LETTERA
LA PRESUNZIONE DI ALIMENTARSI BENE E LA DIVERTICOLITE DEL MARITO
Ciao Valdo, Avevo la presunzione di alimentarmi bene, ma mi hai aperto gli occhi su tantissime cose, e devo dire che sto migliorando, anche se arrivare al tuo livello sarà dura. Sto facendo molta pubblicità al tuo libro e non vedo l’ora che venga pubblicato, dato che lo aspettavo da tempo. A mio marito, due settimane fa, hanno riscontrato una diverticolite. Purtroppo ha un metodo suo di rimpinzarsi fuori casa e non lo posso controllare. I medici lo hanno curato per una settimana mediante antibiotici. E sai cosa gli hanno detto? Poco di tutto, tranne verdure crude. E gli hanno raccomandato di bere molto. Puoi darmi qualche suggerimento?
RISPOSTA
COSA SIGNIFICA DIVERTICOLO E DIVERTICOLITE
Ciao Maria, Sei sempre gentilissima. Ringraziarti è troppo poco. Vedrò di risponderti con dovizia di dettagli. Il diverticolo è una irregolarità a forma di tasca o sacchetto che a volte si produce nei maggiori organi del corpo umano, e che riguarda in genere stomaco e soprattutto intestino, specie nella parte finale del colon. A soffrirne di più sono gli adulti di mezza età e gli anziani, per la perdita di elasticità muscolare alle pareti del colon. Il materiale fecale entrato nelle tasche, e non facilmente rimovibile, dà logicamente luogo a infiammazione localizzata, a dolori e crampi nella parte bassa sinistra dell’addome, con brividi e febbre. Il trattamento medico richiede riposo a letto, antibiotici, clisteri e diete blande. Il pericolo è la perforazione, la rottura o l’ulcerazione, con emorragia alla parete del colon, e conseguente necessità di colostomia, con apertura chirurgica del colon stesso.
I MODI ALTERNATIVI E NON-LOCALIZZATI DELLA SCIENZA IGIENISTICA NATURALE
Tu mi conosci. Sai che non sono un medico e che non gioco a fare il dottore in medicina. Forse l’ho fatto come tanti, da bambino.
Da filosofo igienista, da insegnante di comportamento e nutrizione, da libero ricercatore scientifico, posso affermare che tutte le malattie del mondo sono in teoria guaribili. Nessuna di esse è da considerarsi irreversibile, a patto che non ci sia stata compromissione grave e traumatica dei meccanismi riequilibranti a disposizione dei rispettivi pazienti. Anche perché il corpo ha una qualità straordinaria, ed è quella di operare sempre e comunque a proprio vantaggio e a propria difesa, mai contro, a condizione che esso sia messo in grado di funzionare. Certi comportamenti, certi cibi, certi farmaci (quasi tutti) non portano affatto in tale direzione, ma apportano solo delle riparazioni approssimative, causando nel contempo disturbi, deviazioni, ritardi, ostacoli e impedimenti al potere auto-guarente. La scienza igienistica si distingue dalla tecnica medica anche per la sua scelta di disinteressarsi il più possibile del problema locale, del sintomo locale, e di puntare piuttosto a un recupero globale dell’organismo, interrompendo le cause di squilibrio e restituendo al più presto funzionalità a tutti i delicatissimi equilibri interni. E usa il sistema del riposo fisiologico o digiuno ad acqua distillata (Ehret preferisce invece acqua e limone) per i casi difficili, nei quali il digiuno funge da sala operatoria senza bisturi. I risultati sono eccellenti e i successi sistematici.
I MODI OPERATIVI DELLA MEDICINA ATTUALE
La medicina attuale opera in modo opposto. La sua fiducia nell’auto-guarigione e nella stessa filosofia di Ippocrate (La natura è la vera medicatrice dei mali), è semplicemente nulla. Ed è per questo che ama intervenire sempre e comunque. Ma non è solo una questione di filosofia interventista adottata a sistema e per tradizione. Esiste anche una precisa motivazione commerciale. C’è l’obbligo dell’Ordine, l’offensiva della farmacologia, il mare di interessi economici coinvolti, la pressante spinta a fare subito qualcosa di concreto e di specifico. C’è la tendenza a coinvolgere il paziente, a fargli vedere pericoli e rischi che corre, ad atterrirlo psicologicamente, a rendere il malato più disponibile ai farmaci, alla chemio, all’operazione, alle cure mediche. Esistono comunque casi nei quali la situazione è davvero grave. E, in tali frangenti, può anche essere che serva l’operazione e servano pure gli inevitabili farmaci di supporto alla stessa. Ma in questi casi si parla di emergenza e di estrema ratio.
