LETTERA
CARCINOMA MAMMARIO E INDECISIONE TRA CHEMIO E VIE ALTERNATIVE
Buongiorno. Allego la situazione clinica di mia moglie e le chiedo di aiutarmi a darci una alternativa alle cure chemioterapiche. Mia moglie, 65 anni, non le vorrebbe fare ma ha molta paura a intraprendere dei cammini diversi.
CI SERVE SOSTEGNO MORALE
Ci occorre una persona a cui dare fiducia e che ci aiuti in questo cammino da intraprendere. Attendo sue notizie.
Ernestino
*****
RISPOSTA
SERVE PREPARAZIONE, RAGIONAMENTO E DECISIONI NETTE
Ciao Ernestino. Se devi andare in vacanza e devi scegliere tra mare e montagna, non puoi rimanere in eterna esitazione. Serve una scelta decisa e sicura. E qui non si tratta di andare in vacanza ma di decidere su determinate La paura di tua moglie sta nell’intraprendere cammini diversi? È almeno sicura di conoscerli bene questi cammini? Cosa le fa pensare che i percorsi comuni e soliti della medicina siano liberi da rischi e da insidie? Vale dunque la pena di studiare e informarsi meglio, di ragionare con la sua testa, di valutare e raffrontare. Si tratta del suo corpo. È lei che deve decidere sul da farsi.
INFILTRANTE, MULTICENTRICO, AD ISTOTIPO NON SPECIALE
La diagnosi parla di carcinoma mammario infiltrante multicentico G2, ad istotipo non speciale, con invasione vascolare peritumorale presente ed estesa, con margine retroaerolare indenne da neoplasia e con presenza di macro metastasi linfonodali sul linfonodo sentinella analizzato.
UMILTÀ E SEMPLICITÀ NON SONO DI CASA IN AMBIENTE SANITARIO
Una nomenclatura complessa, elaborata, sofisticata, apparentemente ricca di contenuto scientifico, tipica
da Scuola Azzeccagarbugli. Una impostazione culturale fortemente accademica, aulica ed esclusiva. Alta ingegneria sanitaria fine a se stessa e non certo intesa alla salvaguardia del benessere e della salute umana, condizioni che richiedono umiltà, semplicità, chiarezza di termini e di intenti, trasparenza e vicinanza alle leggi della natura.
CONTENUTO DEL DOCUMENTO DIAGNOSTICO E GLOSSARIO MEDICO
Facciamo una sintesi dei termini usati dalla medicina, una specie di glossario riportato con chiarezza dal dr G. Antonini, e che coi prenderà i prossimi 20 sottotitoli, prima di passare alle conclusioni igienistiche finali.
BIOPSIA MAMMARIA
Tutte le lesioni mammarie sospette per carcinoma devono essere considerate tali sino a conferma contraria. La conferma può avvenire sia mediante un prelievo mediante ago (agobiopsia per esame citologico o FNA dall’inglese “Fine needle aspiration”) che mediante un piccolo intervento chirurgico in anestesia locale o generale (biopsia a cielo aperto per esame istologico). In genere, è meglio sottoporsi ad un intervento definitivo conoscendo la natura della lesione in oggetto. In alcuni casi, quando la lesione mammaria è palpabile, il prelievo può essere fatto direttamente, mentre in altri casi quando questa non è palpabile è possibile farsi guidare dall’ecografia (Biopsia ecoguidata) o dalla mammografia. In questa ultima evenienza, il radiologo può prelevare del materiale mediante una tecnica particolare di puntamento (Biopsia stereotassica).
ESAME ISTOLOGICO ESTEMPORANEO (AL CONGELATORE)
Il tessuto mammario prelevato mediante biopsia a cielo aperto può essere valutato immediatamente durante l’intervento stesso mediante un esame istologico estemporaneo al congelatore. L’anatomo-patologo intinge il “pezzo operatorio” per marcarne i margini esterni, congela il tessuto sospetto, lo fissa su di un vetrino, lo colora e lo esamina al microscopio. Questa procedura praticata anche per eventuali altre “zone sospette” incontrate in corso dell’ intervento chirurgico, allunga di pochi minuti la durata della biopsia e permette di confermare o no una precedente diagnosi. Il chirurgo informato dell’ esito, procederà in armonia agli accordi presi con la paziente prima dell’ intervento (consenso informato). Oggi con la possibilità di una diagnosi preoperatoria attendibile, il ricorso all’esame istologico preoperatorio è sempre meno richiesta.
