LETTERA
ERO GHIOTTA DI QUESTI FRUTTI E POI, PREOCCUPATA, HO SMESSO DI CONSUMARLI
Grazie Valdo per la tesina sulla Conferenza di Aramengo-Asti.
Ho qualcosa da chiederti a proposito degli enzimi. Se uno viene a conoscenza che il suo corpo non ha l’enzima per elaborare tutti i componenti che ci sono nelle solanacee (peperoni, melanzane, pomodori e patate), c’è un modo che dia la possibilità al corpo di integrare questi enzimi?
Questa domanda mi riguarda da vicino. Ho scoperto anni fa di avere questa problematica, e sinceramente di questi prodotti da ragazza ne ero ghiotta. Ora, conoscendo questi problemi, non ne faccio quasi uso.
Grazie tante per la tua disponibilità. Ciao e a presto.
Vincenza
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RISPOSTA
UN FOLTO GRUPPO DI 1700 PIANTE
Ciao Vincenza, Ti ringrazio per questa domanda semplice ma niente affatto banale. Ti dico subito che sono un grande estimatore delle solanacee eduli.
Le solanacee rappresentano in botanica una importante famiglia di piante erbacee o arbustacee dei paesi caldi e temperati, comprendente 1700 specie. Alcune di esse sono medicinali e velenose, tipo la belladonna, lo stramonio, il giusquiamo, il tabacco.
Altre sono estremamente utili e preziose per l’alimentazione umana sottoforma di radici e di frutti, e mi riferisco sia alla magnifica patata, nelle sue varie forme e specie (esiste anche la patata nera, oltre che la gialla, la bianca e la rossa), che al pomodoro, al peperone e alla melanzana (piante queste ultime che di solanina ne hanno assai poca).
COS’È LA SOLANINA
La solanina è un glicoalcaloide leggermente velenoso che si trova nella pianta e nel fogliame, e che talvolta si sviluppa nelle patate mal conservate in luogo umido, mediante processi di germinazione. Per la pianta si tratta di un vero e proprio strumento di difesa, con funzioni fungicide e pesticide.
Vanno evitati dunque i germogli, per cui se una patata facesse il getto, basterà staccarlo con cura ed eliminarlo, salvando la patata che rimane buona. I germogli stanno comunque a testimoniare che il prodotto non ha subito processi devitalizzanti di irradiazione, per cui si tratta di patata sana e carica di enzimi per l’auto-digestione. Chi ha un orto può anche utilizzare questo tipo di patate per la semina. Nel caso di tuberi con la buccia macchiata di verde, meglio destinarli alla semina. Se delle patate hanno un sapore strano, disgustoso e amaro, meglio rinunciarci, visto che l’amaro, nella patata, è indicatore di tossicità.
NESSUNO MANGIA PATATE A CHILI
Nelle patate normali il contenuto di solanina è di circa 0,2 mg/g, quota che sale a 1 mg/g per patate esposte alla luce.
Per avere i primi sintomi di avvelenamento (sintomi gastrointestinali tipo nausea, vomito, diarrea, e sintomi neurologici, tipo brividi di freddo e allucinazioni), servono almeno 25 mg di solanina (equivalenti a 25 kg di patate difettose o 50 kg di patate perfette), mentre per accumulare una dose mortale si devono raggiungere 400 mg di solanina (4-10 quintali di patate).
LA PERSONA INTOSSICATA SI AVVELENA E VA IN TILT CON UN NIENTE
Resta valido il fatto che un corpo impregnato di veleni diventa ipersensibile, per cui potrebbe dimostrare reazioni allergiche anche con quantitativi bassi di solanina. Ma in quel caso la colpa non è della solanina ma dei veleni già presenti nell’organismo. Veleni che assottigliano i margini di tolleranza del sangue ad altre tossine, per cui si entra nella casistica tipica della goccia che fa traboccare un vaso già pieno.
PATATE, POMODORI, MELANZANE E PEPERONI AL CENTRO DELLA TAVOLA
Male fai Vincenza a privarti di questi meravigliosi doni di madre natura.
Male fai per una serie di motivi. Primo, perché si tratta di prodotti carichi di sostanze utilissime e preziose, che non sto qui ad elencare. Secondo, perché, ammesso e non concesso che le solanacee eduli contengano solanina di troppo, il nostro corpo (salvo che non sia impregnato di altri veleni) ha i margini di tolleranza necessari ad esorcizzare tali tossine. Terzo, perché tutti i cibi al limite possono contenere qualche tipo di antinutriente, qualche fattore indigesto o leggermente tossico, senza per questo essere catalogati tossici o velenosi. Quarto, perché dovresti mangiare quasi un quintale di patate al giorno per subire eventuali danni.