VENIAMO DUNQUE AL CASO SPECIFICO DELLA DIVERTICOLITE
I medici hanno prescritto gli antibiotici, e questo non deve sorprendere, essendo essi da sempre l’indispensabile e onnipresente condimento delle cure mediche. Quanto poi alle raccomandazioni dietologiche, improntate A) sul mangiare poco di tutto, B) sull’evitare drasticamente solo la verdura cruda (strano che non abbiano incluso la frutta cruda), C) sul bere più acqua possibile, si possono capire le loro motivazioni, basate solo e sempre sulla loro spasmodica ed esclusiva attenzione al sintomo e al male specifico e locale. Non scordarti che uno dei maggiori difetti della medicina contemporanea, presa ovviamente nel suo assieme sono proprio il sintomocentrismo e il malattia-centrismo, dove ogni cosa è vista in funzione della scomparsa il più rapida dei fenomeni, mediante pratiche invasive ed aggressive (in questo caso gli antibiotici, autentiche orde da battaglia ai loro ordini), e pratiche dietologiche sussidiarie (in questo caso l’immancabile ABC appena citato, dove il cibo stesso viene usato in funzione quasi-curativa e quasi-farmacologica, ovvero in funzione sintomocentristica e non in prospettiva salutistico-globale.
Se vuoi il mio commento su quanto sopra è che trattasi di una cura medica normalissima e coerente con gli schemi e le disposizioni previste sui loro manuali. In teoria, dal loro punto di vista, non hanno sbagliato niente. Tutto secondo regola e rispettando il protocollo. Non voglio qui fare ipotesi e valutazioni antipatiche ed imbarazzanti su quello che tuo marito proverà in concreto e su quanto e come gioverà la cura di cui sopra. Non gioco a fare il medico e l’antimedico, ti ho solo fotografato la loro visuale.
LA STORICA INCONGRUENZA DEL NEO-CRUDISMO MEDICO ASSOCIATO AL CLASSICO CARNIVORISMO MEDICO
Se farai loro delle obiezioni in linea con quanto ora detto, ti obietteranno magari che non è vero, e che anche loro puntano alla cura salutistico-globale, passando attraverso una cura sanitaria-temporanea funzionale al superamento senza troppi danni della crisi diverticolitica in corso. La mia contro-obiezione, da studioso e spero scienziato igienista-naturale, è che:
1) I loro punti A e C sono in ogni caso delle costanti, e fanno parte del tipico bagaglio nutrizionale medico, valido per ogni situazione, in tempo di pace (salute) e in tempo di ostilità (malattia). 2) Il punto B è stato pure per molti anni la loro costante allo stesso modo dei punti A e C, ma ultimamente il crudismo sta entrando timido-timido e in punta di piedi nel linguaggio medico, ma a maggior ragione porta incoerenza e problemi concreti alle loro stesse teorie, e in particolare alle tradizioni culinarie ospedaliere, da sempre basate sui brodi di carne, sullo spezzatino o sul pollo, sul cibo cotto e devitalizzato, che malissimo si accoppiano col crudo e benissimo si accoppiano col cotto, e al massimo con le mele (cotte o crude) e con le patate e le carote (cotte). Mi fanno un po’ pensare alla Cina comunista di oggi (che identifico qui per gioco come medicina filo carnivora e filo-cottista) che dopo decenni di lotta ideologica durissima, incluso piazzamento di minacciosi missili sulla linea costiera, con la filo-americana e filo-capitalista Taiwan (per gioco, scienza igienistica filo-vegetariana e filo-crudista), sta oggi tentando di inglobarla e di assorbirla per via pacifica e diplomatica e, a partire dalla presidenza Deng Hsiao Ping, Pekino stessa è diventata centro manovratore delle più avanzate e sperticate teorie neo-capitalistiche (vedi lo slogan Getting rich is glorious, di Deng, su cui si basa l’attuale corso del paese). Solo che esistono oggettive incompatibilità, non facili da assimilare e da reintegrare o re-incorporare. Frutta e verdure crude (Taiwan) si sposano poco e male col sangue e con la carne (Cina), in quanto la loro vicinanza produce pericolose fermentazioni. Succede cioè che l’addomesticare gli strumenti capitalistici taiwanesi ad uso di una potenza pechinese a governo comunista, provoca inevitabili malesseri interni che porteranno prima o poi a una scelta necessaria, drastica e drammatica. O la Cina diventa totalmente capitalista e introietta totalmente le basi ideologiche del suo ex-avversario Taiwan, oppure prevale la vecchia guardia e si torna al vecchio regime.
