(Conferenza di Oriago-Venezia del 5/5/12 – Supplemento conferenza MEF Biblioteca Storica – Roma 19/09/12)
CONFESSO LA MIA SCARSITÀ COME CUOCO
Parliamo di cibo, a condizione che non vi aspettiate da me grandi stranezze o particolari invenzioni culinarie. Come sapete, non sono il medico che vi prescrive cibo per ammalarvi e conseguenti farmaci per rimediare, non sono il nutrizionista che per ogni sostanza vi scarica aulica cultura libresca e laboratoristica, fatta di formule e definizioni bio-chimiche, e non sono nemmeno il cuoco in grado di muoversi con destrezza tra i fornelli. Mi sento un precario a tutti gli effetti.
IL MIO REPERTORIO
Vengo anzi irriso e virtualmente bastonato in famiglia per la mia inettitudine persino ad accendere e a regolare la fiamma del gas. In realtà saprei fare un’ottima zuppa di verdure di orto e di campo, oppure una padellata di patate e cipolline cotte al minimo e senza olio. Anche al pop-corn senza sale e senza zucchero, ci arrivo facilmente. Posso pure cavarmela con un cavolo crudo tagliuzzato alla Julien, ed anche con delle carote e delle patate crude grattugiate. Spremute di agrumi e di melograni, oltre che panini integrali alle verdure aromatizzate da crema di olive, da carciofini, da pomodori secchi, e completate da avocado e noci, completano le mie referenze.
NON SONO UN DISASTRO SU TUTTI I FRONTI
Ma, a parte queste carenze culinarie, vanto grande esperienza in fatto di buffet vegani e salad bar alberghieri di alta classe, ed anche una notevole flessibilità o spirito di adattamento ai casi di emergenza, per cui me la so cavare benissimo nei menu di strada, nei menu da viaggio, nelle situazioni inaspettate e nelle circostanze avverse che possono sempre capitare.
QUALCHE EPISODIO
Ricordo una cena a Riyadh, invitato da un Adbulaziz primo cugino del Re, in salone imbandito e lunga tavolata di importanti personaggi politici rigorosamente in caffettano bianco. Riso e montone per tutti. Me la cavai facendomi dirottare dei pomodori, delle patate, delle olive e dei datteri. Oppure una serata in un agriturismo emiliano con gruppo di espositori fieristici, unanimemente felici per un programma a base di carne e vino rosso d’annata. Antipasto di affettato stile Parma cotto e San Daniele crudo, pasta ragù o carbonara per primo, secondo a scelta tra fiorentina ai ferri e spiedini misti. Chiamarlo menu allucinante era per me riduttivo. Mi feci servire le uniche sostanze eduli a disposizione in cucina. Una gigantesca terrina di fragole e ciliegie, per antipasto, per primo e per secondo, con tutti i convenuti che sgranavano gli occhi increduli e mi guardavano come fossi appena sbarcato da un’astronave.
STRATEGIE DI VIAGGIO
Durante gli spostamenti aerei non manca mai in borsa la mela, l’arancia, il kiwi ed il cavolo, più un tozzo di pane integrale. Giunto a destinazione, il primo obiettivo nel mirino è il rifornimento di frutta per la mia camera d’albergo, sia che si tratti di Saigon, Hongkong o Singapore, con manghi, leichi, melograni e rambutan nel mirino. L’aeroporto di Tessera offre ottime scelte vegane, ed anche a prezzi accessibili, dimostrando che a Venezia, quando vogliono, ci sanno fare.
STAZIONE DI MESTRE PREDA DEL GRUPPO CREMONINI-MCDONALD’S, AL PARI DI CENTO ALTRE STAZIONI FERROVIARIE D’ITALIA
Se arrivo però in treno a Mestre e c’è un’ora di tempo d’attesa per una coincidenza, non vado di certo al Chef Express Bar della stazione, emanazione e proprietà del Gruppo Cremonini, a elemosinare uno smorto tramezzino vegetariano con pane rigorosamente bianco e mezza foglia di lattuga disorientata, un panino sommerso da cento altri farciti di prosciutto, pollo e mortadella, tutti rinchiusi in un banco espositore-frigo col teschio, impregnato di maledizioni bovine e suine, oltre che di rivoltante odore misto tra il cimitero e il mattatoio. Molto meglio il supermercato a pochi metri dalla stazione, dove mi prendo una vaschetta di mirtilli, la banana, il grappolo d’uva, l’avocado, due cespi di lattuga belga, una vaschetta di olive e pomodoro secco, dei fichi secchi, delle mandorle e un paio di panini integrali ai semini vari, rendendomi autonomo per l’intera giornata.
SELEZIONE E PRESENTAZIONE
In effetti, saper mangiar oggi significa innanzitutto saper selezionare, saper fare la spesa, saper lavare accuratamente la verdura, saperla presentare e condire, accompagnandola possibilmente da germogli tipo alfa-alfa e da qualche fettina di avocado. Ci si può forse fidare dei cibi confezionati e propinati dalle industrie? No. Per quanto si faccia, si dica, si scriva sulle etichette, siamo vittime di un accerchiamento mirato a prenderci tutti nella rete e ad avvelenarci senza alcuna remissione.
VIVIAMO IN UN MONDO INAFFIDABILE
Volenti o nolenti, stiamo subendo un avvelenamento sistematico e progressivo:
- Un avvelenamento da devitalizzazione (da de-enzimizzazione, da de-vitaminizzazione, da de-mineralizzazione dei cibi).
- Un avvelenamento da deidratazione, ovvero di sottrazione della preziosa acqua biologica.
- Un avvelenamento da smagnetizzazione, ovvero di sottrazione delle cariche elettriche naturali.
- Un avvelenamento da sale evidente e nascosto, dove il sale crea ipertensione, ritenzione idrica, danni a fegato e reni, perversione equilibrio sodio-potassio, sovvertimento equilibrio vasocostrizione e vasodilatazione.
- Un avvelenamento da zucchero evidente e nascosto, dove lo zucchero stressa il sistema ormonale, produce candida, sostituisce pessimamente la frutta occupandone abusivamente gli spazi digestivi.
