LETTERA
Buongiorno, la contatto nella speranza che riesca a ricavare il tempo per rispondere a questa mail. Ho smesso di fumare tre anni fa e da un anno e mezzo non mangio più carne e pesce. Sporadicamente consumo del formaggio (vivo a Saluzzo, il luogo da lei citato nel suo libro per i tomini di Melle), mentre le uova le consumo raramente.
MENU DECISAMENTE SALUTISTA
Il mattino bevo del succo di limone con un poco di acqua tiepida appena sveglio e poi a metà mattinata consumo una spremuta di pompelmo o una ciotola di mirtilli, a secondo della stagione, ma comunque solo frutta. A pranzo di solito insalata per aprire e poi un cereale tra riso, orzo, farro, quinoa, grano saraceno o pasta. Qualche frutto il pomeriggio e a cena verdure crude o cotte e pasta. I vini li bevo di rado solo nelle occasioni particolari, mentre un bicchiere di birra lo consumo regolarmente durante la cena.
SAFENA ALLA GAMBA DESTRA E PARERE UNIVOCO DEI CHIRURGHI
Ho 45 anni e, di recente, mi sono fatto visitare in momenti diversi da due chirurghi. Mi interessava il loro parere in merito alla safena della mia gamba destra che è ormai molto ingrossata (9 mm di diametro a dispetto dei 4 mm della norma). Il responso è stato univoco da parte di entrambi: rimozione della grande safena mediante intervento chirurgico.
CAUSE EREDITARIE SECONDO I MEDICI
Da diversi anni soffro in modo lieve di emorroidi e di varicocele sinistro. Secondo i medici le cause di queste patologie sono di natura ereditaria (in effetti mio padre ha delle vene impressionanti nelle gambe).
SUO PARERE SULL’INTERVENTO, SULLE CALZE ELASTICHE E SUI GONFIORI ADDOMINALI
Sono alto 1.70 e peso 65 kg. Il mio peso è regolare, ma la mia pancia, nonostante io sia magrolino, è evidente. Ho letto le sue tesine in merito al problema della safena ma gradirei un consiglio in merito all’ipotesi di intervento chirurgico e l’utilizzo a vita di calze elastiche contenitive, ed eventuali consigli alimentari per riuscire a ridurre la pancia. Grazie per la sua cortese attenzione.
Giulio
*****
RISPOSTA
INSUFFICIENZA VENOSA E SAFENE
Le vene varicose sono vene che hanno perso il loro normale tono, e che si presentano perciò permanentemente ingrossate, tortuose e con tipici nodi. Il termine più appropriato per indicare questa condizione è ”insufficienza venosa cronica”. Si manifestano con maggiore frequenza nelle due vene safene: la grande safena che corre lungo la faccia interna della gamba e della coscia, e la piccola che sale lungo il polpaccio fino al cavo del ginocchio. Le vene varicose sono causate dal cattivo funzionamento di particolari valvole situate all’interno delle vene degli arti inferiori che servono per facilitare il ritorno del sangue al cuore.
IL RITORNO AL CUORE DEL SANGUE VENOSO È SOSTENTO DAI MUSCOLI DEL POLPACCIO
Mentre il transito del sangue dal cuore alla periferia, attraverso le arterie, è garantito prevalentemente dall’azione di pompa del cuore, per ritornare al cuore, il sangue deve vincere la forza di gravità. Lo sforzo maggiore è sostenuto dai muscoli del polpaccio e dal sistema di valvole interne alle vene degli arti inferiori. Le vene perciò devono essere elastiche e pienamente efficienti per garantire questo scorrimento in senso inverso, coadiuvando efficacemente l’attività di pompa dei muscoli che spingono il sangue venoso verso l’alto comprimendo le vene profonde.
INCONTINENZA VALVOLARE E RISTAGNO DEL SANGUE
Per facilitare questa funzione, le valvole si chiudono al passaggio del sangue impedendone il riflusso in basso. Il cattivo funzionamento di queste valvole è alla base della malattia varicosa. L’incontinenza valvolare provoca il ristagno del sangue che a lungo andare sfianca le pareti delle vene, soprattutto quando è presente una debolezza costituzionale del tessuto elastico della loro parete. Le varici alle gambe sono più frequenti nei soggetti obesi e nelle donne in gravidanza o in concomitanza col mestruo.
