LETTERA
54 INFUSIONI CHEMIO E TRAPIANTO DI MIDOLLO
Buonasera Valdo, mi chiamo Albertina Giarola e ho 58 anni. Nell’aprile 2011 mi è stato diagnosticato un linfoma NH angioimmunoblastico IV stadio Ann Arbor. Dopo vari cicli di chemioterapia, con 54 infusioni, ho sopportato a gennaio del 2012 un trapianto del midollo osseo autologo senza risultati e, nel dicembre dello stesso anno, un trapianto di midollo eterologo da sorella compatibile.
SCLERODERMIA POST-TRAPIANTO AGLI ARTI INFERIORI
Sono passati due anni esatti e al momento le mie condizioni psicofisiche mi sento di dir che sono complessivamente buone, salvo che sei mesi fa si è palesata una forma di sclerodermia agli arti inferiori quale Graft post trapianto, una patologia ancora non ben classificata.
MORBO DI RAYNAUD CON RATTRAPPIMENTO ALLE MANI
Soffro inoltre di pruriti occasionali ma intensi agli arti inferiori, con dolori articolari alle ginocchia.
Altra presenza scomoda è il morbo di Raynaud con rattrappimento delle mani e seppur meno, anche dei piedi. Seguo un’alimentazione vegetariana dal 1990. Sono passata al veganesimo dallo scorso anno, mentre dalla primavera di quest’anno sono tendente al crudismo.
FEGATO PRIVO DI INEFFICIENZE
Dal punto di vista ematochimico segnalo l’unica anomalia del valore di ferritina costantemente tra i 2.500 e 3.000 senza peraltro inefficienze epatiche o altri danni riscontrati. Altro fattore in evidenza è il valore sempre basso della Vitamina D (intorno ai 30).
NIENTE FARMACI MA DIVERSI INTEGRATORI
Non assumo farmaci di alcun tipo nonostante i medici, per recidive di Herpes Zoster, mi prescrivano Talavir quotidianamente, mentre io l’ho sospeso da questa primavera. Come automedicazione assumo Lithothamnium (Litocalcium opercoli ), VitD3 (Viridian capsule 2.000iu), curcuma Curcumin C3 complex capsule e Boswellia Serrata (capsule 400 mg) per contrastare la sclerodermia.
FOTOFERESI PER LA SCLERODERMIA
Ciò premesso le chiedo cortesemente un suo stimato parere circa la prospettiva di trattamenti con Fotoferesi per la sclerodermia, con prevista assunzione di cortisone ed immunosoppressori. Chiedo anche suggerimenti nel malaugurato caso di recidiva del cancro, nonché parere su utilità della prevista TAC da protocollo, a due anni dal trapianto. Nel segnalarle che non manco di leggere frequentemente le sue tesine e che ho letto ed apprezzato i suoi libri, la ringrazio per l’attenzione che mi vorrà riservare. Grazie.
Albertina
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RISPOSTA
PREMESSE TERMINOLOGICHE
Ciao Albertina. Premesso che angio deriva da angeion o vaso, il quale in anatomia non è vaso da fiori ma cavità o tubo cavo in cui circolano dei liquidi organici. Premesso che blastico deriva da blàstikos, qualcosa che cresce, per cui blastico si riferisce a cellula o a tessuto embrionale immaturo che causa neoformazioni tumorali, passiamo a definire meglio, in modo più chiaro e comprensibile la tua personale problematica.
UNA TORRE DI BABELE DEI TEMPI MODERNI
Nelle complicatissima storia dei linfomi, sembra quasi che la Natura si sia divertita a prendere in giro e a farsi burla della chirurgia, moltiplicando all’infinito forme, dimensioni, colori e versioni delle sue neoformazioni linfatiche, creando una vera e propria Torre di Babele, e costringendo i medici a un improbo, cervellotico ed improduttivo lavoro di suddivisioni, catalogazioni, elencazioni, graduatorie.