DIAGNOSI ISTOLOGICA E BIOLOGICA DI CARCINOMA MAMMARIO
L’anatomo-patologo esamina i vetrini e pone particolare attenzione ad alcuni dettagli del tumore, come tipo istologico, dimensioni, grado di differenziazione “grading”, componente invasiva, invasione vascolare e/o linfatica, componente “in situ”, margini di resezione chirurgica, numero dei linfonodi e loro invasione, alterazioni mammarie associate.
TIPO ISTOLOGICO DEL TUMORE
La ghiandola mammaria vera e propria è costituita da acini e dotti (necessari alla produzione e all’ escrezione del latte); gli acini sono raggruppati in lobuli (15-20 per mammella). Tutto questo insieme è immerso in un tessuto adiposo e fibroso (fascia di Cooper). I tumori maligni della mammella prendono origine sia dai dotti (il duttale, il più frequente dei carcinomi mammari) che dai lobuli (carcinoma lobulare). Se le cellule neoplastiche rimangono confinate all’ interno dei dotti o lobuli, si parla di carcinoma “in situ” (rispettivamente di duttale in situ o di globulare in situ). Se le cellule neoplastiche invadono strutture extra duttali/lobulari, il carcinoma viene detto invasivo.
I CARCINOMI IN SITU NON SEMPRE PROGREDISCONO VERSO QUELLI INVASIVI
I carcinomi duttali sono a notevole rischio di evoluzione. I carcinomi lobulari, indicativi di una multicentralità e bilateralità, non sono considerati come pre invasivi. Molte donne non svilupperanno mai un carcinoma invasivo (il rischio è di 25% in 25 anni). I carcinomi devono essere escissi completamente al momento della biopsia o dell’intervento definitivo: ai margini di resezione non vi devono essere cellule neoplastiche. Per il carcinoma lobulare questo aspetto non è fondamentale.
L’ANATOMO-PATOLOGO ALLE PRESE CON LE MISURAZIONI
L’anatomo-patologo misura le dimensioni del carcinoma. Questo dato determinato dall’anatomo-patologo, macroscopicamente e al microscopio, è un elemento importante per la stadiazione della malattia. Viene valutata anche la componente invasiva del tumore oltre a quella in situ.
ALTRI ELEMENTI CARATTERIZZANTI IL TESSUTO TUMORALE
Basilare è lo stato recettoriale. Le cellule normali della ghiandola mammaria sono sensibili agli ormoni presenti. Questa loro peculiarità è mediata da piccole molecole, ovvero i recettori estrogenici, progestinici esistenti all’interno delle cellule stesse. L’ormone per esplicare la sua azione necessita del recettore. In alcuni casi il tumore mantiene questa proprietà ed è così in grado di rispondere allo stimolo ormonale. La presenza di recettori viene impiegata per bloccare la crescita del carcinoma (ormonoterapia). Importante anche la citometria a flusso. Essa permette di valutare sia la quantità di DNA presente nelle cellule tumorali che la percentuale di cellule in moltiplicazione. Questi dati, assieme agli altri possono fornire elementi per la prognosi e indirizzare la terapia.
GRADO DI DIFFERENZIAZIONE O GRADING
Le caratteristiche delle cellule che compongono e le modalità di invasione sono differenti in ogni tumore: gli aspetti che ricalcano il tessuto normale appartengono ad un tumore a basso grado di malignità (G1), quelli che se ne discostano molto sono di un carcinoma ad alto grado di malignità o indifferenziati (G3), esistono infine neoplasie con aspetti intermedi (detti G2). Il carcinoma intraduttale è a sua volta sotto-classificato in relazione ai seguenti aspetti: cribriforme, papillare, micropapillare, solido, comedocarcinoma. Quest’ultimo è ad elevato grado di malignità.
