LETTERA
ESISTE QUALCHE SPERANZA PER LA MACULOPATIA?
Gentilissimo Valdo, questo scritto per una avere un parere circa l’eventuale reversibilità di una patologia molto invalidante quale è la maculopatia. Ho 55 anni e da circa 5 anni dopo una vita da miope ho iniziato ad avere problemi di vista, non più correggibili con l’ utilizzo di lenti.
COL PRESUPPOSTO DI RIPRISTINARE TUTTE LE FUNZIONI COME DAL PROGETTO ORIGINARIO
È difficile non farsi prendere dal panico in queste situazioni, dato che la vita ne viene profondamente sconvolta. Ho iniziato a seguire i suoi consigli alimentari seguendo il presupposto che, se il sangue diviene portatore di sostanze nutritive vitali e si alleggerisce dalle tossine che sin dalla nascita hanno infierito su ogni cellula, tutto può ritornare a funzionare come da progetto.
IL RICAMBIO CELLULARE DICE CHE TUTTO È POTENZIALMENTE RICREABILE
Del resto le nostre cellule vengono ricambiate costantemente e quindi, se i mattoni e le sostanze che compongono le cellule e la matrice che le contiene provengono da elementi di base vibranti di vita, tutto si dovrebbe poter ricreare.
INTANTO LE SUE TESINE MI HANNO RISOLTO STIPSI E OTITE CATARRALE, APPORTANDOMI PURE MIGLIORIE SPIRITUALI
La medicina ufficiale in merito è catastrofica e pertanto queste poche righe servono anche per darmi coraggio. Sarebbe ottimo poter incontrare un oculista che condivida le sue tesine in Roma.
Intanto il cambio di alimentazione, pur con diversi dettagli da perfezionare, ha donato risoluzione della stipsi e di un otite catarrale cronica, nonché un miglioramento del tono dell’umore.
Grazie per la sua grande Opera e per la fiducia che infonde con saggezza e competenza ai lettori.
Di cuore buon lavoro!
Silvy
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RISPOSTA
REMISSIONE SPONTANEA E REVERSIBILITÀ SONO TERMINI ESTRANEI ALLA VISUALE MEDICA
Ciao Silvy. Come hai giustamente rilevato, la medicina ufficiale è catastrofica ed unanime in merito.
Zero speranze e non se ne parla più. Su internet 100 e oltre cliniche oculistiche non sgarrano di un millimetro, per cui si va dalle cure farmacologiche, prive ovviamente di controindicazioni, agli interventi ancora più sofisticati. Parole come remissione spontanea e reversibilità non vengono nominate e prese in considerazione. Al massimo, i medici ti offrono uno sguardo di commiserazione, come si fa quando ci si trova di fronte a un ingenuo, a un illuso o a un idiota.
MACULA, MACULOPATIA E NEOVASI RETINICI
Per macula si intende una zona cutanea di colore diverso dal tessuto che la circonda. La macula lutea è l’area ellissoidale giallastra al centro della retina, dove si ha la massima sensibilità visiva. La maculopatia è una patologia della retina che, se non trattata per tempo e in modo adeguato, fa perdere la vista. I giovani in Italia a rischio di questa malattia sono oltre 1 milione, e il 5% di essi potrà subìre un abbassamento rapido e drammatico da 10 decimi a meno di un 1 decimo, con perdita di oltre il 90% della vista, a causa della produzione di neovasi retinici.
DEGENERAZIONE MACULARE ATROFICA O SECCA CON TESSUTO CHE SI DETERIORA E SI ASSOTTIGLIA (90% DEI CASI)
La forma più diffusa è la degenerazione maculare atrofica o secca e riguarda il 90% di tutte le maculopatie. Con l’invecchiamento si riduce l’apporto di sangue e di elementi nutritivi, per cui i tessuti della retina si deteriorano e si assottigliano. Al di sotto della macula si accumulano dei depositi di colore giallo che alterano la funzionalità delle cellule deputate alla visione centrale. Tali cellule, scarsamente nutrite dai capillari della retina centrale, si atrofizzano.