DEFINIZIONE DI LINFOMA NH ANGIOIMMUNOBLASTICO
Il dato di partenza sta nel tuo linfoma NH angioimmunoblastico, caratterizzato da spiccata iperplasia dei vasi capillari a livello dei linfonodi colpiti, la cui struttura risulta notevolmente sovvertita, con scomparsa dei follicoli linfatici. C’è compresenza di:
- Ipergammaglobulinemia policlonale (presenza eccessiva di gammaglobuline nel siero a forma monoclonale coinvolgente un solo tipo di gammaglobuline come in caso di mielina, o policlonale, quando sono interessati svariati tipi come nel caso di collagenopatie, di cirrosi epatica e di infiammazioni croniche)
- Epato-splenomegalia (fegato e milza iperattivi e quindi ipertrofici)
- Anemia emolitica (distruzione dei globuli rossi in maniera più rapida rispetto a quanto impiega il midollo osseo per produrli. Questo processo è indicato con il termine di emolisi. Le cause vanno dall’azione autoimmune dell’organismo alla presenza di alcuni tumori. Altri motivi possono essere costituiti da infezioni e uso di determinati farmaci. I sintomi consistono nel pallore, nella debolezza, nella tachicardia e nella confusione. Per la diagnosi di questo tipo di anemia risultano fondamentali le analisi del sangue. Le cure mediche sono rappresentate dalle trasfusioni, dai corticosteroidi o dal trattamento con immunoglobuline).
DESCRIZIONE ORIGINARIA DI THOMAS HODGKIN NEL 1832
Il linfoma venne in primo luogo descritto da Thomas Hodgkin (1798-1866) nel 1832, dando poi la stura alla differenziazione tra tumori HL, tipo Hodgkin e tumori NHL, tipo non-Hodgkin. Gli HL intesi come linfomi a prevalenza linfocitaria, disseminati o localizzati, da cellule tumorali derivanti dal sistema linforeticolare (monociti-macrofagi, cellule del sistema immune dal nucleo reniforme e di grandi dimensioni, prodotte nelmidollo osseo per migrare poi nei tessuti assumendo forme e funzioni diverse in relazione ai tessuti in cui vanno a localizzarsi), e i NHL intesi come linfomi da proliferazione monoclonale maligna di cellule linfoidi in siti del sistema immune inclusi linfonodi, midollo, milza, fegato, e tratto GI gastrointestinale. Tumori insomma che si sviluppano nelle cellule del sistema immunitario, il sistema che combattere le infezioni e altri disturbi.
UNA GIUNGA INCREDIBILE ED INDISTRICABILE DI CLASSIFICAZIONI
Tuttavia, vista la massa enorme di forme, di differenziazioni e di diversità fra questi linfoma non-Hodgkin (NHL), la classificazione NHL è di scarsa guida ai medici e oggi viene gradualmente abbandonata, anche se le classificazioni continuano paradossalmente a evolvere. Come disse uno studioso circa cinquanta anni fa, in nessun campo della medicina esiste tanta confusione come nella classificazione dei linfomi. La confusione era causata dall’esistenza, almeno fino ad una decina di anni orsono, di numerosi schemi come:
- Classificazione di Rappaport (in USA)
- Classificazione di Lukes e Collins (in USA)
- Classificazione di Lennert o di Kiel (in Germania-Europa-Asia)
- Classificazione del British National Lymphoma Investigation in Inghilterra.
Ogni schema utilizzava criteri propri per l’identificazione dei vari tipi di linfomi ed era periodicamente aggiornato, man mano che progredivano le conoscenze sulla struttura e funzione del sistema immunitario.