STADIAZIONE
Tutte le informazioni che caratterizzano il carcinoma mammario, vengono raggruppate in una formula concordata a livello internazionale. Nel sistema TNM, viene misurato il tumore (T), viene valutato l’interessamento linfonodale (N) e la presenza di eventuali metastasi (M). La combinazione di questi dati costituisce lo stadio della malattia. I carcinoma in situ rappresentano il 15-20% dei carcinomi.
STADIO I, STADIO II, STADIO III, STADIO IV
Stadio I: Tumore di dimensioni inferiori a 2cm con linfonodi indenni.
Stadio II: Tumore di dimensioni inferiori a 2 cm con linfonodi metastatici e Tumore con dimensioni tra i 2 e 5 cm con linfonodi indenni.
Stadio III: Tumore di dimensioni inferiori a 2 cm con linfonodi metastatici conglobati tra loro, o Tumore con dimensioni tra i 2 e 5 cm con linfonodi metastatici, o Tumore che ha invaso le strutture vicine (cute, parete toracica, coste).
Stadio IV: Presenza di metastasi a distanza, linfonodi sovraclaveari invasi.
INVASIONE VASCOLARE E LINFATICA
Carcinoma infiammatorio: è un tipo carcinoma particolare, raro, caratterizzato da una notevole componente infiammatoria, tanto da simulare una mastite acuta. In caso di recidiva, il tumore si ripresenta a livello della parete toracica. L’anatomo-patologo ricerca anche la presenza (o assenza) di cellule tumorali all’interno dei vasi ematici e linfatici della mammella sia in prossimità che a distanza dal tumore (emboli neoplastici). La presenza di emboli è sia elemento predittore di metastasi a distanza che di recidiva locale.
MARGINI DI RESEZIONE CHIRURGICA
Sempre l’anatomo-patologo, prima di sezionare il pezzo operatorio inviato dal chirurgo, ne valuta i margini di resezione intingendolo in un bagno di inchiostro. Una volta sezionato, il colore permette di riconoscere i margini di resezione. Questi non devono contenere cellule tumorali se il tumore è stato completamente escisso. In alcuni casi, è opportuno reintervenire per completare il primo intervento. In altri casi, se i margini non sono liberi, occorre rivalutare i trattamenti post-chirurgici (radio/chemio).
CARCINOMA INTRADUTTALE E MULTICENTRICO
I tumori con estesa componente intraduttale sono quelli a maggiore rischio di recidivare se trattati con chirurgia conservativa. Questa è un’altra informazione importante fornita al fine di un appropriato trattamento del carcinoma. Alcuni tumori hanno la caratteristica di presentarsi in più sedi nell’ambito della stessa mammella. Anche questo è un dato importante fornito dall’anatomo-patologo per la pianificazione del trattamento.
STATO DEI LINFONODI ASCELLARI
I linfonodi ascellari vengono in genere rimossi durante l’intervento chirurgico per carcinoma. Questo viene fatto per stadiare la malattia (stato linfonodale), e vedere se il tumore è andato oltre la mammella stessa. Se i linfonodi contengono cellule del tumore mammario, si parla di metastasi ascellari. Le pazienti vengono ulteriormente stratificate in rapporto a: assenza di metastasi, 1-3 linfonodi interessati, 4-9 linfonodi metastatici e oltre 10 linfonodi positivi. Questo dato è importante per la pianificazione di qualsiasi trattamento.
ALTERAZIONI MAMMARIE ASSOCIATE
Accanto al tumore, la ghiandola mammaria può presentare altre alterazioni rispetto alla normalità. Queste possono rientrare nella cosiddetta mastopatia fibrocistica con aumento del tessuto fibroso e presenza di cisti di dimensioni varie. In alcuni casi, lo strato di cellule che riveste i dotti, può crescere. Si parla allora di iperplasia epiteliale o papillomatosi duttale. Questa può essere tipica o atipica, e l’atipica implica aumento del rischio per un carcinoma. In altri casi l’iperplasia interessa i lobuli (iperplasia lobulare): se è atipica, non rappresenta una lesione ad evoluzione neoplastica ma rappresenta un aumento del rischio per il carcinoma lobulare.