Spero che il mio paragone un po’ fantasioso risulti comunque efficace ai fini della comprensione del problema. Aggiungo, per chiarezza, che pure la metodologia igienistico-naturale prevede un periodo di funzione quasi-curativa, che corrisponde però non a una aggressione farmacologico-antibiotica accompagnata da dieta poco-di-tutto/tanta-acqua-niente-verdura, ma in netta contrapposizione con medicina, a un riposo fisiologico assoluto senza alcun farmaco e con tanta acqua distillata, seguito da un periodo di ripresa alimentare totalmente crudista, e dalla normalizzazione vegetariana a netta prevalenza crudista. Alla fine, con la cura-non-cura igienistica si guarisce del tutto e per sempre, a patto di non rifare poi gli stessi spropositi di prima col cibo, perché il corpo, purificato, lavati via tutti gli antichi veleni interni grazie anche all’acqua distillata, messo cioè in condizione di usufruire totalmente dei suoi poderosi mezzi di auto-guarigione, è guarito nell’assieme, si è normalizzato nell’assieme e ha normalizzato anche la disfunzione locale chiamata diverticolo infiammato. Cosa succeda invece con la soluzione medica è facile immaginarlo. Ai danni ovvi provocati dagli antibiotici (eufemisticamente chiamati effetti collaterali), seguono i danni meno chiari ma accertati ed inquietanti delle integrazioni vitaminico-minerali, ed anche i danni relativi alle diete mediche di contorno. Alla fine di questo lungo discorso, cara Maria, tu farai assieme a tuo marito tutte le tue brave considerazioni possibili. Sarà infine opportuno ribadire qui il perché io sia in totale disaccordo scientifico con l’ideologia medica del poco e di tutto, del via il crudo (o crudo con prudenza) e dell’ acqua in abbondanza.
PERCHÉ MI DICHIARO CONTRO IL POCO MA DI TUTTO E A FAVORE DEL TANTO E DI POCO
Mangiando a sazietà le cose giuste e compatibili col nostro motore interno (cioè naturalmente acquose al 70% circa, perché anche noi tra l’altro siamo acqua al 70%, cioè crude e non rovinate dalla disgraziatissima cottura) gli intestini si riempiono a regola d’arte del loro materiale preferito e riconosciuto (self), acquisiscono stimolazione e massaggio intestinale interno, assumono potere trascinante e ripulente allo stesso modo di un piccolo torrente in piena, usufruiscono di regolare ed efficace contrazione fisiologica anulare dall’alto in basso con coerente spinta di avanzamento del contenuto verso l’uscita (peristalsi intestinale), guadagnano potere riempitivo dei propri spazi interni a scapito delle bolle d’aria, delle fermentazioni e delle sacche diverticolitiche, e il metabolismo globale del cibo sfiora il massimo rendimento nutrizionale accoppiato a una massima regolarizzazione nella evacuazione dei residui. Ti invito a leggere due mie precedenti tesine Cibi salvavita, cibi rovinavita: la malaproteina, e Caccologia, virologia ed ingordigia, dove c’è pure il confronto chiaro tra un ottimo intestino operante a pieno e sano regime e un tipico intestino operante a Poco ma di tutto. Le prove concrete? Esistono. È una vita che faccio esperimenti col più credibile, costoso, complesso e veritiero laboratorio del mondo, che è il mio medesimo corpo. Dove lo trovi un laboratorista più verace e specialistico di così? O forse ti lasci attrarre dal puzzo di acido e di solventi delle provette e delle pipette, dai grembiuli bianchi o verdi dei biochimici, dallo sfoggio di scienza teorica che proviene dai laboratori di ricerca e di analisi? Comincia a fare tu altrettanto.
