uccidere).
McCully riportò la sua teoria sull’omocisteina su varie riviste negli anni ’60 e venne allora acclamato con grande entusiasmo. Il dr Benjamin Castle, capo del suo dipartimento, gli diede pieno supporto e sottopose i lavori di McCully a un prestigioso pannello di esperti. Ma già a metà degli anni ’70 la teoria sulla omocisteina aveva perso il suo momento e la sua brillantezza.
Il dr Castle si era ritirato e il suo sostituto diede a Kilmer l’ultimatum di trovarsi da sé i fondi per continuare le sue ricerche o di lasciare il suo posto. Il laboratorio di McCully venne collocato in un anonimo basamento dell’università.
Il dr McCully combatté duro e a lungo ma alla fine i soldi finirono e nel 1979 gli venne comunicato il suo licenziamento perché la teoria sull’omocisteina e sulle cardiopatie non era stata provata scientificamente. McCully venne silenziato. Era certamente anni avanti rispetto al suo tempo.
PEDSANTE OSTILITÀ VERSO KILMER McCULLY
Ma perché tanta ostilità verso uno scienziato che stava tra l’altro cercando di trovare le cause della malattia killer mondiale numero uno? Può forse essere che la ricerca sul colesterolo come responsabile delle cardiopatie era allora ai punti massimi e le ipotesi di McCully sulla omocisteina ne delimitavano e ne compromettevano il futuro?
Il dr Thomas James, cardiologo, presidente della University of Texas Medical Branch e della AHA American Heart Association nel 1979 e 1980, gli disse chiaramente “Non potrai mai trovare in me fondi e supporto per delle idee che vanno in direzione diversa da quella del colesterolo”.
Le industrie farmaceutiche stavano già guadagnando miliardi con le statine e tutti erano convinti che infarti e ictus fossero semplicemente il risultato di troppo colesterolo LDL nel sangue.
IL PRIMO STUDIO MASSICCIO SUI DANNI DELL’OMOCISTEINA
Nel 1990 il dr Mair Stampfer rilanciò l’interesse per la teoria di McCully. Professore di epidemiologia e nutrizione alla Harvard, Stampfer aveva analizzato e studiato i livelli di omocisteina in 15000 medici americani e sapeva che persino moderate presenze di omocisteina causavano rischio elevato di malattia cardiaca.
I soggetti con livelli più alti di omocisteina dimostravano un grado di rischio tre volte maggiore di quelli con livelli bassi. Il suo era stato il primo studio massiccio a provare che l’omocisteina era una causa indipendente di rischio cardiaco.
OMOCISTEINA ALTA E RISCHIO CARDIACO LIEVITANTE
Nel febbraio ’95 il dr Jacob Selhub riporta sul New England Journal of Medicine che alti livelli di omocisteina nel plasma erano direttamente legati a rischio di stenosi alle carotidi, ovvero a restringimento delle due principali arterie che forniscono sangue al cervello.
Inoltre Selhub rivela che la maggioranza di soggetti con alta omocisteina aveva pure bassi livelli di piridossina B6, di acido folico B9 e di cobalamina B12.
Un altro grosso esperimento fu quello dell’European Concerted Action Project, indicante che ad alti livelli di omocisteina il rischio cardiaco lievitava. Quelli che un tempo erano considerati livelli normali di omocisteina venivano ora classificati come livelli molto pericolosi.
AUMENTO DRAMMATICO DEL RISCHIO IN CASI DI ALTRI FATTORI CONCOMITANTI
Causava molta preoccupazione il fatto che nei pazienti ad alta omocisteina, con l’aggiunta di qualche altro fattore di rischio tipo ipertensione, fumo attivo-passivo e colesterolo alto, il rischio cardiovascolare aumentava in modo drammatico.
I risultati di tutti questi esperimenti portavano alla coerente conferma che più bassa è l’omocisteina e meglio è. Tutto di un colpo si accettava il fatto che l’omocisteina era davvero un indipendente fattore di rischio nelle malattie di cuore, nell’infarto alle coronarie, nell’ictus e nelle malattie vascolari periferiche.
CON L’OMOCISTEINA NON SI FANNO SOLDI, MA CON LE STATINE SÌ
Oggi si può capire meglio il perché oltre la metà di chi soffre di attacchi cardiaci ha stranamente e inesplicabilmente livelli normalissimi di colesterolo. C’è da chiedersi il perché siano stati necessari 25 anni da quando McCully presentò i suoi studi, prima che la comunità medica inserisse l’omocisteina al centro delle sue ricerche.
