MALATTIA DI PAGET, SENO E CAPEZZOLO, PAURA E BISTURI

da 6 Apr 2011Tumore al seno

LETTERA

Ciao Valdo, alla compagna di un mio amico hanno diagnosticato la malattia di Paget al seno. Entro questo mese deve decidere se farsi operare oppure seguire un’altra terapia. Aspetto una tua riflessione. E Scaffidi quali consigli proporrebbe? LB da Parma


RISPOSTA

RIFLESSIONI PERSONALI SULL’ARGOMENTO

Ciao Luigi, non sono in concorrenza con Scaffidi ma al contrario in ottimo rapporto di amicizia e collaborazione. Se lo vuoi contattare, il suo tel è 035-340208 o 338-9222610. Avevi chiesto la mail del dr Riccardo Giuliana, che è raggiungibile al r.giuliana@me.com. Mi hai però sollecitato ad esprimere delle riflessioni personali e non mi sottraggo. Ti allego pure le tesine sull’argomento specifico, che ho scritto negli ultimi due anni, inclusa “Il calvario femminile del nodulo al seno”, il cui titolo rende fin troppo bene l’idea su cosa stiamo parlando.

UNA CAMPAGNA TERRORISTICA SENZA PRECEDENTI

Gli ingrossamenti tumorali e simil-tumorali al seno sono molto diffusi. Trentamila casi anno all’incirca in Inghilterra, con costante crescita annua. Stessa cosa grossomodo in Italia Ma almeno il 90% dei casi è di tipo benigno, per cui sarebbero risolvibili senza alcuna operazione. Le raccomandazioni sanitarie di farsi visitare su basi mensili, di farsi prelevare e analizzare dei tessuti (biopsie), e di curarsi prontamente (asportazioni parziali o totali), fanno parte di una campagna mondiale tesa a terrorizzare la donna, rendendola insicura, vulnerabile e medico-dipendente. In tali campagne non si spende una parola per dire che le diete alto-grasse, alto-proteiche e basso-carboniche, alto-sodiche e basso-potassiche, simili alla Zona, alla Atkins e alla stessa Mediterranea, sono le prime responsabili di tutti i carcinomi al seno, Paget e non-Paget.

UN SITO TUTT’ALTRO CHE RILASSANTE

Le notizie più curiose che ho raccolto stanno su un sito che si chiama paradossalmente RILASSIAMOCI FORUM, e che ha per simbolo il buon Paperino che sonnecchia placido su un’amaca. Solo che, anziché rilassare, il buontempone o il sarcastico autore del pezzo che si firma Nuvola, parte a spron battuto con una grinta terroristica mai vista, perché, dice, è nato un nuovo tipo di tumore al seno, chiaramente di tipo maligno. Cito questo fatto perché rappresenta al pari di uno specchio, il modo medico di presentare le cose.

UN TAM-TAM INDIRIZZATO ALLE DONNE DEL MONDO INTERO

“Trasmettete questo messaggio a tutte le donne che conoscete. A vostra madre, alle vostre figlie, alle sorelle, alle zie, alle amiche. Mettetele tutte sull’allerta!”. E racconta per filo e per segno la storia di una donna che, dopo essersi fatta curare con antibiotici un’eruzione cutanea al seno (mammografia iniziale negativa), continua a star male e, a una seconda mammografia, seguita da biopsia, scopre che quella sua tumefazione nascondeva un tumore molto maligno, denominato malattia di Paget.

UNA STORIA FUNEREA MA ALQUANTO ISTRUTTIVA

La stessa donna, dopo un ciclo di chemioterapia per ridurre la grandezza del tumore, subisce una mastectomia (asportazione completa del seno) seguita da chemioterapia e radioterapia. Nel giro di 9 mesi di trattamento, il tumore sparisce (trionfalismo sanitario). Nell’anno successivo la donna vive ogni suo giorno al massimo (capirai che massimo, con un seno in meno). Ma il tumore riappare in zona fegato. Subisce 4 trattamenti e poi decide di non sottoporsi ad ulteriori chemio che le rendono la vita impossibile. Gode di altri 5 mesi, con uso di morfina per attenuare i dolori, e poi se ne va all’altro mondo con tanto di onoranze.

UN TESTAMENTO IN PERFETTA LINEA CON LE POLITICHE SANITARIE

Come non bastasse, lascia di suo pugno un messaggio-testamento e chiede che sia trasmesso all’universo femminile. “Donne, fate molta attenzione se notate qualcosa di anormale ai vostri seni. Insistete per ottenere un trattamento rapido. La malattia di Paget colpisce il capezzolo. Si tratta di una forma rara di tumore del seno che appare all’esterno della mammella, fra il capezzolo e l’areola. Appare come un’eruzione cutanea e si trasforma in una lesione che dà luogo a una crosta, con del prurito e del dolore, ma niente di più. Sintomi quasi insignificanti tipo rossore persistente, sensazione di forte calore, trasudazione. Ho subìto megadosi di chemio, 28 trattamenti di radioterapia, nonché cure a base di tamoxifene. Se il mio tumore al seno fosse stato diagnosticato più velocemente, forse non si sarebbe propagato”.