LE MICROCALCIFICAZIONI
Sono piccoli depositi di sali di calcio visibili sia con la mammografia che con l’ esame istologico. La presenza di microcalcificazioni non è automaticamente segno di carcinoma. Esistono micro non neoplastiche ed esistono tumori senza micro. L’aspetto mammografico di alcune di esse può fare sospettare della presenza di un carcinoma. In questo caso, dato che la lesione non è palpabile, il radiologo posiziona un repere sotto guida del mammografo. Questo serve a segnalare al chirurgo l’ area da biopsiare. È sempre utile una conferma radiologica dell’ avvenuta asportazione delle microcalcificazioni e del tessuto sospetto durante l’intervento stesso (mammografia del pezzo operatorio in corso di biopsia). Le lesioni non palpabili: con il diffondersi dell’indagine mammografica, vengono sempre più individuate immagini degne di un ulteriore studio, non essendoci uniformità di vedute tra gli stessi chirurghi.
GLI INTERVENTI IN MASTECTOMIA RADICALE
La biopsia l’abbiamo citata all’inizio. La mastectomia (da mastòs = mammella e ed ek tome = portare via) è un intervento che comporta l’asportazione di tutta la mammella, inclusa cute, areola, capezzolo, ghiandola mammaria. Esistono differenti tipi di mastectomie. La Mastectomia radicale Halsted che prevede l’asportazione anche dei due muscoli pettorali (questo intervento non è più praticato se non per casi molto particolari quando i muscoli sono grossolanamente invasi), la Mastectomia radicale Patey, dove viene tolto solamente il piccolo pettorale e la Mastectomia radicale Madden, che è poi la tecnica sempre più praticata perché meno invalidante, secondo i criteri medici.
IL SISTEMA RADICALE MADDEN
Nel Madden si conservano entrambi i muscoli pettorali e si procede ad asportazione dei linfonodi ascellari di I, II e III livello. Questi due interventi consentono una ricostruzione mammaria in due tempi. Prima viene preparata una tasca sotto muscolare in cui viene inserito un espansore cutaneo che sarà gonfiato progressivamente e successivamente, quando si è raggiunto un volume adeguato, si sostituirà l’espansore con una idonea protesi di silicone.
L’ASPORTAZIONE ASCELLARE O LINFADENECTOMIA, ACCOPPIATA AL SISTEMA MADDEN
Asportazione ascellare, consistente nell’asportazione del pacchetto di linfonodi corrispondenti ai 3 livelli di Berg. In altri casi, ci si limita ad un “sampling” dei linfonodi di I° livello. Quando i linfonodi sono invasi da metastasi la loro asportazione assume significato terapeutico. In altre circostanze consente una stadiazione ottimale e quindi di stabilire la opportunità della terapia adiuvante. Contribuisce infine alla valutazione prognostica. Rispetto al passato, quando la linfadenectomia ascellare era la regola, oggi si tende a ritenere inutile e forse dannosa l’asportazione di linfonodi indenni da metastasi, almeno per le neoplasie in fase iniziale.
LA SCUOLA VERONESI CON ASPORTAZIONE DEL LINFONODO SENTINELLA
Recentemente la scuola del prof Umberto Veronesi ha proposto un protocollo che prevede la asportazione di un solo linfonodo, il cosiddetto linfonodo sentinella, che è quello al quale per primo giungono le metastasi tumorali. Questo linfonodo viene marcato con metodi di colorazione vitale o con sostanze radioattive. Nel corso dell’intervento, una volta individuato, viene asportato ed inviato all’esame istologico estemporaneo. Se tale indagine è negativa nel senso che non rivela focolai metastatici si può evitare di procedere alla exeresi o asportazione della catena linfatica che invece viene eseguita in caso di positività dell’esame. L’asportazione dei muscoli viene fatta per agevolare l’asportazione dei linfonodi ascellari (linfectomia ascellare).
