MASTOCITOSI E PUNTURA DI API

da 12 Mar 2013Allergie

LETTERA

20ENNE CON ALLERGIA AL VELENO DELLE API

Buongiorno Valdo, sono un ragazzo di 20 anni e da un anno ho scoperto di essere allergico al veleno delle api. Sono stato punto altre volte da bambino, ma solo due anni fa ho avuto una reazione allergica, con orticaria su tutto il corpo.

GIUSTIFICATE PERPLESSITÀ SULL’IMMUNOTERAPIA

Da un anno seguo l’immunoterapia, che consiste nel farsi iniettare piccole dosi di veleno diluite fino a tollerare completamente il veleno. Vorrei chiederti se è una cosa valida o è semplicemente una bufala come tutti i vaccini. Inoltre ho la mastocitosi che non mi dà problemi, ma forse può essere correlata all’allergia.

RASSICURAZIONI SULLA DIETA VEGANA

Da 3 mesi seguo una dieta vegana simile a quella consigliata da te. È questa la strada giusta verso la guarigione?
Fabio

*****

RISPOSTA

SEI SULLA STRADA GIUSTA

Ciao Fabio. Se chiedi un parere all’oste, non aspettarti che ti parli male del vino! Chiamalo pure giudizio di parte, ma non ho alcun dubbio sul fatto che tu abbia imboccato la strada giusta. I veleni del corpo, sia quelli interni che quelli di provenienza esogena, non vanno accumulati ma devono essere disintegrati ed estromessi al più presto, in quanto rappresentano una minaccia continua allo star bene. Niente di meglio esiste che un apporto giornaliero di acqua biologica per aiutare il corpo ad espellerli. Acqua biologica significa veganismo e crudismo tendenziale.

LA PUNTURA DI API, VESPE E CALABRONI

La puntura delle api contiene acido formico, acido cloridrico, acido fosforico, melittina (peptide velenoso delle api). Include in particolare l’acido amminico, la cui degradazione enzimatica produce istamina, che è sostanza ad effetti neuro-tossici per l’organismo. Per la cronaca, il morso medio di una vipera o di un serpente velenoso equivale in tossicità a 60 punture di ape, vespa o calabrone. Solo che il veleno dei rettili provoca coagulazione del sangue, mentre quello delle api produce un effetto contrario, di tipo emorragico.

OBIEZIONI DELL’IGIENE NATURALE

L’igiene naturale è da sempre contraria sia ai metodi della allopatia (cura del veleno mediante anti-veleno), che ai metodi della omeopatia (cura del veleno mediante lo stesso veleno ma diluito), visto che entrambi i metodi implicano ulteriore lavoro e ulteriori difficoltà per il sistema immunitario. Provocare in particolare una presunta immunità al veleno, avvelenando e indebolendo l’organismo con lo stesso veleno, non è medicina seria ma vuduismo. Il corpo non reagisce solo perché indebolito e non perché rafforzato o preparato o allenato o schermato.

NON CONFONDIAMO L’ASSUEFAZIONE AL VELENO CON MAGGIORE RESISTENZA AL MEDESIMO

È un po’ come nel caso dell’alcolista che non reagisce all’alcol. Può sicuramente scolarsi la bottiglia di vino senza ubriacarsi, ma quello non è affatto segno di bravura o di resistenza. È semmai segno di impotenza e di assuefazione al veleno. Veleno che continua comunque a fargli male e a scassargli le cellule epatiche rimaste. Condivido i principi igienisti ma, nelle emergenze, qualunque tecnica e qualunque sostanza che, nell’esperienza concreta abbia dimostrato reali capacità salva-vita, va ovviamente adottata e presa in considerazione.

NIENTE PANICO E QUALCHE APPLICAZIONE ESTERNA

Esistono controindicazioni nei riguardi della immunoterapia al veleno di vespe, api, calabroni, e simili? Certamente. Le controindicazioni sono quelle classiche dell’immunologia generale. L’uso di veleni è causa di altre anomalie, non escluse al limite le patologie tumorali. Rimedi naturali alle punture esistono. Primo non andare in panico, secondo rimuovere il pungiglione se possibile, terzo sulla parte gonfia applicare del succo di cipolla, o di cavolo, o di porro, o di piantaggine, o di patata.