UN RACCAPRICCIANTE INNO ALLA MENOMAZIONE

Perché riportare questa storia? Mica vorrò pure io creare panico e insano terrorismo medico? Mica vorrò contestare l’ultima volontà di una poveretta che ha subito tutte quelle torture per poi finire nel peggiore dei modi, con la morfina? Può essere benissimo che il messaggio sia autentico. La descrizione del suo male è precisa, dettagliata, attendibile. La signora scomparsa non parlava però certamente con la sua testa e la sua lingua, ma piuttosto con la testa dei medici che le stavano appresso, soprattutto nelle sue considerazioni terapeutiche. Mai pensato o sentito in vita sua che, oltre alla chirurgia medica, esistono pure l’igienismo e le cure naturali, tanto per dirne una. Non una parola sull’alimentazione e sugli stili di vita, ma solo un raccapricciante invito a giocare d’anticipo, a farsi menomare agli albori del male.

DEFINIZIONE TECNICA DELLA MALATTIA AL SENO DI PAGET

Lasciamo stare questa tristissima vicenda e veniamo a noi. L’inglese James Paget (1814-1899) è considerato assieme a Rudolf Virchow come uno dei fondatori della patologia medica. Viene ricordato per le sue ricerche oncologiche sul cancro alla mammella (o meglio al capezzolo), definito anche malattia di Paget. L’alterazione consiste in un tumore duttale infiltrante che si sviluppa dalle principali strutture duttali (dotti galattofori), per infiltrarsi e crescere poi progressivamente sotto la cute del capezzolo e dell’areola, mentre il tessuto mammario circostante è caratterizzato da edema ed iperemia. Spesso è presente un’essudazione linfatica o purulenta, con fuoriuscita di siero ematico dal capezzolo. La lesione è clinicamente simile a un eczema del complesso areola-capezzolo, oppure a un’ulcera crostosa e desquamante. Sembra un’eruzione cutanea, ma in realtà si tratta di una forma tumorale rara ed insidiosa. Cause della malattia? Sconosciute, idiopatiche, forse iatrogene, dicono i medici.

OPERARSI SIGNIFICA FARMACI PRIMA, DURANTE E DOPO L’OPERAZIONE. OPERARSI È SPESSO PROFANAZIONE DEL CORPO, NONCHÈ FALLIMENTO DELLA MEDICINA.

Quale messaggio posso dare, da istruttore igienista, a una giovane donna che si trova di fronte al bivio tra operazione e non operazione, tra cure mediche o soluzioni di tipo igienistico? Un uomo non può facilmente calarsi nei panni di una donna. Ma se fossi io non mi operei nel modo più assoluto. Gli interventi chirurgici hanno senso esclusivamente nelle gravi emergenze. Direi questo anche se fossi a digiuno di cultura igienistica. Già soltanto la lettura della storia iniziale, firmata Nuvola, basterebbe a rendermi refrattario a qualsiasi soluzione chirurgica.

L’ENORME VANTAGGIO DEI METODI NATURALI

“Il cancro (se poi di vero cancro si tratta), in qualunque parte del corpo faccia la sua apparizione, è molto difficile da trattare. Il successo dipende largamente dal paziente. Non esistono soluzioni magiche e nemmeno trattamenti infallibili o privi di gravi conseguenze collaterali. Si sa soltanto che i metodi naturali, in termini di risultati, sono di gran lunga superiori agli interventi asportativi, con relative terapie farmacologiche e chemio-radiologiche. Il loro enorme vantaggio sta nel fatto che non causano effetti collaterali”. Questo è l’autorevole parere di Stan Malstrom, medico statunitense autore di un famoso best-seller dal titolo “Own you own body” (Possiedi il tuo corpo).

IMPORTANZA FONDAMENTALE DEL CRUDISMO NELLE CURE ANTI-TUMORALI

Quanto ai rimedi, Malstrom, in perfetta linea con l’oncologo Max Gerson, e col celebre zurighese Max Bircher-Benner (medico personale degli zar di Russia), propone una dieta drasticamente crudista, che parte con meloni o succo d’uva a colazione, e che dà spazio a tutte le verdure crude possibili da sistemare come primo piatto di esordio tra pranzo e cena, inserendo generose quantità di frutta a metà mattina e metà pomeriggio, alternabili con centrifugati di carote, sedani, ananas e altre combinazioni del genere (con tuberi misti a mele, ananas e papaia, i soli frutti a non fermentare velocemente).

LE OPERAZIONI AL SENO NON SONO UNA PASSEGGIATA

Le opinioni mie personali stanno soprattutto in due tesine come “Zona Tumore e Zona Cancro” (18/1/09), e “Lipotoxemia ed Emoviscosità, ovvero Cancro”, del 19/1/10. Ma non esito a ribadire qui di seguito le posizioni e le preziose esperienze di Graham, Trall, Tilden e Shelton, sintetizzando un testo classico dal titolo “Tumori e Cancri – Loro sparizione naturale per autolisi”. Le operazioni al seno non sono affatto semplici e prive di rischi, come la medicina chirurgica vuole far credere. Comportano frequentemente conseguenze gravissime. Spesso i tumori sono recidivi. Se un seno viene asportato, compare un tumore anche nell’altro. Il dolore provocato da queste menomazioni è così intenso che le pazienti diventano ben presto schiave dei narcotici, alla ricerca di un minimo sollievo.

