CHI ERA ANDRÉ SIMONETON
Simoneton insegnava all’Università di Trieste, dove lasciò pure importanti documenti e testimonianze. Prendeva spunti da altri importanti studiosi come il dr Wilson, inventore del neuro-micrometro, strumento con cui si ottengono indicazioni orientative sulle condizioni degli organi interni. Una apparecchiatura molto sensibile che, collegata con elettrodi applicati sulla pelle è in grado di riportare il flusso elettrico di una persona.
L’elettricità è dopotutto un’onda di elettroni costretti a fluire da atomo ad atomo, da cellula a cellula. Nel nostro organismo l’elettricità è causata da una reazione cellulare di tipo ossidativo, con assorbimento di O2. Nel momento in cui ossigeno ed elementi nutritivi giungono al nucleo della cellula, ne diventano parte integrante e creano una minuscola corrente da un 50-milionesimo di Volt, necessaria e sufficiente a produrre un impulso nervoso, base del pensiero, della vitalità e dell’azione.
IL CONCETTO WILSONIANO DI BIOELETTRICITÀ
Il dr George A. Wilson, sosteneva già negli anni ’60 che per coltivare la buona salute occorre esprimersi in termini di energia funzionale, una forma di corrente nervosa chiamata bioelettricità. Tale energia non potrà mai derivare da animali morti, da cibi cotti ad alta temperatura, da alimenti raffinati e pastorizzati, da alimenti-spazzatura. Per mantenere in vita una cellula serve quel tipo di corrente elettrica, e spetta agli alimenti generare l’energia indispensabile al mantenimento dell’integrità termica, chimica, strutturale e funzionale del corpo.
CRITERI SELETTIVI PER IL CIBO
La domanda da porsi di fronte a un cibo, è assai chiara. Aumenta o diminuisce l’energia nervosa disponibile? Perverte o ripristina l’equilibrio acido-basico o il pH del corpo? Il fattore ammalante per eccellenza stava, per Wilson, nella malnutrizione cellulare e nella sporcizia cellulare. Ecco dunque che i 4 errori-chiave erano:
- Incapacità di fornire il giusto alimento alle cellule.
- Acidificazione eccessiva ed interferenza coi processi ossidativi.
- Acidificazione precaria ed impossibilità di creare la differenza di potenziale necessaria a far fluire l’energia lungo il corpo.
- Adozione di cibi intasanti e rallentanti la circolazione dei fluidi.
SBALORDITIVI RISULTATI PER IL VEGETARIANO ANDRÈ SIMONETON
Nato nel 1893, Simoneton mangiava di tutto e ne subiva tutte le conseguenze. A 33 anni, alto 1.69, pesava 90 chili, soffriva di colibacillosi, di aterosclerosi, di prostatite e di cistite. Decise di cambiare vita e divenne vegetariano. I risultati non tardarono, e divennero addirittura fenomenali dopo le sue eccezionali scoperte in età più avanzata. Nel 1977 aveva 83 anni, pedalava 80 km al giorno, giocava a tennis, sciava, nuotava e faceva persino canottaggio a Trieste. Era più giovane e in forma di quando aveva 30 anni!
UN CALZOLAIO ECCEZIONALE DI NOME ANTONIO GRASSI
Tra i seguaci di Simoneton c’era pure Antonio Grassi, il calzolaio udinese, vegetariano e igienista, che nel retrobottega di Chiavris costruiva strumenti sofisticati per la rilevazione dell’aura umana e che forniva alle farmacie italiane le allora famose solette terapeutiche Grassi. Curava con successo già allora la sclerosi multipla, con clienti che arrivavano di notte da Austria, Germania, Olanda e Scandinavia. Ebbi tra l’altro modo di conoscerlo, di intervistarlo per il Messaggero Veneto, e di diventarne amico.
RADIAZIONI FORTIFICANTI E RADIAZIONI INDEBOLENTI
Tutto vive e tutto emette vibrazioni e radiazioni. L’equivalenza parla di 1 Angstrom = 0,1 nm (nanometri) ovvero 10 m elevati alla -10. Radiazioni che possono essere debilitanti o fortificanti. Il corpo umano sta preferibilmente su una gamma tra i 6200 e i 7000 Angstrom, e quando va sotto i 6500 va in affanno ed in malattia, essendo la quota media 6500 simbolo dello stato di forma normale ed accettabile, con situazione di forma smagliante su 7000 e oltre, e di forma mediocre o penosa sotto i 6500 (un ammalato terminale rivela una vitalità media a decrescere di 1900-2500 Angstrom).
È imperativo per ognuno di noi essere in forma elettrizzante, nella misura del possibile. Quando ciò accade creiamo intorno a noi un alone di energia magica e ricaricante, un’aura positiva di colore rosso che ci avvolge facendosi sentire per un raggio di 5 metri. Chiunque ci avvicina ne è beneficiato. Al contrario, se cadiamo nei bassifondi Angstrom, diventiamo corpi negativi ad aura grigio-nera, simili a dei buchi neri, assorbitori e non elargitori di energia.