LA QUADRANTECTOMIA
Questo intervento, praticato per tumori singoli monofocali di dimensioni inferiori ai 2-3 cm di diametro, prevede l’asportazione di una porzione della ghiandola mammaria con la cute sovrastante. I margini di resezione devono essere a almeno 2 cm dal bordo del tumore. Viene in genere associata alla asportazione dei linfonodi ascellari. La quadrantectomia eseguita a scopo oncologico viene sempre seguita da una radioterapia allo scopo di sterilizzare la residua mammella. Il trattamento quadrantectomia + linfectomia + radioterapia (QUART) ha la stessa valenza della mastectomia + linfectomia ascellare: infatti la sopravvivenza è pressoché identica e le recidive locali sono sovrapponibili (o appena superiori). La QUART, quando possibile, è l’opzione terapeutica di scelta.
CONTROVERSIE IN ONCOLOGIA MAMMARIA
Non tutti gli aspetti della patologia neoplastica sono chiari, definiti e condivisi da tutti gli addetti ai lavori. Questo è spesso fonte di discordanze che possono mettere in crisi la paziente. Oggi, sempre di più la diagnosi, la pianificazione del trattamento per carcinoma mammario viene condivisa tra più specialisti, ossia radiologo, oncologo medico, chirurgo con specifica competenza, anatomo-patologo, chirurgo plastico, psichiatra/psicologo, fisioterapista, per cui una condivisione ideologica non è cosa facile.
I PROTOCOLLI
I protocolli sono delle modalità di trattamento per una data patologia. Costituiscono uno schema la cui validità è conosciuta da tutti gli operatori e il cui contenuto è condiviso. I protocolli riguardano sia la diagnosi che il trattamento. Possono rappresentare sia un comportamento standard che ipotesi di lavoro (es. Protocolli per l’impiego di nuove modalità di trattamento). Il trattamento del carcinoma mammario è ormai standardizzato in protocolli tagliati su misura per ogni singola paziente. Essi assicurano il migliore risultato ottenibile per le conoscenze di cui si dispone al momento del trattamento. I protocolli sono continuamente sottoposti a verifica e, se necessario, modificati.
I MARKERS TUMORALI
Normalmente nell’organismo sano vengono secrete alcune sostanze prodotte anche da alcuni tumori. Sono i markers tumorali (CEA, MCA, CA15-3). Non tutti i tumori mammari le producono e non tutti i tumori che le elaborano possono smettere di farlo. Il dosaggio di queste sostanze nel sangue può permettere di valutare la ripresa di malattia e anticipare la diagnosi clinica.
PER L’IGIENE LA MEDICINA È UNA ABOMINEVOLE VORAGINE MANGIA-SOLDI
Per l’igiene tutta questa impalcatura medico-tecnicistica è un orrendo e inutile bluff, una abominevole macchina mangia-soldi, una voragine mondiale di risorse. La chirurgia medica è insomma un castello di carte false, mantenuto in vita unicamente per motivi di vile danaro alle spalle di chi soffre.
IL CORPO HA POTERI DI AUTOLISI E DI AUTODISGREAZIONE DEI TUMORI
Il corpo non è solo capace di guarire se stesso e di ricostruire tessuti, di cicatrizzarsi e riplasmarsi. Attraverso il processo di autolisi, è anche capace di distruggere i tessuti e le sostanze che non servono all’organismo, quali ad esempio i tumori, gli ascessi, i calcoli e tutti gli accumuli di materiale tossico. Queste non sono idee strane ma fatti concreti dimostrati con successo in esperienze decennali di migliaia di medici igienisti americani ed europei.
L’AUTOLISI DEL DIGIUNO È UN PROCEDIMENTO GRADUALE E INTELLIGENTE
L’autolisi consiste nella disintegrazione dei tessuti da parte degli enzimi generati dalle stesse cellule.
Nel corso di un digiuno, i tessuti vengono smembrati ed espulsi nell’ordine inverso al loro uso. Primi ad essere distrutti sono i grassi, le acque stagnanti e le crescite morbide. L’astinenza non danneggia i tessuti sani fin quando esistono riserve di materiale da disgregare. Moltissimi hanno digiunato per un mese intero con risultati benefici, meglio con l’assistenza di un digiunista nei casi difficili.