NON MANCANO LE MENZOGNE SISTEMATICHE SULLE RECIDIVE

I chirurghi non pensano mai alle cause dei tumori. Li trattano come fossero idiopatici, cioè esistenti di per sé, senza matrici, senza precursori e senza storia evolutiva. Non migliaia, ma decine e centinia di migliaia sono i seni che vengono asportati ogni anno a causa di semplici croste, poiché i medici sono ossessionati e vedono il cancro dappertutto, anche dove non esiste. Si asporta un seno incrostato e, dopo qualche mese, si incrosta pure l’altro. Il medico assicura la paziente che il trattamento chemio-radioterapico impedirà una recidiva, ma egli sa bene che si tratta di una illusione, o meglio di una farsa.

PROPAGANDA E INFORMAZIONE SONO COSE MOLTO DIVERSE

La propaganda medico-chirurgia fa credere diverse cose che non sono affatto vere:

1) Fa credere che basti avere una ghiandola linfatica infiammata (al seno o anche altrove) per parlare di tumore o di cancro (per cui la paziente non ha più pace finchè non si rimuove la ghiandola stessa, mentre il più delle volte l’infiammazione non è tumorale e non serve operare). 2) Fa credere che, rimuovendo in parte o in toto una mammella, si risolva la crisi e tutto finisca lì, mentre dopo pochi mesi appaiono le recidive sulla parte operata, sull’altro seno o altrove. 3) Fa credere che l’operazione serva a far stare meglio una persona che soffriva magari di una innocente ciste o di un tumore difensivo e disgregabile, mentre ogni operazione si trasforma in una autentica batosta psicologica, fisica ed emotiva, in una mazzata per la donna e per la stessa famiglia. 4) Fa credere che l’operazione serva a risolvere e sradicare un eventuale carcinoma, potenzialmente o effettivamente canceroso e maligno, mentre se le cose stanno davvero così (spesso i patologi sbagliano), l’operazione non può che affrettare la morte della paziente (le statistiche americane sul cancro in generale provano che gli operati maschi-femmine sopravvivono in media 3 anni, mentre i non operati durano 11 anni).

VIVERE NELL’ANSIA E NEL TIMORE DELLA MALATTIA SIGNIFICA AMMALARSI

La realtà è che, contrariamente a quanto si predica, si insegna e si pratica in medicina, i gonfiori, le cisti e i tumori, spariscono il più delle volte senza bisogno di mammografie e di cure mediche. Sbagliatissimo dunque vivere nell’ansia e nel terrore. Il gonfiore e l’incrostazione a una delle ghiandole o ai canali del seno di una madre che allatta, il gonfiore e l’incrostazione che possono apparire durante il ciclo di una donna giovane e sessualmente attiva, ed anche il gonfiore e l’incrostazione riguardanti una donna meno pimpante, vanno tutti affrontati in piena serenità, e non certo in stato d’ansia, di allarme e di allerta, visto che i traumi emotivi sono essi stessi fattori causativi di neoplasie.

IMPARIAMO A DETOSSIFICARCI E A VIVERE IN ARMONIA CON LA NATURA E COL NOSTRO SISTEMA IMMUNITARIO

Il gonfiore ed il dolore alle mammelle vanno e vengono ad ogni mestruo e, a seconda del grado individuale di tossiemia e di sensibilità personale al tatto, si va da un dolore leggero a un dolore acuto. Ma spariscono anche con facilità. Non esistono donne cancerogene e donne sane. Esistono donne che si ammalano per causa del loro sistema immunitario indebolito, e donne che auto-guariscono in forza del loro sistema immunitario efficiente.

SANGUE LIPOTOSSICO E DISBIOSI INTESTINALE CAUSE PRIME DEI GONFIORI AL SENO

Più che parlare di malattia di Paget, in riferimento a un modello tipico e standard di patologia, sarebbe appropriato parlare di gravi squilibri metabolici che non richiedono altra cura urgente se non quella di una modifica radicale degli stili di vita, se non quella di un’alimentazione sobria e corretta. Più che parlare terroristicamente di malattia di Paget, pensiamo a una drastica soppressione di sali ed integratori, di chewing-gum e sigarette, di gelati commerciali e cocktail, di the e caffè, di cole e alcolici. Più che parlare di Paget impostiamo un regime esistenziale meno stressante, basato sulla respirazione, sull’entusiasmo, sulla vitalità, sul movimento fisico ed aerobico. La pronta e drastica correzione del modo di vivere significherà una chiusura inesorabile del rubinetto veleni, e porrà fine alla grave tossiemia in corso (avvelenamento del sangue) e alla grave disbiosi (intossicazione dell’intestino), che sono le prime cause provocatrici dei gonfiori al seno e ai capezzoli.

