LETTERA
Caro Valdo, come stai? È ricominciata la primavera, la terza da quando ti seguo. Anche se l’obiettivo di perdere peso va a rilento, anzi a fatica, non ho più mangiato più proteine animali. La sola idea di non ospitare presenze e ristagni di sostanze prese ai nostri amici quasi umani, è già per me un notevole risultato.
Ora vorrei porti un quesito che da un po’ di tempo porta tensione e litigi con mio marito. Mentre ti scrivo, dico a lui che sei l’unica persona di cui mi fido. Ti espongo pertanto il problema senza nessuna vergogna, senza timore di essere ridicolizzata.
Sono una donna di 55 anni e da 5 sono in menopausa. Con il calo di ormoni è calato anche qualcos’altro. Questo almeno lo dice lui, mentre io ribadisco che sono solo diventata più esigente, più delicata e più selettiva.
In passato la nostra frequenza sessuale era molto attiva. In certi periodi anche più volte al giorno. Ora invece mio marito mi dice che lo cerco raramente e che un tempo ero io ad accendere il suo desiderio. Quindi continua a insistere che prenda qualche sostanza anche naturale, perché non accetta il mio cambiamento. Poi paradossalmente insiste che, siccome evito l’argomento, sono io che non accetto l’idea. Io l’accetterei eccome, se solo non continuasse a ripetermelo e a stressarmi.
Comunque, ripeto, siccome mi fido di te, c’è qualcosa che possa accendere il desiderio? Lui ha cercato su internet e mi ha presentato un prodotto che si chiama “Horny goat weed” che, secondo lui, ripristinerebbe il desiderio.
Ma io, per principio, non assumo nulla che sia oggetto di vendita e di speculazione. Non so se sei in Italia o all’estero. Spero in ogni caso che tu possa e voglia rispondermi. Grazie. Manuela
RISPOSTA (da Singapore)
Ciao Manuela. Sei persona troppo saggia e intelligente perché io ti venga a raccontare la favola di Biancaneve e dei Sette Nani. Non voglio fare discriminazioni tra te e tuo marito in questo, attribuendogli la parte negativa in tutta questa faccenda. È chiaro però che c’è qualcosa di bambinesco e di quasi-infantile nelle sue lamentele di tipo erotico. Il solo pensare di mettere la problematica sul lato chimico rasenta l’assurdo, soprattutto se arriva da una coppia affiatata e legata da profondo affetto.
Quando da ragazzini ci allenavamo a fare i primi tiri col pallone, c’era sempre qualcuno che non riusciva a inquadrare la porta. Il portiere si incavolava quando uno di noi tirava troppe volte fuori dai pali lasciandolo così disimpegnato.
Siccome era bravo non solo a parare ma anche a fare le battute ironiche, prendeva in giro i frombolieri da strapazzo con un “Frut, e covente tante pui smicie. O hai sintut che le venden te boteghe” (Ragazzo, serve molta più mira. Ho sentito che la vendono nel negozio di alimentari).
Un minimo di saggezza ce l’avevamo pure noi. A nessuno venne mai in testa di andare dal negoziante a ordinare mezzo chilo di mira. La mira arriva soltanto dalla concentrazione, dalla forza muscolare e dalla padronanza del pallone.
In ultima analisi una questione di allenamento. La questione della mira non è per niente diversa da quella della libido. L’amore spirituale non si compra, e nemmeno la libido.
Se Viagra, Cialis e compagnia bella risolvessero davvero la questione, non ci troveremmo di fronte a un mondo di maschi svirilizzati e di donne svogliate. L’Horny Goat Weed mi fa semplicemente sorridere. Non ci faremo mica mettere nel sacco dai furbastri della Pfizer o di altri venditori di fumo?
Se fosse vero tutto questo, sarebbe vero anche che la sigaretta e il caffè donano vigore intellettuale. Impariamo una buona volta a differenziare la stimolazione da veleno-dipendenza e da farmacodipendenza rispetto alla stimolazione sana e veritiera che arriva come stimolo a conquistare e a scoprire.
Se la mettiamo sotto un punto di vista ormonale, la potenza sessuale ed anche la voglia di farlo, non sono altro che la ciliegina sulla torta di una condizione chiamata salute ed equilibrio.
Non esistono insomma sostanze e metodi di incremento che vadano al di là della massimizzazione del proprio stato di forma psico-fisica. La perdita o l’affievolimento della libido può anche trovare giustificazione nella maturazione dell’individuo e nel famoso raggiungimento della pace dei sensi.
A meno che uno non si proponga di invogliare la vagina della compagna con la famosa mosca spagnola disseccata, confondendo l’irritazione vaginale con la voglia di orgasmo. Non drogherei affatto mia moglie per renderla più vogliosa. Preferisco saperla sana e libera di sentirsi o di non sentirsi. Impariamo ad amarci e a rispettarci anche al di là della dimensione sessuale.
Non è poi solo una questione ormonale. È anche una questione di trasformazione psicologica delle persone all’interno di una famiglia. Il famoso discorso della moglie che tende a diventare sorella o figlia per cui viene a mancare quella forma di istinto conquistatore che caratterizza la figura del maschio. Mi riferisco a quella sindrome chiamata da Wilhelm Reich “matrimonio uguale tomba del sesso”.
Pretendere orgasmi e meraviglie erotiche dall’esserino delicato che ti ritrovi accanto dopo anni di vita in comune, dopo averci fatto dei figli, dopo averla posseduta centinaia o migliaia di volte, può essere sì dimostrazione di inesauribile attrazione, ma può anche configurarsi come accanimento, come un voler estrarre sangue dal muro.
Non va nemmeno sottovalutata l’evoluzione delle pulsioni e delle attrazioni. L’eventuale calo ormonale è dopotutto un fatto naturale ed accettabile, per cui non ha senso fare polemiche su questi argomenti. Mi sentirei di suggerire qualche lettura in comune, tipo L’arte d’amare di Erich Fromm, Tropico del Cancro e La rivoluzione sessuale del citato Reich, Matrimonio e morale di Bertrand Russell, Eros e civiltà di Herbert Marcuse.
Insegnare le pose del Kamasutra e nuove sperimentazioni erotiche potrebbe portare a dei risultati, ma esiste pure la possibilità di cadere nel ridicolo e nella mancanza di rispetto, finendo con un reciproco amaro in bocca.
Occorre anche prendere nota che l’erotismo e l’attrazione reciproca hanno subìto attacchi e attentati gravi in continuazione negli ultimi decenni. Troppe pestilenze e troppi timori infondati hanno reso l’atto sessuale fonte di inquietudine, di sospetti e di demotivazione, sia all’interno della famiglia che nella società esterna.
Tanto erotismo, tanta provocazione fine a se stessa, tanto parlare di sesso, tanti stimoli utili solo a incrementare stupri e violenze, e un calo eclatante dell’intimità naturale e della voglia di farlo senza barriere, senza timori e senza scafandri protettivi. In queste condizioni diventa sciocco e fuorviante demonizzare i rispettivi partner e pretendere grandi avventure erotiche entro le mura domestiche.
Valdo Vaccaro
Commenti
0 commenti