NON ESISTONO PERICOLI, INSIDIE ED EFFETTI COLLATERALI NEL DIGIUNO IGIENISTA
I tumori sono composti di carne, sangue e ossa e sono soggetti a disintegrazione. La rimozione dei tumori mediante autolisi ha grossi vantaggi su tutte le tecniche medico-chirurgiche. L’autolisi, al contrario di quanto la gente paventa e teme, è un processo fisiologico naturale e non comporta alcun pericolo. Gli effetti eliminativi (febbre, scarico muco, mal di testa e simili) sono temporanei e sopportabili, proporzionati comunque ai quantitativi delle tossine accumulate e alla pericolosità delle stesse. I grandi intossicati possono passare al digiuno dopo un periodo di semi-disintossicazione chiamato semi-digiuno crudista, evitando così un impatto eliminativi troppo pesante.
NEANCHE METTERE CON LE DEVASTANTI CONSEGUENZE DELLA CHIRURGIA MEDICA
È la chirurgia medica, accoppiata ai micidiali trattamenti radio-chemio, che abbassa la vitalità dei pazienti e va ad aggravare organismi già malandati per i problemi metabolici e tossiemici che sono la vera causa dei tumori stessi. Il digiuno d’altra parte normalizza pure la nutrizione e permette l’eliminazione accurata di tutte le tossine accumulate.
IL TIPICO CASO DI FRANCES TURNER
Shelton, nel suo “Tumori e cancri” racconta la storia di Frances Turner. “Ha capito che questa sua cisti deve essere asportata, vero?” Esordisce il medico. La ragazza fa segno di sì. Le fissa quindi un appuntamento col chirurgo. Il chirurgo le dice “Questa cisti dovrà essere asportata. Nessuno al mondo può dire di cosa si tratti, fin quando non sarà stata estratta ed esaminata”. Poi la invita a entrare in ospedale per un esame del sangue. “Il giorno dopo estrarrò la cisti, ed è possibile che debba essere tolto anche dell’altro. Tutto dipende da cosa dice il patologo. Quando sapremo di cosa si tratta decideremo cosa tirar via e cosa lasciare”.
OPERATA IN QUATTRO E QUATTROTTO
Poi, alla Frances viene data una pillola per dormire, allo scopo di annebbiarle la mente, nel timore che si metta a ragionare e a riflettere, prima del suo rientro in ospedale. La dipendenza del medico dal patologo e dal tecnico di laboratorio fa capire la precarietà del quadro. I patologi commettono spesso enormi errori di valutazione. Fatto sta che la Frances viene anestetizzata come previsto e la sua cisti asportata. La cosa è avvenuta senza accorgersi. Non ha sentito nulla.
SU 100 NODULI O CISTI MAMMARIE SOLO 2 SONO PERICOLOSE
Nei giorni successivi, viene a sapere che su 100 cisti al seno solo 2 sono pericolose. Se una leggera manipolazione al seno è insidiosa, aprirlo e amputarne una parte o tutto non è affatto un’inezia. Le operazioni al seno comportano conseguenze spesso gravissime. Recidive, sviluppo cisti alla seconda mammella, dolori intensi e ricorso ai narcotici. Il medico si affretta ad assicurare le pazienti che il trattamento radio-chemio impedisce le recidive, ma egli sa che si tratta di una menzogna. Se un tumore è canceroso, l’operazione non fa altro che affrettare la morte.
UNA SEMPLICE DOMANDA CHE NESSUN CHIRURGO FA
Ghiandola infiammata? Nessun chirurgo si pone mai la semplice domanda “Perché questa ghiandola è infiammata? Il fatto che la paziente abbia per anni mangiato al di là delle proprie capacità digestive- assimilative-evacuative e che sia rimasta cronicamente avvelenata da tali eccessi non è di alcun interesse per i chirurghi. Tutto questo mentre una semplice correzione del modo di vivere porterebbe fine alla tossiemia (avvelenamento del sangue).