- Un avvelenamento da aspartame, dove l’aspartame contiene metanolo al 10%, veleno mortale che causa cecità, danni alla retina e alla ghiandola pineale, e dove non mancano acido formico e formaldeide, neurotossine altrettanto mortali (cole, gelati, caramelle e gomme da masticare), il tutto diretto ai giovanissimi col mito del dimagrimento.
- Un avvelenamento da caffeina (caffè, the, cole), dove la caffeina, droga dopante, assuefacente e mutagena al pari della cocaina, irrita il sistema nervoso e sottrae calcio-ferro al sistema.
- Un avvelenamento da acido urico (carne, crostacei, pesce, uova, formaggi, caffè, the, cole).
- Un avvelenamento da cibi cotti (con formazione di minerali inorganici e non più assimilati, con creazione di veleni pericolosi come l’acrilamide che si formano ad ogni cottura superiore ai 110°C).
- Un avvelenamento da metalli pesanti tipo mercurio, alluminio, nickel e piombo (da vaccini, da farmaci, da integratori, da pesce e crostacei, da amalgami dentari, da inquinamento stradale).
- Un avvelenamento da caseina, micidiale per i danni ai villi e alla superficie assimilativa intestinale.
- Un avvelenamento da glutine, con danni simili a quelli della caseina, ma limitato ai celiaci e ai lattanti privi di enzimi capaci di disgregare il glutine e renderlo più tollerato.
- Un avvelenamento ormonale a base di steroidi anabolizzanti, autentiche bombe chimiche a base di testosterone che, uscite dalle tradizionali palestre come gonfia-muscoli, offrono aggressività ai forzati del successo nella finanza, nello sport, nel sesso, con gravi conseguenze per cuore (infarto), fegato (ittero e necrosi fulminante) e reni (dialisi), e conseguente depressione (con la cocaina che scorre a fiumi).
- Un avvelenamento mentale, fatto di assenteismo della scuola e delle istituzioni, di disinformazione mediatica e televisiva, di pubblicità deviante e consumistica.
- Un avvelenamento morale e spirituale, etico ed estetico, fatto di noncuranza, di disinvoltura, di cinismo, di sadomasochismo, di sopraffazione, di mancanza di rispetto verso il prossimo e verso la natura.
GLI ADDITIVI CHIMICI
Gli additivi alimentari hanno sempre una sigla E, seguita da un numero. Da E100 a E199 abbiamo i coloranti, da E200 a E299 i conservanti, da E300 a E399 gli antiossidanti o regolatori di acidità, da E400 a E499 gli addensanti, gli emulsionanti, i gelificanti e gli stabilizzanti, da E600 a E699 gli esaltatori di sapidità, da E900 a E999 gli edulcoranti di sintesi, tra cui l’aspartame E951, una delle sostanze più diffuse e più pericolose in commercio. E si continua a quattro cifre, da E1000 a E1999.
AVVELENAMENTO DA ADDITIVI (da documento distribuito negli anni scorsi dal Centro Tumori di Aviano-Pordenone, specializzato nella lotta contro il cancro)
Vengono suddivisi in inoffensivi, sospetti e tossici. La lista completa degli inoffensivi comprende i seguenti numeri: 100, 101, 103, 104, 105, 111, 121, 122, 126, 130, 132, 140, 151, 152, 160, 161, 162, 163, 170, 171, 172, 173, 174, 175, 180, 181, 200, 201, 202, 203, 206, 237, 238, 260, 262, 272, 280, 281, 282, 290, 300, 301, 302, 303, 304, 305, 307, 308, 309, 325, 326, 327, 331, 332, 333, 334, 335, 336, 337, 400, 401, 402, 403, 404, 406, 408, 410, 411, 413, 414, 420, 421, 422, 440, 470, 471, 472, 473, 474, 475. In tutto 81 additivi inoffensivi, o comunque poco offensivi. Nulla da obiettare sul termine inoffensivi. Rimane che sono sempre degli additivi chimici e quindi non paragonabili a sostanze naturali. Chiudiamo pure un occhio su di essi. A patto di ricordare che E101 (lattoflavina o vitamina B2 sintetica), che E104 (giallo di chinolina), che E132 (indigotina), che E140 (clorofilla), che E180 (pigmento rosso) ed E304 (palmitato di ascorbile) vengono giudicati sospetti e niente affatto inoffensivi da altre fonti.
ADDITIVI SOSPETTI
E125, E131, E150, E153, E210, E212, E213, E214, E215, E216, E217, E221, E222 (bisolfito di sodio), E223 (metabisolfito di sodio), E224 (metabisolfito di potassio), E226 (solfito di calcio), E231 (ortofenil fenolo), E240(aldeide formica), E241, E338 (acido orto fosforico), E339 (ortofosfato di sodio), E340 (ortofosfato di potassio), E341 (diortofosfato tricalcico), E460, E461, E463, E465, E466, E467. In tutto 29 additivi sospetti.
ADDITIVI TOSSICI
E102 (tartrazina), E110 (giallo arancio S), E120 (cocciniglia), E123 (amaranto), E124 (rosso cocciniglia A), E127 (eritrosina), E220 (anidride solforosa), E221 (sodio solfito), E225, E230 (difenile), E239 (esametil tetramina), E250 (nitrito di sodio), E252 (nitrato di potassio), E311 (octyl gallato), E312 dodecyl gallato), E320 (butil idrossi-anisolo), E321 (butil idrossi-toluolo), E407 (carragenina), E450 (polifosfati), E330 (acido citrico) che è tra i più pericolosi di tutti.
ALIMENTI DI LARGO CONSUMO CONTENENTI ADDITIVI TOSSICI
MERENDINE: Buondì Motta, Jolly Alemagna, Merendina Fabbri, Tin Tin Alemagna, Merendina Bricciola.
DOLCIUMI: Caramelle Perugina alla frutta e formato a spicchi (limone, arancia), Caramelle fondenti e assortite di varie marche, Sette Sere Perugina, Charms Alemagna.
BIBITE: Aranciata San Pellegrino, Bitter analcolico, Gingerino, Spume, Crodini, Aranciata Cin Cin, Aranciata Levissima.
