LETTERA
Ciao, Valdo. Ti posto questo articolo semmai ti fosse sfuggito. Rivoluzione di tante certezze o notizie deviate? Ciao. Con affetto Salvatore Salvato
STUDIO DELLA UNIVERSITÀ CHALMERS DI GOTEBORG-SVEZIA
LE ALTERNATIVE VEGANE NON SEMPRE HANNO LE QUALITÀ CHE TI ASPETTI
Tantissime persone, probabilmente pensando di consumare cibi più salutari, oppure perché spinte dalla consapevolezza di scelte alimentari più rispettose del mondo animale o dell’ambiente, sempre più spesso optano per diete vegetariane o addirittura vegane, limitando o eliminando del tutto il consumo di carne e di alimenti di origine animale, compresi latte e uova.
ALTI LIVELLI DI FITATI RILEVATI NEI PLANT BASED PRODUCTS
Non sempre però, le alternative a base vegetale, come i sostituti della carne che stanno guadagnando sempre più spazio nei banchi alimentari e sulle tavole di ristoranti e fast food, hanno la qualità nutrizionali che ci aspettiamo. Lo dimostra un nuovo studio della Chalmers University of Technology di Göteborg, in Svezia, che ha rilevato come molti prodotti “plant based” in commercio contengano alti livelli di fitati che interferiscono negativamente nell’assorbimento dei minerali.
VEGANI E VEGETARIANI SÌ, MA L’ACIDO FITICO INIBISCE L’ASSORBIMENTO DI MINERALI
I fitati, considerati dei fattori anti-nutrizionali a causa della forte azione complessante dell’acido fitico, si trovano naturalmente nei fagioli e nei cereali: tuttavia, durante l’estrazione delle proteine vegetali per l’utilizzo nei sostituti della carne, i fitati si accumulano in grandi quantità e, quando ingeriti, interferiscono con il normale assorbimento dei minerali presenti nei cibi. Questo perché, una volta arrivati nel tratto gastrointestinale, i fitati formano composti insolubili con alcuni minerali alimentari essenziali – soprattutto con il ferro non eme (ferro presente negli alimenti vegetali) e lo zinco, ma anche con magnesio e calcio, che una volta complessati non vengono assorbiti nell’intestino.
L’analisi, pubblicata nel dettaglio sulla rivista scientifica Nutrients, ha preso in esame 44 diversi sostituti della carne venduti in Svezia (prodotti realizzati principalmente a partire da proteine di soia e di piselli, ma anche a base di semi di soia fermentati – tempeh – e micoproteine, cioè proteine dei funghi) riscontrando “un’ampia variazione nel loro contenuto nutrizionale e di quanto possano essere sostenibili dal punto di vista della salute – ha spiegato Cecilia Mayer Labba, autrice principale dello studio – . In generale, l’assorbimento stimato di ferro e zinco dai prodotti è stato estremamente basso, perché questi sostituti della carne contenevano alti livelli di fitati”.
COMMENTO DI VV
COL RADICCHIO E COI CACHI NON SI GUADAGNA
È evidente che la progressiva espansione delle diete vegane e vegetariane nel mondo desti non poco fastidio e preoccupazione agli allevamenti intensivi, alle industrie alimentari e ai supermercati, vale a dire alle multinazionali che campano e proliferano sugli alimenti lavorati, cotti, confezionati, e non certo sul radicchio, sui cavoli, sulla frutta e le tante risorse naturali che il pianeta continua a offrirci. Il fastidio coinvolge anche le industrie farmaceutiche che guadagnano fortemente con integratori, sieri e farmaci, nonché i canali televisivi e i media in genere, sovvenzionati da quel tipo di industrie e non certo dai coltivatori di carote.
CHE COSA SONO I FITATI
L’acido fitico è una sostanza presente nei semi dei vegetali che ha la funzione di deposito di fosforo, da scomporre e utilizzare come nutrimento una volta che il seme germoglia. Gli alimenti più carichi di fitati sono i legumi, i cereali, la frutta secca come nocciole e mandorle.
