LETTERA
VIAGGI STRESSANTI E STANCHEZZA PSICO-FISICA DA IPOTIROIDISMO
Buonasera Valdo Vaccaro, da poco tempo ho avuto il piacere di conoscerla tramite amici ed oggi Le scrivo per spiegarle il mio problema, nella speranza di ricevere presto una sua risposta. Ho 35 anni e da diversi anni ho scoperto di soffrire di ipotiroidismo che sto curando con Eutirox attualmente da 50 mg. Con il mio lavoro di export manager dell’azienda di famiglia, viaggio spesso e sono sottoposto a frequenti periodi di stress e stanchezza fisica e mentale.
RIENTRO DALLA CINA CON DOLORI RENALI, FEBBRE E FORTE DEBILITAZIONE
Sono da poco rientrato da un viaggio di lavoro in Cina e dopo pochi giorni dal mio ritorno, ho cominciato ad accusare una forte stanchezza fisica, mal di testa, dolori renali e febbre dai 37 ai 38 gradi per alcuni giorni. Ho provveduto a fare gli esami del sangue e le allego i risultati.
IPOTESI DI CITOMEGALOVIRUS
La prego di perdonarmi se mi sono permesso di trasmetterle i miei esami del sangue, ma temevo di sbagliare a descriverle il mio problema a parole mie. Il mio timore è che si tratti di citomegalovirus. Spero davvero di ricevere al più presto una sua risposta con magari l’indicazione esatta delle tesine da leggere perché ho paura di errare anche nella ricerca delle medesime. Nel frattempo La ringrazio in anticipo e la saluto cordialmente.
Enrico
*****
RISPOSTA
ISTRUZIONI PER TROVARE VELOCEMENTE LE TESINE RICHIESTE
Ciao Enrico. Per quanto il tuo messaggio sia piuttosto lacunoso in termini di dieta e di comportamento, non faccio troppa fatica a capirti, visto che ho visitato la Cina centinaia di volte e che quindi conosco le tensioni a cui si è sottoposti in questi viaggi intercontinentali.
VALORI DEL SANGUE PIÙ O MENO ENTRO LA MEDIA
I valori del tuo sangue non hanno grandi anormalità, a parte i linfociti altini a indicare qualche ostruzione interna da accumulazione di endovirus inespulsi con la necessaria prontezza, e a parte gli enzimi epatici AST E ALT, pure oltre il range a significare qualche leggera sofferenza epatica. Tener presente poi l’alta variabilità degli esami del sangue, in relazione al clima, al momento particolare in cui uno si sottopone all’esame, e a tante altre variabili. Ti consiglio di estromettere l’Eutirox e di adottare nel contempo una dieta vegan-crudista tendenziale.
LA HEALTH SCIENCE ASSOLEVE BATTERI E VIRUS DA QUALSIASI RESPONSABILITÀ
Premetto inoltre che ti sei rivolto a un esponente del movimento igienista o della Health Science e dunque a qualcuno che assolve del tutto batteri e virus da ogni responsabilità patologica. La presenza di batteri e di virus in una determinata patologia, non significa affatto responsabilità causale di tali microrganismi. Personalmente, pur non frequentando i laboratori di ricerca, ho dimostrato con tanto di prova del 9 che abbiamo ragione noi e che ha torto marcio la medicina monatta delle epatiti, dei contagi, delle demonizzazioni batterico-virali.
UNA SFIDA ALLE GOFFE IDIOZIE DELLA MEDICINA MONATTA
Se fosse vero che i batteri sono pericolosi microbi che ci assaltano per divorarci, e che i virus sono una crudele banda di orribili mostri e di lanzichenecchi pronti a darci il colpo di grazia, nessuno al mondo si salverebbe più. Ecco allora che presento la mia dimostrazione personale e getto una vera e propria sfida alla medicina. Prendo una persona malata, febbricitante e indebolita al massimo, ma non morente. Zero cibi, zero antibiotici, zero farmaci, zero vaccini, zero immunosoppressori. Solo acqua da bere liberamente a piccoli sorsi. Tale soggetto deve per forza morire, sbrindellato dai microrganismi. Questa la teoria medica.
IL SOGGETTO A TEST NON MUORE MAI E QUESTA È LA PROVA DEL NOVE CHE BATTERI E VIRUS SONO TOTALMENTE INNOCENTI
Ma se non muore, la medicina si ritrova con le spalle al muro, priva di giustificazioni e di supporto ideologico. Il fatto è che il malato non solo non muore mai, ma anzi, dopo aver perso una manciata di chili in acque stagnanti di ritenzione, di rifiuti organici e di eventuali tumori in autolisi, si ritrova in splendide condizioni e si riprende progressivamente dal suo stato di prostrazione. Questa è la prova del 9 che abbiamo ragione noi e torto marcio la medicina. Ma andiamo per ordine e cerchiamo di seguire i concetti cervellotici e oscuri della medicina.