APERITIVI: Aperol Gancia, Americano, Rosso Antico, Amaro Cora, Vov, Punch al mandarino.
SIGARETTE: MS, Marlboro, Kim, Multifilter.
NOTA GENERALE: L’elenco non ha scopi demonizzanti nei riguardi degli specifici marchi qui citati, ma vuole solo far capire la scarsa attitudine salutistica delle industrie alimentari in generale.
LA VERA RIBELLIONE STA NEL CIBO
Tutte queste nostre attenzioni sul cibo ci trasformano automaticamente in gente disobbediente, ribelle, carbonara e in controtendenza. Già interessarsi di cibo sta dando fastidio. Dimostrare interesse poi per il grappolo d’uva e per le qualità intrinseche del kaki e del melograno rappresenta autentico atto di ribellione contro i satrapi del sistema, contro il regime sanitario mondiale, che ci vuole tutti lontano dagli alberi e dai cespugli, dal sole e dalla natura, preferendoci clienti fissi di salumerie, pasticcerie e fast-food, di farmacie, di ecografie, di cliniche ed ospedali. Non ce l’ho contro i medici onesti, trasparenti ed eroici che per fortuna esistono tuttora, ma contro la chiesa mondiale medica a cui purtroppo appartengono.
UNA MEDICINA MALDESTRA E BIDONISTICA
La Medicina di Atlanta è maestra imbattibile nella perversione della mente umana, e continua a battere pertanto il tasto del cibo proteico, insanguinato ed addolcito, quello che si allinea meglio con le sue orribili ambizioni di tortura e vivisezione. Batte pure il tasto dell’indifferenza al cibo, visto che le malattie sono per lei causate dai diavoli, dai virus e dai batteri, dai difetti delle piante (ciliegine velenose, patate alla solanina), dal sole malato, dalle bizze e dalle distrazioni del sistema immunitario, responsabile delle malattie-autoimmuni. Batte il tasto del qualunquismo alimentare stile “mangiare un poco di tutto e del bere in abbondanza”. Batte il tasto del bere bidoni di acqua, meglio se carica di minerali duri, bidoni di latte, bidoni di caffè, bidoni di sciroppi e digestivi, bidoni di sangue ed eparina, bidoni di farmaci e integratori, bidoni di vuduismo batterico-virale, bidoni di paura e di Aids. Una medicina maldestra e bidonistica, più che una medicina educatrice delle masse.
LA SAGGEZZA ANTI-MEDICA DI ROMA
Tanto bidonistica che venne intuita, soppesata, smascherata e messa al bando come attività anti-umana, sovversiva, pericolosa e nociva per 700 anni consecutivi dalla Grande Roma Caput Mundi. Da quella Roma che, senza ombra di medico e di farmaco intorno, conobbe guarda caso il punto di massimo splendore economico, politico, artistico e salutistico, col Colosseo, con strade, acquedotti, stadi, terme, piscine, vespasiani, ed altre opere ancora. Medici vietati e fuori legge per oltre 6 secoli, e poi tollerati in versione timida ed ippocratica per altri 1000 anni sotto l’influenza prima di medici-igienisti straordinari, tipo Asclepiade e Claudio Galeno, e poi dell’ottima Scuola Medica Salernitana, che durò fino al 1811. Erano tempi in cui la salute era tenuta non sotto i piedi, come avviene oggigiorno, ma sul palmo della mano.
ROMA ERA INTERESSATA BASILARMENTE AL MENS SANA IN CORPORE SANO
Erofilo, nel 300 a. C. sentenziava che quando essa manca, la saggezza non vale, l’arte non si può esercitare, la forza della mente e dello spirito latita, e la ricchezza non ha alcun significato. Lucrezio Caro (99-55 a. C), nel suo Rerum Natura, rimpiange i tempi antichi e si rammarica per come il cotto sia stata la causa dell’indebolimento progressivo della razza umana, la causa dell’accorciamento della vita. Ci ricorda poi come gli atleti di Atene e i guerrieri di Sparta si nutrissero essenzialmente di fichi, di nocciole, di lupini, di cicorie e di grani abbrustoliti. Orazio Flacco (65-9 a. C), meglio di altri, descrive in sintesi i criteri basilari dello star bene e dello star male. “Se stai bene di stomaco, di ventre e di petto, e se non sei tormentato dalla gotta, tutte le ricchezze del re non potranno aggiungere nulla alla tua felicità”.
UN SENECA SORPRENDENTE E STRAORDINARIAMENTE MODERNO
Ricordiamo Seneca (62 a. C- 38 d. C) come emblema dello stoicismo. Ma oggi viene rivalutato anche come modernissimo igienista. “Nessuno ci ha dato una vita corta: siamo noi che la rendiamo tale!”. Sempre Seneca, qui addirittura sorprendente: “La strada sicura per una buona nutrizione e un’ottima salute è il digiuno. Libero dai residui del corpo e dai falsi appetiti, sarai pronto ad abbracciare frutta fresca, noci e semi, e a liberarti dal cibo-spazzatura”. Come dire saper smangiare prima ancora che saper mangiare. “Qualsiasi mona”, diremmo oggi in gergo, è capace di mettere in bocca del materiale e di riempirsi lo stomaco alla rinfusa. Il problema vero sta nel travasare e smaltire i rifiuti solidi e nel far defluire persino il bicchiere d’acqua, che va dentro facile ma fuoriesce con lentezza e difficoltà.
NON SIAMO DEI PARIA AGLI ORDINI DI UN MANIPOLO DI IDIOTI
Ma ci rendiamo forse conto di cosa abbiamo storicamente alle nostre spalle, di quale capitale di conoscenze scientifiche e di saggezza alimentare, comportamentale e salutistica ci contraddistingue e ci caratterizza? E noi dovremmo essere schiavizzati da una corrotta, arrogante e salutisticamente analfabeta massa di idioti che puzzano di petrolio, di sangue e di Coca-Cola? Non è un discorso anti-americano. È un discorso contro il regime, contro i suoi vassalli e i suoi servi.