Il tumore attivo emette 4874 A, la stessa vibrazione della carne cruda e del pane bianco! Anche le acque emettono radiazioni, come ben sanno i radiestesisti. Le acque che sgorgano a Leonacco Alto, a due passi da casa mia, arrivano dalle Alpi Giulie, secondo il percorso disegnato dal mitico perito Tosoni di Udine. Le fonti di San Damiano ad Assisi emettono 14000 A al pari di quelle di Lourdes, ed è risaputo che oltre i 10000 Angstrom si va sull’etereo e su quelle forze superiori capaci di produrre fenomeni inesplicabili come i miracoli. Per Angelo Bonomelli, i fanghi della sua Villa Ortensie in zona Sant’Omobono, di fronte alle terme sulfuree, sono vitalizzati da quel tipo di radiazioni.
GLI STRUMENTI DI SIMONETON
Simoneton si armò di un contatore Geiger, di una camera ionizzante di Wilson, di un dosimetro – biometro di Bovis graduato in Angstrom (capace di misurare onde fino al decimilionesimo di millimetro). Per mantenersi su uno stato di forma ideale, il corpo deve adattarsi alle influenze di ogni specie di radiazione dovute agli alimenti innanzitutto (visto che li assumiamo in continuazione), ma anche alle paure, agli stress, agli stati d’ansia, ai pensieri negativi (tutti fonte di abbassamento Angstrom), alle radiazioni umane, animali, vegetali, cosmiche, terrestri, lunari e solari. Sulla base di queste premesse iniziò le sue ricerche testando cibi e persone dovunque possibile. Un periodo di estenuanti esperimenti su persone sane e malate.
CLASSIFICAZIONE DEGLI ALIMENTI SECONDO SIMONETON
Simoneton suddivise gli alimenti in Alimenti Superiori (sopra i 6500 A), Alimenti di Appoggio (6500-3000 A), Alimenti Inferiori (3000 in giù) e Alimenti Morti (privi di vibrazioni).
1. ALIMENTI SUPERIORI
Inserì tra i Superiori frutta, ortaggi crudi, ortaggi cotti al vapore non oltre i 70°C, patate, cereali integrali, farine integrali, pane fatto in casa senza stracuocere, olive, frutta secca, funghi, burro fresco, formaggi non fermentati e uova di giornata.
2. ALIMENTI DI APPOGGIO
Tra gli Alimenti di Appoggio piazzò il miele grezzo, lo zucchero di canna, il vino, l’olio di arachidi, le verdure scottate nell’acqua bollita, il latte appena munto, il burro, le uova non di giornata.
3. ALIMENTI MORTI
Tra gli Inferiori mise la carne, i salumi, le uova dopo il 15° giorno, il caffè, il the, il cioccolato, le marmellate, i formaggi fermentati. Tra gli Alimenti Morti citò le conserve alimentari, le margarine, la pasticceria, i dolci a farina raffinata-00, il pane bianco e gli alcolici.
Occorre dire che Simoneton era francese a tutti gli effetti, per cui non sorprende la sua tolleranza nei riguardi del vino, del burro e dei formaggi. Era d’obbligo per lui evitare una demolizione indiscriminata delle derrate tipiche francesi. In effetti, non aveva tutti i torti. I formaggi di malga, ricavati a crudo, e con animali rispettati dagli strazi del macello, potrebbero trovare spazi e comprensione anche nella società tendenzialmente vegana-crudista di domani. Non come cibo stabile e prevalente, ma come innocente sfizio invernale, per un tomino di Saluzzo, o per un frico amichevole una-tantum, che non puzzi in alcun modo di macello.
CRITICHE
RICERCA DI PIER PROSPERO DELL’ISTITUTO GEA
LA SCALA BOVIS – UN’ILLUSIONE DI CONFRONTABILITÀ IN RADIESTESIA
Il “biometro” di Bovis non esiste perché non esiste alcuno strumento che misuri la vitalità (bio-metro ) di qualcosa: non sono stati costruiti apparecchi tecnologici a riguardo. L’unico strumento che attualmente sia in grado di darci qualche informazione sulla compatibilità con la vita di qualcosa o di un luogo è il corpo e quello umano in particolare. Di conseguenza l’unico “biometro” conosciuto è il corpo umano di una persona che registrando le situazioni di scambio energetico degli oggetti o dei luoghi con cui viene in contatto riesce anche a portare alla coscienza se queste sono compatibili con la (sua) vita o meno.
In “Wikipedia” troviamo infatti questa definizione: “La misurazione consiste in un rabdomante che camminando in un posto con un oggetto (come un pendolo, nominato “biometro”) dichiara il Bovis”. Certo, anche le amebe stabiliscono se uno stimolo è per loro vitale o antivitale: ho visto un filmato interessante sulle reazioni di un’ameba agli stimoli elettrici, per lei negativi, per cui si contraeva ed era evidente che “riteneva” lo stimolo un pericolo per la sua vita, cioè lo considerava “antivitale”. Probabilmente lo fanno tutte le cellule e quindi a maggior ragione lo faranno quegli aggregati estremamente complessi di miliardi di cellule che sono i mammiferi superiori, categoria di cui noi umani facciamo parte.