DEFINIZIONE MEDICA DI CITOMEGALOVIRUS
Il CMV, o altrimenti conosciuto come Citomegalovirus, è un virus piuttosto comune che ogni anno colpisce un gran numero di persone. L’infezione da Citomegalovirus generalmente è una problematica che non si presenta con disturbi di tipologia grave, anzi, viene considerata una infezione innocua e solo in rare occasioni causa la malattia. Un soggetto dal sistema immunitario sano non incontrerà difficoltà nel tenere sotto controllo il virus, mentre chi rivela una immunità precaria sarà suscettibile alla malattia CMV. Il Citomegalovirus fa parte della famiglia Herpesvirus. Questo gruppo presenta altri virus che sono la causa di varicella, di mononucleosi infettiva, di febbre e di herpes genitale. Tali virus hanno la possibilità di permanere in un organismo per tutta la vita in una condizione definita dormiente!!!
VARI TIPI DI CITOMEGALOVIRUS
L’infezione da Citomegalovirus si presenta spesso come malattia dei neonati, come sindrome di Down. Può non generare alcun sintomo ma può anche rivelarsi come malattia grave del fegato, della milza e del sistema nervoso centrale, provocando disturbi dello sviluppo. Circa 5000 bambini americani nascono con ritardi mentali e disabilità fisiche causate dall’infezione da CMV. Si conosce poi l’infezione da Citomegalovirus acuta, la quale è molto simile alla mononucleosi infettiva. Infine esiste l’infezione da Citomegalovirus in quei soggetti immunocompromessi, come ad esempio chi ha subìto un trapianto di organi o chi soffre di immunodeficienza, di retinite, di disturbi gastrointestinali da CMV e di encefalite.
DNA DIFETTOSO ALLA NASCITA NEI BAMBINI E SISTEMA IMMUNITARIO DEBOLE NEGLI ADULTI SOGGETTI AI VIRUS INVASORI
In alcuni bambini è stata dimostrata la presenza del Dna del Citomegalovirus, soggetti che presentavano già malformazioni cerebrali, affetti da ritardo mentale, autismo, paralisi cerebrale spastica, epilessia e sordità. Gli adulti, invece, con un sistema immunitario sano ma già infettati dal Citomegalovirus possono non presentare alcuna problematica in quanto il virus in sé permane inattivo, per cui i sintomi dell’infezione non si svilupperanno. Negli individui con un sistema immunitario indebolito da infezione primaria o riattivata da Citomegalovirus, hanno bisogno di terapie lunghe atte a migliorare e rendere più equilibrato il sistema immunitario cosicché sia in grado di combattere qualsiasi virus invasore, incluso il Citomegalovirus.
COME AVVEREBBE IL CONTAGIO SECONDO LE IPOTESI MEDICHE
La trasmissione del Citomegalovirus può avvenire in differenti modi. Attraverso il contatto intimo, come i semplici baci, la trasfusione di sangue infetto o il trapianto di un organo infetto. In ogni caso la trasmissione del Citomegalovirus è più diffusa in quei soggetti che hanno più partner sessuali. Per quanto riguarda i neonati la trasmissione del virus può avvenire nell’utero attraverso il sangue materno, oppure col latte materno. La trasmissione del Citomegalovirus dunque è assai vasta. Il virus può essere presente nel sangue, nelle urine, nella saliva, nelle secrezioni respiratorie, nelle lacrime, nelle feci, nel seno, nel latte, nello sperma e nelle secrezioni cervicali.
TRAPIANTO DI MIDOLLO OSSEO
Il Citomegalovirus si manifesta in differenti modi a seconda dell’età e dell’immunocompetenza del soggetto. Le infezioni asintomatiche comunque sono le più comuni tra gli adulti sani, nei giovani adulti invece le conseguenze del Citomegalovirus portano ad una possibile mononucleosi infettiva, detta sindrome, con sviluppo di febbre, poi la linfoadenopatia e la linfocitosi relativa. Nella fattispecie la sindrome da Citomegalovirus presenta sintomi che possono essere più sistemici, con conseguente febbre e ingrossamento dei linfonodi. Se sottoposti a esami ematologici i soggetti mostreranno una linfocitosi relativa con oltre il 50% dei globuli bianchi composti da linfociti. Il 10% o anche più sono linfociti atipici. Il Citomegalovirus tuttavia è la conseguenza più comune di un trapianto di midollo osseo, o anche di alterazioni della funzionalità epatica.
TRAPIANTO DI FEGATO
Il Citomegalovirus è comunque la causa più importante di Epatite in individui immunocompromessi. Il 20% di soggetti che hanno intrapreso il trapianto allogenico di fegato hanno sviluppato poi l’Epatite da Citomegalovirus. L’infezione da parte del virus quindi può causare uno squilibrio nella normale funzionalità del fegato. I soggetti che hanno contratto l’Epatite da Citomegalovirus hanno sviluppato poi febbre, aumento degli enzimi epatici e iperbilirubinemia, in pratica una condizione per la quale vi sia un elevata quantità di bilirubina nel sangue. La bilirubina, che è un elemento di scarto dei globuli rossi, causa ingiallimento della pelle e degli occhi, disturbi meglio conosciuti col nome di Ittero.