UNA ESPERIENZA PERSONALE

Personalmente ricordo il morso di una vipera alla caviglia, i due classici forellini e un fastidio intenso. Mi trovavo un pomeriggio nei boschi a 4 km da casa. Pur preoccupato, sorpreso e impreparato, decisi per la calma e il non-panico. Niente correre in fretta ma camminare lentamente verso casa. Ci misi un’ora. Mi stesi a letto e niente cibo a cena. Il giorno dopo avevo 38 di febbre. Riposo e sola acqua. Il terzo giorno ero perfetto e in forma, con definitivo recupero senza prendere alcunché.

LA SENSIBILITÀ È UN FATTO NORMALE

Tutti se vuoi siamo allergici, sensibili e reattivi ai veleni e alle punture degli insetti, per cui il gonfiore e l’edema conseguenti sono qualcosa di normale e di fisiologico. Chiaro che la sensibilità, sia psicologica che biochimica, variano da soggetto a soggetto. In linea generale, chi è in forma e chi può contare su un sangue fluido, e pertanto su un maggior margine di tolleranza ai veleni e ai traumi, supera l’emergenza in modo liscio e disinvolto.

I MASTOCITI E L’APPARATO DI GOLGI

Quanto ai mastociti, derivano dalle CD34+, cellule pluripotenti del midollo osseo. Sono definiti anche istiociti. Trattasi di cellule mobili e tondeggianti munite di membrana plasmatica, di reticolo endoplasmatico e di un piccolo apparato del Golgi. Camillo Golgi (1843-1926), patologo e istologo premiato con Nobel, scoprì l’esistenza di strutture concentriche membranose multistrato perinucleari intracellulari, con sacculi e microcisterne. Apparati autonomi che provvedono alla sintesi di polisaccaridi e di proteine coniugate e che tendono a ridursi ed esaurirsi con l’invecchiamento cellulare. Golgi le definì sobriamente “apparato reticolare interno” nel 1998.

GRANULI A CARATTERE IMMUNITARIO

I mastociti si distinguono grazie alla presenza, nel citoplasma, di numerosi granuli tondeggianti, elettron-densi e colorati di blu. I granuli sono rivestiti da membrana e contengono eparina, un anticoagulante, e istamina, un vasodilatatore che aumenta la permeabilità dei capillari sanguigni. La liberazione di questi granuli avviene in numerose reazioni immunologhe, allorquando un organismo viene a contatto con un antigene sensibilizzato in precedenza. È sufficiente che due recettori del mastocita vengano a contatto con l’antigene per determinarne la degranulazione ovvero lo spostamento dei granuli verso la membrana plasmatica.

DEGRANULAZIONE ASINCRONA E DEGRANULAZIONE ANAFILATTICA

La degranulazione può essere asincrona, con veloce esocitosi dei granuli, e reazione contenuta in ambito locale. Oppure, nei casi gravi, può essere anafilattica, con reazione estesa che causa shock anafilattico, dove la degranulazione è esplosiva, per cui tutte le energie biochimiche interne, tutte le vescicole si fondono e il loro contenuto viene violentemente espulso all’infuori della cellula. Un mastocita è in grado di ricostituire il proprio corredo granulare in 1-2 giorni dalla degranulazione. Sono anche in grado di secernere sostanze quali le interleuchine 4,5,6 (IL-4, IL-5, IL-6), le citochine ed i fattori chemiotattici. L’attivazione dei mastociti comporta la liberazione di leucotrieni che inducono la contrazione della muscolatura liscia delle vie aeree e sono coinvolti nelle crisi asmatiche.

MASTOCITA PROTAGONISTA DELLA RISPOSTA IMMUNITARIA ED INFIAMMATORIA

Nelle ottime spiegazioni della ginecologa prof Alessandra Graziottin (Ospedalle San Raffaele di Milano) il mastocita è uno dei protagonisti più importanti della risposta immunitaria e infiammatoria. Al suo interno ci sono centinaia di vescicole che contengono svariate sostanze. Quando il mastocita è chiamato a operare per fronteggiare un danno tissutale (per esempio da infezione o da trauma), queste vescicole si “degranulano”, rilasciano le loro sostanze e in tal modo proteggono e curano il tessuto circostante, favorendone la guarigione. I segni di questa azione sono il rossore, il gonfiore, il calore, il dolore e la lesione funzionale, che nel loro insieme caratterizzano il processo biochimico noto come “infiammazione”. Un processo previsto dalla genetica e che, se limitato nel tempo e nella dislocazione, è appunto benefico per l’organismo.