Dagli anni settanta del secolo scorso Blanche Merz, una famosa geobiologa svizzera, ha fatto conoscere il “biometro di Bovis” come era stato messo a punto dall’ingegnere elettrico André Simoneton (1) sulla base della scala proposta dal fisico A. Bovis (2). Si può ritenere che la parola originale francese “biometre”, usata dalla Merz nei suoi libri, sia la causa della confusione in proposito, ed è responsabilità della Merz non aver fatto chiarezza.
Infatti Bovis e Simoneton parlavano correttamente di una “scala”, cioè di un “regolo” con una scala di misura, poiché di questo si tratta: Bovis mise a punto una riga graduata al cui centro vi era il “neutro”, a sinistra vi erano i valori inferiori, mentre a destra quelli superiori, come in un grafico cartesiano privo dell’asse delle ordinate. L’origine di questo grafico era però a “6500” e non a zero. Questo perchè dalle indagini radiestesiche condotte da Bovis, i valori misurati sulle persone sane andavano da 6000 a 7000 con una media intorno a 6500.
Ai tempi di Bovis e di Simoneton le lunghezze d’onda si misuravano in Ampere (Å) quindi fu fatta una correlazione arbitraria tra i valori misurati radiestesicamente e le lunghezze d’onda, ponendo appunto quella del rosso vivo (adesso diciamo che è di 650 nanometri) come “origine” della scala. Deve essere chiaro però che non vi è relazione alcuna tra le lunghezze d’onda dello spettro elettromagnetico e la vitalità o biocompatibilità misurata radiestesicamente, difatti la stessa Merz parla di “unità Bovis” e non di Ampere.
Nella “scala Bovis” i valori superiori a 6500 sono considerati positivi e quindi adatti alla vita, mentre i valori inferiori sono considerati negativi, espressione di malattia e di antivitalità. Il “regolo” con la scala Bovis che ho davanti a me ha le misure originali, dove gli spazi tra un valore e il successivo sono di poco più di tre centimetri e i valori vanno da 0 a 10000 per una lunghezza totale del “regolo” di 30,5 cm (la tavoletta ha inoltre gli spazi vuoti a sinistra e a destra).
I valori vanno di mille in mille e a sinistra, all’inizio, vi è lo spazio dove si dovrebbe mettere l’oggetto da “testare”. La Merz considera indispensabile utilizzare la scala originale poichè le distanze tra un valore e l’altro hanno un significato, ma qual’è in realtà questo significato? Gli spazi graduati stabiliscono il tempo che ci si deve mettere per passare da un valore all’altro con il pendolo.
Sì, perché l’altro elemento del “Biometro” sarebbe il pendolo del radiestesista: il sistema “biometro” è visto come un pendolo fatto scorrere sopra la tavoletta, come se il pendolo “sentisse” qualcosa e girasse magicamente al punto giusto della scala graduata! Tutto ciò è frutto di una ricostruzione magica e fantastica della realtà, cioè si tratta di una grossolana stupidaggine, e infatti il “biometro di Bovis” così inteso non esiste: se proprio non bastasse questo ragionamento per convincersi, basta pensarlo indipendente da un operatore umano, ad esempio attaccando il pendolo ad un treppiede e facendo scorrere il tutto con una funicella sopra la scala graduata per vedere che il pendolo non si mette mai a girare da solo!
Nel 1996 ho imparato ad usare la scala Bovis e da quel momento l’ho sempre utilizzata in tutte le occasioni in cui mi può essere utile senza mai tirar fuori tavolette, che rappresentano solo un ingombro superfluo: basta contare! Infatti il vero “biometro” è dato dal mio corpo che percepisce, unendo la percezione ad una scala di valori. Ma le cose si complicano subito perché contando sulla scala di Bovis, i valori che si trovano – se non ci si ferma al primo – sono sempre più di uno, almeno due e a volte tre! Ma ciascuno dei tre valori ha significati diversi per ogni esperto.
È accertato scientificamente che il territorio scambia energia e che ogni oggetto e ogni corpo vivente hanno una propria frequenza o più frequenze, perciò quello che succede è che la persona ipersensibile riesce a percepire queste frequenze e ad “interpretarle” rispetto alla risonanza (3) con le proprie, determinandone all’occorrenza un “grado” di compatibilità o di prossimità. Ma come si fa a far corrispondere il valore neutro, qui posto a 6500, ad un posto o ad un oggetto la cui frequenza sia neutra rispetto alla salute? E anche una volta trovata una corrispondenza soddisfacente dopo numerose prove, come fare a confrontare questo valore con il valore neutro trovato da un altro operatore?
Sebbene sia stata pensata per un confronto dei valori da indicare come parametri della vitalità, la scala Bovis non può assolvere a questo compito: infatti non essendovi un punto comune di partenza la scala Bovis può servire solo individualmente, una volta che ciascuno si sia preso il suo punto di riferimento. Senza mettere a punto il sistema tarandolo su una comune origine ciascuno darà il valore 6500 al posto o all’oggetto che è in migliore risonanza con se stesso e cioè che percepisce come “neutro”, mentre posti o cose che sono percepiti in diversi gradi di prossimità energetica con se stessi prenderanno valori maggiori o minori di 6500.