GONFIORI ALLE CAVIGLIE E AI PIEDI
Il gonfiore è di solito circoscritto alle caviglie e ai piedi. Spesso si aggrava nel corso della giornata, ma può diminuire durante la notte perché stare sdraiati facilita il ritorno venoso in direzione del cuore. I sintomi possono accentuarsi dopo che si è stati a lungo in piedi, soprattutto se fermi, e in particolare nei mesi più caldi.
VENE VARICOSE E FLEBITI
Una pressione venosa sempre elevata, oltre che causare raccolta di liquidi nei tessuti (edemi), può anche modificare visibilmente la colorazione della pelle nelle zone colpite. Le venule troppo dilatate possono rompersi provocando la formazione di macchie marroni che, da ristrette aree cutanee, nei casi più gravi possono allargarsi ai tessuti circostanti. Le modificazioni possono interessare la struttura stessa della pelle che diventa secca e squamosa oppure umida e appiccicosa. Soprattutto in seguito a piccoli traumi, possono formarsi vere e proprie ulcere da stasi venosa (ristagno della circolazione). Quando sono presenti colorazione rosso-bruna attorno alla caviglia, eczema con intenso prurito, edema, indurimento sottocutaneo e ulcera si parla di sindrome da stasi. Le vene varicose possono inoltre facilitare la formazione di un coagulo di sangue che può andare ad ostruire la vena e provocare una flebite. La flebite si manifesta con un forte dolore alla gamba, polpaccio caldo, gonfiore, dolore alla pressione, febbre.
NON CONFONDIAMO EREDITARIETÀ CON CATTIVE ABITUDINI FAMILIARI
Vietato tirar fuori i soliti fattori ereditari che fanno ridere anche i sassi. L’ereditarietà consiste nel commettere le stesse incongruenze alimentari, prediligendo proteine animali e cibi devitalizzati che compromettono la giusta velocità metabolica. La stitichezza non è fattore ereditario ma fattore abitudinario.
NIENTE INUTILI ALLARMISMI E MAGGIOR PREPARAZIONE
Non c’è da preoccuparsi troppo per una safena isolata. Una rondine non fa primavera. Lo ha detto un medico specialista su internet. Se poi non causa nemmeno dolori, la cosa tende a estinguersi in modo spontaneo, non appena ci muoveremo di più. Per chi ha varici e caviglie ingrossate qualsiasi tipo di sport è prezioso. Ma la cosa numero uno rimane la corretta istruzione. Perdere più tempo a bazzicare tra le tesine del blog e a sviscerarle. Usare come motori di ricerca termini tipo flebite, colon, gastrite, dieta.
ESISTONO ANCHE I CASI CRITICI
Solo un eventuale accrescimento del gonfiore verso l’inguine diventa fonte di preoccupazioni cardiaca.
In questi casi si parla di tromboflebite ascendente, condizione temibile che, priva di contromisure, può portare a rischi di embolizzazione.
POMPA PLANTARE
La circolazione del sangue nelle vene degli arti è mantenuta da una serie di pompe, oltre che dalla
presenza di valvole che impediscono al sangue di tornare indietro. Una delle pompe più importanti è la cosiddetta pompa plantare, costituita dal fitto reticolo di piccole vene poste nella pianta del piede. È come una vera e propria spugna che ad ogni nostro passo viene spremuta e spinge il sangue dal piede verso la gamba.
POMPA MUSCOLARE
Un’altra pompa molto importante è la pompa muscolare. Quando si sta fermi, le vene tendono a riempirsi per la stasi del sangue. Ogni movimento delle gambe, mette in azione i muscoli, soprattutto quelli del polpaccio che, come già detto poc’anzi, spremono le vene, spingendo il sangue in alto verso le cosce ed oltre.
POMPA CARDIACA ASPIRANTE SUL CIRCUITO VENOSO, ESPANSIONE TORACICA E DANNI DEL FUMO
Due meccanismi che facilitano il ritorno del sangue venoso al cuore sono la pompa cardiaca e l’espansione del torace, che agisce da vera e propria pompa aspirante sul circolo venoso. Il fumo di sigaretta, recando danno a cuore e polmoni, ostacola questi meccanismi e danneggia la parete delle arterie e delle vene.
