LINFOMA NON-HODGKIN INDOLENTE O LEUCEMIA LINFATICA CRONICA

da 29 Dic 2012Tumori del tessuto linfatico, ematopoietico e tessuti correlati

LETTERA

INSUFFICIENZA MIDOLLARE IN TERRA DI SPAGNA

Hola dottor Valdo Vaccaro, il mio nome è Moreno e vivo in Spagna ormai da nove anni. Sono italiano e volevo chiederle se è possibile avere alcuni chiarimenti su quanto mi è stato diagnosticato da un anno a questa parte. Il mio midollo non fabbrica globuli bianchi a sufficienza, anche se credo di essere ancora nella norma.

LINFOMA INDOLENTE AI PRIMI STADI

Il medico che mi ha visitato tre giorni fa ha parlato di linfociti a quota 3200. Ha aggiunto che ho nel sangue un “linfoma non-Hodgkin indolente” e che però non necessito di nessuna chemio e di nessuna radio-terapia.

ESISTONO CURE PER QUESTA MALATTIA?

Le chiedo se ci sono cure per questo tipo di malattia. Il medico mi ha detto che è una cosa congenita e, se rimane così, non c’è da preoccuparsi. L’importante è tenerla sotto controllo e, ogni tre o quattro mesi, fare gli esami del sangue. Spero di essere stato corretto nello spiegare il tutto e rimango in attesa di una sua risposta. Grazie. Moreno


RISPOSTA

PARLIAMO DI SISTEMA IMMUNITARIO E DI SISTEMA LINFATICO

Ciao Moreno. Parlare di linfomi significa scomodare il sistema immunitario e il sistema linfatico che è parte del sistema immunitario. Il sistema linfatico è composto da vasi linfatici che si diramano a raggio in tutto il corpo e che portano un liquido fondamentale e trasparente chiamato linfa.

I vasi sono collegati con una rete di 600-800 linfonodi, piccole stazioni di filtraggio che servono per intrappolare le sostanze estranee e nocive, incluso batteri in sovrannumero, intasamenti virali da cellule morte non prontamente espulse. Altri tessuti e organi linfoidi-immunitari sono le tonsille, l’appendice, il timo, la milza e parte delle mucose intestinali.

SACCHEGGIO DELLA MEDICINA BRITANNICA NEI RIGUARDI DI QUELLA ITALIANA, CON HARVEY ED HODGKIN

Sarà utile sapere che le patologie in questione prendono nome dal medico inglese Thomas Hodgkin (1799-1866), che ufficialmente fu il primo a spiegarle. Tuttavia lo stesso Hodgkin riconobbe a suo tempo che Marcello Malpighi (1628-1694), biologo e medico italiano, aveva già e scritto con dovizia di particolari condizioni anomale del medesimo tipo.

Malpighi aveva scoperto la circolazione del sangue nei capillari, aveva descritto la struttura anatomica dei tessuti vegetali ed animali, nonché la struttura dell’alveolo, della milza e dei glomeruli renali, incluse le loro degenerazioni.

Si ripete un po’ la storia di William Harvey (1589-1657) medico inglese a cui viene attribuita la scoperta della circolazione sanguigna, mentre tale scoperta era già stata fatta dal nostro medico Andrea Cisalpino di Arezzo (1519-1603).

Una specie di saccheggio dei meriti scientifici da parte degli inglesi in terra italiana. Sarebbe non solo più giusto, ma anche più comodo per noi parlare di linfomi Malpighi e non-Malpighi.

LINFOMI HODGKIN E NON-HODGKIN, O MEGLIO LINFOMI MALPIGHI E NON-MALPIGHI

A parte i dati storici, il sistema linfatico è soggetto notoriamente a patologie chiamate adenopatie, leucemie, parangliomi e linfomi. i linfomi si distinguono correntemente in LH e LNH (linfomi Hodgkin e linfomi non-Hodgkin), differenziandosi nel comportamento, nella diffusione e nelle risposte ai trattamenti medici.

Il linfoma Hodgkin, chiamato anche linfoadenia, è praticamente un cancro del sistema linfatico, ovvero una neoplasia della linea linfoide caratterizzata da una massa tumorale distinta.