Comincia a mangiarti 2 o 3 cachi di mattina, dopo la solita spremuta d’arancia, ora che sono di stagione, e mangiane pure due nel pomeriggio, senza tagliare le due terrine di verdura cruda come esordio a pranzo e cena, senza tagliare la crema di avena spruzzata con farina di girasole-lino-sesamo-papavero, senza tagliare quattro salti e un po’ di respirazione profonda yoga in giardino, e vedrai come ti funziona tutto alla perfezione e a regola d’arte, con precisione millimetrica, e vedrai come la fase eliminativa 4 am-12 ti accompagnerà giornalmente (dopo che le altre due fasi nutrizionali-giornaliere appropriativa 12-8pm, ed assimilativa 8 pm-4 am, avranno fatto il loro giusto e corretto corso). Vuoi pure sapere perché l’Ordine medico predica e strombazza il Poco ma di tutto? Lo fa perché nel Di tutto ci sono le porcherie che mai dovrebbero entrare in un motore pulito ed efficientissimo come quello umano, e col Poco tenta incoerentemente e senza successo di rimediare alla prima gaffe.
PERCHÉ MI DICHIARO CONTRO L’ ACQUA IN ABBONDANZA DEI MEDICI E A FAVORE DEL POCA O NIENTE ACQUA
Perché l’acqua minerale, cioè tutte le acque a nostra normale disposizione, sono una specie di integratore da usarsi solo come soluzione occasionale di emergenza per il corpo umano. Vanno bene quando c’è estrema ed urgente necessità di liquido, a contrasto di disidratazioni in atto, oppure quando si sbaglia-tutto-nella-vita, seguendo diete e indicazioni mediche sul come mangiare. I menù di tutti i medici e di tutti i dietologi ufficiali del mondo intero sono il massimo della stortura e della indiscrezione nutrizionale. Affermazione forte ed esagerata? Lo dimostro subito su due piedi. Come chiameresti il meccanico a cui hai affidato la tua Ferrari e alla quale lui ha riempito il serbatoio con un pieno di gasolio, o anche di benzina normale priva di ottani? Lo chiameresti distratto, incompetente, irresponsabile. Bene, la gente di cui sopra sta facendo quello e altro. Sta mettendo nel nostro motore, frutto-vegetariano per disegno e per progetto divino, non carburante improprio o simil-carburante scadente, ma anti-carburante sporco e lercio, paragonabile a acque nere degli spurghi igienici messe per dispetto nel serbatoio di una macchina sportiva. Chiaro che a quel punto il nostro motore tossisce, si inceppa, si ammala, brucia olio, intasa filtri e condutture, pistoni e carburatori, e ha bisogno di molta acqua per raffreddarsi. In effetti, se sbagli col motore dell’auto, non parti nemmeno, visto che quello è sì un gioiello di ingegneria umana, ma non al punto di essere dotato di un sistema immunitario, capace di risolvere le peggiori emergenze. Noi umani, partiamo sempre, anche col peggiore pseudo-carburante possibile a base di sangue e cadaverina, ma quel sistema immunitario che ci salva non lo fa per divertimento e gratuitamente. Lui è stato messo lì per emergenze rare e casuali, non per errori sistematici giornalieri a tutte le ore. Ecco allora che ci permette di partire in quarta, ma non di arrivare a destino, oppure riesce a farci arrivare, ma con tante fermate in diversi punti (ospedali) e in condizioni drammatiche e pietose. Tornando alla nostra acqua, non siamo normalmente dei grandi bevitori di nulla, se stiamo in condizioni normali e non patologiche. Ma se invece mangiamo male, come indicato dai nutrizionisti-medici, ecco allora che viviamo in continua emergenza, in ininterrotta intossicazione, in eterna acidificazione, in perniciosa ossidazione. Allora sì che servono litri di acqua per reintegrare quei falsi cibi che abbiamo introdotto. Ma l’acqua non basta, serve l’aperitivo, per farti venire la voglia di affrontare del materiale cimiteriale, serve il vino per attutire il sapore di morte, servono il digestivo e il caffè, per mandare il più velocemente possibile verso i servizi igienici le tante porcherie inghiottite, e servono le vitamine sintetiche e i minerali inorganici per darci l’illusione di mineral-vitaminizzare tutto quell’H2O con cui ci siamo annacquati. Ti vegnen i cros, dicono giustamente i vecchi bevitori di vino a chi indulge nel bicchiere di acqua. Non hanno tutti i torti, anche se il loro vino fa ancora peggio nonostante i suoi preziosi enzimi, a causa dello scomodo elemento alcolico che ospita.