IMPORTANZA FONDAMENTALE DI UNA DIETA ACQUOSA, VITALE, ALCALINIZZANTE, FLAVONOICA E VEGAN-CRUDISTA
Una dieta ricca di vegetali ad alto contenuto di fibre contribuisce a tenere regolato l’intestino e a evitare la stitichezza. Molto importante, per la parete dei vasi, risulta anche l’apporto vitaminico della frutta, in particolare agli agrumi. La riduzione di cibi piccanti, alcolici e caffè tende ad eliminare l’insorgenza di vasodilatazione, crampi e prurito emorroidale. Questo tipo di scelte alimentari porta a risolvere anche i problemi dei gonfiori addominali. Il menu che stai seguendo non è malvagio.
LA STITICHEZZA È UN MICIDIALE RALLENTATORE DEL METABOLISMO
La stitichezza comporta una serie incredibile di danni, e va combattuta giorno per giorno. Essa implica anche sforzi defecativi che sono serio ostacolo al ritorno del sangue verso il cuore. Ostacolo che si trasmette negativamente su tutto il circolo venoso degli arti inferiori.
UNA VENTINA DI CONSIGLI PRATICI
1) Se si svolgono attività che costringono a stare molto tempo in piedi, sollevarsi spesso sulle punte. Questo semplice movimento facilita la risalita del sangue dalla gamba verso il cuore.
2) Non restare seduti a lungo seduti e immobili con le gambe a penzoloni, come può accadere in treno, in metrò, in pullman, in aereo. In questi casi è sufficiente alzare alternativamente tacco e punta dei piedi ogni tanto, per attivare la circolazione degli arti inferiori. In caso di lunghi viaggi in aereo, può risultare
utile l’uso di calze elastiche. È spesso imperativo il ricorso alla elastocompressione, soprattutto durante i mesi invernali.
3) I viaggi in auto provocano facilmente stasi venosa agli arti inferiori. Se prolungati, non indossare indumenti stretti e fermarsi almeno ogni ora per una sosta, per fare stretching o allungamenti, per sgranchire le gambe, evitando pericolosi assopimenti.
4) Dormire coi piedi sollevati di qualche centimetro rispetto al cuore. Posizionare le gambe ad un livello più alto di quello del cuore significa annullare gli effetti della gravità e favorire il ritorno del sangue venoso. Ciò costituisce un grande vantaggio per chi soffre di insufficienza venosa cronica nelle sue varie forme.
5) D’estate non esporre le gambe al sole né fare sabbiature calde. L’esposizione diretta delle gambe al sole, soprattutto d’estate, provoca la dilatazione della parete delle vene, con tutte le conseguenze negative, soprattutto in presenza di vene varicose. Al mare, risulta allora molto utile raffreddare frequentemente le gambe con immersioni in acqua, che hanno anche un effetto tonificante sulla parete delle vene. a lungo dentro l’acqua del mare immersi fino al bacino. Anche il nuoto è molto utile.
6) Le lunghe passeggiate in acqua durante le vacanze estive arrecano numerosi vantaggi alle vostre gambe. La temperatura fresca e la pressione stessa dell’acqua esercitano un benefico effetto sulle vene dilatate. Inoltre il movimento degli arti inferiori, immersi totalmente in acqua, e sottoposti ad un massaggio continuo, facilita il ritorno venoso, attivando al meglio sia la pompa plantare sia quella muscolare.
7) Fra le attività sportive, il nuoto è la più utile e completa perché A) La posizione orizzontale del corpo e la spinta dell’acqua verso l’alto annullano l’influsso della forza di gravità facilitando il ritorno venoso, B) La temperatura dell’acqua sviluppa un effetto tonificante sulla parete delle vene, C) L’azione positiva dei muscoli è aumentata dal massaggio stesso dell’acqua.
8) Jogging e lunghe passeggiate attivano tutti i muscoli della gamba e favoriscono il ritorno venoso. Nel praticare queste attività sportive è importante anche scegliere scarpe corrette (eventualmente consigliate da uno specialista) e, se possibile, preferire un fondo morbido. Correre su un tappeto erboso risulta più vantaggioso che correre sull’asfalto.
9) Per chi trova difficoltà nel praticare sport, un’attività alla portata di tutti è quella di salire le scale a piedi, per attivare sia la pompa plantare che quella muscolare.
10) Se costretti a letto da qualche malattia, muovere frequentemente le gambe.