MANCANDO LA CULTURA IGIENISTICA, LA GENTE NON SA PIÙ COME DIFENDERSI

Occorre dire tuttavia che i medici hanno parzialmente ragione nel loro scetticismo, nel pensare che l’auto-guarigione sia una chimera, e che chi non fa alcuna cura finisca pure male. Hanno ragione perché troppo spesso la gente è diseducata e disorientata, e non sa prendere cura di sé. In questa nostra società della sopraffazione e dell’imbroglio, retta dalle multinazionali della carne e del latte, dai colossi dell’alimento morto e delle bevande in lattine, dai giganti della chemo-farmaceutica, non c’è spazio per una cultura scomoda e ingombrante come quella igienistica. La cultura medica è invece difesa a spada tratta, essendo essa collusa da decenni con Big Pharma e il potere.

ECCESSO DI CLORO E DI SODIO, E PENURIA DI POTASSIO E DI MAGNESIO ORGANICATI

Troppo amore per il prosciutto e il grana, il dolce ed il salato, i manicaretti e i latticini, le mentine e le liquirizie, le bollicine e le cole, i the ed i caffè, gli alcolici e i digestivi. Troppo sodio e troppo cloro nelle nostre diete che contengono sovrabbondanti cloruri di sodio (sale da cucina, inorganico), cloruri di magnesio e di potassio (integratori inorganici), con un contenuto sodico-inorganico quadruplicato rispetto a 50 anni fa, e con un pericoloso accorciamento della quota di potassio-organicato, di magnesio organicato e di boro organicato (frutta e verdura crude).

EQUILIBRIO IDRICO ED EQUILIBRIO MINERALE

La presenza del potassio è fondamentale nel regolare il contenuto sodico e l’equilibrio dei minerali nelle cellule, nel sangue e nelle urine, nel frenare l’ipertensione, nella stitichezza, nei crampi e nei dolori muscolari, nel vomito e nella diarrea, nelle allergie, nel diabete, nelle nefriti, nelle tiroiditi, nelle malattie autoimmuni, nei carcinomi al seno Paget e non-Paget. Il potassio organicato stimola la biosintesi dell’aldosterone e delle secrezioni surrenali, aumenta la diuresi eliminando il sodio in eccesso, regola l’equilibrio idrico e combatte la ritenzione. Il boro-organicato è importante per la salute riproduttiva. Il magnesio è basilare nei processi metabolici.

I GROSSI LIMITI DELLE STAMPELLE CHIMICHE

Il consumo di farmaci prescritti e da banco, di aspirine e lassativi, di cortisoni e steroidi, di statine e tachipirine, di antiacidi e di antidepressivi, di antibiotici e vaccini, rappresenta un attacco micidiale alla già ridotta presenza di potassio. I medici sono venuti a conoscenza di questa cosa e cecano di risolverla col metodo delle stampelle chimiche, prescrivendo regolarmente il cloruro di potassio e il cloruro di magnesio. Trattasi ovvamente di integratori inorganici che nel breve periodo fungono da acceleratori cardiaci illudendo di risolvere il problema, ma nel lungo periodo falliscono. I cloruri citati sono sempre e solo sali inorganici e quindi armi a doppio taglio, sono cioè veleni che causano dispepsia, bruciori gastrici, pirosi, ulcera gastrica intestinale, ipertensione, nefrite e crisi cardiovascolare.

LA NON-CURA DEVE ESSERE ACCOMPAGNATA DA RIGOROSE SCELTE IGIENISTICHE

È giusto dunque dubitare sulla non-cura come fanno i medici? In parte sì. Se le abitudini quotidiane della paziente, quelle che stanno causando gonfiori e incrostazioni al seno, non vengono rapidamente corrette, e se non si provvede anche a una drastica detossificazione del sangue e del colon (digiuno ad acqua e riposo totale, seguito da intermezzo totalmente crudista, e da dieta vegana e marcatamente crudista), la situazione peggiorerà anche stando al largo dalla sala operatoria. Se l’indurimento e gli altri fenomeni anormali al seno non scompaiono dopo la detossificazione ciclica mestruale, ma tendono piuttosto ad aumentare e a diventare sempre più dolorosi al tatto, i medici lo chiamano cancro senza tante storie, e ne consigliano l’ablazione immediata.

SI FACCIA FORZA. LEI HA UN CARCINOMA DA TOGLIERE!

Dire a una donna che ha un cancro, poco importa se con modi freddi e brutali, o con giri diplomatici di parole, significa prendere un martello e colpirla sul cranio, significa gettarla in un baratro di paura, di angoscia e di sconforto. Significa annientarla psicologicamente, trasformarla in una persona sbandata e disperata. Solo le donne che hanno subito queste menomazioni, restando in vita solo grazie alla loro forte scorza, sono in grado di esprimere quello che hanno provato. Già dire a una donna che ha un cancro, un carcinoma, un tumore potenzialmente maligno ed inguaribile, significa portarla all’autodistruzione e a una fine accelerata.