IPERATTIVAZIONE DEL MASTOCITA

Se però il mastocita si iperattiva, le quantità rilasciate sono molto superiori al normale e finiscono per essere dannose. L’infiammazione e il dolore, da acuti, divengono cronici, e possono causare tutta una serie di conseguenze, fra cui numerose malattie a carico dell’apparato uroginecologico e il cosiddetto “dolore pelvico cronico”. Quali sono le sostanze liberate dal mastocita? Quali sono, in particolare, le conseguenze di un eccesso di Nerve Growth Factor in prossimità di fibre nervose del dolore? Quali fattori provocano normalmente la degranulazione del mastocita? In quali patologie di interesse ginecologico è coinvolta l’iperattivazione del mastocita?

I MEDIATORI DELL’INFIAMMAZIONE

Le principali sostanze liberate dal mastocita sono i mediatori dell’infiammazione (bradichinina, fattori vasoattivi, istamina, sostanza P, serotonina), e sostanze neurotrofiche come il fattore di crescita dei nervi (Nerve Growth Factor, NGF). Cosa accade quando il NGF investe le fibre del dolore? Si ha una moltiplicazione delle terminazioni nervose e loro superficializzazione, con conseguente ipersensibilità agli stimoli dolorosi (iperalgesia) e percezione urente delle sensazioni tattili (allodinia), nonché progressivo viraggio del dolore da “nocicettivo” a “neuropatico”.

I FATTORI INNESCANTI

La degranulazione può essere innescata da fattori infettivi, meccanici (fra cui la penetrazione sessuale in condizioni di scarsa lubrificazione e/o di contrattura dei muscoli perivaginali), fisici, chimici, ormonali e neurogeni (come lo stress prolungato). Le patologie uroginecologiche maggiormente interessate dall’iperattivazione del mastocita, e contraddistinte dal dolore pelvico cronico, sono l’endometriosi, la malattia infiammatoria pelvica, vestibolite vulvare e vulvodinia, la sindrome della vescica dolorosa (sino alla temibile cistite interstiziale) e la sindrome del colon irritabile.

MASTOCITOSI CUTANEA PAPULARE

A questo punto possiamo parlare di mastocitosi, ossia di eccessivo accumulo di mastociti in uno o più organi. La mastocitosi può essere cutanea papulare, di tipo benigno, ed è il caso di gran lunga più frequente. Si manifesta come orticaria pigmentosa oppure come mastocitosi cutanea diffusa, specie infantile, con tendenza a scomparire spontaneamente alla pubertà. In questi casi l’infiltrazione mastocitaria è limitata alla cute.

MASTOCITOSI SISTEMICA

Nel caso di mastocitosi sistemica (MS) degli adulti rimane a decorso clinico benigno nella maggior parte dei casi (1000 episodi in Italia), ma in casi più rari può essere aggressiva e degenerare persino in leucemia mastocitaria, con infiltrazione ad altri organi e testi (midollo osseo, tratto gastrointestinale, polmoni, fegato, milza, linfonodi), o con iperplasia dei mastociti e degenerazione in mastocitomi.
La MS diventa argomento medico multidisciplinare, coinvolgente diversi specialisti come l’ematologo, il gastroenterologo, l’allergologo, il dermatologo e il pediatra.

SINTOMI DELLA MASTOCITOSI

I suoi sintomi sono ovvie conseguenze della liberazione di mediatori chimici, sostanze chimiche liberate dai mastociti, includenti diverse molecole vasoattive ed immunoregolatorie tipo eparina, istamina, cistenil-leucotrieni, prostaglandine e citochine. Sintomi cutanei (prurito, orticaria, flushing o arrossamento cutaneo transitorio), sintomi cardiovascolari (ipotensione, shock, lipotimia), sintomi gastrointestinali (diarrea, dolori addominali, ulcera peptica), sintomi osteoarticolari (osteoporosi, dolor ossei).