DEGENERAZIONE MACULARE ESSUDATIVA, FORMA ASSAI PIÙ RARA
Nella degenerazione maculare essudativa o umida, assai più rara, si formano, al di sotto della macula indebolita, alcuni vasi sanguigni anomali inglobati in sottili membrane neovascolari dalla parete molto fragile. Questi neovasi possono lasciar facilmente fuoriuscire del liquido essudativo o plasma, la parte liquida del sangue. Tale liquido danneggia le cellule fotosensibili della macula o le può addirittura rompere causando emorragie nella retina.
IPOTESI PEGGIORI LEGATE SEMPRE ALLE RARE MACULOPATIE ESSUDATIVE
Gli episodi emorragici sono seguiti da riparazione tessutale che porta alla formazione di una cicatrice centrale. Se non si ricorre ad una terapia, in poche settimane o entro qualche mese, una gran parte delle cellule nervose della macula perisce o viene gravemente danneggiata. Si tratta di un processo irreversibile perché le cellule nervose della retina, una volta distrutte, non si ricostituiscono più.
DMS CON PRESENZA DI DRUSEN E DI ALTERAZIONI EPITELIALI
La degenerazione maculare senile DMS è la principale causa di cecità sopra i 50 anni di età. C’è la forma precoce, caratterizzata dalla presenza di drusen e di alterazioni dell’epitelio pigmentato retinico, nonché una forma tradiva associata ad atrofia a carta geografica. L’edema maculare diabetico si presenta con la retina ispessita per lo squilibrio metabolico e la presenza di cellette ripiene di liquido con pericolosa perdita visiva.
RICERCA DI NUOVE SOSTANZE CHE FERMINO LA PRODUZIONE DI NEOVASI E RIDUCANO L’EDEMA RETINICO
La maculopatia miopica, meno frequente, si presenta di solito nelle miopie superiori a -6 diottrie con alterazioni del fondo oculare. Come si può intervenire in presenza di questa patologia oculare che determina la graduale perdita della vista? Nei casi più gravi si possono usare nuove sostanze che fermano la formazione di neovasi patologici e riducono l’edema retinico. Proprio la potente carica invalidante di questa patologia ha indotto nel passato a numerosi tentativi terapeutici molto aggressivi, tipo fotocoagulazione laser, chirurgia sottomaculare, traslocazione maculare, metodiche abbandonate per la loro scarsa utilità sul piano funzionale.
LE DRUSEN ESPRESSIONE DI UN ALTERATO METABOLISMO DEI RECETTORI
Le drusen sono piccoli depositi biancastri di tipo lipidico. Stanno al di sotto dell’epitelio pigmentato retinico, sulla papilla o tra l’epitelio pigmentato e la coroide. Frequenti dopo i 60 anni, sono presenti in grande quantità nella degenerazione maculare senile. Sono considerate stadio precoce di alcune forme di degenerazione maculare retinica, espressione di un alterato metabolismo dei fotorecettori. Si distinguono in drusen dure (hard drusen) e drusen molli (soft druse). Possono rimanere invariate per anni, senza nessuna sintomatologia, o evolvere verso la forma atrofica, o dar luogo alla forma essudativa.
CONTRASTARE FUMO E RADICALI LIBERI
Dato che il il fumo di sigaretta e l’ipercolesterolemia sono considerati rilevanti fattori di rischio per lo sviluppo di DMS, è indispensabile smettere di fumare e seguire una dieta equilibrata. È risaputo poi che i radicali liberi e lo stress ossidativo giocano un ruolo importante nella formazione della degenerazione maculare. Essi danneggiano i fotorecettori e l’epitelio pigmentato retinico. Per questo motivo si consiglia di limitare i grassi saturi ed il colesterolo. Sulla esposizione solare, i medici parlano sempre di potenzialità degenerativa sulla retina da parte della radiazione ultravioletta, e spingono la gente a proteggersi con creme e occhiali scuri. Dimenticano che i vantaggi offerti dal sole in diretta prevalgono nettamente sugli inconvenienti.
