IL SUICIDIO E L’ABBRUTTIMENTO DEL MANGIARE BOVINI, CONIGLI POLLI E MAIALI

da 3 Giu 2015Etica, Consapevolezza e Spiritualità

VISITA CONOSCITIVA AI MATTATOI

Documento di Franco Libero Manco (Rielaborazione, sintesi e sottotitoli di VV)

ABBRUTTIMENTO DELLA COSCIENZA UMANA

La coscienza e la sensibilità umana si sono abbruttite. Si mangiano in modo disinvolto la gamba di un animale, il fegato, il cuore, gli intestini. La gente è convinta che siano cose buone da mangiare, perché così fan tutti, così dice la televisione, così consigliano i medici, così sancisce la religione, mentre dovrebbe essere presa da sgomento, da repulsione, da orrore e da disgusto.

NESSUNA DIFFERENZA TRA MATTATOIO ED OBITORIO

Eppure non c’è differenza tra le parti anatomiche sezionate di un animale e le stesse parti anatomiche dell’essere umano. Non esiste differenza tra una macelleria ed un obitorio. Non c’è distinzione tra un’operazione chirurgica umana e lo sventramento di un animale al quale vengono estrarre le stesse parti anatomiche per cucinarle in padella.

CARNE E PATATE NON SONO LA STESSA COSA

Allo stesso modo della volontà di conoscere come vengono coltivate le verdure, è giusto che ognuno sappia che cos’era la bistecca che qualcuno mangia con tranquilla e pacifica noncuranza. È giusto che  si sappia a chi apparteneva quella parte anatomica. Se la carne è davvero un prodotto alimentare come gli altri allora è logico e doveroso che ognuno conosca la natura di questo prodotto e il suo processo di produzione, a meno che non si voglia assumere un atteggiamento ipocrita, bendando cuore, occhi e orecchi, facendo finta che carne e patate siano la stessa cosa, e non invece parti anatomiche di esseri dotati di sensibilità e intelligenza, ai quali è stata appena tolta la vita. Troppa gente preferisce non essere disturbata, non subire turbamenti nella propria sensibilità.

DOCUMENTIAMOCI VISITANDO ALLEVAMENTI E MATTATOI

Sarebbe auspicabile organizzare gite conoscitive nei vari mattatoi delle varie città, invitando gli interessati a conoscere da vicino l’alimento che porteranno nel piatto, con lo scopo di conoscere dal vivo gli animali che saranno trasformati in bistecche, se sono in buona salute, se i luoghi di allevamento sono accettabili, se gli alimenti con cui sono stati nutriti erano puliti, se le malattie cui sono stati soggetti erano pericolose, se i medicinali loro somministrati apportano o no gravi conseguenze per chi mangia quelle carni, se sono stati attuati i sistemi di controllo veterinario, se sono state rispettate le procedure di esecuzione capitale e quelle igieniche.

NIENTE PIÙ IPOCRISIA E SADISMO, NIENTE PIÙ DELEGHE E DELITTI

Insomma, occorre che l’umanità si liberi da questa immanente cappa di indegna ipocrisia. Occorre che la smetta una buona volta di delegare altri ciò che in prima persona non commetterebbe mai. Chi ritiene sia giusto e lecito mangiare animali abbia almeno il coraggio di procurarsi da solo il cibo carneo e di guardare in faccia gli effetti prodotti da questa scelta cinica, insalubre ed abominevole. La facoltà di delegare altri a commettere ciò che ci ripugna è la causa dei peggiori delitti umani, disse il grande Seneca. Noi vegani-universalisti abbiamo la formula per rendere migliore questo nostro mondo sprofondato nelle sabbie mobili del sadismo e dell’indifferenza. Franco Libero Manco

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COMMENTO

UNA MEDIA SPAVENTOSA DI TRE CHILI DI CARNE A SETTIMANA

In questo paese di grandi tradizioni e di scarsa memoria, la gente continua imperterrita a ingozzarsi di carne. La media è di un chilo e mezzo a settimana. Considerando che le statistiche includono bambini in svezzamento, adulti sani e malati, mangiatori carnivori e vegetariani, esiste una prevalenza di persone che raggiunge tranquillamente i 3 chili a settimana. Assai vicini ai 21000 animali assunti nel corso della vita dai consumatori tipici americani. Tutto questo nonostante i vitelli dopati del Cuneese e nonostante le bistecche agli ormoni e all’osso pro-encefalite, pronte ad arrivare dagli Usa.

MENZOGNE SU MENZOGNE RIGUARDANTI GLI ANTIBIOTICI

Si dice che i medicinali assunti dagli animali vengano smaltiti poco prima della macellazione. Menzogna insostenibile! Sappiamo benissimo quante difficoltà e quanti lunghi mesi ed anni servano per smaltire antibiotici, cortisonici ed ormoni. Il 71% degli antibiotici venduti nel nostro paese è destinato in teoria agli animali, ma finisce in realtà negli intestini umani con effetti immaginabili e devastanti.

ALIMENTARSI DI CONIGLI, POLLI E MAIALI DIVENTA UN SUICIDIO COLLETTIVO

Al danno rappresentato dalle carni in sé, in quelle cosiddette biologiche e di qualità, si aggiunge la truffa dei fattori di extra-crescita ormonale. Ma le carni peggiori arrivano dagli animali allevati in modo intensivo, ammassati in spazi chiusi ed angusti, senza accesso all’aria rigenerante e alla luce solare, abbeverati non ad acqua fresca ma ad orrende mescole di acqua putrida, fetida e intrisa di antibiotici. Rientrano in questa disgraziata categoria conigli, polli e maiali.

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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Commenti

1 commento

  1. arvo

    Allora: ero bambino e mio padre sostituì temporaneamente un anziano nella conduzione di un allevamento di polli in gabbia. Ammassati, gonfiati di mangimi medicalizzati e salati, le povere bestie mangiavano e bevevano in continuazione, mentre respiravano a fatica. A volte si lasciavano le luci accese pure di notte, così che non interrompessero mai la loro duplice e frenetica attività : carico e scarico. Senza sosta. Alcuni non reggevano il ritmo e morivano col fegato che collassava. A volte prima di scoppiare capitava che si fratturassero le ossa delle gambe, ma anche in quel caso cercavano di continuare a mangiare.
    Ebbene mio padre sulle prime prese a gettare in una discarica i polli morti, lasciandoli giacere nel loro stesso letame che, man mano si accumulava. Un giorno la cosa fu notata da un addetto di una grossa azienda che, a fine mese, provvedeva a ritirare i polli ormai grassi a puntino, pagandoli. Il tizio chiese cosa avessero quei polli gettati li in discarica. Avutone spiegazione, ricordo che si arrabbiò e rimproverò mio padre dicendo lui che quei polli non andavano buttati perché la sua azienda li avrebbe selezionati, lavorati e confezionati come galletti. Naturalmente pagandoli la metà se ancora erano recuperabili. Bello no? Incosciente com'ero allora, quando vedevo in tv la pubblicità dei galletti, ridevo come un matto.Mi dispiaceva per le bestie, ma la gente che li mangiava aveva esattamante quello che si meritava.Malattie comprese, ovviamente.

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