RETINITE DA CMV E RISCHIO CECITÀ
Nei soggetti immunocompromessi, la riattivazione del Citomegalovirus latente o l’infezione primaria dallo stesso possono causare l’infezione di diversi sistemi di organi. Nell’apparato visivo, negli occhi cioè, si presenta una necrotizzante retinite virale con aspetto oftalmoscopico. Se non opportunamente e correttamente trattata la retinite da Citomegalovirus peggiora, causando la perdita inesorabile della vista e quindi relegando il soggetto compromesso ad una condizione di cecità. Seppur la retinite da Citomegalovirus è stata contratta dopo la nascita, è più comunemente osservata nei soggetti con sindrome di immunodeficienza acquisita, l’AIDS, negli individui sottoposti a trapianto o in quelle persone che assumono farmaci immunosoppressori. Sono tutti individui da considerarsi a rischio. Una terapia antiretrovirale altamente attiva per l’infezione da HIV ha mostrato risultati alquanto superbi che hanno rivoluzionato il trattamento della retinite da Citomegalovirus dando la possibilità di ricostituire il sistema immunitario in un numero sempre più elevato di individui.
VIRUS DI EPSTEIN-BARR
La causa della Mononucleosi è il virus di Epstein-Barr Virus, provocatore di Mononucleosi nel’85% circa dei casi. Dopo esser stati infettati dal virus che causa la Mononucleosi, esso permarrà nell’organismo per tutta la vita e generalmente non vi sono sintomi ulteriori, se non fosse per il fatto che nella saliva ogni tanto si possono produrre particelle virali che possono trasmettere l’infezione ad altre persone. L’85% della popolazione Americana è stata infettata nel momento in cui raggiunge l’età adulta. Stare alla larga pertanto dagli americani, portatori sistemici di questi pericolosi virus. Cose da chiodi!
RIVEDIAMO L’INTERA QUESTIONE SECONDO I CRITERI DELLA HEALTH SCIENCE
Dopo aver concesso spazio super-abbondante alle scelleratezze ideologiche degli untori, rivediamo l’intera questione sotto la visuale igienista, priva di trucchi e di manipolazioni. Secondo la teoria ufficiale, presentata con dovizia di disegni e fantastiche proiezioni immaginarie, L’Epstein-Barr Virus (EBV) è un virus a DNA appartenente alla famiglia degli Herpes Virus, che è la stessa della varicella, dello Zoster, del Fuoco di San Antonio, dell’Herpes Labiale e dell’Herpes Vaginale. Tener presente che l’intera faccenda Epstein-Barr, collegata al lavoro di Denis Burkitt, rappresenta un ennesimo caso di quella ricerca-spazzatura che fa della medicina moderna un sistema vuduistico e monatto per eccellenza.
IMMUNOCOMPETENZA DECAPITATA E CACCIA A FANTOMATICI MOSTRI VIRALI
l’EBV è per la medicina un virus causatore della mononucleosi infettiva chiamata anche febbre monoghiandolare. L’infezione è caratterizzata da stanchezza cronica e da malessere generale. Come tutte le condizioni patologiche, diventa insidiosa in presenza di un sistema immunitario decapitato da trascuratezza salutistica e da interventi iatrogeni. Per l’igiene naturale la questione batterico-virale è un falso problema, e tutto va ricondotto ai fattori che hanno originato l’anomalia. Fattori che stanno a monte e che si chiamano auto-intossicazione alimentare, vita emotivamente traumatica, improprietà comportamentali e storture ideologiche. Rimedio basilare in queste circostanze è risolvere le disfunzioni gastrointestinali e la grave carenza di acqua biologica. Nessuno però offre i giusti insegnamenti. Il partire con lancia in resta a caccia del virus EPV, come insegna la medicina convenzionale, è quanto di peggio si possa fare.
TUTTA LA FACCENDA EBV È FRUTTO DI MANIPOLAZIONI TRUFFALDINE
Quello che più stride e stona in tutta la faccenda virale non è tanto la materia in sé, carica all’inverosimile di lacune, vuoti, invenzioni, fervide immaginazioni, deficienze esplicative, quanto l’arroganza, la presunzione, la sicumera offensiva e il dogmatismo aulico con cui si presenta e si promulga il tutto, barattandolo non come ipotesi di lavoro ma come verità accertata e degna di apparire sui libri di testo scolastici ed universitari. Nulla di strano che l’Epstein-Barr, virus manipolato e male-interpretato, faccia coppia fissa con l’Hiv, virus immaginario e mai isolato, e con l’Aids, malattia-farsa inventata dalla CDC americana per risolvere la pazzesca crisi finanziaria della Sanità Americana, vorace assorbitrice di danaro pubblico ed improvvisa orfana dei fondi statali per il cancro, dopo il fallimento clamoroso della massiccia “Guerra al cancro” lanciata negli anni 70 da Richard Nixon. “Aids non malattia ma programma di governo” è uno dei miei articoli di punta, pubblicato anche sulla rivista internazionale Nexus, oltre che sul blog.