Maggiori sintomi? Ingrossamento asintomatico dei linfonodi di collo, ascelle e inguine, più febbre persistente, sudorazioni notturne persistenti, notevole calo ponderale, fatica, prurito, orticaria, debolezza.

Fattori di rischio? Indebolimento del sistema immunitario punto e basta per l’igiene. La medicina ci aggiunge l’Hiv (virus ipotizzato ed inventato) e l’EBV o Epstein-Barr (virus evocato ad ogni piè sospinto, a proposito e sproposito), e non sto qui a ripeterne i motivi, rimandando tutto a tesine tipo “La farsa del contagio batterico-virale e a “Aids, non malattia ma programma di governo“.

LE CELLULE GIGANTI REED-STERNBERG CARATTERIZZANO I LINFOMI HODGKIN

Il linfoma Hodgkin si diagnostica quando dei tessuti anormali vengono riscontrati da un patologo dopo una biopsia a un linfonodo ingrossato in modo importante e persistente.

Le cellule anormali nell’Hodgkin Lymphoma sono cellule tumorali giganti chiamate Reed-Sternberg cells, accompagnate da abbondane infiltrato non tumorale da esse reclutato (costituito soprattutto da leucociti mononucleati). Regolari esami sono necessari dopo il trattamento.

I pazienti trattati hanno comunque un alto rischio di sviluppare altri tipi di cancro, ed in particolare la leucemia. Siccome il tessuto linfatico si estende in ogni area dell’organismo, il linfoma di Hodgkin si può sviluppare praticamente dovunque.

Di solito ha origine in un linfonodo, e sopra il diaframma, nella zona chiamata mediastino, delicato e vulnerabile crocevia del corpo. Vedi anche tesina “Linfoadenopatia e depressione“.

PREVEDIBILITÀ E CURABILITÀ DEL LINFOMA HODGKIN

Paradossalmente, il linfoma Hodgkin, che è un tumore sempre aggressivo, ha caratteristiche di prevedibilità, di stadiazione e di curabilità tali da portare, anche con cure radioterapie e chemioterapiche, a risultati non disprezzabili in fatto di guarigioni, secondo i metri della medicina.

Per certi aspetti, il medico pare sentirsi più a suo agio, terapeuticamente parlando, con i tumori Hodgkin che con quelli non-Hondkin. Si tratta dopotutto di applicare le solite formule radioterapiche alternate alle chemio classiche tipo ABV, ABVD (adriamicina, bleomicina, vinblastina, decarbazina), MOPP (mecloretamina, procarbazina, prednisone), con aggiunta, negli ultimi anni, del Rituximab, osannato ormai come la sostanza magica che ha rivoluzionato le cure anticancro, aprendo nuovi spiragli di luce e di speranza. Il fatto è che la medicina continua a non capire un accidente sulle origini eziologiche di questi tumori.

PIÙ CHE GUARIGIONI TRASFORMAZIONI DI UN TUMORE IN ALTRO TUMORE

Curare una malattia essendo all’oscuro del suo percorso non è il massimo. E’ come farsi condurre in auto da un pilota cieco di notte e senza impianto di illuminazione. Tant’è che le guarigioni da Hodgkin sono spesso non guarigioni ma trasformazioni del sintomo, per cui si va dal linfoma scomparente alla leucemia incrementante, ossia da un tumore grave a una forma ancora peggiore.

Non liberazioni dal male ma vittorie di Pirro, dove si cade dalla padella nella brace. Non a caso si ripongono speranze nel trapianto di cellule staminali. Ma anche qui, per il momento, le sperimentazioni effettuate non giustificano affatto gli entusiasmi sanitari, vista l’elevata tossicità di questi interventi.

LINFOMI NON HODGKIN A PICCOLI LINFOCITI ED ESALTAZIONE MEDICA PER IL RITUXIMAB

Ma veniamo ora ai LHN, ossia ai non-Hodgkin, ossia a quelli simili ma diversi, che lo stesso Hodgkin non era riuscito a identificare e circoscrivere, essendo caratterizzati da cellule minori (piccoli linfociti di tipo B) e a lenta crescita, oltre che da scarsa sensibilità e reattività alle terapie intentate dai medici.