Questo rende fuorviante l’utilizzo della scala Bovis nelle analisi geobiofisiche e geobiologiche poichè in realtà le conclusioni tratte dall’operatore della misura sono valide solo ed esclusivamente per lui stesso, mentre le analisi sono intese come servizio a terzi. Il sistema “persona ipersensibile-scala graduata di misura” non può essere “oggettivo” se non vi è un punto di taratura riconosciuto da tutti gli operatori e se non si fanno verifiche continue sui valori trovati. Attualmente per la scala Bovis non esiste un “punto zero” riconosciuto da tutti su cui tararsi.
La nostra esperienza ci dice che le situazioni più semplici da “misurare” ottenendo valori comuni sono gli scorrimenti veloci d’acqua sotterranea a portata costante. Un esempio di questo “punto zero” potrebbe perciò essere dato da un posto dove si possa essere sicuri di sostare sopra uno scorrimento d’acqua sotterranea entro una frattura della roccia, cioè sulla verticale di un pozzo che intercetta uno di questi scorrimenti: si potrebbe stabilire che in quel posto preciso si misurano, per dire, 1000 unità Bovis e quindi tutti gli operatori interessati ad utilizzare questa scala di misura potrebbero “tararsi” ponendosi nello stesso punto ed effettuando il conteggio delle unità Bovis finché il loro pendolo giri ripetutamente su “1000”.
Solo in un piccolo gruppo e con verifiche ripetute per alcuni anni a partire da un’origine comune, come è avvenuto per i fondatori di GEA, è possibile concretamente utilizzare la scala con una taratura comune e quindi confrontare i valori trovati “parlando la stessa lingua”, ciò nonostante l’esperienza di molti anni ci ha dimostrato che dopo un po’ di tempo ciascun membro del gruppo parlerà la sua versione “dialettale” di quella lingua e anche in un piccolo gruppo i valori potranno essere comparati solo approssimativamente.
Perciò la “scala Bovis” resta comunque una scala arbitraria. Ma a noi questo non fa molta differenza poiché in sostanza per le analisi dei luoghi se ne può fare tranquillamente a meno, e infatti nei corsi dell’Istituto GEA non la insegniamo dato che per stabilire la compatibilità o meno con la salute dei posti di permanenza è molto più importante la percezione dello scambio energetico e la percezione della compatibilità di quello scambio energetico con la salute.
Lo sforzo maggiore da fare nell’analisi geobiofisica a nostro modo di vedere non è quello di fissare un valore su una scala, ma quello di mediare i dati percepiti su se stessi con le possibili reazioni di persone molto diverse da noi e per riuscirci occorrono due elementi che spesso i radiestesisti non hanno, cioè una buona conoscenza della propria “tipologia” e del proprio sistema bioenergetico (dei propri blocchi, delle proprie tensioni) in modo da poter sistematizzare adeguatamente le percezioni ottenute dall’ambiente, e una conoscenza sufficiente delle altre “tipologie” e delle relative reazioni allo stesso scambio energetico. Uno sguardo complessivo a tipologie energetiche ambientali e umane, non facile da avere (4).
Ritornando alla “scala di Bovis”, dal momento che in internet e nelle pubblicazioni dei radiestesisti si trova di tutto (5), compresi quadranti circolari di Bovis e altre scatole magiche varie, ritengo opportuno puntualizzare meglio due aspetti: il sistema che misura e le unità di misura. Primo aspetto da approfondire è quello del “sistema” di cui si compone il cosiddetto “biometro di Bovis”: il sistema è dato da una persona ipersensibile e da una scala di valori che viene applicata nella percezione dalla persona ipersensibile, non da un pendolo e da un regolo graduato!
Il valore trovato dalla persona ipersensibile scorrendo la riga graduata col pendolo (ma anche solo contando e fermandosi dove ha un fremito involontario o in qualsiasi altro modo) è dovuto ad una percezione interiore relativa al sostare in un posto, ad un oggetto toccato o a un’immagine vista; sono forme diverse di “valutazione” della biocompatibilità di cose esterne rispetto a se stessi che possono anche essere utili.
Nel caso delle analisi geobiofisiche e geobiologiche dei luoghi si tratta però di una valutazione riduttiva che è ampiamente superata dalla percezione dello scambio energetico del substrato e dalla valutazione dei suoi possibili effetti sugli abitanti. Questo sistema di valutazione, pur ricorrendo comunque alla percezione biofisica, è di gran lunga più raffinato e più utile dell’utilizzo della “scala Bovis”, ed è alla fine anche molto meno soggettivo.
Il sistema persona ipersensibile-scala di misura può essere più utile invece riguardo alla valutazione della biocompatibilità di un alimento o di un’immagine. Infatti cercare un “valore” di biocompatibilità aiuta a tradurre la percezione inconscia in una consapevolezza razionale: se toccando (6) un cibo ho una sensazione che mi dice che c’è qualcosa che non va, posso far emergere questo “qualcosa” cercando di attribuire a quel cibo un livello di biocompatibilità dopo aver posto un valore di riferimento sulla mia scala; a questo punto se il valore trovato per quel cibo sarà molto inferiore a quello di riferimento saprò che ho toccato un cibo che abbassa la mia vitalità, per esempio perché avariato oppure perché adulterato chimicamente.
