LETTERA
Ciao Valdo, era tanto che non ti scrivevo, ormai cammino con le mie gambe, anche se non ho mai dimenticato il tuo aiuto, e come potrei ???
Non credevo di assistere a questa farsa gigantesca, non credevo davvero. Pensavo fosse solo cosa da film catastrofici o ridicoli. Non voglio dire nulla in più perché hai già scritto tutto tu, però una piccola nota, una aggiunta piccola piccola, mi permetto di proporla, con la riconoscenza immensa di chi sta scrivendo a qualcuno cui deve vita e salute.
Sai cosa farei al posto tuo, in ogni risposta sul tema del giorno? Metterei in grande risalto il motivo-base per cui la scienza della salute non può uniformarsi a questa follia del contagio. Mi riferisco al pentimento di Pasteur negli ultimi istanti della sua vita, dove confessò che aveva ragione il suo avversario di sempre Claude Bernard e che “il terreno, ovvero il milieu interieur, è tutto, mentre il microbo è niente.
Da allora la medicina non ha voluto avanzare ed evolvere neanche di un singolo centimetro. Tutti gli sforzi, tutti i telethon, tutte le raccolte fondi e tutte le ricerche, tutti quegli esperimenti orribili e inutili sulle povere bestiole, tutto è andato verso l’insegnamento sciagurato del primo Pasteur, basato sulla caccia al microbo.
La medicina ha così regolarmente fallito in ogni aspetto, perché salute non significa vivere con i farmaci e non significa sopprimere dei sintomi e scordarsi dei fattori causanti. So bene che lo hai sempre scritto, ma io citerei il pentimento clamoroso di Pasteur come slogan fisso all’inizio di ogni tua risposta.
Grazie sempre per il lavorone che stai facendo a favore di tutti ! Un abbraccio. Andrea Maraglio
RISPOSTA
Ciao Andrea. Sicuramente importante il pentimento sincero e le confessioni che Louis Pasteur fece sul letto di morte, smentendo tutto quanto aveva sostenuto nel corso della sua vita. Confessioni sicuramente sincere ma purtroppo tardive e quindi pressoché inutili sul piano della concretezza.
Ogni scelta medica successiva nel corso del secolo scorso e di quello attuale è figlia del primo Pasteur e non delle sue confessioni finali.
LA REALTÀ È SEMPLICE DA LEGGERE E DA CAPIRE
Lo slogan che tu suggerisci dovrebbe essere IL TERRENO E TUTTO E IL MICROBO È NIENTE, ovvero, tradotto in concreto, LE CONDIZIONI FISICHE DEL MALATO SONO TUTTO E IL CORONAVIRUS È NIENTE, l’esatto contrario di quanto si pensa, si dice e si fa, quasi che le affermazioni di Claude Bernard e di tutti gli scienziati avanzati del tempo, fossero una semplicistica opinione personale e non invece una legge fissa e immutabile della natura, meritevole di assoluta considerazione.
La medicina attuale è bravissima a stravolgere le leggi naturali e a imporre le sue scelleratezze tribali e divinatorie. Per lei il terreno è niente e il virus è tutto, per cui viene posto al centro del mondo, come si trattasse del nuovo Dio che regge le sorti del mondo. Siamo alla sbando e alla dissoluzione dell’intelligenza.
UNA INFLUENZA SPAGNOLA DA OLTRE 20 MILIONI DI MORTI
Se la medicina avesse soltanto adottato questo principio di saggezza, di comune buonsenso e di logica scientifica, l’intera storia recente dell’umanità sarebbe stata diversa e nettamente migliore.
Già alla prima grande prova della Pandemia Spagnola del 1918-19, non ci sarebbero stati tutti quei morti. Venne alla fine accusato un virus H1N1 causante una infezione broncopolmonare con edema e gonfiori polmonari irrisolti dai farmaci di allora. Morivano soprattutto i giovani e i soldati, mentre gli anziani sopravvivevano al meglio evitando ogni cura medica.
In realtà le indebolenti cure a base di aspirina sono tuttora considerate come reali responsabili, assieme ovviamente ai patimenti e alle paure della guerra, di quella epidemia che causò oltre 20 milioni di morti, più morti dei due ultimi conflitti mondiali messi assieme.