La medicina ripone grande fiducia nel Rituximab, un anticorpo monoclonale per la cura di questi particolari tumori del sangue. Il Rituximab individua un unico specifico bersaglio sulla superficie delle cellule tumorali.

Questo bersaglio è denominato CD-20 e caratterizza la cellula dei tumori maligni detti linfomi non-Hodgkin e le cellule di una particolare forma di leucemia (la leucemia linfatica cronica). Ciò consentirebbe una terapia mirata che risparmia le cellule sane.

Nelle ricerche presentate a Orlando nel maggio 2005, durante il 41° meeting annuale ASCO (American Society of Clinical Oncology), un gruppo di pazienti non-Hodgkin trattati con Rituximab e chemio successive hanno avuto ricadute e recidive dopo 3 anni dal trattamento, mentre un gruppo placebo di non-trattati avrebbe rivelato tali fenomeni già dopo 19 mesi.

Il Rituximab, in conclusione, consentirebbe al medico un migliore controllo del linfoma, prolungando il periodo di remissione e garantendo al paziente una migliore qualità della vita.

PRECARIO CONCETTO MEDICO DI QUALITÀ DELLA VITA

Continuando a usare il Rituximab come sostanza di mantenimento e prolungamento, sempre in successione a cure radio-chemioterapiche, si può raddoppiare il tempo in cui il paziente rimane in cura, cioè non presenta i sintomi della malattia!

Ma questo non è guarire. Qualità della vita non è sopravvivere qualche mese in più nell’attesa angosciosa che rispunti o non rispunti il male! La medicina si proclama dispensatrice di guarigioni che non sono mai tali.

Tenere un paziente sotto controllo e nel limbo, a forza di chemio e di Rituximab, è accanimento terapeutico e sperimentale sul sintomo, e non recupero sereno e netto della persona.

Non si riesce a capire quale concetto i medici abbiano di “qualità della vita”. Parlano di raggelanti statistiche su settimane e mesi di sopravvivenza, senza menzione alcuna sui dettagli di tale sopravvivenza, sullo stato di sofferenza e di stress in cui vengono mantenuti i pazienti.

GUARIRE NON È ESSERE CONDOTTI VERSO TRAPIANTI DI MIDOLLO O DI CELLULE STAMINALI

Eppure gli esperti confermano l’efficacia del Rituximab. “Meglio questo che niente”, Meglio questo che l’exit e il cimitero”, ti senti dire dal medico, incapace com’è di concepire altre vie che non siano quelle di accanirsi contro il sintomo fino a stroncarlo, inibendo e decapitando pure le funzioni immunitarie, e lasciando le vere cause di tumore inalterate al loro posto!

Lode al magico Rituximab che ci permette non di guarire, ma di condurre un numero sempre più consistente di pazienti verso il trapianto di cellule staminali! Una vera pacchia per le industrie farmacologiche. Gli ematologi sono in fibrillazione. Possono contare sulle nuove terapeutiche Watch and Wait per gli asintomatici in stato avanzato.

In più hanno la chemio standard CHOP (ciclofosfamide, doxorubicina, vincristina e prednisone), la CHOP+R (più Rituximab), la chemio ad alto dosaggio con trapianto autologo, la terapia con soli anticorpi monoclonali (Rituximab), le radiazioni, l’utilizzo di super-farmaci biologici o Target, il trapianto del midollo osseo, le cellule staminali.

NIENTE GUARIGIONI MA SOLO MONITORAGGI E VIAGGI A FARI SPENTI

Dalla Sicilia alle Alpi, 12 persone al giorno vengono colpite dal non-Hodgkin, da questa particolare forma di tumore del sangue a lenta crescita, per la quale la medicina si trova in difficoltà persino maggiori che nelle forme Hodgkin.

Anche qui si viaggia infatti nel buio più completo circa le ragioni e il percorso eziologico. Si sa soltanto che nei LNH le diagnosi e le catalogazioni sono più complesse e richiedono più tempo. Si sa che non si parla mai di guarigione completa e che le uniche armi a disposizione permettono solo di monitorare, di tenere sotto controllo la malattia.

