LA MICROCITEMIA MEDITERRANEA E IL MITO DELLA CARNE ROSSA

da 22 Ago 2010Malattie ematiche e disturbi immunitari

LETTERA

L’INCIDENZA DELLA CARNE ROSSA, O ANCHE BIANCA, NELLA DIETA DI UN MICROCITEMICO

Gentilissimo Valdo, sono Cristina e le scrivo da Roma. Vorrei sapere quanto incide la mancanza di carne rossa, ma anche bianca, nella dieta di un microcitemico. Grazie mille se vorrà chiarire le mie idee.


RISPOSTA

NON ESISTONO DIFFERENZE SOSTANZIALI TRA LE CARNI

Questo differenziare in continuazione carni rosse, carni bianche, carni di bue, di pesce e di balena, ha davvero aspetti ridicoli. Non esistono differenze. Tutte le carni sono identiche e tutte comportano precisi danni all’essere umano, qualunque siano gli stati di salute o le patologie che lo accompagnano.

PARLIAMO SEMPRE E SOLO DI MATERIALE CIMITERIALE IN RAPIDA DECOMPOSIZIONE

Mettiamoci bene in testa che non parliamo di cibo per l’uomo ma di animali abbattuti e quindi di cadaveri, cioè di materiale cimiteriale in rapida decomposizione, che soltanto la salatura e il ricorso alle tecniche ritardanti del freddo, riescono a mantenere in stato di apparente freschezza. Le carni tutte, oggetto di orribili attività commerciali, non sono altro che salme da camposanto animale in condizioni di mummificazione temporanea.

COS’È LA MICROCITEMIA

La microcitemia è un’irregolarità del volume globulare dei globuli rossi. Le dimensioni dei globuli rossi del sangue sono più piccole del normale, e offrono più resistenza a soluzioni saline più diluite del normale plasma sanguigno. Trattasi di anomalia ereditaria abbastanza diffusa tra le popolazioni del Mediterraneo, con un’incidenza che varia dal 10 al 15%.

LA LEGGE DELL’EREDITARIETÀ DI GREGOR MENDEL

Gregor Mendel (1822-1884), naturalista austriaco, spese una vita nelle ricerche sull’ibridazione delle specie vegetali, e da tali ricerche dedusse la legge dell’ereditarietà dei caratteri. In genetica si parla di individui puri o di omozigoti, che presentano caratteri dominanti (o geni) paterni tipo AA, e caratteri recessivi (o geni) materni tipo aa, contrapposti a individui ibridi, o eterozigoti.

IL MORBO DI COOLEY

Thomas Benton Cooley (1871-1945), pediatra americano, professore alla Wayne University, individuò il cosiddetto morbo di Cooley, sottoforma di un’anemia splenica (della milza) in età infantile, con caratteristiche alterazioni ossee, diffusa tra le popolazioni rivierasche del Mediterraneo, e tra gli omozigoti. Nei casi più gravi il morbo di Cooley determina la morte nei primi mesi di vita, oppure, sia pur raramente, ritardi nello sviluppo.

CURE A BASE DI TRASFUSIONI E DI INTEGRATORI

La microcitemia, o talassemia B, o anemia mediterranea cosiddetta, è una forma omozigote di anemia, per delezione o mutazione dei geni B, ossia una mancata sintesi delle catene Beta. Il quadro clinico viene contrastato da programmi trasfusionali e dietetici a base di integratori, o con diete a base di ferro-eme da carne, che le solite fonti mediche definiscono ad alta assimilabilità, mentre dà luogo solo ai soliti effetti-sberla di medievale memoria, quando gli anemici venivano condotti direttamente in macello e subivano assurde ed inutili trasfusioni dirette dall’animale morente. Non è rara l’apparizione di sintomi di sovraccarico ferrico, a causa di deposizioni del metallo inorganico non assimilato nel parenchima, ossia nel tessuto epatico, ed anche nel miocardio, cioè nel cuore, con pesanti effetti immunodepressivi.

SFEROCITOSI E ASPORTAZIONE DELLA MILZA

Con la sferocitosi, si ha una conformazione sferica delle emazie che perdono il loro fisiologico aspetto a disco biconcavo. Gli sferociti non attraversano per niente il filtro splenico, e ristagnano nella polpa rossa della milza. Nei disordini della membrana eritrocitaria, con gli sferociti che non passano le maglie, la questione passa alla chirurgia e si procede con la splenectomia, visto che in medicina la milza gode di ottima reputazione, come organo tranquillamente asportabile, mentre in realtà è un organo fondamentale in quanto non funge soltanto da semplice filtro del sangue, ma anche da centrale elettrica di ricaricamento magnetico del sangue stesso.

IL MICROCITEMICO NON È AFFATTO UN ALIENO

Il microcitemico non è affatto un alieno che funziona in modo diverso dagli altri umani, e che per andare avanti ha un sistema degenerato che richiede acre e crudele carburante sanguigno. Il microcitemico non è affatto una persona votata al vampirismo. Per stare bene gli serve innanzitutto frutta e verdura cruda come tutti gli altri, perché il suo sistema gastrointestinale, il suo sangue, il suo sistema immunitario sono identici a quelli degli altri, e perché la sua capacità di disgregare e smaltire i 28 grammi di acido urico di ogni tipo di carne e di pesce, equivale a zero, mancandogli del tutto l’enzima uricasi che gli animali carnivori regolarmente hanno.

L’ALTERNATIVA NATURALE

Si tratterà semmai di procurarsi il ferro con una dieta naturale e bilanciata, ricca di sesamo, semi di zucca e di girasole, riso integrale, noci e mandorle, uva secca, datteri, lattuga, cicoria, crescione, cavoli, castagne, lupini, germe di grano, germogli di soia, germogli vari. Per assimilare il ferro serve rame, manganese, tracce di cobalto, vitamina C, vitamina E, glutatione. Il problema del ferro non si risolve dunque mettendo dentro più ferro, quanto nel costruire giorno per giorno la propria salute su basi stabili, naturali, equilibrate, coerenti col proprio disegno biologico di esseri fruttariani.

LE SOSTANZE DA EVITARE

Il problema del ferro si risolve stando principalmente alla larga dalle sostanze che contrastano il ferro e la sua assimilazione, come il fumo attivo e passivo (carica il corpo di radicali liberi che consumano la vitamina C), le carni, l’aspirina, i tranquillanti, gli analgesici, lo zucchero industriale in tutte le sue forme evidenti e nascoste (è un prelevatore di ferro), il sale, il formaggio grana e gli insaccati (tutti carichi di sale, che ha effetti distruttivi sulla assimilazione), il the e il caffè, che abbassano del 75% l’assorbimento ferrico.

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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