LETTERA
VIVO APPREZZAMENTO PER IL TUO ARTICOLO
Caro Valdo il tuo articolo sulla situazione italiana e l’architetto friulano che in Inghilterra si fa onore da isegnante-cuoco on- line guadagnando benino e sul risparmio di una volta con un occhio sugli sprechi è piaciuto non solo a me ma a molti dei tuoi estimatori.
DECURTIAMO DOVE SERVE
Sul sito ANSA colgo questa agghiacciante notizia, che sembra idealmente rispondere al tuo scritto con una bella pernacchia e qualcosa d’altro. L’Italia va in tocchi e a rotoli? L’Italia affonda? Decurtiamo 150 euro dagli stipendi dei professori delle Medie (che notoriamente navigano nell’oro, pranzando ad astice e champagne, con gli stipendi da Emirati Arabi del nostro Stato Italiano). Se non ci fosse da piangere, sarebbe tutto da ridere. Camillo da Teramo (http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2014/01/07/Scuola-prof-perdono-150-euro-Carrozza-contro-Saccomanni_9863407.html)
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RISPOSTA
INTERDIZIONE PER UNO STATO DALLE MANI BUCATE
Ciao Camillo. Ti riferisci alla mia tesina “I famigerati saldi in un manicomio chiamato Italia“. Apprezzo sempre lo spirito ironico che ti anima. Lo stato sprecone dalle mani bucate va sicuramente messo in condizioni di non nuocere a se stesso e ai suoi cittadini. Va messo in regime di controllo, di monitoraggio e di quasi interdizione.
NON SERVE METTERSI GLI UNI CONTRO GLI ALTRI
Non la metterei però sul piano degli stipendi statali normali. Ho sottomano Il Corriere della Sera del 7 gennaio a pagina 13, dove spicca il caso di Margherita Simonetta 59 anni, in un articolo dal titolo: “Io, insegnante con 1780 euro di stipendio, dovrò pagare 2122 euro per l’Imu”. Vi si apprende che la donna, docente di italiano e storia a Milano, dove vive in appartamento con cucinino, soggiorno e camera da letto, 500 al mese di affitto, deve pagare la citata Imu per l’appartamento dei genitori a Torino, qualificato come seconda casa. Vita cara, sbilanciata e impossibile per tutti.
RIPARTIRE UMILMENTE DA ZERO
Direi che la scuola avrà anche i suoi costi gonfiati, ma non mi pare che gli insegnanti navighino esattamente nell’oro. I problemi sono ben maggiori. Occorre sbloccare il mercato del lavoro. Occorre ripartire da zero con la mentalità del dopoguerra.
A DURI PROBLEMI SERVONO DURI RIMEDI
Occorre stimolare e favorire l’impresa individuale, premiandola e lasciandola in pace per i primi 5 o 10 anni. Ignorare chi lavora e lasciarlo produrre ricchezza. Biciclette più che auto. Tute anonime più che vestiario griffato. Il 41% di disoccupazione giovanile ufficiale ha smesso di essere una semplice preoccupazione. Sta piuttosto diventando una bomba sociale ad orologeria.
STIAMO ANDANDO VERSO LA DISOCCUPAZIONE TOTALE
In realtà, se inseriamo le decine di migliaia di studenti fuori-corso accampati negli atenei in situazioni di precariato e di attendismo impiegatizio, la disoccupazione reale lievita al 60% e oltre. Dire disastro è poco. Siamo di fronte a una catastrofe senza precedenti. Se c’è da praticare la decrescita generalizzata va fatto con coraggio, azzerando le tasse e trovando tutte le contromisure del caso.
ANDREMO TUTTI SOTTO I PONTI
Se non riusciamo a stroncare radicalmente il clima asfissiante e poliziesco che attanaglia questo paese. Se non riusciamo a ridare ai cittadini e agli ospiti un’atmosfera di vivibilità. Se non riaccendiamo a tutti i livelli i motori della ripresa e dello sviluppo, se non la smettiamo di perseguitare singoli, famiglie e aziende con tasse da nomi strani snocciolate in continuazione dal primo gennaio al 31 dicembre, ci ritroveremo tutti a vivere sotto i ponti delle autostrade. Questo non è catastrofismo ma realismo puro e semplice.
Valdo Vaccaro
caro Valdo ti dò pienamente ragione..
te lo dico da piccolo imprenditore veneto di 35 anni che ha aperto una attività e che spera e desidera creare lavoro per sè e per qualcun altro magari.. sogno o realtà ?
a me basterebbe che lo stato mi lasciasse in pace per 3 anni almeno… mica 10!!
allo stato attuale lavoro per pagare e non porto a casa un euro .. e alla domanda imbecille di chi ti dice chi te lo fa fare posso solo rispondere " non tutti vogliono o aspirano a fare gli impiegati statali o gli insegnanti" possibile che in questo maledetto paese la gente (parlo anche e soprattutto dei giovani laureati o meno) non vedano l'ora di andare a nutrire le schiere delle pubbliche amministrazioni ma pensano davvero di farsi caricare tutti quanti sulle nostre spalle di contribuenti??
troppi statali, troppi insegnanti (con stipendi esagerati per le ore che fanno e per il rischio professionale cui sono esposti) troppa gente che ha il culo al caldo ..gli intoccabili ..LA CASTA ..
i nostri benemeriti governanti non capiscono una beata minchia (scusa la volgarità ) è semplice se non riparte l'impresa l'economia non si riprende .. per dare fiato all'impresa devono più che dimezzare la pressione fiscale..smettere di perseguitarci e anzi premiare chi tenta di darsi da fare
lo sanno o no cosa significa aprire una attività ??
non lo sanno…
chi conosce il signor INPS, il dott. ENASARCO e la sign. IRAP sa di che stiamo parlando..
Sono cose già dette trite e ritrite e nulla cambia ..
non so chi ci resterà a lavorare in Italia sinceramente
che amarezza ..davvero tanta ..