DIETA VITALE E RICCA DI BIOFLAVONOIDI
Una dieta ricca di verdura a foglia verde, con cavoli, spinaci, broccoletti, lattuga romana, broccoli, zucchine, mais, piselli, cavolini di Bruxelles, può essere d’aiuto. La frutta, ricca di flavoni, di aromi e di colori, va inserita assolutamente, con preferenza per quella acquosa ed agra, carica di vitamina C naturale, come guava, arance, kiwi, melograni, manghi, frutti di bosco, uva, kaki. Qualche ovetto di gallina ruspante non è da disprezzare.
ZUCCHERO SACCAROSIO NON ALIMENTO MA VELENO
Mantenere la pressione sanguigna nei valori normale ed estromettere dalle nostre abitudini alcol, bevande nervine, bevande dolcificate, cole, zuccheri evidenti e nascosti, saccarosio da bietola e da canna. Il succo zuccherino estratto a freddo è fantastico per la salute. Ma quando viene sottoposto a ripetute altissime temperature, come succede nella realtà, non è più alimento ma veleno per il corpo.
IN ARRIVO DAGLI USA UNA ENNESIMA BOMBA CHIMICA CHIAMATA ADVANTAME
Se poi cerchiamo di sostituirlo con alternative dolcificanti tipo aspartame e saccarina, in libera e scandalosa vendita nei supermercati, nonostante la loro comprovata velenosità, cadiamo dalla padella nella brace. Ora negli USA la FDA ha appena approvato uso dell’Advantame, stretto parente dell’aspartame, ma con potere dolcificante 37000 volte superiore a quello del saccarosio. Il che significa dare letteralmente i numeri. La cosa peggiore poi è che l’Advantame sta per arrivare in Europa e in Italia senza colpo ferire.
ESISTONO ALTERNATIVE ASSAI MENO INSIDIOSE
A questo punto è bene ricordare che, per chi non sa accontentarsi della frutta e non sa nemmeno rinunciare alla dolcificazione intensa ed innaturale, che esistono alternative meno rischiose a cui poter ricorrere, tipo il miele, l’acero, la manna, il fruttosio, i succhi d’uva e di mele.
IL SORBITOLO È BUON AMICO DEI DIABETICI
Pure il sorbitolo va a questo punto rilanciato come dolcificante naturale ed ipocalorico. È presente nella frutta, soprattutto nel sorbo, da cui prende il nome, ma anche nelle mele, pere, susine, ciliegie. Lo troviamo inserito nelle caramelle, nelle chewingum senza zucchero, e in tutti quei prodotti dolciari o dietetici destinati a chi soffre di diabete. Come mai? Questo dolcificante non viene assorbito completamente dal nostro corpo e non stimola il rilascio di insulina. Ne consegue che è un validissimo aiuto in caso di diabete o di altre malattie metaboliche.
FIBRE VEGETALI, INDICE GLICEMICO E PUNTEGGIO INSULINICO
La fibra solubile è in grado di regolare la quantità di zucchero nel sangue, per questo è importante per chi soffre di diabete. Alcuni alimenti, possono stimolare la produzione di enzimi fondamentali nella regolazione della glicemia e uno di questi, è proprio la fibra solubile, di cui sono ricchi i carciofi, i cavoli, la cipolla, la zucca, le banane, i frutti di bosco e le prugne. Chi è diabetico deve prestare attenzione all’indice glicemico degli alimenti. Ad esempio, il pane integrale alza meno la glicemia di quello bianco. Ma ancor più attenzione va prestata ai punteggi insulinici dei cibi.
LEGGERE SISTEMATICAMENTE LE TESINE, CREDERE IN SE STESSI E NELLE PROPRIE RISORSE INTERIORI
Su questi argomenti esiste una vasta gamma di tesine specifiche che vanno lette e studiate. Cercare sul blog titoli come “Radicali liberi, stress ossidativo e chiave flavonoica al benessere“, ed anche “Idrosadenite, ghiandole sudoripare, insidie zuccherine ed edulcoranti“, del 24/8/14, ma la cosa migliore è informarsi al meglio e credere in se stessi.
Valdo Vaccaro
Buongiorno Aldo,
negli ultimi anni, dall'autorizzazione alla distribuzione europea, sta andando tanto di moda l'utilizzo della Stevia rebaudiana con grandi proprietatà antidiabetiche e dolcificanti. Può essere a tutti gli effetti un dolcificante sostitutivo per chi ha problemi di glicemia?