UN ESERCITO DI TAGLIA-TAGLIA IN CONTINUA ESPANSIONE
I chirurghi sono dei “Taglia-Taglia”, per mentalità, per abitudine e per necessità professionale, essendo stati istruiti e pianificati a fare questo, in drammatico contrasto coi principi ippocratici del “Primo non nuocere” e del “La Natura è Sovrana Medicatrice di tutti i mali”.
SPARENDO ALITO PESANTE E CATTIVI ODORI CORPORALI SPARISCONO ANCHE I CARCINOMI
I sintomi rivelatori non mancano. Questa paziente è così piena di detriti accumulati che dal suo fiato, dai suoi prodotti di escrezione, emana autentico fetore. Ma i medici non vi fanno caso, non lo sentono neppure, anche perché spesso fumano e sono privi di sensibilità. Se si facesse digiunare questa donna fino alla sparizione del suo cattivo odore, anche la sua enfiagione sparirebbe e non ci sarebbe più la necessità di tagliare alcunché.
EVITARE L’IMPLOSIONE, LA DECOMPOSIZIONE E LA CACHESSIA
Se il tumore non raggiunge lo stadio di indurimento che impedisce alla circolazione del sangue di raggiungere il suo centro, il tumore è ancora funzionale e non ha raggiunto lo stato di isolamento dal circuito che lo porterebbe alla decomposizione, alla cachessia e alla metastasi. È l’implosione interna che porta al disastro, col passaggio della materia purulenta nel resto dell’organismo e la rapida cachessia. Cachessia significa disperazione e morte, ma la natura, prima di arrivare a questo, non era stata avara di avvertimenti.
CLAMOROSA TRUFFA MONDIALE AI DANNI DELLA POPOLAZIONE FEMMINILE
Se lasciamo Shelton e passiamo a Mike Adams (naturalnews.com), la collisione con la medicina è ancor più drammatica. La mammografia è una crudele bufala medica. Lo scopo principale della mammografia non è salvare donne dal cancro, ma reclutarle come falsi positivi per spaventarle e portarle a sottoporsi a trattamenti costosi e tossici come la chemioterapia, le radiazioni e la chirurgia.
I MEDICI AMERICANI COINVOLTI DIRETTAMENTE NEL LUCROSO BUSINESS DELLA CHEMIO
Lo sporco segreto dell’industria del cancro è che proprio gli stessi oncologi che terrorizzano le donne con la falsa credenza di avere un cancro sono quelli che realizzano enormi profitti vendendo loro i chemioterapici. Il conflitto di interessi e l’abbandono dell’etica nell’industria del cancro lasciano senza fiato.
DONNE SANISSIME DIAGNOSTICATE COME AMMALATE DI CANCRO
Un nuovo studio scientifico pionieristico, pubblicato su New England Journal of Medicine, ha confermato esattamente quello che già si sapeva da anni. La maggior parte delle donne con “diagnosi” di cancro tramite mammografia non hanno mai avuto il cancro, ed è solo l’inizio. Il 93% delle diagnosi precoci non ha poi prodotto alcun beneficio alle pazienti mammografie.
BANALI FORME TUMORALI TRASFORMATE IN CANCRI DA OPERARE
“Abbiamo riscontrato che l’introduzione dello screening ha portato 1,5 milioni di donne alla diagnosi di cancro alla mammella in fase iniziale”, scrive il dr Gilbert Welch, co-autore del test. A più di un milione di donne è stato detto di avere un cancro in fase iniziale, molte delle quali hanno subito chirurgia, chemioterapia o radiazioni per una banale forma tumorale che non le avrebbe mai fatte stare male. Anche se è impossibile sapere chi siano queste donne, il danno è enorme.
CHEMIO, RADIAZIONI E CHIRURGIA ONCOLOGICA SONO NIENTE ALTRO CHE UNA TRUFFA PLANETARIA
Secondo quanto detto dagli scienziati, il cancro alla mammella è stato over-diagnosticato (cioè sono stati trovati tumori in fase di screening ma questi non avrebbero mai portato a sintomi clinici) in almeno 1,3 milioni di donne americane negli ultimi 30 anni. Gli oncologi di queste donne hanno mentito: “Se non acconsentite al trattamento, morirete entro sei mesi”, era la frase medica di rito. Sotto la minaccia di questa paura, la maggior parte delle donne si piegava e acconsentiva a iniziare il trattamento, spesso nello stesso giorno della falsa diagnosi.