GLI ANTICHI EMANANO MODERNITÀ DA OGNI PORO
Qualcuno mi critica perché mi avvalgo di teorie e di uomini del passato. Quasi che il passato puzzasse di muffa e il presente brillasse di verità. È forse polveroso Parmenide, difensore e paladino della febbre? Sono forse polverosi Asclepiade, o Marco Aurelio, colonne dell’igienismo imperiale romano? È forse sorpassato Claudio Galeno, intriso com’era di cultura pitagorico-ippocratica? Sono forse superati Gerolamo Savonarola, Giordano Bruno, Leonardo da Vinci e Galileo Galilei? O non sono forse polverosi e retrogradi i medicastri odierni che vivono di tachipirina, di antivirali e di antibiotici? Sbaglierei a citare uno Shelton che ammirava Leonardo e Luigi Alvise Cornaro, veneziano autore di “La Vita Sobria”, primo testo igienista mondiale? Sbaglierei a citare Max Bircher-Benner, precursore moderno della scienza della nutrizione e del crudismo, che prese come spunto per i suoi primi menu rivoluzionari il ricettario di Pitagora?
CRITERI SELETTIVI
Siamo qui riuniti a parlare di cibo ideale. Quali i criteri selettivi di valutazione? A quale tipo di cibo dobbiamo puntare in vista del nostro benessere? Cosa intendiamo per cibo semplice e sano?
- Cibo che richieda il minimo di tempo, di costo, di impegno preparativo.
- Cibo che sia di gradimento agli occhi, al profumo, al gusto, alla mente e, ovviamente, allo stomaco.
- Cibo che sia digeribile in modo rapido, e che non diventi mattone che blocca, o bomba chimica che sovverte gli equilibri interni.
- Cibo che non crei aderenze e collosità in zona intestinale, che non metta fuori uso i nostri 5 milioni di villi e i nostri 400-600 metri quadri di superficie assimilativa intestinale.
- Cibo che produca chiarezza mentale, regalandoci pure il massimo di energia, senza mandarci il cuore in accelerazione stimolata e in tachicardia.
- Cibo che non alteri il pH del nostro sangue (7.30-7.50) e non mandi fuori norma le nostre urine (6.50-6.80, con Rh 22-24 microVolt e Ro 30-45 Ohm), e che dunque non crei acidificazione sforando il tetto proteico di 24 grammi/giorno (non i 250-300 invocati anni addietro dalla demenza filo-macellaia della FDA, e dai suoi fidi coloni sanitari, pronti a pendere dalle labbra di Atlanta, e poi pronti con la coda tra le gambe a ridurre a 150, a 100 e agli attuali super-esagerati 75 grammi/giorno).
- Cibo che non produca leucocitosi digestiva, con pesanti costi immunitari-enzimatici-metilici, portando il sangue dai normali 5000-6000 leucociti per mmc a 12-14000 (nel caso di vegetarianismo cottista), o a 20-25000 (nel caso di carnivorismo cottista).
- Cibo vivo e non morto, carico cioè dei suoi catalizzatori originari, dei suoi food-enzyme e dei suoi micronutrienti.
- Cibo che sulla scala vibrazionale Simoneton si collochi oltre la soglia minima di sicurezza dei 6500 Angstrom e viaggi possibilmente verso l’infrarosso della vitalità, portando il corpo a una condizione di batteria carica e di irraggiante surplus energetico (aura rossa) e non a condizione di buco nero debilitante ed assorbente di energia altrui (aura grigia e nerastra).
- Cibo che non faccia a cazzotti con la nostra struttura biochimica e col nostro disegno psico-fisico ed emozionale.
- Cibo che non sia stato rovinato dalla Satana-Monsanto, la corporation americana che sta disseminando la crosta terrestre di OGM e di glifosfato (presente nel suo micidiale veleno Round-Up e causante malformazioni nei feti da laboratorio e disfunzioni endocrine nei consumatori).
- Cibo che sia digerito, assimilato ed espulso rapidamente, producendo sangue nuovo e rendendo fluido il sangue esistente, denso, viscoso e lipotossico.
- Cibo che serva anche a soddisfare in modo conveniente le condizioni del momento, ma senza doversi troppo pentirsene (assai comodi ma da evitare come stronca-appetito i formaggi, i cracker, i cioccolatini, i gelati, soprattutto per chi è in cura rigida e rigorosa).
VEGANCRUDISMO RISOLUTIVO
Chiaro che il cibo meglio rispondente alle 13 condizioni appena citate si chiama cibo naturale e pacifico, ovvero frutta, verdura cruda, semini (non acidificano), mandorle (non acidificano), cereali a basso o zero glutine (riso integrale, miglio, quinoa, saraceno, mais, pop-corn senza sale e senza zucchero), lupini e legumi freschi. In altri termini, il cibo di cui parliamo è cibo vegan tendenzialmente crudista, con percentuali di crudismo variabili dal 30% iniziale, al 50% medio, al 75% avanzato, al 90% ideale (con qualche variazione rapportata alle variabili condizioni di vita e alle differenze climatiche stagionali).
SITUAZIONI DI EMERGENZA
A volte ci sono situazioni di emergenza nelle quali non si è in grado di impostare la propria dieta al meglio. Scattano allora le soluzioni di compromesso, dove si opta per il minimo danno e la minima trasgressione possibile (nessuno muore per una manciata di trasgressioni con formaggio crudo di malga, per una manciata di mezzi bicchieri di vino della monaca, per una manciata di cioccolatini non al latte, per una pizza vegana in più). Questo non è un invito a trasgredire, ma solo un richiamo alla flessibilità mentale, e soprattutto al non demordere e a non mandare all’aria tutto, solo perché abbiamo commesso qualche peccato oltremisura.
DIGERIBILITÀ DEI CIBI
Molta gente è pronta a demonizzare la frutta. Non si rende conto di essere vittima di un circolo vizioso dove il suo sangue denso e rallentato, dove il suo sistema linfatico impigrito, vanno ormai d’accordo col cibo lento, morto ed inquinato. Motore inquinato che richiama carburante inquinato, in coerente andazzo verso il peggio e verso la malattia. La frutta è alimento vivo, vivace e vivificante. Cibo che fa sobbalzare il sistema e che mette in crisi una macchina piena di crepe e difetti funzionali. Demonizzare la frutta è ridicolo. I problemi digestivi vengono sempre provocati dai cibi proteici e concentrati, parcheggiatori abusivi di un lungo tubo gastrointestinale di marca vegana.