LA WORKING FORMULATION, UNA SPECIE DI ESPERANTO COMUNE E SEMPLIFICATIVO
Per questo motivo il NCI National Cancer Institute degli USA sponsorizzò uno studio, durato parecchi anni e pubblicato nel 1982. Ne scaturì, una nuova classificazione, la WF Working Formulation a scopo clinico, che doveva rappresentare una specie di esperanto, un linguaggio comune a tutti gli studiosi della materia, per confrontare i risultati terapeutici nei vari tipi di linfoma. Anche la WF ha i suoi vantaggi e svantaggi, essendo basata su criteri esclusivamente morfologici, cioè sull’aspetto che le cellule neoplastiche presentano al microscopio, e non prevede l’utilizzo di metodiche d’indagine più moderne ed affidabili, come l’immunoistichimica e la biologia molecolare, capaci di dimostrare come alcune delle categorie previste dalla WF siano eterogenee, comprendano cioè tumori molto diversi per origine, caratteristiche biologiche e cliniche, e per risposta alla terapia. Questi limiti sembrano essere stati superati dopo la proposta nel 1994 della classificazione REAL (Revised European American Lymphoma), che invece utilizza largamente queste metodiche ed è diventata oggi il sistema di classificazione più usato.
DAL 2008 CLASSIFICAZIONE WHO SIMILE ALLA REAL CON 70 PATOLOGIE TUMORALI SUDDIVISE IN 4 GRUPPI
Nel 2008 è stata proposta una nuova classificazione sponsorizzata dalla World Health Organization WHO, molto simile alla classificazione REAL. Niente di eccezionale visto che si parla non di 7 o 17, ma di un intreccio di 70 tipologie suddivise in 4 gruppi che sono:
- Neoplasia matura del Linfocita B, comprese LLC o leucemia linfocitaria cronica, cancri cellule di plasma e linfomi Burkitt giovanili
- Cellula T matura e neoplasia delle cellule NK natural killers, tipo leucemia a cellula T adulti e leucemia prolinfocitica a cellula T
- Linfomi di Hodgkin
- Disordini iatrogeni di tipo linfoproliferativo associati a immunodeficienza, a precedenti interventi chemio-radioterapici.
DIFFERENZE TRA LEUCEMIA E LINFOMA
Per leucemia, o cancro del sangue, si intende neoplasia primaria del midollo che si diffonde nel sangue periferico. Anche il linfoma è cancro del sangue ma, a differenza della leucemia, proviene dai linfonodi piuttosto che dal midollo osseo. Per linfoma si intende dunque neoplasia primaria dei linfonodi. I linfomi sono cioè cancri delle cellule linfoidi. Il cancro del tessuto linfoide viene curato dalla medicina mediante farmaci anticancro (chemio), mediante radiazioni o mediante trapianto del midollo osseo. La probabilità di sopravvivenza dipendono dal suo tipo, dalla sua fase e dal suo grado.
Il linfoma totalizza il 5% di tutti i cancri negli Stati Uniti e di quasi di tutti i cancri di sangue. È il quinto linfoma per diffusione nel Regno Unito, ed il cancro più comune al mondo sotto l’età dei 30. I maggiori fattori di rischio sono l’età, il fumo, le sostanze tossiche, le varie situazioni di immunodeficienza.
SISTEMA LINFATICO E SISTEMA IMMUNITARIO
Il sistema linfatico fa parte del sistema immunitario e comprende:
- Vasi linfatici che si diramano e raggiungono tutti i tessuti dell’organismo
- Linfa, liquido trasparente contenente globuli bianchi, per lo più linfociti B e T, circolante nel sistema linfatico
- Linfonodi, piccole masserelle rotonde di tessuto, collegate ai vasi linfatici, concentrate nel collo, sotto le ascelle, nel torace, nell’addome e nella zona inguinale, conservanti al loro interno i globuli bianchi adatti a intrappolare ed eliminare i batteri o altre sostanze pericolose presenti nella linfa
- Tonsille, timo, milza, appendice, altri tessuti linfoidi localizzati su stomaco, pelle e intestino tenue.
MECCANISMO FORMATIVO DEI LINFOMI
Il tessuto linfatico si trova in diverse parti dell’organismo, quindi il linfoma si può sviluppare praticamente dappertutto. Di solito ha origine in un linfonodo sopra il diaframma, il muscolo sottile che divide il torace e l’addome. Si può sviluppare in un gruppo di linfonodi o, in alcuni casi, anche in altre parti del sistema linfatico. Il linfoma NHL si sviluppa quando si manifesta un’anomalia in un linfocita (di solito un linfocita T). La cellula anomala si divide e si replica. Le nuove cellule, a loro volta, si duplicano, producendo sempre più cellule anomale che non muoiono a scadenza come quelle sane. Le cellule anomale non sono in grado di proteggere l’organismo dalle infezioni o dagli altri disturbi. Si accumulano semplicemente formando una massa di tessuto aggiuntivo detta tumore.