PREVISIONI APOCALITTICHE E L’ITALIA IN TESTA CON IL NON-HODGKIN

Ogni anno in Italia ci sono 12000 nuove diagnosi non-Hodgkin, numeri importanti, in continua e spaventosa crescita. L’Italia è addirittura al primo posto, un record mondiale di cui faremmo volentieri a meno. Le previsioni poi sono addirittura apocalittiche, altro che Calendario Rassicurante dei Maya. Il LNH, o linfoma non-Hodgkin e non-Malpighi, sarà tra 20 anni la neoplasia più diffusa a livello mondiale.

Nella sola Liguria, regione particolarmente colpita, ci sono 25 casi/anno ogni 100 mila abitanti. Nella fascia di età che va dai 45 ai 70 anni il 55% delle diagnosi riguarda il LH aggressivo a rapida crescita, e il 45% i LNH indolenti a lento sviluppo.

Esistono poi 30 diversi tipi di LNH, caratterizzati da cellule-B maligne, e classificati a seconda di vari fattori come tasso di crescita, localizzazione, caratteristiche istologiche delle cellule tumorali.

L’AGGRESSIVITÀ TUMORALE RIGUARDA ANCHE I LNH INDOLENTI E MANTELLARI

Il LNH è diventato la forma più diffusa di linfoma, essendo la sua incidenza aumentata dell’80% rispetto agli anni ’70. Si stimano 360000 decessi/anno nel mondo causati da questa patologia. La probabilità di ammalarsi aumenta con l’età.

Si parla ormai non solo di forme lente e indolenti, ma anche di forme aggressive tanto quanto gli Hodgkin. Le ultimissime notizie parlano di terapie di prima linea per i LHN indolenti e mantellari di tipo aggressivo, dove si attua un trattamento B-R (bendamustina più Rituximab), che pare dare risultati superiori rispetto al trattamento standard CHOP+R.

Il linfoma LNH indolente e mantellare, contraddistinto pure dall’acronimo inglese MCL (mantle cell lymphoma), ha origine nella zona mantecare dei l’infondi, dove sono presenti cellule-B della memoria oltre che le normali cellule B e T, per cui ha un decorso particolarmente aggressivo.

Ricordo che i linfociti-T si chiamano in quel modo perché si maturano nel timo e che sia i linfociti-B derivanti da Bursa (borsa di Fabrizio o di Fabrici da Acquapendente che scoperse tale borsa nei volatili), che i linfociti NK (natural killers), nostri linfociti ancestrali, maturano nel midollo spinale.

LINFOMA INDOLENTE E PRIGRO, MA POTENZIALMENTE INSIDIOSO

In linea generale, il linfoma indolente si moltiplica nel corpo con lentezza. Un tumore pigro e lento, per cui c’è tempo per combatterlo e per cui “la casa non sta ancora bruciando”, secondo il medico ottimista. Un tumore invece insidioso che rende difficile ed incerta la diagnosi iniziale, secondo il medico pessimista.

I pazienti non-Hodkin indolente ricevono diagnosi di linfoma a piccoli linfociti di tipo-B, ma a volte convivono molti anni con la malattia senza poterla curare coi metodi standard, per loro fortuna o sfortuna non si sa bene.

Generalmente c’è un’alta percentuale di risposta al primo ciclo di trattamento, seguito da diverse ricadute terapeutiche con tasso di risposta progressivamente inferiore ad ogni successici ciclo.

Esiste ovviamente anche chi guarisce spontaneamente e senza cure, magari ribaltando alcune abitudini alimentari e comportamentali, o magari tradendo i medici e seguendo l’igiene naturale, ma di queste cose la consegna è “Bocca cucita”, non se ne deve nemmeno parlare.

LA LEUCEMIA LINFATICA CRONICA

In pratica, chi è ammalato ma non viene esaminato e trattato in modo completo e relativamente chiaro, tende ad essere definito come affetto da LLC, ossia da leucemia linfatica cronica e indolente, che è poi il più comune tipo di leucemia che colpisce gli adulti (soprattutto anziani e soprattutto maschi), raggiungendo il 25-30% delle leucemie totali. In Occidente si parla di 2-4 soggetti ogni 100000.