LE PROTEINE SONO DA SCHIVARE PIÙ CHE DA CERCARE
Il mito delle proteine va chiaramente smantellato. Del nostro totale fabbisogno calorico, solo il 2,5-10% massimo delle calorie deve venire dalle proteine. La tabella del contenuto proteico (American Standard) dei vari cibi vegani parla chiaro: – Latte di donna 5,9 % (per un tot 100 di valore calorico contenuto, c’è un 5,9% di proteine), – Frutta 6,7 %, – Noci e semi 11,0 %, – Grani 13,0 %, – Vegetali crudi 22,0 %, – Legumi 28,0 %. La vegetazione, il verde e i frutti colorati, non sono altro che condensazione di luce solare. Basta in ogni caso saziarsi con qualunque cibo e, a occhi bendati, si copre ampiamente il fabbisogno proteico.
COMBINAZIONI PROTEICHE E AMIDACEE
Premettiamo che tutti i cibi hanno contenuto proteico, ma che in alcuni le proteine sono più concentrate. In alcuni cibi convivono proteine e amidi, come nei cereali. Esistono delle linee guida generali che servono a dare una certa traccia, ma che vanno interpretate in modo non esageratamente rigido. In genere si usa chiamare cibi proteici quelli di origine animale e, in campo vegano, i legumi, i cereali e la frutta secca. I cibi proteici vanno sempre preceduti da un piatto di cibo crudo. Non si prendono più di un cibo proteico per pasto. Non si mescolano bene proteine e amidi, proteine e zuccheri, proteine e frutta, proteine e acidi, proteine e grassi. Per gli amidi che sono una via di mezzo tra proteine e carboidrati, combinazioni difficili sono amido e amido, amido e proteina, amido e zuccheri, amido e acido. Ricordiamo inoltre che la tendenza verso il monopasto o comunque verso meno mescole possibili è da considerarsi regola d’oro.
IL CRITERIO PRATICO DELLA VELOCITÀ DIGESTIVA
Il buon senso suggerisce, in ogni caso, di usare il criterio della velocità digestiva. Il frutto, a stomaco vuoto, è il più rapido (25-50 minuti, esclusa la banana che richiede 2 ore), ma non associamo comunque la frutta nei pasti principali, visto che la confiniamo nelle colazioni mattiniere e nelle merende pomeridiane. La verdura cruda a foglia è digeribile in 60-80 minuti. Le verdure cotte richiedono in genere il doppio, ossia almeno 2 ore di tempo. Per cereali con verdure, patate e legumi, paste integrali e pizze alle verdure, occorre considerare 3 ore di tempo (dipendendo da tipo di cottura, tipo di mescola, quantità di cibo ingerito, capacità digestiva del soggetto). Per la frutta secca servono 3-4 ore, per cui le inseriamo preferibilmente per ultime a fine pasto. Per i prodotti animali, lo citiamo solo per la cronaca, servono non 4, ma 24 ore, creando essi residui proteici indigesti e putrefattivi lungo l’asse digestivo e in zona colon.
MANGIARE SOLO QUANDO SI HA VERO APPETITO E LIMITARE LE QUANTITÀ
In pratica patate con verdure vanno bene. Idem legumi con verdure. Risi e bisi, ovvero cereali e legumi, non andrebbero bene, ma a livello pratico vengono spesso presi in associazione, per cui questa regola è alquanto controversa. La cosa più saggia da farsi, nel caso di dubbi e di situazioni ai limiti, è di mangiare solo quando si ha vero appetito, partire con la terrina di foglie verdi crude, e nelle mescole rischiose limitare la quantità al minimo. Le bevande, calde o fredde, a tavola sono tutte proibite. Si ammette al massimo mezzo bicchiere di acqua non gassata. Chi mangia tuttora cibi cotti al 50%, deve necessariamente bere acqua leggera a seconda della sete e del consumo idrico e comunque mezzo litro o un litro al giorno, prima o lontano dai pasti.
COMBINAZIONI FRUTTA E VERDURA
Chiaro che anguria e melone, frutti a rapida fermentazione, vanno sempre presi rigorosamente da soli. Chiaro che la frutta va presa sempre lontano da pranzo e cena. Mela, ananas e papaia, essendo dotate di enzimi anti-fermentanti, sono mescolabili praticamente con tutto. Le verdure crude, a pranzo e cena, rappresentano ottimo piatto di ingresso davanti a qualsiasi cibo (escluso la frutta). Chi decide di mescolare il piatto di radicchio o di insalata con le mandorle, le noci o i pinoli, lo può fare, ma il quel caso il piatto diventa non più introduttivo al pranzo, ma piatto unico e completo.
LOTTA NON ALLE MALATTIE MA ALLE TOSSINE CHE LE CAUSANO
Le tossine che ci ammalano provengono da fuori, dall’aria viziata o inquinata che respiriamo, dalle acque dure, dai cibi assurdi e dalle bevande micidiali che consumiamo, dai farmaci che assumiamo, ma anche dalle sostanze di scarto dei processi metabolici interni. Il nostro corpo è soggetto dunque a un bombardamento di tossine esterne ed interne, tutte di carattere acidificante.
OCCHIO AL FEGATO
Siamo comunque attrezzati per far fronte a tutto questo. Tra gli organi emuntori e purificanti abbiamo un’efficace centrale biochimica chiamata fegato, collegata direttamente all’intestino. Ad ogni minuto passano al suo interno due litri di sangue alcalino per un filtraggio e una trasformazione delle sostanze tossiche in sostanze meno pericolose. Le sostanze idrosolubili vengono convogliate ai reni ed espulse tramite le urine. Quelle liposolubili passano invece alla cistifellea dove, mescolate alla bile, vano all’intestino e vengono espulse con le feci. Perché tutto questo avvenga il fegato deve funzionare.