LE GHIANDOLE ESISTONO PER INFIAMMARSI E DISINFIAMMARSI

Torniamo però al comune e banale caso di una donna con una ghiandola mammaria infiammata, e magari in lista di attesa per farsi massacrare il seno, ovvero il simbolo della sua femminilità. Nessun chirurgo al mondo si pone mai una domanda tanto semplice quanto fondamentale: “Perché mai ha una ghiandola infiammata?” Il fatto che per anni la paziente abbia consumato cibi proteici (proteine nobili solo di nome), e abbia pure mangiato al di là delle proprie capacità digestive ed assimilative, e che sia rimasta cronicamente avvelenata da tali abusi e da tali eccessi, non è di alcun interesse professionale per i chirurghi.

I CHIRURGHI DEVONO FARE IL LORO LAVORO

Il fatto che ad ogni mestruo i seni fossero dolenti al tatto, e che tale stato sia diventato cronico per incuria alimentare, è totalmente estraneo al loro pensiero. I cerusichi hanno in mano un reperto del patologo e ciò che vedono è solo una tumefazione sospetta da asportare. La loro responsabilità è quella di aprire, recidere, rimuovere e ricucire, cose che sanno fare alla perfezione. Eppure i sintomi rivelatori non mancano.

VIETATO FAR DIGIUNARE LE DONNE, SAREBBE UN ATTENTATO ANTISANITARIO

Questa donna è così colma di detriti accumulati che dal suo alito, e da suoi prodotti di escrezione, emana un gran fetore. Ma i medici normalmente fumano e bevono caffè, per cui non sniffano come facevano i bravi medici condotti dei tempi andati. In pratica, se si facesse digiunare tale donna fino alla sparizione totale di tale olezzo, anche la sua infiammazione ghiandolare e le sue incrostazioni sparirebbero, e non vi sarebbe bisogno di tagliare alcunché. C’è un però. Se un medico ospedaliero si azzardasse ad agire in questo modo, l’ospedale lo licenzierebbe in tronco, per comportamento scorretto e anti-aziendale. Un chirurgo esiste in funzione del taglio e della sutura. Punto e basta.

FINCHÈ C’È SANGUE CIRCOLANTE C’È SPERANZA

John Tilden, uno dei classici dell’igienismo, scrive che “Se il tumore non raggiunge lo stato di indurimento che impedisce alla circolazione del sangue di ripulire il suo centro, significa che quel tumore è disgregabile ed auto-guaribile”. Dunque, se il tumore non rimane isolato dal circuito sanguigno e non è avvenuta ancora in esso una decomposizione sistematica, la salvezza è vicina, a condizione che la paziente si detossifichi immediatamente e cambi del tutto i suoi stili di vita.

LA DISPERAZIONE DELLA CACHESSIA E DELLA METASTASI

Quando invece il centro del tumore rimane privo di liquido metabolico (del sangue che alimenta e ripulisce) entra in fase di decomposizione strutturale. A quel punto il passaggio del materiale purulento nel resto dell’organismo produce una rapida cachessia. La cachessia è disperazione. Quando una qualsiasi malattia raggiunge questo stadio, non vi è purtroppo speranza. Più tagli e più ricresce in diverse parti del corpo. Siamo in fase di metastasi generalizzata. Il corpo non va mai contro se stesso. Manda segnali e spie rosse in abbondanza. La natura non è avara di avvertimenti. Se non sappiamo ascoltarli e interpretarli, se non vogliamo bene a noi stessi, la colpa è soltanto nostra.

LA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEI TUMORI AL SENO SCOMPAIONO DIGIUNANDO

Eppure la medicina ufficiale si ostina a non voler studiare le condizioni patologiche originarie, quelle che conducono alla formazione dei tumori e dei cancri. “Quando un cancro al seno scompare digiunando, in un lasso di tempo compreso tra 3 giorni e 2 settimane, e spesso l’ho visto accadere, vuol dire che non si trattava di cancro”, scrive Herbert Shelton. Fatto sta che nella stragrande maggioranza dei casi, le pazienti vengono operate quando non servirebbe farlo. I decessi dovuti a operazioni inutili e sbagliate sono innumerevoli. Se si facesse una ricerca statistica accurata e indipendente ne salterebbero fuori delle belle.

SOVRALIMENTAZIONE PROTEICA E CANCRO

Il cancro non è una identità a sè, non è un corpo indipendente, ma un processo evolutivo che si sviluppa coerentemente all’interno dell’organismo. La sovralimentazione proteica è un tipico precursore del cancro. Corrompere il proprio pH e il proprio disegno creativo significa mettersi sulla strada del cancro. Le prove ce le offrono le statistiche. Ma anche gli animali ci aiutano a capire. Per molti animali vegani come scimmie, cavalli, asini, bovini e conigli, il cancro è un problema sconosciuto. Gatti, cani, belve, aquile e condor, avidi consumatori di carne, sono invece tartassati regolarmente dal cancro.