L’INDIMENTICABILE ESEMPIO DEL GRANDE VILIÀN
Il mio caro amico Viliàn, scomparso con grande dispiacere di tutti qualche anno fa, si caricava di vino ad ogni week-end. Ogni bicchiere appena svuotato si trasformava magicamente in un finto microfono su cui egli dedicava alla gente, fuori dei bar del paese di Tavagnacco, il suo incredibile repertorio di canzoni anteguerra e post-guerra. Bellezze in bicicletta, Ma le gambe, Non dimenticar: si divertiva ed intratteneva la gente, che poi lo ripagava con un ennesimo bicchiere. Era già artista da sobrio, figurarsi poi da ubriaco. Aveva già fatto ridere mezzo Friuli quando, da poco emigrato in Germania, rispose per telegrafo con uno storico Abbassa il cortile e la casa si alza, a suo padre che gli aveva chiesto di inviargli dei soldi per alzare la casa (per costruire un secondo piano). Beveva troppo, ma era anche saggio. Il giorno successivo ad ogni bisboccia, faceva una lunga camminata purificatrice lungo le sponde del torrente Cormor e, all’altezza della Scavade, che sta un km a sud della fonte famosa del Citon di Fontanabona, si rifocillava di acqua ad una sorgente che conosceva solo lui e pochi altri, me incluso. Lo faceva così regolarmente che, nella mia personale toponomastica dei boschi locali, l’avevo denominata Fonte Viliàn. Beveva lentamente e per ore. Quell’acqua, ancorché pesante, andava benissimo e ripristinava in qualche modo l’efficienza del suo povero fegato in disordine. Quando poi les cioches (le ubriacature) divennero giornaliere e non più settimanali, l’operazione idro-disintossicante non fu più possibile, e in breve la sua avventura terrena ebbe termine.
QUANTA E QUALE ACQUA SERVE
Ma l’acqua, per le persone che dovrebbero essere sempre sane e normali, quelle che dovrebbero sempre mangiare crudo e naturale, caricandosi di acqua biologica-vitaminizzata-mineralizzata-dolcificata-magnetizzata da madre natura, non serve, è davvero un optional per le emergenze. Un bicchiere al giorno e anche nemmeno quello sono la mia regola da diversi anni. E ti assicuro che mi trovo a meraviglia e che non vado in disidratazione. Chiaro che se ti carichi di cibi cotti e salati ti viene la sete. Ovvio che se ti carichi di proteine, di carni e formaggi hai poi bisogno di caraffe d’acqua per diluire i veleni introdotti. Dovendo comunque scegliere quale acqua consumare, propenderei per l’acqua distillata naturalmente, mettendo in ordine di priorità:
1) acqua distillata e biologica della frutta succosa (angurie, meloni, pesche, cachi, uva, ciliegie, noci di cocco, ananas, agrumi, carote, canna, barbabietola 2) acqua distillata naturalmente (acqua di pioggia, filtrata, e acqua da neve pulita) 3) acqua di fonte d’alta montagna vicina a ghiacciaio 4) acqua potabile distillata industrialmente 5) acqua minerale non gasata da fonti di alta montagna (più in alto è meglio è), con l’accortezza di versare l’acqua più volte da un bicchiere all’altro, onde ri-ionizzarla 6) acqua minerale non gasata (da qualsiasi fonte) 7) acqua minerale naturalmente frizzante
Valdo Vaccaro
Davvero esauriente e specialistico utile alla personale problematica . Stampo e rileggo