CAUSE E FATTORI DI RISCHIO NEI TUMORI NHL
I medici riescono raramente a capire il motivo per cui il linfoma non Hodgkin colpisca certi pazienti e non altri. È dimostrato però che determinati fattori fanno aumentare il rischio di ammalarsi di questo tumore. Avere uno o più fattori di rischio non significa però automaticamente ammalarsi di tumore.
I fattori di rischio sono:
- Indebolimento sistema immune (soprattutto per uso di farmaci potenti tipo chemio)
- Intasamento virale da detriti cellulari endogeni, chiamato dalla medicina infezione EBV Epstein-Barr, in Africa c linfoma giovanile di Burkitt
- Proliferazione batterica Helicobacter pylori con ulcera gastrica e rischio tumore allo stomaco (ma la vera causa rimane l’autointossicazione e i virus endogeni che attraggono i batteri opportunisti)
- Infezioni virali da HTLV-1, ossia sempre detriti cellulari inespressi in zona linfatica, con aumento di rischio verso linfoma e leucemia
- Infezione virale epatica, visto che molti linfomi includono pazienti con fegato disastrato, e anche qui l’igiene va oltre ai concetti della medicina monatta e contagiomane e non parla di Epatite C ma di detriti cellulari epatici inespressi per debolezza immunitaria
- Età avanzata. Il linfoma NHL può svilupparsi anche nei giovani, ma trova maggiore diffusione tra chi ha superato i 60 anni
- Obesità, anche questo pare essere un fattore aggiuntivo di rischio. 8) Contatto con pesticidi e sostanze chimiche come tinte per capelli.
SINTOMI DEL TUMORE NHL
I sintomi sottoelencati non sono necessariamente collegabili a tumore ma assumono valore tumorale quando durano per oltre due settimane. Si parla di:
- Gonfiore non doloroso ai linfonodi del collo, delle ascelle o dell’inguine
- Dimagrimento apparentemente inspiegabile
- Febbre non alta ma che tende a permanere e a non diminuire
- Intensa e frequente sudorazione notturna
- Tosse, problemi respiratori o dolore al torace
- Debolezza e stanchezza che non scompaiono
- Dolore, gonfiore o sensazione di pienezza addominale.
SCLERODERMIA
Quanto alla sclerodermia, classificata dai medici come malattia auto-immune, accompagnata da fenomeno di Raynaud e aumento del tessuto fibroso, deriva in realtà, il più delle volte, da trattamenti medici, con uso ed abuso di farmaci. Chi ne è affetto lamenta vari disagi, tipo mani sempre nere, dolenti e rattrappite, specie quando fa freddo e cala la protezione immunitaria. Chiaro che si tratta di gravi problemi circolatori, risolvibili non coi farmaci ma con un miglioramento radicale del sangue mediante digestioni rapide, facili e complete, con inserimento di vegetali ad alta diuresi tipo tarassaco, equiseto, ortica, finocchio, carciofo, cavolo, Bruxelles, carote, bietole, aglio, rafano, ravanelli, crescione, melone, anguria, lattuga, mango, mirtillo, sidro di mele.
TRATTAMENTO PER FOTOFERESI
La fotoferesi è un’alternativa all’uso di farmaci immuno-soppressori contro il rigetto post-trapianto d’organo. La rivista Transplantation ha pubblicato i risultati di uno studio condotto dai ricercatori dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma che per la prima volta, dimostrerebbe i meccanismi e l’efficacia della fotoferesi. La fotoferesi cellulare è un processo terapeutico in grado di consentire all’organismo di chi riceve un organo, mediante trapianto, di tollerarlo bloccando i possibili meccanismi di rigetto. Il meccanismo consiste nell’aumento di una popolazione di cellule recentemente identificate e chiamate cellule T-regolatorie (Treg). Le Treg si trovano ad una frequenza molto bassa in tutti gli individui normali ed hanno la funzione di mantenere la tolleranza, cioè la non-reattività, contro i costituenti normali dell’organismo.