INDEBOLIRE, IRRITARE, INFIAMMARE, ULCERARE SIGNIFICA TUMORIZZARE

La continua irritazione dei seni, delle ovaie, dell’utero, del rene, del fegato e di altri organi, a seguito di una tossiemia intensa e prolungata, è senza ombra di dubbio un fattore cancerogeno della massima importanza. Ogni scelta di vita inadatta e tale da alterare emotivamente o biochimicamente lo stato di salute di un individuo, può contribuire all’insorgenza di un processo tumorale. Il tumore è per i medici una malattia. Ma già questo li mette fuori strada. Il tumore è piuttosto il traguardo di una corsa patologica la cui linea di partenza può risalire alla prima infanzia, se non oltre.

SERVE PREVENZIONE. SERVONO SCELTE IGIENISTICHE A 360 GRADI.

Fare ricorso a mezzi spicci, quali la chirurgia e la chemio-radioterapia, senza tener conto di tutti gli elementi che costellano la vita odierna e passata della paziente, non può risolvere il problema. Nessun intervento dell’ultima ora potrà mai essere di utilità. Più che rimedi e correttivi serve prevenzione. La prevenzione è semplice e banale. Si tratta di fare scelte igienistiche a 360 gradi.

SOLO IL PIÙ STUPIDO DEI SOMARI PUÒ PENSARE CERTE COSE

Soltanto il più stupido dei somari può credere che una malattia sia guarita ed estinta quando si è asportato la parte terminale e visibile della malattia stessa. Asportare un tumore non significa affatto asportare la causa del tumore. Le cause del cancro non sono note ai medici di oggi più di quanto non lo fossero 50 o 500 anni fa. Se poi c’è di mezzo l’aggravante di non voler capire le cause reali, si comprende come la medicina continui a brancolare nel buio.

DETOSSIFICARSI MEDIANTE LE FEBBRI E LE INFLUENZE, QUELLA È LA SALVEZZA

Ogni cattiva abitudine, mentale o fisica, riduce le riserve di energia nervosa, comportando il rallentamento della funzione eliminativa, e quindi l’accumulo patologico e la ritenzione di residui cellulari nell’organismo, con tossiemia, ovvero con acidificazione, viscosità e lipo-tossicità del sangue. Quando tale tossiemia supera i limiti di tolleranza, si produce una crisi nell’organismo, una febbre o un’influenza. Lo stop fisico a quel punto è provvidenziale e serve a mobilitare tutte le energie corporali per eliminare l’eccesso di spazzatura. Ma la gente, malconsigliata dalla medicina, combatte le malattie e non accetta la detossificazione.

LE DIGESTIONI DIFFICILI PRODUCONO SANGUE TOSSICO E INTESTINO STITICO

Si ha a questo punto un processo di ovvio indebolimento organico o di enervazione (processo 1). Poiché le cause della tossiemia non vengono eliminate, le crisi si susseguono e da acute diventano croniche. Subentra allora nell’organismo un processo di irritazione (processo 2). Irritazione su irritazione e i tessuti vanno in processo di infiammazione (processo 3), che dà luogo alla stragrande maggioranza delle malattie acute, alle cosiddette “iti” (gastrite, colite, appendicite, tonsillite, vasculite, otite, ecc).

DALLE INFIAMMAZIONI AL TUMORE

Continuando con le infiammazioni, prendendo inutilmente farmaci antinfiammatori anziché cambiare strada e stili di vita, si arriva per logica a una perforazione dei tessuti infiammati, ovvero a un processo di ulcerazione (processo 4). Il sistema immunitario a quel punto deve correre ai ripari e deve metterci delle toppe con un processo di indurimento (processo 5), dove più strati di pelle vanno a coprire lo strappo ulceroso. Continuando la perversione e il surriscaldamento dei tessuti, intorno a quegli indurimenti epiteliali avviene un processo di tumefazione, una creazione tumorale capace di raccogliere l’eccesso di tossicità in arrivo (processo 5) e, dal tumore trascurato, il passo verso la cancerizzazione (processo 6) il passo può essere breve.

RESTRINGIMENTO DEI VASI SANGUIGNI

Il cancro è uno stato patologico caratterizzato anche dal restringimento graduale dei vasi sanguigni, fenomeno che può arrivare fino alla occlusione completa dei vasi stessi nella zona interessata, causando asfissia cellulare, cachessia e metastasi. Un neoplasma che si metta a crescere sul seno, per degenerare nell’orrenda massa putrescente chiamata cancro ha, come si vede, un’origine molto banale chiamata digestioni difficili in serie e stato lipotossico del sangue. Quando un tumore ha una capsula spessa e resistente, il suo contenuto tende a raggiungere una tale densità che i capillari e le piccole arterie finiscono per risultare completamente ostruiti. Il tumore si trova a quel punto sempre più tagliato fuori dal circuito sanguigno e finisce per fallire come neoformazione riparativa, morendo di asfissia.

