LETTERA
CHE FARE NEL CASO DI PUNTURE DI ZECCA
Caro Valdo, ho cercato nelle tue tesine cosa fare in caso di puntura di zecca. Su Internet si legge di tutto di più. C’è chi dice che basta osservare il classico eritema iniziale per dare via alla cura antibiotica e chi dice di farla comunque se si è punti dalla zecca. C’è chi dice che sono pochissimi i casi di malattia di Lyme rispetto alle punture ma anche chi dice che se non curata crea una malattia invalidante, una sorta di cancro al sangue che non si cura più.
PROPAGAZIONE DEGLI INSETTI
Fatto sta che nelle nostre zone, visto anche il clima mutevole, le zecche si stanno propagando per i campi e stanno arrivando a quote montane prima non raggiunte. Potresti darmi una delucidazione in più? Io sono stata punta ma non ho mai riscontrato alcun sintomo, se non dopo un anno. Si trattò di una fibromialgia diffusa, disturbi lievi e sporadici al cuore fegato rene e ginocchia e al nervo ottico.
VALE IL DIGIUNO O IL PRONTO SOCCORSO?
Sono vegetariana da 5 anni e vegana da un anno e mezzo, secondo il tuo schema. Cosa si può fare in caso di infezioni che arrivano dall’esterno? Vale il digiuno? Oppure il pronto soccorso, anche se solo per dubbio? Grazie per il tuo lavoro. Un abbraccio grande.
Irene
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RISPOSTA
Ciao Irene. Ovvio che la medicina non perde occasione per spaventare e per dimostrare al mondo che possiede i mezzi per guarire ogni emergenza. Pertanto occorre mettere in conto che esiste anche questo aspetto allarmistico ed esagerante. La malattia di Lyme, in termini medici, è nota anche col nome di borreliosi, è un’affezione multi-sistemica che interessa pelle, articolazioni, organi interni e sistema nervoso. Infezione veicolata da un terribile insetto chiamato zecca!
DIAGNOSI PROBLEMATICA
Mancano test sierologici completamente attendibili e standardizzati. I test immunologici del sangue, tipo IFA o ELISA, basati sulla misura degli anticorpi, non sono del tutto affidabili per la diagnosi differenziale. La risposta alle IgM-specifiche non può essere accertata prima dei 3-6 mesi dall’esordio della malattia, periodo troppo lungo per intraprendere una strategia terapeutica efficace, ammesso che esista. I naturopagi americani trovano più affidabili i test diretti al microscopio, come quelli effettuati ad esempio dai Free Labs in Arizona.
SCONSIGLIATE LE CURE ANTIBIOTICHE
In presenza concomitante di rush cutaneo e dolori articolari, gli antibiotici possono curare la malattia, ma i dolori permangono anche per settimane o mesi. In simili frangenti, è sconsigliata la somministrazione di antibiotici per periodi più lunghi, poiché i dolori, nella maggior parte dei pazienti affetti, tendono a regredire gradualmente.
NON ESISTONO VACCINI
Non è ancora stato ideato un vaccino sicuro volto alla prevenzione della malattia di Lyme. Si ritiene che la prevenzione più efficace dalla malattia di Lyme sia evitare le infezioni da zecche, prestando particolare attenzione durante le escursioni montane, zone molto infestate. Se morsi dalla zecca, sarà opportuno asportarla delicatamente con una pinzetta, avendo cura di non schiacciarla. Dopodiché, è consigliato disinfettare la zona del morso. Tutte cose ovvie e scontate, del resto.
NON SOLO LA ZECCA MA UN PO’ TUTTI GLI INSETTI
La malattia di Lyme è stata definita in origine come patologia causata dal morso della specie Borrelia Burgdorferi. Ma le ultime ricerche smentiscono tale versione, visto che anche zanzare, mosche, ragni, acari e scarafaggi sono in grado di diffondere problematiche ed infezioni similari.
REAZIONE IMMUNITARIA E SINTOMI
Il batterio portato dall’insetto viene poi ritrovato nella pelle, nel cuore, nei giunti e nel sistema nervoso dei soggetti morsicati. Molti segnali rivelano che la malattia innesca una risposta immunitaria nel corpo. I sintomi sono quelli dell’influenza, del mal di testa, dei dolori ai muscoli e ai legamenti.
NON FARE NULLA E DIMENTICARSENE
L’igienismo equipara le varie punture o morsi, senza fare distinzioni tra zecche, zanzare, vespe, calabroni, api, scorpioni, tarantole, vedove nere. Trattasi in genere di offese solo lievemente velenose.
La cosa migliore da farsi? Non fare nulla e soprattutto dimenticarsene, e non immaginare di essere diventati portatori di strane e rare malattie, come fanno credere gli spaventa-passeri. Tipiche situazioni da remissione spontanea.
EVENTUALE DIGIUNO E NIENTE PRONTO SOCCORSO
Un digiuno non è è necessario a meno che non si sia stati colpiti in diversi punti e risulti qualche segno di intossicazione. Scorpioni e vedove nere causano un senso di torpore per circa 24 ore. Se proprio si desidera fare qualcosa, basta digiunare finché il torpore non sia svanito. Si raccomanda di non usare nulla per alleviare il prurito o il dolore, e di non andare al pronto soccorso per queste inezie.
Valdo Vaccaro
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