11) Evitare giarrettiere, guaine, jeans aderenti, gambaletti, calzini elastici, calzettoni stretti che ostacolino la risalita del sangue verso il cuore.guaine. Oltre che costituire un ostacolo meccanico alla circolazione, impediscono l’attivazione della pompa muscolare.
12) Ridurre il peso corporeo in eccesso. Il sovrappeso risulta dannoso anche alle gambe perché A) Rende meno efficiente il ritorno venoso, B) Provoca il crollo della volta del piede, riducendo così gli
effetti della pompa plantare, C) Rende più faticoso il cammino ed ogni esercizio muscolare.
13) Non indossare scarpe strette e scomode, scarpe con i tacchi troppo alti o troppo bassi che compromettano una corretta andatura. In ambedue i casi manca l’effetto pompa della pianta del piede e la circolazione delle gambe ne risente. Questa può essere ostacolata anche da difetti o malformazioni del piede, quali il piede piatto, il piede cavo. In presenza di tali situazioni, che vengono evidenziate da un consumo irregolare della suola delle scarpe o da callosità sotto la pianta del piede, è opportuno consultare un ortopedico per la prescrizione di plantari correttivi.
14) Preferire la doccia al bagno perché più difficilmente l’acqua calda corrente provoca vasodilatazione.
15) Il calore eccessivo tende a dilatare la parete delle vene e questo va evitato soprattutto in presenza di vene varicose. Il bagno ideale va fatto in acqua a temperatura di 34-36 °C dopo aver messo nella vasca un chilo di sale da cucina. Una norma utilissima, è quella di fare una doccia fredda sulle gambe prima di coricarsi.
16) Camminare almeno un’ora al giorno. Nuoto e bicicletta sono le attività fisiche più indicate per chi ha problemi di circolazione.
17) Evitare di fumare e di bere alcolici perché riducono la funzionalità circolatoria.
18) Molto utili sono le calze elastiche a compressione graduale, studiate apposta per chi soffre di vene varicose (scegliere attentamente il modello adatto con l’aiuto del medico o del farmacista). È importante indossarle al mattino restando sdraiati e prima di scendere dal letto. Esse comprimono il vaso dilatato e il suo sfiancamento.
19) Le donne in gravidanza, ed anche dopo il parto, sono tormentate da pesantezza, tensione e sintomi di insufficienza venosa. Anche in questi casi è opportuno l’uso di calze elastiche, per una prevenzione basata sul ripristino del tono venoso agli arti inferiori. Chiaro che coi climi troppo caldi il ricorso alle calze non potrà essere continuativo.
LO STRIPPING ASPORTATIVO DELLA SAFENA NON PARE OFFRIRE GROSSI RISULTATI
Dalle confidenze dal vivo sui vari forum-internet, non c’è molto da entusiasmarsi verso gli interventi chirurgici. Riporto una testimonianza fra le tante.
“Sono una donna di 38 anni. Ho iniziato ad avere problemi alle gambe molto giovane, all’età di 15 anni sono comparse le prime vene dilatate e un nido di ronde alla gamba destra. Naturalmente accompagnati da crampi notturni e dolori alle gambe restando in piedi. Circa dieci anni fa sono stata operata per stripping della safena interna destra”.
L’intervento non è stato però risolutivo, le vene oggi sono molto più dilatate e ne sono comparse altre, anche alla gamba sinistra. Per limitare la pesantezza e il dolore alla gambe durante l’inverno uso calze elastiche, mentre nei mesi estivi prendo, dietro indicazioni del medico, 2 compresse di meliven e una di vasodren al giorno”.
Nulla di particolarmente incoraggiante, a quanto pare. Ovvio che i chirurghi parteggino per l’intervento. Non vorrai mica che incrocino le braccia e vadano in pensione. Chiedere il parere al medico sul farmaco e sul bisturi equivale a chiedere all’oste se il vino fa male!
TESINE DA LEGGERE
- Safena alla gamba destra e stasi da insufficienza venoso-linfatica
- Bolo, chimo, chilo e digestione sicura
- Dolorante al ventre e gonfia come un pallone
- Safenectomia e sindrome da menomazione
Valdo Vaccaro
La presenza della pancia sta probabilmente ad indicare che sei in sovrappeso, al di là di quanto dicono i numeri: nonostante il tuo peso apparentemente corretto, infatti, potrebbe esserci qualche chilo adiposo di troppo, e una contestuale carenza muscolare. E’ evidente che in tal caso la soluzione è costituita dall’esercizio fisico intenso: addominali e dorsali, piegamenti sulle braccia e sulle gambe, passeggiate in montagna ecc. ecc.