AVVELENAMENTO SETTICO DEL SANGUE

Il nucleo del tumore, non più nutrito e ripulito, smette di crescere ed entra in decomposizione, producendo pus. Questo comporta un avvelenamento settico del sangue, una setticemia cronica che dà luogo alla cachessia generalizzata. Quando il processo appena descritto avviene in un qualsiasi tumore, si ha il diritto di chiamarlo cancro. Ma la medicina definisce ormai cancro anche una semplice ed innocente verruca.

ASFISSIA CELLULARE

La trasformazione di un tumore innocente, benigno e reversibile, in un tumore maligno è avviata dunque dalla ostruzione del circuito sanguigno e dall’asfissia cellulare che ne consegue. L’indurimento delle ghiandole linfatiche vicine al tumore costituisce il primo segno della sua evoluzione maligna. “Che il cancro sia mortale e terminale non ha nulla di particolarmente strano e incomprensibile”, scrive Tilden. “Il cancro non è altro che sepsina, ossia il prodotto mortalmente virulento della putrefazione dei tessuti, quello che si trova anche nelle ferite infette e nelle appendiciti mal curate.”

I MIRACOLI DEL DR MAX GERSON

È lecito dire in generale che, quando un tumore benigno è diventato maligno o canceroso, la guarigione è impossibile, anche se in certi casi estremi il dr Max Gerson è riuscito con dieta 100% fruttariana a recuperare dei cancerosi terminali. Tutti i palliativi, tutti i farmaci, tutte le operazioni, le chemio e gli altri tipi di cure mediche imbastite intorno a questi pazienti, sono da considerarsi crudeli ed inumani, ovvero autentici casi di accanimento terapeutico.

TUTTO È CANCRO, TUTTO È SUSCETTIBILE DI DIVENTARE CANCRO

La tendenza della medicina moderna non è affatto di distinguere i tumori, ma piuttosto quella di appiattirli e di considerarli tutti maligni. È noto che l’America, battistrada mondiale delle tendenze sanitarie, non usa termini tipo tumefazioni, cisti, enfiagioni, ma chiama tutto col nome unificato di cancro, o con quello di neoformazioni suscettibili di trasformarsi in cancro. Non si tratta di inezie terminologiche. Chiamare cancro qualsiasi cosa, significa semplicemente attribuirsi un alibi sanitario per asportare e distruggere i tumori sulla base di un semplice sospetto.

LA MENTALITÀ DI ERODE

La mentalità medica è quella di Erode. Non sapendo con sicurezza quali tumori siano maligni e quali no, li distrugge tutti, nella speranza che tra di essi si trovi anche quel 5% di tumori davvero maligni. Ed è per questo che esistono le campagne terroristiche in favore delle mammografie e dei controlli mensili, al fine di individuare prontamente degli stati di anormalità. Pronta individuazione per i medici non significa certo cambiamento di dieta e buoni consigli, ma soltanto pronta operazione, pronta cauterizzazione e pronta chemioterapia.

LE OPERAZIONI ACCORCIANO LA VITA

Queste campagne terroristiche portano un numero crescente di donne a farsi operare senza la minima necessità, se non addirittura a farsi asportare il seno come aberrante atto di prudenza anticipata (vedi ad esempio caso segnalato nella tesina “Asportazione preventiva e raccapricciante del seno”, del 26/2/11). Si vogliono riempire gli ospedali di donne disperate, e si vuole far lavorare più intensamente le onoranze funebri, questa è la realtà dei fatti. ”Sono almeno 50 anni che i chirurghi sanno che le operazioni accorciano la vita, e che chi non si sottopone a cure vive quattro volte più a lungo”, conclude Shelton.

LE CRESCITE TUMORALI SONO LE PRIME A DISGREGARSI

Il dr Russell Thacker Trall sottolineava come tutte le crescite anormali possiedono una vitalità inferiore a quelle dei tessuti normali del corpo, e che pertanto sono più facili da distruggere. Le crescite tumorali non sono provviste di riserve nervose e sanguigne. Tale mancanza di sostegno le rende vulnerabili ai processi autolitici e detossificanti del corpo, le rende disgregabili da parte del riposo fisiologico totale, con digiuno igienistico e rigido confinamento alimentare ad aria ed acqua, o a sole, aria ed acqua, se il clima lo permette.

SBARAZZARSI DEI TUMORI, DELLE CISTI E DELLE TUMEFAZIONI MEDIANTE IL DIGIUNO

Il processo autolitico è di grande utilità pratica per sbarazzarci dei tumori, delle cisti e delle tumefazioni. I tumori sono fatti di carne, di sangue e talvolta pure di osso. Un osteoma è costituito da tessuto osseo, un mioma da tessuto muscolare, un neuroma da tessuto nervoso, un fibroma da tessuto fibroso e un lipoma da un tessuto grasso. I fenomeni di questo tipo sono tecnicamente noti come neoplasmi (nuove crescite), per distinguerli dalle semplici infiammazioni ipertropiche o dalle tumefazioni.