PERSUASIONE DILAGANTE VERSO LA MAMMOGRAFIA
Ignorando il quasi totale fallimento della mammografia da un punto di vista scientifico, la propaganda continua a spingere verso questa tecnica in maniera assordante. Come Welch spiega in questo articolo su New York Times. Nessun altro test clinico è stato tanto pubblicizzato come la mammografia. Gli sforzi sono andati oltre la persuasione e sono arrivati alla coercizione. Le manipolazioni statistiche convincono le donne a subire chemioterapie tossiche per un cancro alla mammella che non hanno mai avuto.
STRUMENTI AVANZATI E PREDISPOSTI A SOVRA-DIAGNOSTICARE I CASI DI CANCRO
Non c’è miglior esempio delle chiacchiere della medicina moderna che quello dell’industria del cancro. Armato con le ancora-più-precise macchine per la mammografia, il tasso di falsi positivi ha sfondato il soffitto. Sei anni fa, un follow up a lungo termine di un trial randomizzato mostrò come un quarto dei tumori riscontrati con lo screening fosse un caso di over-diagnosi. Quello studio rifletteva le potenzialità dei macchinari degli anni 80. I nuovi macchinari digitali riscontrano molte più anormalità e le stime dell’over-diagnosi sono salite compatibilmente.
TECNICA TERRORISTICA E DIAGNOSI FALSATE
Capito la storia? Molte delle diagnosi di cancro da mammografia sono false. Ma sono un’ottima tecnica di terrorismo per trovare donne-adepte a quello che può solo che esser chiamato culto del cancro, dove vengono manipolate fino ad auto-avvelenarsi con le medicine. Molti oncologi hanno letteralmente amputato mammelle a seguito di diagnosi falsamente positive, sfigurando quelle donne per il resto della vita.
LA CHEMIO NON È SOLO DEVASTANTE MA È ANCHE CAUSA PRIMARIA DI CANCRO
Una delle caratteristiche chiave di questo culto è l’adorazione dell’auto-mutilazione. Non si tratta solo di donne che vengono manipolate fino a farsi amputare le mammelle dai chirurghi. Si tratta anche di donne manipolate fino a farsi iniettare veleni mortali che distruggono i loro reni, il loro fegato ed il loro cervello. L’effetto collaterale numero uno della chemioterapia, non dimentichiamolo, è il cancro.
UN CRIMINE MONDIALE CONTRO LA DONNA
Quel che oggi l’industria del cancro sta facendo è, senza mezze misure, un crimine contro le donne. Si tratta anche di una forma di mutilazione culturale nei loro riguardi, più o meno come abbiamo visto con gli Aztechi, i Maya e varie culture africane durante il corso della storia. L’oncologia moderna è il Medioevo della medicina occidentale.
TESINE DA LEGGERE SUL BLOG, PER UNA CULTURA IGIENISTICA ALTERNATIVA ALLA CULTURA MEDICA
- Carcinoma duttale infiltrante G3
- Le confessioni di un’operata al seno
- Carcinoma duttale scarsamente differenziato
- Malattia di Paget, seno e capezzolo
- Tumore al seno e cura Di Bella
- Carcinoma mammario da guarirsi secondo natura
- Il calvario femminile del nodulo al seno
- Seno e microcalcificazioni
- Zona tumore e zona cancro
Valdo Vaccaro
Sono Federica, nel 2005 ho fatto l' errore di andare da un chirurgo per aumentare il mio seno. sono una delle vittime delle protesi PIP. ho i linfonodi ascellari claveari imbibiti di silicone. nessun medico sa dirmi vosa posso fare se non…prendere oki o tachipirina tutta la vita. vorrei chiedere a Valdo se sa consigliarmi. Devo distruggere il silicone. in che modo?