NULLA DI MEGLIO DEL VEGANCRUDISMO
Lo stile di vita stressante porta a sovraccaricare il fegato che non riesce più a fare il suo lavoro e a neutralizzare le tossine esterne ed interne. Ecco l’importanza basilare dell’alimentazione, dell’eliminare i cibi carnei e i cibi grassi, l’alcol, il caffè, lo zucchero industriale, i cibi stracotti e concentrati, che lo infiammano e lo ingrossano. Niente di meglio che una dieta di frutta e di verdura di stagione, ricca di acqua biologica zuccherina e di contrastante clorofilla, in un gioco dolce-amaro rigorosamente naturale, con frutti dolci per caricarci di energetiche calorie e verdure amare per stimolare la secrezione biliare. Da qui una lode sperticata a tutti i radicchi, all’insalata belga, ai carciofi, ai cardi, al tarassaco, al selene, al farinaccio, agli asparagi, alla fitolacca, alla bardana, all’aloe, allo zenzero, ai ravanelli.
CICLI CIRCADIANI
Importante tener conto che dalle 12 alle 20 siamo nel ciclo appropriativo, o della assunzione-cibaria. Dalle 20 alle 4 del mattino siamo nel ciclo assimilativo (se ci alimentiamo giusto e leggero, l’assimilazione è rapida per cui avanza anche il tempo, tra la 1 e le 4 del mattino per tre orette di quotidiano di digiuno notturno). Dalle 4 alle 12 siamo in ciclo eliminativo, dove l’alimento più indicato e in armonia con la tendenza detossificante rimane la frutta di tipo acido ed acquoso. Assumendo a metà mattina il pop-corn con le banane, o la crema di avena coi semini vari e il germe di grano, si va chiaramente in contrasto rispetto alla eliminazione e si tende a mantenere o ad incrementare il peso corporeo, o si tende comunque a sostenere il corpo nei casi di attività fisiche intense (sport o lavoro) e nel caso di carenze nutritive da vitamine del gruppo B (specie B1, B2, B3, B5 e B6).
EVITARE L’ACIDOSI
Uno dei pericoli più gravi dell’organismo è l’acidosi. Abbiamo già 75-100 trilioni di cellule che per il loro normale funzionamento ci scaricano nel corpo, senza sosta e 24 ore al giorno, i loro residui metabolici, di tipo acido, per cui non abbiamo per niente bisogno di acidificarci ulteriormente con alimenti industriali, elaborati, raffinati, sintetizzati, pastorizzati, cotti, arricchiti, concentrati, concentrati, salati e zuccherati. I cibi naturali dal gusto acido e dal test acido non sono affatto acidificanti come la gente pensa e crede. Gli acidi deboli della frutta (citrico, malico, tartarico) si alleano facilmente con i minerali per formare ottimi sali, per cui sono tutti alcalinizzanti. Caso classico quello del limone, fortemente acido in partenza e maggiore alcalinizzante tra tutti gli agrumi. Frutta, mandorle, semini, verdure e ortaggi sono alcalinizzanti, cereali, legumi secchi, succhi di frutta conservati, farinacei cotti, cibi salati e zuccherati, sono acidificanti (ovvio che cibi animali, the, caffè, alcolici, cole, bevande gassate, farmaci, vaccini, stress psico-fisici ed emozionali, sono tutti fortemente acidificanti).
PROBLEMI CAUSATI DALL’ACIDOSI
L’acidosi causa problemi digestivi (bruciore, iperacidità, reflussi, dispepsie, gastriti, sonnolenza post-prandiale), problemi cutanei (eczema, psoriasi, acne, vitiligine), problemi nervosi (instabilità, palpitazioni), problemi osteoarticolari (artrosi, crampi, mialgie, osteoporosi), problemi endocrini (diabete, tiroiditi, mestrui irregolari, sterilità, candidosi), problemi immunitari (iperuricemia, ipertiroidismo).
I COLORI DELLA NATURA
L’American Dietetic Association e la Canadian Dietetic Association hanno messo in evidenza che frutta e verdura crude, oltre alle già note componenti qualitative tipo acqua biologica, vitamine (preziose micromolecole antiossidanti), fibre (ottime per il transito intestinale) e minerali, sono pure dotate di una classe di sostanze organiche di straordinaria utilità, chiamate fitochimici o nutraceuti, evidenziati dalle loro diverse colorazioni.
– Bianco indica quercitina, isotiocianati e flavonoidi (utili per sistema osseo e sistema polmonare).
– Giallo arancio indica beta-carotene e flavonoidi (vit. A, crescita, mantenimento, collagene, vista).
– Verde indica vitale clorofilla, carotenoidi, acido folico B9, vitamina C (pro-ferro) e resveratrolo.
– Rosso indica licopene e antocianine (fragilità capillare, aggregazione piastrinica, prostata, vista).
– Blu-viola indica antocianine e beta-carotene (funzione urinaria, circolazione, vista).
DIGIUNO DISINTOSSICANTE
Mentre il vegan-crudismo è uno stile alimentare stabilmente depurativo e chelante (veleno-disgregante), il digiuno rappresenta una accelerazione depurativa, una specie di sala operatoria senza uso di bisturi. Digiuno igienista significa riposo fisiologico assoluto, con risparmio calorico-energetico, anche se ci sono stati esempi di digiuni effettuati sistematicamente prima di gare sportive importanti e persino casi di gente che in fase di digiuno ha addirittura completato una maratona. Digiuno significa zero cibo, e zero farmaci. Ammesso il respiro ritmato e profondo (finestra aperta per ricambio aria diurno e notturno), ammesso il movimento muscolare a letto, ammessa e obbligatoria l’acqua leggera da bere a sorsi ed in continuazione (almeno 2-3 litri al giorno).
QUANDO FERMARE IL DIGIUNO
Meglio iniziare il digiuno la sera. Lo stop logico al digiuno avviene quando arrivano precisi segnali tipo forte ritorno appetito, temperatura e battito cardiaco non più alterati, alito non più pesante, urina non più scura ma di nuovo colore paglierino, lingua non più patinata. Prima di riprendere la normale alimentazione, è suggerito un giorno a base di sola frutta, o di soli centrifugati, o comunque un giorno a soli alimenti crudi.