GHIANDOLE INFIAMMATE SIGNIFICA SOLO ECCESSO DI TOSSINE NEL CORPO

Una grossa massa nel seno può derivare dal semplice gonfiore delle ghiandole linfatiche mammarie. Tale alterazione, anche se a volte molto fastidiosa e dolorosa, può benissimo non avere nulla a che fare con un neoplasma. Le ghiandole sono strumenti del sistema immunitario, e sono costruite apposta per ingrossarsi quando esiste un processo intossicativo.

RIDUZIONE E TOTALE SCOMPARSA DELLE CRESCITE TUMORALI

Essendo costituiti da tessuti, i tumori sono soggetti a disintegrazione autolitica, come e più dei tessuti normali. Come il digiuno riduce la quantità di grasso corporeo e il volume dei muscoli gonfiati, così è in grado di ridurre le dimensioni di un tumore o di provocarne la totale e definitiva scomparsa. Non esiste cambiamento del metabolismo più profondo di quello provocato dal digiuno. La rapidità di disgregazione e riassorbimento dei tumori varia a seconda di fattori noti ed ignoti, che sono lo stato generale del paziente, l’età, la quota di tossicità interna, la durezza del tumore, l’ubicazione del tumore. I gonfiori mammellari, somiglianti a tumori, hanno dimensioni che variano da quelle di un pisello a quelle di un uovo d’oca, e si disgregano regolarmente in tempi brevi che vanno dai 3 giorni alle 3 settimane.

UNA PALLA DA BILIARDO DISGREGATA IN TRE GIORNI DI DIGIUNO

Un caso notevole ed istruttivo, tra i tanti citati, è quello di una giovane americana di 21 anni con gonfiore al seno destro, duro e grosso come una palla di biliardo. Consultò un primo medico, un secondo, un terzo e un quarto. Tutti e quattro in pieno accordo sulla diagnosi di cancro e sull’intervento immediato di asportazione. La ragazza volle sentire anche Shelton. La giovane, sana e reattiva, digiunò, respirando, riposando e bevendo acqua. Dopo appena 3 giorni il “cancro” e tutti i dolori spariti nel nulla. Dopo 23 anni dall’episodio, la stessa donna venne ad abbracciare il dr Shelton, sana come un pesce, senza alcuna ricaduta.

TROPPO SPESSO I CANCRI ASPORTATI NON SONO TUMORI E NON SONO CANCRI

“Migliaia di casi simili mi hanno convinto che, molti dei tumori e dei cancri asportati dai medici, non siano né tumori né cancri. Non tutto scompare. Le verruche in genere sì, ma non i nei. Un tumore difficile può richiedere due o tre sedute di digiuno per autolidersi del tutto”, conclude Shelton. Le cliniche igienistiche americane non accettano però pazienti con tumore in fase metastasizzante, visto che il digiuno, in quel caso, abbrevia le sofferenze e accorcia la vita.

SE NON C’È CAPACITÀ DI METASTASIZZARE NON SI TRATTA DI CANCRO

Il dr Giuseppe Nacci, nel suo testo “Diventa medico di te stesso”, cita l’incredibile testimonianza del medico newyorkese Irvin Brass (dal volume “Cancro: se vuoi la vita prepara la verità” di Phillip Day). Quando un patologo diagnostica una lesione del tipo “tumore al seno in stadio iniziale”, nel 50% e più dei casi fa un errore clamoroso, in quanto non si tratta per niente di tumore al seno, anche se al microscopio illuminato assomiglia al tumore e al cancro. Esistono enormi possibilità che tale tumore non abbia la capacità di metastasizzare, tipica del cancro vero e proprio.

IL SOLCO DIVISORIO TRA MEDICINA E IGIENE NATURALE

Non è facile fare gli oncologi e nemmeno fare i chirurghi. Ancor meno è facile mettersi in lista di attesa per un intervento in sala operatoria. Questo articolo non intende demonizzare nessuno, per quanto dure e polemiche appaiano le sue posizioni. Ho cercato di sintetizzare le posizioni dell’igienismo naturale su questi delicatissimi argomenti, non per accentuare il solco divisorio tra posizioni mediche ed igienistiche, ma per evidenziarne oggettivamente gli aspetti e tentare qualche forma di composizione, nell’interesse della medicina e delle pazienti. Fondamentale è in ogni caso la prevenzione, le scelte di vita che si fanno quotidianamente.

QUESTO È SOLO UN LAVORO DI DIVULGAZIONE IGIENISTICA

L’opzione del digiuno rappresenta sicuramente un’alternativa estrema, rivoluzionaria e quasi insanabile, rispetto alle cure mediche attuali. Introdurre in sede ospedaliera il concetto di niente bisturi e niente farmaci sarebbe equiparabile, per troppa gente e troppi interessi, all’ingresso del diavolo con le corna in sagrestia. Ma chi deve invece decidere se operarsi o meno, ha il diritto di farlo nella massima libertà possibile, in piena coscienza e conoscenza delle varie prospettive disponibili, senza ansia e senza pressioni psicologiche di alcun genere, prendendosi pure in proprio tutte le responsabilità. Chi scrive non è medico e non è guaritore. Fa soltanto un lavoro di libera e indipendente divulgazione igienistica.

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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