Il dato ottenuto però non potrà mai essere “oggettivo” poiché il cibo toccato potrebbe aver dato quel valore anche perché io sono allergico ad un suo componente, e in questo caso la misura ottenuta sarebbe strettamente individuale, non estensibile ad un’altra persona, poiché vi entra in gioco la reazione immunitaria che quel cibo provoca, che può essere diversa per ciascuno e che va ad inquinare la risposta alla richiesta iniziale sulla biocompatibilità del cibo.
La misura con la scala Bovis perciò non sarà mai un risultato “assoluto” neanche per i cibi e le altre sostanze. Però cercando una “misura” della biocompatibilità si rende evidente a se stessi che il cibo toccato fa male traducendo una sensazione inconscia in una comprensione che è molto più utile per trarne delle conseguenze. Lo stesso discorso vale per le immagini, anche se ci si sposta su un piano più scivoloso.
Mi è successo più di una volta di sentire un disagio nell’osservare anche per brevi istanti un quadro in una camera; in quelle occasioni, supponendo che come provoca fastidio a me avrebbe potuto dar fastidio anche a chi lo vede ogni volta che si alza e si corica, ne “misuro” il livello di biocompatibilità con la scala Bovis che ho “incamerata” da anni e di solito emergono valori molto bassi che danno ragione del disagio provato nel guardare l’immagine. Qui il pensiero magico parlerebbe di “onde di forma” negative che mi colpiscono … no, niente di simile: è un semplice effetto psicologico dovuto al fatto che l’immagine vista richiama qualche archetipo comune al pittore e a me, come probabilmente anche agli altri osservatori, e spesso si tratta di archetipi di paura, di lacerazione, di aggressione o di morte, negativi per il benessere psicologico.
I valori trovati sulla scala Bovis corrispondono quindi all’effetto prodotto dall’immagine sulla mia vitalità. L’esempio migliore per spiegarmi è dato da quel che mi è successo nella camera di un pittore abbastanza famoso nel vedere l’enorme tela che aveva messo davanti al letto: l’effetto che quell’immagine astratta aveva su di me era tremendo, non potevo incrociare con gli occhi la tela senza essere seriamente disturbato; la misurazione della biocompatibilità dell’immagine rispetto a me aveva dato un valore bassissimo e potevo trarne la conclusione che per me il quadro era destabilizzante e ansiogeno in modo tale da farmi star male; riducendo adeguatamente la reazione a quella più probabile in una persona non ipersensibile si poteva parlare di disagio abbastanza accentuato, ma un disagio ripetuto almeno due volte al giorno per tutta una vita può essere peggiore del malessere che capita a me in qualche ora! Inoltre il disagio rimaneva inconscio al pittore e alla moglie che per forza di cose davano un certo valore a quella sua tela.
Mi risolsi a comunicarlo al pittore, ma a differenza delle altre volte in cui mi era successo di doverlo fare, stavolta il quadro era stato dipinto da lui stesso ed era un bel problema dirgli di toglierlo dalla camera e dalla casa; mi venne in mente che per il pittore mettere sulla tela quelle forme disarmoniche, lacerate e aggressive doveva essere una specie di “terapia” in cui tirava fuori delle parti oscure di sé che però erano profonde abbastanza per risuonare con quelle di chi osservava il dipinto; lui dipingendo stava meglio, ma chi guardava la sua tela stava male.
Il problema era che in questo caso era sempre lui a dipingere e a guardare la sua tela e quindi quello che tirava fuori terapeuticamente nel dipingere se lo “ingoiava” nuovamente mettendo il quadro in un posto dove lo vedeva ogni giorno prima di dormire e appena alzato; chiudendo il cerchio su se stesso non traeva alcun beneficio dal dipingere simili quadri. Anzi, peggiorava la situazione.
Sulla base di queste considerazioni psicologiche gli consigliai di venderlo assieme a tutti i suoi quadri di quello stesso periodo che aveva in casa (che erano molto simili), dicendogli che doveva considerarsi fortunato di poter buttar fuori le sue cose, togliersele di torno, e guadagnarci anche sopra, mentre gli altri devono pagare uno psicoterapeuta. Il pittore rimase colpito da queste mie parole e non riuscì ad arrabbiarsi, per fortuna, nonostante contenessero l’implicito status di “rifiuti metabolici” riguardo alle sue opere, almeno a quelle del periodo di quella tela.
Il secondo aspetto da approfondire è quello relativo all’unità di misura della scala Bovis: sempre in “wikipedia” possiamo leggere: “le unità della scala Bovis non hanno definizione conosciuta e non sono in alcun modo basate sulla fisica”. Infatti possiamo vedere che la scala in Armstrong o in altre unità di misura elettromagnetiche non ha alcun senso: posto a 6500 Armstrong (650 nanometri) il punto “neutro”, alla sua sinistra ci sarebbero i valori legati alla malattia che vanno quindi da 1 a 6500 Armstrong (da 0,1 a 650 nm), cioè dalle radiazioni ionizzanti, sicuramente dannose, alla lunghezza d’onda del rosso vivo; in questo range sappiamo sicuramente che dai 3800 Ampere (380 nm) ai 6500 Ampere (650 nm) si hanno frequenze visibili compatibili con la vita nel suo complesso che non possono essere in alcun modo messe in relazione con malattie o situazioni antivitali (7).