Quanto alla tua dieta, diciamo che Valdo è stato generoso: non è malvagia, ma è comunque piuttosto insoddisfacente. Dove sta la frutta? I cereali non sono un valido sostituto della frutta, ma solo un suo povero succedaneo, del tutto privo dell’infinita varietà di Sali minerali, vitamine e fitonutrienti di cui invece la frutta è ricchissima. Perché alla mattina non ti fai una bella colazione (1 chilo) di frutta acquosa, arance in inverno, meloni e angurie in estate, uva in autunno? Se poi imparerai che i cereali del pranzo e della cena possono essere sostituiti, con grandissimo vantaggio per la tua salute e pure per il tuo peso, dalla frutta, allora avrai fatto il passo decisivo verso il superamento di ogni tuo problema. Con un menù a base di frutta, ad esempio, il nostro peso si normalizza: potresti scoprire che hai del grasso da smaltire, e magari anche una muscolatura da ricostruire. In bocca al lupo.
Francesco, concordo con te sull'importanza dell'esercizio fisico e del mangiare frutta in grandi quantità. Se non ne mangi abbastanza è chiaro che a pranzo e cena non ti può bastare la sola mega insalatona e quindi devi per forza integrare con i cereali. Questi ti danno calorie ma poco nutrimento.
Un'altra cosa di Giulio: la birra…."regolarmente durante la cena"!!! Non sarebbe meglio evitare?
Dici bene Lucianna, grandi quantità di frutta, e la ragione è molto semplice: per avere le stesse calorie di un piatto di pasta per un etto occorre mangiare un chilo di frutta circa. Allora diciamo che per compensare tre etti di cereali al giorno, occorrono circa tre chili di frutta. Quando mangi tre etti di cereali, hai poi bisogno di due litri d’acqua per ricostituire i liquidi e per spazzar via le scorie, mentre se mangi tre chili di frutta poi non hai bisogno di bere perché la frutta contiene già l’acqua biologica, che come sappiamo è la migliore perché ricca di un’infinità di nutrienti che nell’acqua di rubinetto (o in bottiglia) difettano.
Molti non ce la fanno a mangiare tanta frutta, perché questa scatena “inizialmente”, almeno di norma, una quantità di disturbi vari, dal gonfiore alla diarrea e tante altre cose. Ma questo è il prezzo che bisogna pagare per fare le pulizie in casa propria: insieme alla frutta infatti arriva puntuale anche la detox, cioè qualche malanno che in realtà è quello che ci guarisce. Un processo, quello della detox, che può durare anche molto a lungo, tanto più a lungo quanto più si è intossicati. E’ l’autoguarigione, bellezza.
D’accordissimo sull’eliminazione della birra: niente birretta, niente pancetta.
Che i cereali diano poco nutrimento anche no!!
I cereali a basso contenuto di glutine in particolare, messi in ammollo preventivo e cotti ai minimi termini sono una buonissima fonte di nutrimento. E' chiaro che frutta e verdura allo stato crudo rappresentano quanto di meglio ci sia per l'organismo umano. Birra da togliere come abitudine, in ogni caso una birretta piccola sorseggiata in compagnia non credo rappresenti chissà quale problema. Per il resto completamente d'accordo su tutta la linea.
Il punto centrale è che il modello di menù centrato sui cereali è profondamente alternativo a quello centrato sulla frutta. Nel primo caso si privilegia il ricorso ai carboidrati complessi, nel secondo quello ai carboidrati semplici. Rinunciare ai carboidrati complessi significa non solo beneficiare degli evidenti vantaggi di quelli semplici, ma avvantaggiarsi dell’acqua biologica contenuta nella frutta ricca di una miriade di micronutrienti che sono invece del tutto o quasi assenti nei cereali. E non sarà certo l’acqua del lavandino che, mangiando i cereali, dovrai poi bere nel corso della giornata a rimediare alla mancanza di acqua biologica.
I modelli misti, come quello al quale tu probabilmente pensi, Ignazio, non mi convincono affatto, sono creature senza identità e senza carattere: non eliminano i danni (da cereali) e non arrecano i benefici sperati (dalla frutta).