LA PERCENTUALE PIÙ ALTA DI VITTIME SI REGISTRAVA TRA I MANGIATORI DI CARNE
C’è inoltre da dire che i soldati più colpiti furono non a caso gli Austroungarici, a causa delle loro diete spiccatamente carnivore e prive di apporto vitaminico, mentre i soldati italiani se la cavavano meglio con le diete includenti patate, frutta e verdure. Anche qui si nota quanto sia importante e decisivo il terreno e quanto poco incida il discorso virale.
RESPIRARE BENE E RESPIRARE GIUSTO È DI STRAORDINARIA IMPORTANZA
Come mai vanno di mezzo sempre i polmoni? Il problema è semplice. Mangiamo solo 3 volte al giorno, o magari 5 se includiamo qualche merenda o qualche spuntino extra, per cui ci procuriamo delle disfunzioni gastrointestinali solo quando sbagliamo la scelta dei cibi e il modo di assumerli.
I cicli respiratori non sono 3 o 5, ma oltre 20.000 al giorno, per cui appare subito evidente l’importanza di compierli bene, con ritmo profondo, con dinamica addominale nell’ispirazione, con trattenimento prolungato dell’aria e con espirazione rallentata, quella che poi si chiama respirazione profonda-diaframmatica e tipica delle scuole yoga, e appare inoltre evidente l’importanza della qualità dell’aria che non deve mai essere viziata, stagnante, inquinata.
L’INFLUENZA STAGIONALE PRODUCE OGNI ANNO UN DETERMINATO NUMERO DI COLPITI E DI VITTIME
In pratica, tutte le influenze successive si sono alternate sulla stessa tematica influenzale stile aviaria e suina, con sintomi al sistema respiratorio. E la medicina ha continuato a demonizzare batteri e virus dando loro una responsabilità patologica che essi di sicuro non avevano e non hanno.
La presenza intensa di batteri e di virus non significa causa di malattia ma piuttosto conseguenza. I microrganismi aumentano ad ogni stato patologico pregresso, ad ogni caduta immunitaria, ad ogni acidificazione del sangue, ad ogni digestione difficile, ad ogni prolungata carenza di sole e di attività aerobica, ad ogni periodo di paura e di preoccupazione prolungata.
OCCORRE UN RADICALE CAMBIO DI GUARDIA CULTURALE E SANITARIO
Se non mandiamo fuori dai piedi l’attuale tipo di blasfemo insegnamento medico, sostituendolo con una ventata di medicina-igienistica e comportamentale di ben altro tenore, c’è ben poco da recriminare. Abbiamo in tal caso i medici che ci meritiamo e smettiamola pertanto di recriminare e di lamentarci.
I VIRUS DA SOLI NON FANNO UN CAZZO DI NIENTE
Nelle patologie tutte le operazioni interne chiamate metabolismo si rallentano creando ostruzioni e accumuli di detriti cellulari inespulsi, per cui si instaura un vortice negativo. In queste circostanze ci vengono in prezioso e vitale aiuto i batteri che divorano la monnezza interna moltiplicandosi e, a fine opera, si riducono pure autonomamente e intelligentemente.
I virus non vedono perché senza occhi, non pensano perché senza cervello, non mangiano perché senza bocca e denti, non vivono, non dormono, non colpiscono, non si nascondono, non variano, non vanno in vacanza estiva d’estate, non indossano né short né bikini, non divorano nessuno, non sono dei mostri e non fanno un cazzo di niente.
È sempre e solo il corpo umano il vero e unico attore protagonista a fare tutto e a condurre la danza, persino a creare le proprie paure e a subirne le più dure conseguenze.
VIRUS INTASATORI MA NON INFETTATORI E NON CONTAGIANTI
“Il contagio è il rifugio delle menti fragili, deboli e mediocri della medicina”. Mai frase più intelligente venne pronunciata in ambiente ospedaliero. E a farlo fu una donna coraggiosa nata a Firenze e crescita a Londra. Si chiamava Florence Nightingale (1820-1910), e fu capace di mettere in ridicolo fior di medici e di primari, apportando finestre aperte, e grande fiducia nelle proprie risorse interiori.
Al massimo i virus intasano. O se proprio vogliamo dargli un ruolo aggiuntivo, vengono assorbiti e portati in giro temporaneamente dal terreno corporale che gli offre ospitalità. Servono forse tanti discorsi? Il TERRENO È TUTTO E IL MICROBO È NIENTE.
Valdo Vaccaro
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