Le cause sempre sconosciute, secondo la medicina. I sintomi sono quelli della malattia silente (il 70% dei pazienti sono a sintomatici e non sanno nemmeno di avere il problema), le infezioni ricorrenti, le perdite di peso, la febbre persistente, la sensazione di gonfiore addominale (dovuta a ingrossamento milza), le sudorazioni notturne, l’affaticamento cronico. Insomma le stesse esatte sensazioni del LNH.

LA LIBERA INFORMAZIONE È FONDAMENTALE

Tornando a te Moreno, è buona cosa che tu abbia trovato un medico tranquillo e non allarmista, uno che ha saputo non creare ansie inutili e che ha sottolineato la non necessità di chemio e radioterapie, parlandoti solo di controlli regolari ogni tot mesi.

Spero a maggior ragione che questa tesina non diventi motivo di preoccupazione, anche se ho dovuto affrontare in sintesi l’intera problematica, non facile e non rasserenante, e per certi aspetti addirittura sconvolgente.

In realtà, l’igiene naturale non viaggia affatto a fari spenti nella nebbia. Le cause dei linfomi e dei tumori non sono affatto così indecifrabili come fa vedere la medicina. Basta leggere alcune delle mie tesine e capirai il motivo.

TESINE DA LEGGERE

SGRASSANDO IL SANGUE RISOLVIAMO LA LEUCEMIA

Ci sono alcune cose importanti da aggiungere.

Se prendiamo nota di aver sbagliato nella vita, commettendo errori marchiani in fatto di pensiero, comportamento e nutrizione.

Se ci rimbocchiamo le maniche con la voglia e la fiducia di recuperare. Se ridiamo funzionalità agli organi detossificanti ed emuntori. Se miglioriamo la respirazione polmonare, la traspirazione cutanea.

Se semplifichiamo ed alleggeriamo la digestione con dieta vegancrudista tendenziale. Se sgrassiamo il sangue e disinfiammiamo l’intero sistema, la proliferazione leucemica si sgonfierà come per incanto.

STIAMO ATTENTI AI FARMACI E ALLE DIETE INSOLENTI ED OFFENSIVE PROPOSTE TESTARDAMENTE DALLA MEDICINA

Queste non sono panzane o illusioni distribuite irresponsabilmente alla gente. Le linfoadenopatie sono patologie assai rare tra i veri vegetariani, ed ancor più rare tra i vegancrudisti. Questo dovrebbe già significare qualcosa.

Ovvio che, come ricorda Hamer, i fattori emotivi giochino pure un ruolo determinante, e a volte persino prevalente. Ma il fattore alimentare è sempre determinante.

Ogni paziente reduce da cure ospedaliere, torna a casa imbottito non solo di farmaci acidificanti e duri da debellare, ma anche con diete assurde basate alle brodaglie e sul cibo stracotto.

Diete basate sulla carne bianca al posto di quella rossa, non sapendo che la gallina morta è sempre un cadavere acidificante, un insulto salutistico ed etico al corpo e alla mente. Diete con le quali guarire diventa non solo difficile, ma letteralmente impossibile.

NESSUN MEDICO PARLA DI ACQUA BIOLOGICA, OVVERO DELL’ALIMENTO NUMERO UNO PER LA SALUTE UMANA

Al contrario, è risaputo che con una dieta vegancrudista, carica di acqua biologica, di succhi rivitalizzanti e clorofillizzati, rigorosamente privi di grassi e proteine animali, il leucemico si riprende velocemente e con notevole facilità, soprattutto se non ha subito pesanti trattamenti chemio.

Nessuno vuole scomodare Dio e nemmeno il Diavolo. Ma il nostro Creatore, o anche i meccanismi evolutivi naturali, non sono entità di razza bastarda che colpisce a caso o per cattiveria o per distrazione.

Ecco perché non serve combattere il cancro come oggetto da debellare col Rituximab, la chemio, trapianti e le staminali. La medicina continua a sbagliare tutto e a perdersi in un bicchiere d’acqua, invischiata dagli uccellatori di Big Pharma.

Occorre combattere non il cancro ma la cancerogenità del corpo umano. Combattere non la patologia apparente ma l’ammalabilità, la precarietà, e la vulnerabilità del nostro organismo.

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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