Con le nostre conoscenze attuali si dovrebbe quindi porre lo zero della scala almeno a 380 nm (8), ma è inutile farlo poichè la misurazione della “biocompatibilità” in Ampere, in nanometri, in Hertz o in qualsiasi altra unità di misura relativa all’elettromagnetismo è una sciocchezza senza senso.
In conclusione non esiste alcun “biometro” già bello e pronto da usare, ma occorre mettere in relazione la propria percezione ipersensibile, raffinata da esercizio e conoscenza, ad una scala di misura di cui si è prefissato il punto “neutro” da cui partire. Questo sistema sarà sempre e comunque soggettivo. La confusione in proposito sembra esser stata fatta apposta per far credere che esista invece uno strumento che permette a chiunque di misurare la biocompatibilità o la vitalità, come succede di pensare a tutti quelli che leggono il libro “I luoghi alti” della Merz (9). Non è bene spargere questo fumo nero! Occorre invece affermare la realtà di una semplice applicazione soggettiva del concetto di scala graduata alla percezione di una persona ipersensibile.
Note:
1 André Simoneton “Radiations des aliments: ondes humaines et santè”
2 l’attribuzione a Bovis si deve a suo nipote, Jacques Bovis, autodesignatosi “geobiologo”; il concetto fu successivamente sviluppato da A. Simoneton che introdusse il termine “radio-vitalità”. La scala di Simoneton fu poi trasformata nella “moderna scala Bovis” dalla geobiologa svizzera Blanche Merz (1919-2002) che nel 1979 fondò un Istituto di Ricerche in geobiologia a Chardonne. La pubblicazione più famosa di questa autrice è Hauts-Lieux Cosmo-Télluriques, 1983
3 si veda la teoria di Preparata-Del Giudice sui “domini di coerenza” come spiegazione quantistica della risonanza e della capacità di immagazzinare informazioni da parte dell’acqua.
4 si dovrebbe conoscere bene la relazione tra le tipologie di scambio energetico dell’ambiente e le tipologie caratteriali principali determinate dall’Omeopatia e dalla psicologia neorichiana; solo con queste conoscenze approfondite si riesce a stabilire il grado di prossimità o di compatibilità di un tipo di ambiente con un tipo di persone. Si tratta delle conclusioni che si possono trarre dall’Analisi Geobiofisica rispetto al benessere o alla salute nel vivere in un luogo.
5 ad esempio in un sito web (per il resto decisamente migliore della media) si legge: “… l’uomo dovrebbe vivere attorno alle 7.500/8.000 unità (Bovis). Questo valore corrisponde alla lunghezza di otto metri dell’onda elettromagnetica che, secondo Tourenne, rappresenta la salute organica”. Peccato che la lunghezza d’onda di 8 metri corrisponda alla frequenza di 37 MegaHertz, una frequenza decisamente estranea alla parte biocompatibile dello spettro elettromagnetico; frequenza con la quale conviviamo male e che se di intensità appena più alta può farci ammalare. Non è facile, ma ad ogni affermazione di un radiestesista, soprattutto se è famoso come Tourenne, è necessario contrapporre la realtà dei fatti che regolarmente lo smentisce.
6 per percepire la biocompatibilità di cibi o di altre sostanze da “testare” queste devono essere toccate, non poste sulla tavoletta davanti a sé come vorrebbero le indicazioni di Simoneton; il concentrarsi con lo sguardo sulla sostanza da testare senza toccarla può riuscire ma richiede molta più energia e comporta un margine di errore molto più elevato.
7 più in generale lo spettro elettromagnetico biocompatibile (cioè compatibile con la vita sul pianeta non solo con la nostra vita) va dall’ultravioletto vicino all’infrarosso vicino quindi, esprimendosi in lunghezze d’onda con le misure attuali, da 200 a 2500 nanometri.