ALLA LARGA DALLA MEDICINA MONATTA
I problemi si risolvono stando semplicemente alla larga dai monatti. Zero farmaci, zero visite, zero analisi di immunoglobuline e di transaminasi. Mangiare meglio, muoversi di più e liberarsi dei fardelli mentali. Leggersi nel contempo le tesine del blog, anche partendo dall’ultima.
BOIATE PAZZESCHE CON VIRUS CHE ATTACCANO, LEGANO, SI UNISCONO, FANNO I SONNELLINI E POI SI SCATENANO
Ma veniamo alle boiate pazzesche che vengono propinate nei tomi e nei luoghi di perdizione chiamati Università di Medicina. L’Epstein-Barr virus, come qualsiasi altro virus, ha bisogno delle strutture interne di una cellula (eucariote o procariote) per riprodursi. Le cellule che l’EBV colpisce (cellule bersaglio) tipo i linfociti B con trasmissione orofaringea e quelle che vanno a formare i tessuti epiteliali orofaringei. L’EBV presenta sulla sua membrana esterna delle glicoproteine specifiche (gp350 e gp220), che sono in grado di legare un recettore, utile per attaccare i linfociti. Questi ultimi presentano sulla loro membrana il recettore che serve al virus. In questo modo l’Epstein-Barr è in grado di aggirare le difese dell’organismo da lui attaccato. Una volta che il virus si lega a tale recettore, penetra all’interno del linfocita e il suo Dna rimane all’interno dell’anticorpo attaccato attraverso due forme: A) Episomiale (dove il Dna del virus resta con una forma circolare e non si collega con il materiale genomico dell’ospite) e B) Integrata (dove il Dna del virus si unisce con il genoma dell’ospite).
AGGRESSIONI, ATTACCHI, AGGIRAMENTI, TRASCRIZIONI, REPLICAZIONI, LATENZE E INVASIONI
Se il Dna si trova in forma integrata allora si avrà un inizio del ciclo replicativo del virus con una conseguente morte della cellula infetta per lisi (rottura della membrana cellulare), poichè quest’ultima impazzisce a causa di un sovvertimento di tutto il suo programma e disperderà i virus neoformati nell’ambiente circostante. Successivamente, attraverso i pori nucleari della cellula infetta, il genoma virale (separato dalle proteine capsidiche) viene a contatto con il Dna della cellula, e hanno inizio la trascrizione genica e la replicazione del Dna. Se invece il Dna si trova in forma episomiale allora ne seguirà uno stato di latenza nel quale il virus non si moltiplica all’interno della cellula. Questo periodo può durare per moltissimo tempo e di conseguenza l’individuo colpito dall’EBV può presentare per tutta la vita una serie di cellule infette. Inoltre sono distinguibili tre tipi di latenza del virus: latenza I, latenza II e latenza III.
UNA TEORIA SUI VIRUS PRIVA DI QUALSIASI LOGICA
Latenza come verità divina, e non invece come artifizio mentale dell’estremista pasteuriano francese André Lwoff, a cui senza tale barcollante concetto non quadravano i conti sul virus. Nella latenza I l’EBV rimane per tutta la vita del portatore sano all’interno delle cellule B della memoria (ovvero quelle cellule che, nel caso in cui si ripresentasse una malattia già contratta, sono in grado di riconoscerla e di dare una risposta difensiva). La latenza II è stata anche ritrovata in diverse malattie o tumori, come la malattia di Hodgkin, il carcinoma del rinofaringe e in diversi linfomi. La latenza III è stata anch’essa riscontrata in diversi linfomi.
I GIOCHINI DI PRESTIGIO TRA MICHAEL EBSTEIN, LA SUA MOROSA YVONNE BARR E IL CHIRURGO DENIS BURKITT, SOTTO LA BENEDIZIONE DELLA GLAXO
L’EBV oltre a causare la mononucleosi infettiva, viene associato alla sindrome della fatica cronica e a diversi tumori come ad esempio il linfoma di Burkitt. Quest’ultimo venne analizzato dal chirurgo Denis Burkitt, che stava studiando in Uganda le possibili cause di questo tumore riscontrato nei bambini africani. Fu proprio Burkitt che, ritenendo necessari altri studi sul linfoma, mandò delle cellule prelevate dai pazienti ammalati in Inghilterra. Epstein e Barr furono coloro che esaminarono tali campioni, e si divertirono a diventare famosi in modo facile e quasi gratuito.