CONDIMENTI
Evitare le salse ricche e complesse. Stare sull’olio extravergine di oliva estratto a freddo (ottimo per i bambini piccoli, per sportivi e per anziani che abbisognano di acido oleico), o su altri oli di semi estratti a freddo (lino, sesamo, girasole, vinacciolo, mais). Sale poco e integrale. Pepe sì, ma andiamoci piano essendo esso irritante. Per l’aceto va bene quello di mele non pastorizzato, ricco di acido malico utile per favorire la digestione. L’aceto di vino non pastorizzato e fatto in casa, va bene limitando le quantità. La salsa di soia va bene se priva di glutammato. Peperoncino, cannella, curry, si possono usare, ma senza esagerazione. Col crudismo, le sostanze piccanti diventano progressivamente inutili, al pari delle varie salse giapponesi o macrobiotiche. Esistono del resto le rape piccanti, i ravanelli, la rucola, il cren, le varie erbe aromatizzanti.
CRUDISMO PER GRADI
L’impatto iniziale col crudismo, per una persona rovinata da anni di cibi cotti e sbagliati, può essere duro sia dal punto di vista biochimico che da quello mentale. Qualcuno riesce a farlo e la cosa sta benissimo. Chi ha difficoltà può arrivarci per gradi. Un primo obiettivo per dei crudisti esordienti può essere il 30% di crudo, per poi andare via via al 50 e al 75% degli avanzati, o al 90% dei quasi perfetti. Nella fase iniziale va bevuta più acqua (1 litro al giorno) al fine di aiutare la fase eliminativa. Man mano che aumenta la percentuale di crudità la sete scompare, e l’acqua minerale viene progressivamente soppiantata dall’acqua biologica della frutta e dalla clorofilla delle verdure. Se uno lavora e trasuda, o fa sport implicante intensa dispersione idrica, il caso è diverso.
I VANTAGGI DEL CRUDO
Nel crudo tutti i nutrienti rimangono intatti. Il crudo abbassa la pressione e fa perdere il sovrappeso. La dieta cruda inverte il corso delle malattie, energizza il corpo, ritarda l’invecchiamento. Frutta e verdure vengono utilizzate ed assimilate 2-3 volte più efficacemente e velocemente nella versione cruda rispetto a quella cotta. Migliorando la dieta si ha sempre effetto eliminativo. È come quando uno smette di fumare e di bere caffè, dove le tossine nicotiniche e caffeiniche vengono rimosse dai tessuti e dai depositi, con transito verso l’esterno mediante la corrente sanguigna. Ed è per questo che per ridurre le reazioni (mal di testa e sintomi fastidiosi da eliminazione tossine), si raccomanda di gradualizzare la transizione dal cotto al crudo. Chi ha problemi con gli agrumi, deve ricorrere alla reintroduzione prudente e progressiva. Un buon succo d’arancia mattiniero regala in ogni caso una freschezza mentale che dura per diverse ore.
GLI ESTRATTI
Se seguiamo alla lettera Shelton, le macchinette le possiamo lasciare ai fabbricanti. Pur condividendo l’idea che se mangi lentamente il frutto nulla può essere meglio di quello, credo che estratti e frullati siano di grande aiuto soprattutto per la preparazione di succhi di carote e di radici, dove riusciamo a estrarre velocemente ottima acqua biologica. Jay Kordich, più noto col nome di Juiceman, famoso per aver insegnato dalle varie reti televisive americane mille ricette liquide, era stato scioccato da una diagnosi di cancro a vent’anni, quando era giovane e promettente atleta del calcio americano. Smise immediatamente col cibo cotto e andò avanti per 30 anni, in piena salute, con 13 bicchieri al giorno di succhi freschi e rivitalizzanti, più qualche piatto di verdure soprattutto crude. Si parla di succhi puri e naturali, preparati in pochi minuti. Si sa cosa c’è dentro, si può provare e sperimentare.
LE RACCOMANDAZIONI DI KORDICH, ESPERTO E BENEFICIATO DAI SUCCHI
Pur non intendendo fare l’avvocato dei succhi, Kordich raccomandava alla gente, e in particolare a quella che già si alimentava al meglio, di non cambiare necessariamente la propria dieta, quando essa fosse ottimale e soddisfacente, ma di aggiungere ad essa, come integrazione naturale almeno un paio di estratti al giorno.
Due cose importanti raccomandate a tutti, A) bere il succo all’istante e non tentare conservazioni problematiche, B) fare in modo che 3 quarti del totale siano a base di carota e di succo di mela o di ananas (liquido gradevole e digeribile), e solo un quarto a base di verdure a nostra scelta. I succhi troppo amari possono risultare indigesti oltre che non piacevoli al gusto. L’aggiunta di mezza radichetta di zenzero rende la bevanda piccante, l’aggiunta di mezza foglia di aloe rende il tutto amaro e ripulente, l’aggiunta di una manciata di germogli rende la bevanda rinforzante.
QUALCHE ESEMPIO DI RICETTE PER ESTRATTORE
Base valida per tutti gli estratti: 3 carote, 1 mela, 1 gamba di sedano.
– Succo anti-stitichezza: 3 carote, 1 mela, 1 gamba di sedano, una patata cruda media.
– Succo anti-meteorismo intestinale: 2 kiwi, 1 finocchio, 1 carciofo, un cespo radicchio rosso, 1 mela.
– Succo anti-ossidante per eccellenza: 3 carote, 1 kiwi, 2 arance.
– Succo anti-colesterolo: 1 carciofo, 1 manciata germogli di soia, 100 grammi di cicoria, 100 grammi di fagiolini, un limone, 2 carote.
– Succo anti-ritenzione idrica: 2 fette ananas, 1 finocchio, 2-3 gambi di sedano, indivia o tarassaco e poche foglie di menta.
– Succo anti-diabetico: 2 carote, 1 mela, 2 gambe di sedano, 2 radici di topinambur, 10 lupini in salamoia.