PARERE SULLA FOTOFERESI
Chiaro che penso tutto il male possibile ed immaginabile per una serie di motivi.
- Si tratta di un trattamento recente e privo di sufficienti esperienze statistiche e dunque scarsamente garantito secondo gli stessi criteri di prudenza medica
- Bloccare i meccanismi corporali, il continuo susseguirsi di cause ed effetti fa parte dei soliti sistemi di curomania, intesi a ottenere un risultato nell’immediato a scapito di un vero e proprio miglioramento stabile
- L’uso di cortisone e di immuno-soppressori non fa sicuramente parte delle strategie che la Health Science propone.
MEGLIO L’UOVO OGGI O LA GALLINA DOMANI?
Ovvio che dipende molto se non tutto dalle scelte che uno si sente liberamente di fare. Se uno decide di pensare al peggio, ossia di non essere meritevole di rispetto costruttivo del proprio corpo in vista di una ripresa stabile, finirà per privilegiare il trattamento-scorciatoia, sul tipo del “Meglio l’uovo oggi che la gallina domani”. Gli stessi trattamenti che tu hai subito nella caotica situazione dei linfomi, tra ingarbugliate classificazioni nei tipi, negli indici di sopravvivenza, nei criteri o stadi sempre discutibili e confusionari, fanno capire quanta approssimazione e quanto avventurismo persista nella pratica chirurgica delle asportazioni, dei raschiamenti e dei trapianti.
L’IGIENE RAGIONA IN MODO DIAMETRALMENTE OPPOSTO
I tuoi chirurghi saranno anche convinti di averti salvato la vita e ti avranno pure convinta di questo, ma in questo non c’è condivisione alcuna. Mancano le controprove ovviamente. Ti sarà stato detto e ribadito che chi non si opera perisce inevitabilmente prima, ma senza mai citare che l’opzione non-curativa e non-interventiva dell’igiene vanno accompagnate simultaneamente da radicali modifiche nella dieta e nei comportamenti, cosa che la medicina mai attua, mai raccomanda e mai prevede.
LO STARE ALLA LARGA DAI FARMACI GIOCA A TUO VANTAGGIO
Nessuna intenzione di metterti dei dubbi o delle pulci all’orecchio che potrebbero essere fastidiose e disturbanti, perdendo il valore di rassicurazione e di serenità che ogni messaggio positivo deve per forza contenere. D’altra parte c’è di buon che hai alle spalle 25 anni di vegetarianismo che dovrebbero pur significare qualcosa. Ottimo poi il tuo stare alla larga il più possibile dai farmaci, anche se operazioni e trapianti avranno impregnato il suo sistema.
LA SALUTE DEL FEGATO, ACCOPPIATA A UN MINIMO DI EFFICIENZA IMMUNITARIA, È DI FONDAMENTALE IMPORTANZA
La buona notizia è l’efficienza del tuo sistema epatico che è fondamentale per ogni ambizione di ripristino salute. Questo è un indice che dovrebbe spingerti a non cedere sulla difesa a denti stretti delle tue condizioni, di quel buono che è rimasto in te. Attenzione però alle integrazioni che spesso diventano perturbazione farmacologica. Specie quelle di vitamina D che possono portare a risultati aberranti. Prendi sole ogniqualvolta puoi compatibilmente col clima e al riparo dal vento. Zero sale e zero aceto, per evitare dispersioni di calcio. Più cime di rapa e più semini di sesamo. Fegato e reni convertono la vitamina D nella sua forma ormonale attiva. La funzione biologica principale della vitamina D è mantenere sulla normalità i livelli di calcio e fosforo nel sangue.
Valdo Vaccaro
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