UN VIRUS DAVVERO MULTIUSO
Recenti ricerche, inoltre, avrebbero dimostrato (cioè ipotizzato) che l’EBV può provocare la sclerosi multipla. Il virus, essendo trasportato dai linfociti B, riuscirebbe a penetrare nel sistema nervoso. Le cellule infette, espandendosi, aumenterebbero la quantità di virus, comportando così una risposta infiammatoria cronica, generata dallo stesso sistema nervoso che tenterebbe in questo modo di eliminare l’EBV. Questa risposta provocherebbe il danno cerebrale associato alla malattia.
LA MALATTIA DEL BACIO
Più del 90% della popolazione è portatrice sana dell’EBV e la mononucleosi si manifesta prevalentemente in una fascia di età che va dai 15 ai 25 anni. Risulta facile contrarre tale malattia, perché la trasmissione dell’Epstein-Barr virus avviene attraverso i contatti intimi e proprio per questo motivo la malattia viene anche chiamata malattia del bacio o, in inglese, Kissing Disease.
MALATTIA CHE PUZZA DI BRUCIATO TRA GLI STESSI MEDICI
A tutt’oggi non sono stati trovati dei farmaci in grado di distruggere l’EBV e si cerca ovviamente di evitare trattamenti antibiotici ben sapendo della loro inefficacia e della loro pericolosità, per cui gli stessi medici dimostrano un filo di prudenza, evitando di dare troppa enfasi e troppo credito a questa faccenda dell’EPV che puzza troppo di bruciato. La mortalità legata alla mononucleosi cosiddetta infettiva è molto bassa, e si limita a casi-limite per rottura della milza o per miocardite o per epatite fulminante.
STORIA VERA DELLE ULTIME PESTILENZE CHIAMATE HV (HERPES VIRUS) E HPV (HUMAN PAPILLOMA VIRUS)
I microbiologi cominciarono a studiare il cancro della cervice ancora nel XIX secolo, quando un medico italiano riscontrò che questo tipo di tumore colpiva più facilmente le donne sposate che le monache. Una varietà di microbi fu ritenuta responsabile della malattia, compresi i batteri della sifilide e della gonorrea, i micoplasmi, le clamidie e il triconomas che è un protozoo. I virologi entrarono in campo negli anni 60, subito dopo che il virus di Epstein-Barr era stato isolato e ritenuto (a torto) responsabile del linfoma di Burkitt (che in realtà si rivelò essere, come al solito, malattia tossicologica e non virale-infettiva). Nel 1966 i virologi giocarono di nuovo sporco, rispolverando l’asserzione che le pazienti con cancro della cervice tendevano ad aver avuto più rapporti sessuali rispetto a quelle meno attive sessualmente. In più, un laboratorio gettò ad arte benzina nel fuoco, riferendo che le pazienti cancerogene avevano avuto in precedenza un’infezione da herpes. Questo era un boccone troppo ghiotto per lasciarselo sfuggire.
LA CARTA FASULLA DELL’HERPES TIPO II
In due anni riuscirono a distinguere due tipi di herpes, il tipo I (più comune, intorno alla bocca) e il tipo II (infezione ai genitali, cervice compresa). E quest’ultimo diventò per anni il bersaglio preferito, come presunto responsabile del cancro. Ma anche qui si dovettero fabbricare nuove ipotesi assurde e fantasmagoriche. Secondo questa teoria, il virus prima infettava e uccideva milioni di cellule, ma ogni tanto faceva cilecca e si mescolava con delle cellule diventando impotente. Le balle e le bufale vennero ben presto a galla. L’85% degli americani adulti sono infettati dal virus herpes II in modo spesso asintomatico, compreso donne prive di alcun segno di cancro al collo dell’utero. Molte donne poi, affette dal tumore alla cervice, non erano addirittura mai state infettate dal virus herpes II. Cose da chiodi.
CON LE LORO POTESI DEMENZIALI I VIROLOGI-INFETTOLOGI DIVENTARONO LO ZIMBELLO DELLA COMUNITÀ SCIENTIFICA AMERICANA
Nel 1983, i virologi-infettologi disperati ma mai disposti a mollare l’herpes virus infetterebbe brevemente le cellule della cervice delle donne ignare, provocando qualche misterioso cambiamento. Questa idea peregrina minacciava di rendere i virologi lo zimbello della comunità scientifica. Come si potevano mai fare delle sperimentazioni e delle teorie per dimostrare un evento ipotetico che non lasciava traccia? Eppure questa ipotesi demenziale sopravvisse in medicina fino agli anni 90.
L’ARRIVO DELL’ULTIMA BRILLANTE TROVATA, QUELLA DEL PAPILLOMA VIRUS
Nel 1977, un virologo tedesco, Harald zur Hausen, che lavorava al centro di ricerche sul cancro di Heidelberg, propose un altro virus come agente responsabile del cancro alla cervice. Si trattava dell’Hpv (human papilloma virus), un virus non aggressivo che causa delle innocue verruche. Tant’è vero che le prove a favore di questa ipotesi Hpv sono tutte regolarmente fallite e naufragate. Infatti, non appena Harold zur Hausen e i suoi colleghi si accorsero che:
- Metà delle donne americane era regolarmente portatrice del virus Hpv,
- Solo l’1% della popolazione femminile portatrice Hpv sviluppava poi il cancro,
- Un terzo di quell’1% non era comunque mai stato infettato dal virus Hpv.