– Succo anti-disidratazione: 2 pomodori, 1 gambo sedano, 1 bietola, 1 cetriolo, 3 foglie cavolo.
– Succo per il rinforzo capelli: 3 carote, 1 mela, 3 manciate di ortiche, 1 radichetta di zenzero, uno scalogno.
– Succo anti-anemico: 3 carote, 1 fetta ananas, 1 gamba sedano, manciata germogli alfa-alfa, manciata crescione, manciata farinaccio (punte) oppure spinaci.
Qui una guida all’acquisto all’estrattore migliore per te.
ZUPPE CRUDE TIPO GAZPACHO
Grazie al frullatore si possono anche fare delle ottime minestre crude: – Zuppa al cavolfiore: 1 cavolfiore (precotto 5 minuti al vapore), 1 avocado, 1 bicchier d’acqua, 1 bicchiere di germogli alfa-alfa, 4 foglie basilico, cucchiaio d’olio d’oliva EV. – Zuppa di pomodori (2), avocado (1), olio EV e basilico. – Zuppa di cetrioli (2), pomodori (2), avocado (2), mezzo bicchiere di crescione, olio EV.
GELATI
Utilizzando avocado e banane mature messe in congelatore, e facendo ricorso a latte di mandorle o latte di nocciole (si fanno frullando i vari tipi di noci intenerite nell’acqua), o latte di soia o latte di cereali, o succo dolce di fichi e datteri in ammollo, più mirtilli, more, fragole, fichi, si possono preparare deliziosi e digeribili gelati.
ERBE DI CAMPO, DI BOSCO E DI TORRENTE
Crescione, farinaccio, selene, pungitopo, bardana, tarassaco, ortica, piantaggine, acetosa, barba di becco, fitolacca, amaranto ramolaccio (papavero), valerianella, rucola, e diverse altre erbe ancora, possono essere utilizzate in aggiunta a insalate crude, o sulle zuppe fredde o calde di verdura, o sulla pizza fatta in casa.
FARINE INTERESSANTI
Ottima la farina di ceci che serve come base per fare delle frittate senza uova, possedendo quel valore collante caratteristico delle uova stesse. Esistono farine straordinarie e convenienti, come quella di castagne, quella di carruba, quella di pistacchi, quella di manioca o cassava (da cui si ottiene la farina chiamata tapioca). Trattasi di farine ottenute a crudo e quindi ricche di micronutrienti. Ottime per fare delle creme, o delle basi pastose da assottigliare col mattarello e usare nella preparazione di diversi piatti, usando la fantasia e l’inventiva, oltre che un pizzico di audacia culinaria.
TESTI CON OTTIME RICETTE VEGANE
Esistono in circolazione libri di consigli e ricette, tra i quali suggerisco: 1) “La cucina etica regionale” di Nives Arosio, Sonda Editrice, 2) “Essere vegetariani“, di Elisabetta Passalacqua Lolli, Ibiskos Editrice, 3) “Solo Crudo“, di Sara Cargnello e Stefano Momenté, Macro Edizioni, 4) “La Dieta Comica“, di Mirna Visentini, I libri di Gaia.
LA MENTALITÀ DEL GATTO
Gli uomini comuni sono come i gatti che ingoiano i topi con pelle e intestino. Poi si lamentano e strillano: “Ah, come sono infelice con mio marito! Ah, che marito mi è capitato!”. Perché avete la mentalità del gatto? Perché avete assimilato quell’uomo, perché avete frequentato quell’essere, e avete fatto degli scambi con lui, accettando i suoi sentimenti, i suoi pensieri, il suo respiro, la sua aura? Perché non avete preso la precauzione di lavarlo, di pulirlo, di prepararlo, di farlo passare attraverso qualche filtro e qualche prova?
ALIMENTARSI IN ARMONIA CON L’UNIVERSO E NON IN CONTRASTO CON ESSO
Col cibo ci si può rovinare o si possono realizzare dei prodigi. Dobbiamo però comprendere e convincerci che il cibo giusto è carico di elementi divini, magici ed alchemici. “Se mangiate il cibo giusto, e lo mangiate secondo le regole, sarete stupefatti ed entrerete in un altro ordine di vibrazioni. Vi sentirete legati all’universo ed in armonia con esso, per cui godrete di uno straordinario stato di pace, di pienezza e di felicità. Finché non provate questo stato di grazia, nulla avrete compreso della nutrizione”. sono le parole di Omraam Mickael Aivanhov (1900-1986), filosofo e pedagogo bulgaro, che si dedicò ad insegnare, con penetrante, ironica e sottile religiosità, il perfezionamento concreto nel pensiero e nei comportamenti umani.
Valdo Vaccaro
Come al solito grande Valdo!!!
Per quanto riguarda l’aceto di mele e il crudo, mi sono sentito molto male. Potrebbe essere che io sia l’unica persona ad aver avuto questi problemi, tra tutte le persone di passato, presente e futuro ma, anche se ce ne sia stata solo un’altra, mi sono sentito in dovere di fare questa segnalazione. L’aceto di mele, che è un vasocostrittore molto potente rispetto agli altri aceti che lo sono di meno, mi ha dato un malessere molto forte in un modo che non so spiegare, sicuramente non solo perché mi ha fatto salire la pressione massima solo a 150 ma anche per altri motivi che non so, poi ho fatto delle ricerche e ho trovato che l’aceto di mele può essere anche fatale. Riguardo il crudo, forse mangiato in modo esagerato grattando come un matto zucchine, carote, ecc., anche in questo caso mi sentii morto, penso perché le mie evacuazioni aumentarono da una a due e anche a tre al giorno e il transito del cibo si velocizzò moltissimo per cui penso chel’intestino, non riuscendo a catturare tutti i nutrienti necessari, ciò mi mandò in carenza di alcuni di essi e mi salvai con un misto di fagioli, ceci, foglia verde e pane, pietanza nella quale la foglia verde era non cruda ma leggermente appassita aggiungendola nel finale della preparazione a fiamma molto bassa. Peperoncino e camomilla mi riportò invece alla normalità relativamente all’aceto di mele.
Aggiungo che insieme a fagioli, ceci, foglia verde e pane, ci misi anche un uovo.