8 rispetto alle lunghezze d’onda la scala di Bovis si configurerebbe in questo modo: UltraVioletto lontano da 100 a 2000 Å ( 10-200 nm) – UltraVioletto vicino da 2000 a 3800 Å (200-380 nm) Viola da 3800 a 4300 Å (380-430 nm) – Indaco da 4300 a 4500 Å (430-450 nm) – Blu da 4500 a 5200 Å (450-520 nm) Verde da 5200 a 5800 Å (520-580 nm) – Giallo da 5800 a 5900 Å (580-590 nm) – Arancio da 5900 a 6200 Å (590-620 nm) Rosso (rosso vivo 6500 Å) da 6200 a 7500 Å (620-750 nm) – InfraRosso vicino da 7500 a 25000 Å (750-2500 nm)
9 B. Merz “I luoghi alti”, Sugarco edizioni. Lo stesso succede per la cosiddetta “antenna Lecher” che tarata secondo le diverse posizioni di un cursore dovrebbe permettere a chiunque non solo di percepire le zone di disturbo, ma anche di distinguerle precisamente! una vera “bacchetta magica” venduta a caro prezzo che in realtà è più scomoda e meno efficace di una semplice bacchetta da rabdomante o della bacchetta verticale messa a punto dal dr. Hartmann. L’antenna Lecher se usata in cieco (con il cursore coperto da una stoffa) permette la percezione delle zone di disturbo solo alle persone ipersensibili, come tutte le altrebacchette: la bacchetta magica che funziona da sola o riceve e “amplifica” le “onde nocive” esiste solo nella fantasia. Aggiungo un’interessante esempio, sul cui contenuto si può solo sorridere amaramente, di come il pensiero magico sia utilizzato a proposito della scala Bovis, tratto da un forum di internet (forum FOCUS.it): “mi interesso molto di radiestesia e di tecniche energetiche ed avrei una domanda da porre: è sufficiente utilizzare una semplice Scala Bovis (schema che tutti i radiestesisti di tutto il mondo conoscono benissimo) per accorgersi che il rito di purificazione per il cibo che propone la vostra Scuola Iniziatica e Spirituale di Magia e che voi effettuate sul cibo ogni volta prima di inghiottire qualcosa, invece di arricchire il cibo che mangiate di energia positiva, ne abbassa la frequenza energetica del cibo stesso, fino a portarlo ad una frequenza addirittura cancerogena e radioattiva; perché accade questo? Perché, inoltre, sempre alle prove radiestesiche, il cibo che si acquista nel vostro supermercato (e che decisamente è più costoso in quanto biologico e non ogm) risulta avere una carica energetica più bassa rispetto a quello acquistato in un semplice supermercato tradizionale?”
COMMENTO ALL’ARTICOLO
PICCONARE VA BENE MA FINO A UN CERTO PUNTO
L’Istituto GEA opera nel campo della ricerca geobiofisica dell’ambiente, ed è sicuramente fonte autorevole ed istituzionale. L’articolo di Piero Prospero, che non conosco di persona ma che immagino ingegnere geofisico, è a mio avviso interessante e profondo, ma anche irriguardoso e carico di preconcetti. Ha il merito di far riflettere, ma anche il demerito di picconare in modo irriguardoso. Non sono un ricercatore attrezzato con strumenti e cose del genere e non faccio il radioestesista. Ma ho studiato il testo Geobiologia e i reticoli di Hartman diversi anni fa, e ho anche fatto analizzare il posto in cui vivo da degli esperti, spendendo tra l’altro dei bei soldini.
Mi hanno lasciato con tanti dubbi, con alcuni pezzetti di quarzo atti a catturare le onde negative del televisore e se la sono cavata in un paio di orette. Saldati con un assegno, non si sono più fatti vedere. Ottima professione davvero. La mia idea fu e resta che sono rimasto preda di un team di bravi ed esperti bidonisti. Non sto ovviamente equiparando questa gente a Prospero. Voglio solo dire che siamo in un campo carico di incertezze e di studi da compiere e da completare.
NON CI SONO PARAGONI TRA LA MOLE DI LAVORO SCIENTIFICO REALIZZATO DA SIMONETON E LE CONSIDERAZIONI SOGGETTIVE DI PROSPERO
Prospero ha fatto una semplice analisi deduttiva, partendo dalle proprie sensazioni soggettive e dalle proprie convinzioni ideologiche. Simoneton al contrario ha fatto un lavoro scientifico e induttivo, basato su una ricerca a largo raggio e prolungata negli anni, che lo ha portato a stabilire principi, leggi, scale e valori, su basi verificabili nello spettro dei colori e delle radiazioni, chiamate da lui bio-vitalità.
VALUTARE LE NANO-CORRENTI, LE NANO-VITAMINE E I NANO-MICRORGANISMI E LE NANO-EMOZIONI PORTA REGOLARMENTE ALLE CONTROVERSIE
Questi argomenti sul magnetismo e l’elettricità del corpo umano su valori tipo il 50-millionesimo di Volt, richiedono maggiore serietà e lunghe ricerche, più che semplicistiche impressioni personali ammantate da una sperimentazione di tipo psicologico ed emozionale, priva di riscontri numerici, priva di risultati sul campo, basata su tante parole, su ideologia negativista e su evidente inconsistenza probatoria.
LA SCALA DELLA BIO-VITALITÀ NON È AFFATTO UN CASTELLO DI CARTE FALSE
La conclusione di Prospero porta ai concetti di applicazione soggettiva, di percezioni di persone ipersensibili e di interferenze continue tra la persona e la scala stessa. In pratica chi viene testato sarebbe in grado di far variare i valori sulla base dei suoi pensieri favorevoli o contrari al test in questione. Già qui trovo fortissime incongruenze logiche. I cibi non hanno grossi pensieri influenzanti e non fanno variare la scala, tanto per cominciare. I loro valori sono pertanto oggettivi, o no? Quanto alle persone, Simoneton arrivò a determinare la quota 6200-7000 Angstrom in anni e anni di prove, e non certo nelle poche ed affrettate ore di chi ha voglia solo di fare un articolo demolitivo.