A quel punto non gli restava altro se non di concludere di aver seguito una pista sbagliata e, da scienziati onesti, cestinarono il tutto.
MA C’È ANCHE CHI È BRAVO A PESCARE TRA I RIFIUTI, E A RILANCIARE IL TUTTO IN GRANDE STILE
Il mondo è fatto di persone per bene, ma anche di filibustieri. Perché mai buttare via tutte quelle ricerche, quelle ipotesi, quelle buone occasioni per fare denaro sulle spalle della povera gente, sulle spalle delle donne, sulle costole di Eva? Abbiamo perseguitato i maschi, e raggranellato enormi capitali sull’Aids maschile, perché non fare lo stesso tiro mancino alle donne, e trasformare l’Hpv in un nuovo planetario Aids femminile? Questo si devono essere dette certe industrie farmaceutiche. Il virus Hpv provoca papillomi o verruche, ovvero piccole escrescenze anomale e non maligne di cellule che possono comparire e scomparire spontaneamente nel giro di una settimana. A patto che non venga messo in crisi dal fumo e dal caffè, dai cibi sbagliati e da stili di vita assurdi, da pensieri e atteggiamenti negativi, il sistema immunitario riconosce le proteine virali e fa piazza pulita con estrema facilità sia delle verruche che dei virus che le hanno provocate.
IL CANCRO DELLA CERVICE NON È AFFATTO CONTAGIOSO ED HA MOTIVAZIONI STRETTAMENTE TOSSICHE
Le spiegazioni più plausibili dei rari casi di cancro della cervice rimangono quelle del cattivo invecchiamento (cibi e stili sbagliati prolungati nel tempo), del fumo, dell’uso continuo di contraccettivi. In ogni caso, il cancro della cervice non è contagioso per nessuno, essendo una situazione personale e irripetibile riguardante esclusivamente la paziente che se lo è fabbricato. Chiaro poi che i cacciatori di virus, al soldo di ben specificate industrie del farmaco e del vaccino, continuano a propagandare l’ipotesi virale.
SCANDALOSI FONDI GOVERNATIVI PER LA DIGENE DIAGNOSTICS DEL MARYLAND
Per cercare di risolvere i tanti paradossi e i tanti vuoti logici, i virologi, quanto mai corrotti e in malafede, hanno persino riportato in auge il virus herpes Simplex II, come cofattore Hpv, fingendo di ignorare che in matematica zero più zero fa ancora zero, per cui due cofattori assurdi non producono un fattore concreto. Eppure, la Digene Diagnostics, una ditta di biotecnologie del Maryland, ha ottenuto l’appoggio e i fondi del governo federale per il suo test del papilloma virus. Molti altri laboratori di ricerca, sulla scia di questo fatto, hanno bussato ai finanziamenti del NHI (National Health Institute), per cui la frode prosegue e va avanti in tutto il mondo.
LA BEFFARDA TEORIA DEL PAPILLOVIRUS, TERRORISMO PURO AI DANNI DELLA DONNA
Gli scagnozzi delle industrie farmaceutiche stanno convertendo mezzo mondo alla loro beffarda teoria Papillovirus. Hanno oliato per bene governi, stati e sanità. Si sono comprati giornali, riviste e canali televisivi. Tutti parlano ormai la loro lingua, la lingua della pestilenza e del lazzaretto. Terrorismo puro ai danni della donna. Stanno arringando la popolazione femminile, invitandola a fare sonni tranquilli, a non aver paura di niente. Basterà solo far vaccinare bambine e adolescenti, per ora dai 10 anni in poi, ma più avanti forse già dalla culla.
DECINE DI VACCINI PRONTI ED ALTRE CENTINAIA IN CANTIERE
Loro hanno già pronti 20-30 vaccini per i diversi tipi di Hpv appena individuati, ma ne stanno già preparando un altro centinaio. Anche perché il virus Hpv consta di un’infinità di varianti, per cui la copertura totale, la protezione globale dalle infezioni, si realizzerà mediante non una o due vaccinazioni/anno, ma con qualche decina di esse. Fuori e dentro gli ambulatori, con grande soddisfazione dei Nuovi Monatti, i quali, udite udite, amano spacciarsi per benefattori dell’umanità e, sulle orme di Luc Montagnier, sono pure in corsa per il Nobel. La motivazione ufficiale sarà “Per i loro grandi meriti e le loro benemerenze, per la difesa dell’amore e della vita, della serenità di bambine, di adolescenti e donne in piena fioritura”.