LA QUESTIONE DEGLI ENZIMI
Quanto poi agli enzimi, essi sono dei catalizzatori che servono a disgregare opportunamente il tubero o il frutto in questione. Tutti i cibi naturali del regno vegetale, se consumati crudi o con cotture minime ed intelligenti, sono dotati dei rispettivi food-enzyme per auto-digerirsi a costo digestivo zero. Quando invece li sottoponiamo a cottura intensa e prolungata, tali enzimi, o tali vitalie, perdono ogni efficacia. A quel punto il corpo deve organizzarsi bio-chimicamente per la digestione, pescando energie e potenza enzimatica al suo interno.
Il problema non sta comunque nel possedere un enzima specifico per la solanina. La porzione minima ed impercettibile di solanina presente eventualmente in una patata non viene affatto metabolizzata ma viene espulsa dal sistema renale come tutti i veleni. Il sistema immunitario, in presenza di patata stracotta e devitalizzata dovrà semmai provvedere alla digestione degli amidi.
INNO ALLA PATATA, MA NON A QUELLA DEI FAST FOOD
La patata è talmente buona e nutriente da potersi considerare cibo completo capace di sfamare al meglio chiunque. Cotta poco e con la buccia, mantiene le sue caratteristiche e spesso le migliora toccando i livelli più alti della scala vibrazionale Simoneton. Se c’è al mondo una cosa a cui mai rinuncerei, dopo la frutta, è proprio la patata.
Chiaro che vanno evitale le classiche patatine, spesso cariche di acrilammide, per essere state sottoposte a cottura oltre i micidiali 110°C, e ancor più vanno evitate le patatine dei fast food, conservate, stracotte, oliate, bicotte (da irradiatiazione).
Non patatine dunque, ma piuttosto patatacce.
UN’OTTIMA E FACILE RICETTA STANDARD
Con 4 patate di media grandezza, una padella e una fiamma a fuoco lento, in 15-20 minuti chiunque, senza essere cuoco, può prepararsi un pasto completo e delizioso, oltre che nutriente, digeribile e privo di effetti collaterali.
Basterà lavare con dell’acqua le patate e, senza sbucciarle, tagliarle a fette spesse e non sottili. Metterle in padella senza olio ma con un fondo d’acqua (usando ad esempio un pomodoro acquoso che rilasci sul fondo della padella la sua acqua, oppure anche mettendoci mezzo bicchiere d’acqua), e cominciando dopo qualche minuto a mescolarle in continuazione con un pestello di legno, a evitare che si attacchino sul fondo. Aggiungere delle cipolline o dei cipollotti, delle foglie di salvia-rosmarino, o menta e timo, nonché qualche striscia di peperone. Spegnere il fuoco in anticipo, prima che le patate comincino ad ingiallire o ad imbrunirsi. Questo piatto, preceduto da una terrina di insalata cruda è una bomba di sana energia.
ZERO PROBLEMI CON POMODORI, MELANZANE E PEPERONI
Peperoni e peperoncini sono fantastici e non solo per il sapore. Le melanzane grandi e piccole, lunghe e tonde, bianche e viola, leggermente grigliate sono addirittura la fine del mondo, anche per un buon panino vegano. I pomodori non sono soltanto un frutto fantastico, ma risultano anche carichi di licopene, un carotenoide che è stato giudicato utilissimo contro i tumori alla prostata.
Anche i pomodori possono essere leggermente cotti con intelligenza, senza compromettere del tutto le loro grandi qualità.
Le ultime ricerche dimostrano poi che, foglie a parte, la solanina è praticamente assente nei pomodori, mentre c’è presenza di tomatina, un alcaloide innocente e benigno.
Valdo Vaccaro
Sono d' accordo con lei…..ma io soffro di fibromialgia e me li hanno sconsigliati…praticamente non posso mangiare niente……vado in tilt….io amo mangiare tutto ….potete consigliarmi…grazie tante
sarà .. ma domenica ho rischiato di morire dopo una grigliata di patate.. la milza si era ingrossata e faceva male, ero gialla.. non riuscivo manco a respirare.. mi sono curata da sola con limone e insalata.. e solo ora ho collegato le cose.. la solanina mi ha ucciso i globuli rossi, motivo per cui la milza lavorava tantissimo. La milza mi ha salvato la vita.. se non fosse stato per la milza e per Arnold Ehret, ora non sarei più qui.
avevo pure meningite … ho dormito tanto.. e man manco che dormivo mi andavo sentendo meglio..