MECCANISMI PROSSIMALI, OSSIA PRECURSORI INTERMEDI E QUINDI ANCORA SINTOMI

Per chi si ammala e sta male, non è agevole apprendere tutte queste nozioni scientifiche. Quand’anche avesse voglia e tempo di approfondire, si vedrebbe costretto a valutare ogni suo fastidio come qualcosa da mettere in rapporto con una disfunzione degralunatoria o con una irregolarità dell’apparato di Golgi, o altre cose del genere. Le relazioni tra sostanze chimiche e ormoni, tra attivatori ed inibitori, tra precursori e post-cursori, devono chiarire i problemi e non avvolgere il tutto in ulteriore nebbia culturale. La medicina, quando parla di fattori causanti, si riferisce spesso ai meccanismi prossimali, ai precursori di determinate anomalie. Meccanismi e precursori che rimangono però veri e propri sintomi, ovvero cause intermedie. L’igiene guarda alla sintesi complessiva del problema e punta alla cura del fattore causante, che è di tipo comportamentale, e che esula dai complessi giochi interni dell’organismo umano.

I VERI MECCANISMI CAUSATIVI SONO SEMPRE QUELLI

Sappiamo con certezza che tutte le infiammazioni, tutte le iti, ossia tutte le anomalie fisiche tipo borsite, flebite, tonsillite, gastrite, epatite, sono stati infiammatori dei rispettivi organi. Sappiamo pure che tali organi, per infiammarsi hanno subito dei processi di indebolimento e di irritazione, hanno sopportato condizioni di acidosi, di putrefazione, di intasamento virale-cellulare e di proliferazione batterica opportunistica. E sappiamo che continuando per quella strada le infiammazioni diventano ulcerazioni, indurimenti, tumorazioni.

LA PRIORITÀ RIMANE QUELLA DI MANTENERSI PULITI INTERNAMENTE

Non è che ricorrendo ai mastociti e al Golgi risolviamo qualcosa. Occorre in concreto mantenersi leggeri e funzionali. Occorre mantenere un sangue fluido e non infiammante, oltre che un sistema linfatico-immunitario rapido ed efficace. Occorre prendere nota che siamo fatti al 70 e oltre percento di materiale acqueo che va rinnovato tutti i gironi mediante respirazione e apporto di acqua biologica vibrante, elettrizzata e mineralvitaminizzata.

ESSERE UMILI E NON SOSTITUIRSI ALLA NATURA

È giusto che la conoscenza biologica e medica apportino sempre più conoscenza nei dettagli. È giusto che microscopi e telescopi diventino sempre più potenti e ci permettano di andare sia nel più piccolo che nel più grande. L’importante è rimanere però coi piedi per terra e non illudersi di possedere e stravolgere il mondo non appena abbiamo scoperto un dettaglio in più. Il peccato costante della medicina è la mancanza di umiltà. La voglia di intervenire sempre e comunque, di sostituirsi alla natura, di fare addirittura meglio di essa.

Valdo Vaccaro

Se l’articolo ti è piaciuto e vuoi supportare la mia attività lo puoi fare con una donazione libera.

Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

Iscriviti al blog tramite email

Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.

Articoli Correlati

Commenti

3 Commenti

  1. Task Force Butler

    Allora, posto che il morso delle vipere presenti in Italia raramente è pericoloso per un adulto sano ed in buona salute (diverso è il discorso per i bambini, anziani e persone debilitate) noto che si sta facendo una gran confusione tra morsi delle vipere e punture di api.
    Il veleno delle api non è pericoloso per l'uomo, il pericolo deriva dalla possibilità di reazioni allergiche al veleno quali lo shock anafilattico.
    In caso di punture ripetute il rischio di shock anafilattico aumenta in maniera consistente.

    Rispondi
  2. Vu'

    Non so' dove postarlo e lo posto qui:
    Noci,mandorle,pinoli e noccioline quando vanno mangiati?
    SOlo dopo il pasto o anche verso le 17/18 del pomeriggio?
    L'Avocado va bene anche meta' a pranzo e meta' a cena?
    A quel punto non devo mangiare le noci etc etc giusto?

    Rispondi
  3. arvo

    La frutta secca, senza esagerare, al termine del pasto. Circa l'avocado, io lo mangio la mattina o il pomeriggio come un qualsiasi altro frutto. Valdo indica :con insalata iniziale (pranzo o cena)o su pizza vegana. Lo schema non è rigido, e poi bisogna vedere se uno è o meno in sovrappeso.
    Quest'ultimo fattore può essere importante per decidere quanta frutta secca abbinare.
    Se sbaglio, traviando pericolosamente Vu'…. mi dispiace ma non mi prenderete mai…

    Rispondi

Lascia un commento

Scopri di più da VALDO VACCARO

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continua a leggere