LEGGERE PETER DUESBERG PER CAPIRE MEGLIO LE INDECENZE E GLI IMBROGLI DELLA VIROLOGIA MONDIALE
I brani citati provengono dal grande Peter Duesberg, docente di biologia molecolare e cellulare presso la University of California a Berkeley, pioniere nella ricerca del retrovirus e primo scienziato al mondo ad aver isolato un gene del cancro (peter@duesberg.com), tratto dal suo best-seller “Aids, il virus inventato” (Baldini e Castoldi Editore). Se fosse davvero l’infezione virale a far diventare cancerose le cellule, si dovrebbe scoprire che ogni tumore ha avuto origine da milioni di cellule infettate, mentre invece ogni cancro viene da una singola cellula. I cacciatori di virus non riescono semplicementea spiegare il perché tutte le altre cellule infette rimangano normali. Per molti scienziati questi paradossi sono difficili da ingoiare.
CLAMOROSE CONTRADDIZIONI
A distanza di pochi anni dalla scoperta del virus di Epstein-Barr, molti esprimevano già seri dubbi sull’ipotesi virale del linfoma di Burkitt. Oggi gli infettologi dissentono tra di loro sull’infettività del medesimo linfoma! Altri propendono per una mutazione cromosomica. Negli anni 60 si sosteneva che l’EPV potesse causare anche il carcinoma nasofaringeo, tumore che si sviluppa dietro le fosse nasali, tipico di alcune regioni dell’India, della Cina, dell’Alaska e dell’Africa. Il virus era ritenuto responsabile di questo cancro perché molti dei pazienti hanno anticorpi contro il virus EPV ma, come per il linfoma di Burkitt, molte delle vittime non erano mai state infettate dal virus, e nelle altre esso rimaneva in “sospettoso” letargo.
EPSTEIN AFFAMATO CRONICO DI NOTORIETÀ E COLLUSO CON BIG PHARMA
Così ora il virus EPV è diventato l’agente che causa almeno tre malattie in un colpo solo, due delle quali sono tumori che si manifestai solo dopo che il virus è diventato latente da molto tempo. Nonostante un valanga di dubbi, i virologi continuano ciecamente a credere in questo legame EPV-cancro. Alle facoltà di medicina e sui libri di testo viene insegnato come verità incontestata. Epstein ha cercato persino di mettere a punto un vaccino contro questo virus, per proteggere il mondo dal cancro, sebbene i cancerosi non abbiano bisogno di immunizzazione, visto che i loro anticorpi hanno da tempo già soppresso il virus. Dopo anni di lavoro e 10 milioni di dollari spesi nella ricerca, gli scienziati inglesi annunciarono che avrebbero sperimentato nuovi vaccini negli anni 70. Siamo ancora in attesa!
ALTRO SMACCO CON L’IPOTESI VIRALE SULLA EPATITE-B
Gli scandali non si fermano lì. Sul virus dell’epatite-B ne hanno combinate di cotte e di crude. E’ accertato che la gente sviluppa epatite cronica o epatite-B per ovvie ragioni, e cioè quando le risposte immunitarie si sono deteriorate per alcolismo, per uso di eroina o per malnutrizione continuata. L’ipotesi virale ha subito un ennesimo smacco quando si scoprì che il cancro al fegato colpiva soprattutto pazienti che erano stati sì infettati molto tempo prima, ma che non erano portatori del virus dell’epatite-B
DIFENDERSI DAI PRESTIGIATORI, DAI MONATTI E DAGLI UNTORI DEL TERZO MILLENNIO
I test diagnostici e le vaccinazioni non sono solo interventi inutili, superflui, assurdi, seccanti, ma possono pure avere drammatiche conseguenze. Come difendersi dunque dai monatti e dagli untori del Terzo Millennio? Molto semplice. State tutti felici, pimpanti e tranquilli, verruche o non verruche, e migliorate le vostre conoscenze sulla salute, studiando di più, andando più di frequente a spasso per campi e i boschi, a respirare aria pura e a raccogliere erbe selvatiche.
RISCOPRIRE LA GRANDEZZA DI FLORENCE NIGHTINGALE
Fate una bella pernacchia a tutti i rivoltanti agenti della paura. Non date retta alla coalizione del maschilismo farmaco-vaccino-terrorista. Riscoprite il medico numero uno della storia recente, la magnifica dottoressa inglese Florence Nightingale, ed imparate a memoria il suo prezioso insegnamento. È la pulizia interna che fa guarire Questo e niente altro che questo.
I VIRUS SONO PARTI MORTE DI NOI STESSI
I virus non sono dei mostri che fanno tremila meraviglie per aggredire, circuire, giocare a rimpiattino, per sparire e rispuntare. Trattasi di semplice materiale cellulare morto che si accumula nell’organismo indebolito da avvelenamento tossico ed acidificante. Nessuna moltiplicazione ma solo un accumularsi dovuto a sospensione di funzionalità metabolica. Il tutto dimostrato scientificamente da un banale digiuno di qualche giorno, senza antibiotico e senza antivirale, che si risolve non con l’essere divorati da una ipotetica ed inesistente moltiplicazione virale all’infinito a spese del corpo, ma con un totale riequilibrio batterico-virale. Una prova del nove che nessun virologo ha mai potuto smentire. Si guarisce del tutto non appena questi concetti finiranno nel posto che meritano, ossia nel bidone delle immondizie.