I fitati sono considerati degli anti-nutrienti in quanto riducono la capacità del corpo di assorbire minerali presenti negli alimenti come calcio, ferro e zinco. Da ricordare comunque che l’effetto vale solo per i cibi consumati nello stesso pasto insieme ai fitati. Chiaro invece che se ad ogni pasto si consumano molti fitati, combinati con una alimentazione poco varia, allora possono insorgere problemi di malnutrizione.
COME RIDURRE IL CONTENUTO DI FITATI
Per ovviare all’alto contenuto di fitati si può ricorrere a diversi metodi, tra cui i più utilizzati sono l’ammollo e la germogliazione dei semi (innescando il rilascio di enzima fitasi che scompone l’acido fitico), la fermentazione e la cottura. Questi processi consentono di ridurre considerevolmente la quantità di fitati presenti in questi alimenti. Per esempio, i fagioli dopo un’ora di cottura perdono circa l’80% di fitati.
L’azione negativa dei fitati può anche essere controbilanciata con un aumento di alimenti ricchi di vitamina C e di zolfo, come aglio e cipolla che favoriscono invece l’assorbimento di ferro e zinco.
BENEFICI DEI FITATI
Gli ultimi studi sull’acido fitico hanno inoltre dimostrato che questa sostanza ha diverse effetti benefici sulla salute umana grazie alle sue proprietà antiossidanti e antitumorali. Sembra inoltre che riduca il rischio di osteoporosi e prevenga l’accumulo eccessivo di minerali e la cristallizzazione del calcio, diminuendo il rischio di calcoli renali.
I FITATI SONO UN FALSO PROBLEMA
Si tratta comunque tutto sommato di un falso problema, come è un falso problema quello del ferro-eme e come lo è quello della vitamina B12 (le cui carenze, nota bene, riguardano soprattutto e paradossalmente i consumatori di carni, e non tanto i vegani).
La Cecilia Mayer Labba non dice infatti che i fitati vengono per lo più assunti da chi è tuttora ipnotizzato dalla falsa necessità di sostituire le carni e il pesce con grandi quantità di vegetali proteici e surrogati a base di soia. Chiaro che essere vegani o vegetariani non significa automaticamente alimentarsi bene.
Questi ricercatori non sono affatto trasparenti, e la loro scienza non è per niente libera e indipendente. Fanno di tutto e di più per rovesciare la tendenza dei consumatori a rivolgersi ai cibi sani e freschi che stanno nei mercati.
MAI CHE SI PARLI DEI DANNI DELL’ACIDIFICAZIONE
Mai una volta che menzionino il fatto che bastano 24 grammi di proteine al giorno, oltre i quali il corpo va in acidificazione, acidificazione che comporta gravi danni a catena, almeno 100 volte più di quanto danneggino i fitati. Acidificazione significa infatti sangue denso, sangue grasso, sangue guasto, che risulta essere la vera causa numero uno di malattie gravi e di morte.
L’ODORE DI MORTE BLOCCA IL RESPIRO
Mai una volta che riconoscano le formidabili risorse che la natura ha inserito sia nei cibi naturali ricchi di energia solare accumulata, sia nei nostri organi interni disegnati per assimilare esattamente quei cibi naturali, e non le scadentissime e devitalizzate alternative che si trovano nei banchi dei supermercati, come marmellate, gelati, caramelle, biscotti, dolciumi, caffè, verdure cotte in vasetti e in lattine, e soprattutto carni, salumi, frattaglie e pesce, cioè nei reparti prediletti e più redditizi dei supermercati, dove nonostante il freddo l’odore acre di sangue e di morte blocca il respiro.
IL BUONUMORE VIENE SOLO DALLE FRAGRANZE NATURALI
Queste sono le considerazioni reali e veritiere sui cibi. Nei reparti ortofrutta c’è aria di vita, ci sono profumi e fragranze e colori che ti portano a sorridere, ti danno il buonumore e la serenità, ti facilitano il respiro profondo. Nei reparti-macelleria invece le ridicole e auto-intossicanti mascherine potrebbero non sembrare così insensate e fuori posto. In tali reparti predomina e impera l’aria pesante e irrespirabile tipica delle sostanze in stato di putrefazione.
Valdo Vaccaro
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