La risposta a tale quesito è molto semplice. Sull’omocisteina non si fanno soldi, mentre i colossi farmaceutici guadagnano valanghe di dollari abbassando il colesterolo alla popolazione mondiale mediante droghe sintetiche. Milioni e milioni di dollari che vanno a rimpinguare ogni anno i bilanci di Big Pharma.
Questo è il motivo per cui Kilmer McCully perse i fondi, perse il sostegno e persino il suo posto alla Harvard. La salute della gente non è un obbiettivo nel mirino delle industrie e delle banche.
La salute rimane notoriamente non remunerativa. Non si fanno i soldi prevenendo o guarendo la malattia, ma curandola, trattandola medicalmente attraverso tutti i vari stadi peggiorativi.
I RANGE ACCETTABILI
A differenza del colesterolo che è necessario al corpo per la produzione di parti cellulari e di ormoni, l’omocisteina non apporta alcun beneficio. Più alti i suoi livelli e più alto il suo rischio cardiovascolare. Più basso il livello e meno problemi si hanno.
La maggior parte dei laboratori stabilisce che il range normalmente accettato come normale sta tra 5 e 15 micromoli per litro di sangue. I pazienti puntano a livelli inferiori a 7, considerando ogni cifra superiore a 12 come deleteria.
COME ABBASSARE L’OMOCISTEINA
Un primo aspetto sta nel consumo di carni e latticini. Si devono rimpiazzare con frutta e verdura, con proteine vegetali, con meno proteine in generale, visto che gli ultimi dati attestano la quota proteica priva di rischio acidificazione a 24 grammi al giorno.
Nella dieta americana SAD (Standard American Diet) le proteine animali la fanno da padrone, e la metionina in particolare abbonda ad ogni portata. L’altro lato della medaglia sta nel provvedere sufficienti dosi di gruppo B tutte in forma naturale e non sintetica, e qui non siamo in accordo con il dr Ray Strand e con la sua Nutritional Medicine, sostenitore di supplementazioni sintetiche.
METABOLISMO DELL’OMOCISTEINA NEL SISTEMA RENALE
Da rilevare che carenze di serotonina e melatonina portano pure ad aumenti dell’omocisteina.
L’insufficienza renale è micidiale, visto che il metabolismo dell’omocisteina avviene soprattutto nel rene mediante:
- Remetilazione e ciclo dei folati B2-B6-B9-B12 (utilizzando gli enzimi metionina-sintasi) o attraverso il ciclo della Betaina (utilizzando gli enzimi betaina-sintasi)
- Transulfurazione che restituisce come catabolita finale la cistina (utilizzando CBS o cistationina-B-sintasi).
In pratica l’omocisteina si trasforma in cisteina e metionina, e da essi in glutathione, in ormoni steroidi e in creatina.
UNA CORSA SFRENATA IN CONDIZIPONI DI PRE-DIALISI
Si intuisce la fondamentale importanza dell’apparato renale che va trattato con religiosa attenzione, l’esatto contrario di quanto fa la gente comunemente. Tutti corrono ansimanti e vivono iper-stimolati sul filo del rasoio, spesso in condizioni di pre-dialisi e non se ne rendono conto.
La nostra battaglia di una vita contro i diuretici, gli antibiotici, i cibi stracotti, le supplementazioni sintetiche improprie, le proteine animali non fa che trovare anche qui piena conferma.
AMAREZZA E DISGUSTO DI UN MEDICO STRAORDINARIO
Alla fine di questa storia, Kilmer McCully viene intervistato nel 1997 dal dr Ray Strand. Kilmer gli disse che ci fu una riunione al Massachusetts General Hospital a cui egli venne invitato.
Uno dei fautori del suo licenziamento ad Harvard ebbe la faccia tosta di affrontarlo. “Bene” gli disse, sembra proprio che tu avessi ragione, alla fin fine!”. “Capirai che bella soddisfazione, 20 anni dopo quando la mia carriera è arrivata al termine. Sono rimasto disgustato e senza parole”, ha concluso McCully.
Egli conosceva i pericoli cui andava incontro. Sapeva di essersi messo contro i giganti della politica, della medicina, dei farmaci e delle finanze. Questo è l’andazzo delle cose umane, dominate troppo di frequente dalla mediocrità e dall’amore per il dio denaro.
Valdo Vaccaro
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