TESINE DA LEGGERE
- Teorie virali e contagiose allo sfascio
- Untori, contagisti e vaccinatori al contrattacco
- La farsa del contagio batterico-virale
- Papillomi, spirochetari, bacchettoni e untori
- Superstizione del contagio e cultura della salute
- Virus e viresse
Valdo Vaccaro
I disturbi che stai provando sulla tua pelle dopo il rientro dalla Cina, sono probabilmente una forma di disintossicazione (detox) simile, concettualmente, a quella che si sviluppa a seguito di un peggioramento del proprio stile di vita (in campo alimentare ma non solo), detox che potremmo definire "viziosa" con riferimento alla sua origine (un comportamento peggiore del solito). In questi casi infatti, passata la buriana (esempio, dopo le feste natalizie, dopo qualche abbuffata, o appunto dopo un viaggio in Cina particolarmente stressante), succede che il corpo cerca di rimettere le cose in ordine, quindi cerca di disintosicarsi in modo da riportare l'equilibrio tossiemico al livello abituale esistente prima, nel tuo caso, del viaggio in Cina. E per disintossicarsi, per rigenerarsi e guarire, il corpo conosce solo un modo che è quello di ammalarsi, per costringere il soggetto a fermarsi a ricaricare le proprie batterie. Questo, secondo me, è ciò che ti è successo. La cosa diventa ancora più interessante se si considera che esiste anche una detox virtuosa, che possiamo noi stessi indurre attraverso l'adozione di un comportamento migliorativo del nostro abituale stile di vita. Così ad esempio se tu adottassi la dieta vegan crudista (tanto più se accompagnata da un più generale stile di vita ispirato ai principi dell'igienismo), il primo a prenderne atto sarebbe proprio il tuo corpo, che vedrebbe in questo miglioramento che tu gli proponi l'opportunità di sistemare finalmente vecchie pendenze e vecchi acciacchi ormai acquisiti e cronicizzati. Cosa che il corpo fa nel solito modo, sviluppando cioè qualche forma di detox per smaltire il vecchio carico tossico e procedere in contemporanea a tutte le riparazioni e rinnovi cellulari che si rendono necessari per raggiungere il nuovo obiettivo di un equilibrio tossiemico migliore (e sempre migliore più si insiste nello stile di vita igienista) rispetto a quello abituale precedente. E questo succede perchè i principi dell'igienismo hanno il potere di riconciliarci con la natura, e di rendere possibile al corpo ciò che per il corpo è previsto da madre natura (che è quello di mantenersi sano, guarendo quando necessario, per poter realizzare il progetto di vita contenuto nel suo stesso dna) e che è però impedito dal nostro malsano stile di vita. Così, ad esempio, la dieta vegancrudista ha il vantaggio di essere leggera e digeribile senza alcun dispendio energetico, pur essendo al tempo stesso completa di ogni necessario nutriente: l'opposto della dieta onnivora, che è altamente energivora e poco nutriente, e dunque tale da lasciare il corpo senza le energie sufficienti per tenersi sempre ben pulito ed efficiente.
Forse anche per te, come a molti di noi prima, è arrivato il momento di farci un pensierino e magari chissà anche di imboccare la nuova strada. La tua giovane età, anche se non più giovanissima, ti potrà senz'altro favorire nella transizione, risparmiandoti crisi di detox troppo virulente, che invece diventano praticamente obbligate quando il percorso viene avviato ben più in là negli anni.
Bella la prova del 9..come se tutti i virus e tutti i batteri fossero uguali. Prova a prendere un malato di rabbia e fai lo stesso discorso e vediamo se esce ancora 9…ma dai…
e se anche si trattasse di citomegalovirus? Noi siamo pieni di virus e batteri potenzialmente capaci di provocare qualche malattia ma che restano buoni e tranquilli finché teniamo sane ed efficienti le nostre difese, i guai succedono quando abbassiamo le nostre difese. Quindi non ci resta che lavorare per il ripristino delle nostre originarie difese, e la filosofia igienista ci insegna come.
É vero che siamo pieni di batteri ma é anche vero che 1sono simbionti e 2 sono innocui finché stanno nel loro apparato. Questo non esclude che ne esistano altri patogeni in grado di eludere le difese.
sti cavoli d’igenisti buttano tutto sulla storia della detox, che ride oh! a francesco che commenta senza tregua: ma dilla la verita’, che te sei ammalato de brutto e l’unica soluzione per pote’ resta in vita e’ mangia come le scimmie..e poi continui a da’ consigli a tutti dicendo che il cibo elettivo dell’uomo e’ solo frutta e verdura cruda, ma chi te la da’ tutta sta convinzione??? bo