BOVIS NON ERA LAUREATO, MA SIMONETON SÌ E GLI DIETE RETTA
La sua ipotesi sull’influenzabilità dei risultati e quindi sulla loro inattendibilità è tutta da dimostrare e si basa tutta sulle critiche personali della geologa Blanche Mertz. Dire che Bovis non fosse né medico né ingegnere non significa niente. Quanti inventori importanti, e privi di titoli accademici, ha espresso la storia umana? Tantissimi. Un seguace di Simoneton, era l’udinese Antonio Grassi. Faceva di professione ufficiale e dichiarata il calzolaio. Ma solo di giorno. Per il resto la sua vita era dedicata all’aura e a strumenti che lui medesimo costruiva per misurarla. Vendeva nelle farmacie italiane le solette terapeutiche Grassi, note al pubblico italiano negli anni 70 80. Ho conosciuto Grassi da vicino apprezzandolo come uomo di scienza e di raffinata cultura, più che come calzolaio.
WIKIPEDIA NON È DEPOSITARIA DI SCIENZA PURA, MA È CHIARAMENTE DI PARTE, E LO DIMOSTRA IN VARIEGATE MODALITÀ
Prospero mette in discussione il sistema Bovis-Simoneton, e cosa contrappone in alternativa? I suoi esperimenti fatti suoi strumenti e i suoi personali preconcetti critici che pare siano ispirati a Wikipedia o comunque intesi ad avvallare il disinteresse scientifico verso l’intera faccenda. Wikipedia non parla mai di Kouchakoff e della leucocitosi digestiva, né parla di differenze tra minerali organici ed inorganici. Tanto meno parla di igiene naturale. Viaggia nel mondo apparentemente sicuro dell’ortomolecolare e della chimica meccanicistica. Non sono un radioestesista o un ingegnere geofisico, e non è facile per me dimostrare chi ha torto o ragione, apportando gli indispensabili perché e percome.
CREDO ASSAI POCO A QUESTA RICERCA MA PUÒ ESSERE UNA OCCASIONE PER APPROFONDIRE IL TUTTO
Prendo nota che Piero Prospero non ci crede, ma non gli do troppo credito per questa sua ricerca, per lo spirito e le intenzioni con cui la affrontata. Pur se utile per un dibattito serio e per ulteriori approfondimenti, pur se condotta in modo approfondito e professionale, ha troppi aspetti psicologici suoi personali, ed è troppo affrettata, artefatta e liquidatoria. Non tutto il male viene comunque per nuocere. È un’occasione per stimolare altre persone ad approfondire, a farsi vive, a testare, a portare il loro contributo di conoscenza.
ANDRÈ SIMONETON MERITA GRANDE RISPETTO
Simoneton ha applicato le sue ricerche su tantissime persone e tantissimi cibi per una ventina d’anni, trovando una mole enorme di conferme. Vent’anni non sono 20 ore e nemmeno 20 giorni. Ci sono delle persone a Trieste che mi hanno promesso documenti originali sui lavori di Simoneton, e spero che si rifacciano vive e mantengano la parola. Tutta la vita di Simoneton è estremamente importante, sofferta, coerente. Personaggio da favola e meritevole di essere riscoperto e ristudiato a fondo. Simoneton era tutto fuorché un bidonista o un personaggio da sagra. Ha insegnato in ambito Universitario e ci ha lasciato una enorme mole di studi e di esperimenti. Prima di demonizzare certi personaggi del passato, sarebbe bene studiarli meglio e metterci un filo di maggiore umiltà.
IL VEGANCRUDISMO NON DIVENTA FACILMENTE TAVOLO INSTABILE A TRE GAMBE
Mi verrà obiettato che la difesa di Bovis-Simoneton deriva dal fatto che a noi vegani conviene. Certo che ci conviene e che rappresenta uno strumento prezioso. Ma, sia ben chiara una cosa. Quand’anche le sue teorie cadessero o rimanessero ipotetiche ed arbitrarie, come pretende il radiestesista Prospero, il vegan-crudismo continuerebbe a poggiarsi su 1000 solidi pilastri, e non soltanto sulla scala vibrazionale, per cui nulla cambierebbe. Basti sapere che i campi aurici esistono e vengono studiati in tutto il mondo da gente che sceglie di essere vegana, ben sapendo che le carni, tanto per fare un esempio, sono cariche di onde corte e di vibrazioni deboli ed ammalanti.
LE RICERCHE SUI CAMPI AURICI CONFERMANO IL LAVORO DI SIMONETON
La scala Bovis-Simoneton, trova grosse conferme non solo nei risultati concreti e sui grandi numeri del lavoro condotto da Simoneton, ma anche negli studi di grandi ricercatori sui campi aurici delle persone, e cito soltanto Judith Collins, autrice australiana di un testo basilare come “How to see and read the Human Aura”, con foto reali dei vari tipi di aura emessi dal corpo umano in condizioni di salute e di malattia.
Valdo Vaccaro
Commenti
0 commenti